Anteprima

Doom Eternal: l’inferno è caldo, brutale e pieno di armi!

Frenesia. Frenesia mista a pura adrenalina e impreziosita da una spruzzata di pieno godimento videoludico, quasi orgasmico. Questo è ciò che salta in mente al più onesto dei videogiocatori in presenza di un titolo come DOOM, sparatutto in prima persona frenetico, violento, ostico e tremendamente appagante.

Il reboot della storica saga, avvenuto ormai nel “lontano” 2016 ha palesato davanti alla bramosa platea uno shooter incredibilmente solido e assuefacente nella sua semplicità e, se vogliamo, “anzianità” strutturale.  A distanza di tre anni, Bethesda e Id Software sono pronte a ricalcare la stessa lunghezza d’onda, forti di un apprezzamento tangibile e di una grossa fetta di attesa che si è creata di fronte alla nuova creatura già annunciata abbondantemente: DOOM Eternal, finalmente, anche munito di una data d’uscita ufficiale. Il prossimo 22 novembre potremo tornare a maciullare orde di demoni senza sosta e senza freni, tenenedo bene a mente tutte le sottigliezze ludiche di un titolo che, nonostante le solide basi, non vuole assolutamente lasciare il passo e, anzi, si presenta ai nastri di partenza dell’E3 bello saturo di novità.

Noi abbiamo provato a raccoglierle per voi, cercando di approfondire nel migliore dei modi la nostra e soprattutto la vostra conoscenza del titolo in attesa di poterci finalmente mettere le mani sopra con la versione finale.

Maciullamenti remunerativi

Come già anticipato poc’anzi, la volontà di Bethesda è quella di non snaturare in alcun modo la vincente formula ludica coniata negli ultimi anni, bensì espanderla. Ed è proprio per questo che, una volta impugnata la nostra prima “bocca da fuoco”, avremo la sensazione di trovarci subito a casa. Anche sul piano meramente visivo, salvando le ovvie migliorie dovute anche all’avanzare della conoscenza dell’hardware a disposizione, il primo colpo d’occhio ci sbandiera un lavoro molto conservativo, da questo punto di vista, nel bene e nel male.

DOOM Eternal è piena frenesia, pura follia

Chiaramente, però, da un titolo arrivato a fine generazione non ci aspettavamo il miracolo sul piano della modellazione poligonale o quant’altro. I veri valori “pesanti” in campo sono sicuramente altri e dalle prima battute in compagnia del titolo sembrerebbero essere tutti al posto giusto. A rimanere immutata, e noi ne siamo assolutamente entusiasti, è la brutalità complessiva con la quale il DOOM Slayer si approccia ad ogni scontro. La dinamicità e la frenesia di fondo, in DOOM Eternal, vengono accresciute ulteriormente, grazie anche ad una maggiore mobilità con la quale il nostro alter ego si muove all’interno delle mappe. Queste ultime, a detta degli sviluppatori, dovrebbero essere molto più ampie rispetto al passato, rappresentando così il primo tassello leggermente ammodernato di tutto il pacchetto.

A rimanere immutata è, e non poteva essere altrimenti, la dinamica del loot integrato e anzi direttamente collegato all’uccidere  i tanti demoni presenti su schermo. Come da tradizione della serie, infatti, anche in DOOM Eternal fare a pezzi nemici – oltre a regalare grandi gioie in termini strettamente personali – dona al giocatore il necessario per proseguire nell’avventura. Il team di sviluppo ha lavorato molto per svecchiare la cosa, introducendo una sorta di piccola rivisitazione delle “ricompense” ottenute dallo sterminio delle diaboliche creature. Uccidendo i nemici col lanciafiamme, per dirne una, si ottiene in cambio corazza, mentre se si predilige l’utilizzo dell’immancabile motosega si avrà a disposizione un nuovo quantitativo di munizioni da riutilizzare prontamente per portare a casa la pelle. Una soluzione che si scinde in due tra la voglia di apportare novità e rimanere ancorati al (virtuoso) passato ma che, siamo sicuri, saprà regalare ore ed ore di soddisfazioni videoludiche a chiunque si approcci al titolo.

Tante novità, ma sempre onorando il glorioso passato

Un fucile è per sempre?

Per quanto riguarda la questione più delicata, e vale a dire quella delle armi, i ragazzi di Id Software hanno lasciato intravedere l’arrivo di qualche nuova aggiunta nel catalogo. Il nostro cacciatore di demoni, dunque, avrà a disposizione nuovi strumenti di distruzione di massa, capaci però, a primo impatto, di restituire lo stesso solido feedback di sempre. Pur senza averlo provato con mano, insomma, ci sembra evidente quanto da questo punto di vista Bethesda abbia voluto “giocare in casa”, andando a puntellare, piuttosto che a reinventare, un sistema funzionale, appagante e invidiabile. Non si è voluta spingere oltre, dunque, ma probabilmente le motivazioni per muoversi in una direzione diversa da questa non non ci sarebbero state. DOOM Eternal appare, così come il “primo” DOOM, un vero e proprio tripudio balistico, un’epifania del furore più puro che si può provare in un titolo del genere, grazie anche ad un livello di sfida che sembra ancora una volta tarato verso l’alto. Anzi, l’altissimo.

Ad accrescere – potenzialmente – il tasso di difficoltà del titolo ci pensano poi le nuove meccaniche legate all’online, come ad esempio le invasioni in stile Dark Souls, ma per sbilanciarci da questo punto di vista è ancora troppo presto. Resta evidente, comunque, come la software house abbia spinto parecchio l’acceleratore anche dal punto di vista del multiplayer, nel tentativo di impreziosire ulteriormente l’offerta ludica. Tra queste spicca sicuramente la Battle Mode, una modalità asimmetrica 2vs1 in cui si sfideranno uno Slayer contro due demoni, tutti dotati di abilità uniche e molto particolari. Questa aggiunta si palesa fin da subito come una delle migliori del comparto multigiocatore di DOOM Eternal e, chiaramente, noi non vediamo l’ora di provarla.

Un bagno di sangue

DOOM Eternal saprà regalarci ore ed ore di puro godimento videoludico

Fatte le dovute considerazioni oggettive sulla produzione, è tempo di lasciar spazio alle considerazioni più intime sulla tanto attesa produzione targata Bethesda e Id Software. Il Doom del 2016, dopo tutti questi elogi, era forse un gioco perfetto? Chiaramente no e da questo seguito, a dirla tutta, considerando anche la natura di sequel praticamente diretto, sia spirituale sia effettivo, ci aspettiamo proprio questo: il perfezionamento delle formula originaria. Uno dei punti più critici del “vecchio” DOOM è sicuramente legato al sistema di checkpoint, fin troppo vetusto e  a tratti ingiusto nei confronti di un giocatore chiamato quasi sempre a tirar fuori il meglio di sé da ogni singolo scontro e costretto, nel caso di una sciagurata dipartita, a ricominciare anche intere sezioni.

I più “esigenti” potrebbero storcere il naso davanti a questa considerazione, ma noi troviamo che, forse, un piccolo passo indietro in questa direzione possa soltanto giovare a tutta la produzione. Fondamentale sarà anche il supporto post-lancio tipico ormai di ogni videogioco che si rispetti, specialmente dal lato multiplayer. I server del DOOM del 2016 si sono spopolati – stranamente – in verità troppo rapidamente, e non vorremmo assistere di nuovo a questo triste e ingiusta situazione. Tutto questo senza considerare la curva di difficoltà, a volte troppo severa nei confronti del giocatore. Niente che non si potesse superare con la giusta tattica, certo, ma alcuni picchi di difficoltà di alcune sezioni, all’epoca, ci hanno fatto storcere non poco il naso e non vorremmo ritrovarli qui, in un titolo che si pone proprio come obiettivo la naturale evoluzione del suo precedessore. Quello su cui siamo pronti a scommettere più di un rene è certamente la bontà e soprattutto il fattore divertimento che il titolo offrirà.

Più mobilità per il DOOM Slayer, più libertà d’esplorazione delle mappe

La software house promette molta più varietà in termini non soltanto di esplorazione, ma anche a livello visivo cosa che, onestamente, nel vecchio titolo mancava parecchio. Anche se non ha mai lasciato a desiderare, ci piacerebbe assistere ad una maggior variazione in termini di creature demoniache da affrontare. Esclusi i “boss”, poi ritrovabili come “eroi” da usare in multigocatore, gli esseri ordinari hanno offerto ben poca varietà in alcuni frangenti e siamo curiosi di scoprire se qualcosa è stato fatto da questo punto di vista. E, anzi, siamo pronti a scommettere ancora una volta sulla grande dedizione dei ragazzi al lavoro su quello che sembra uno dei videogiochi più entusiasmanti di questo 2019.

Raccontami una storia

Se ben ricordate, l’epilogo di DOOM lasciava ben presagire l’arrivo di un eventuale sequel. Il finale aperto e – senza spoilerare – “negativo” che ci siamo trovati di fronte una volta distrutto le orde infernali, ha saputo gettare ottime basi per il futuro, sapientemente raccolte per portare su schermo un’altra avventura dal sapore epico. DOOM Eternal promette grandi cose anche sul fronte narrativo e noi, in tutta onestà, non vediamo l’ora di poter appurare questo assioma. Del resto, in piena tradizione Bethesda, un po’ come accade anche in Wolfenstein, il puro gameplay non viene quasi mai sopraelevato alla bontà narrativa che, anzi, si mantiene su livelli sempre elevati. E se il DOOM del 2016 ci ha raccontato la genesi del DOOM Slayer, la sua presa di coscienza, l’entrare in contatto con le diverse tipologie di armi, la scoperta dei potenziamenti alla tuta e/o alle varie abilità peculiari del nostro eroe, ora Bethesda dovrà dimostrare di avere le idee chiare, continuando la storia di un protagonista sfortunato e quasi maledetto, ritrovatosi quasi per caso protagonista di una vicenda incredibile e ben più grande di lui.

In pieno stile Bethesda, la storia sarà sempre un elemento fondamentale

I mesi che ci separano dall’arrivo di DOOM Eternal sono ormai pochi e l’attesa sta lentamente diventando spasmodica. Il nuovo sparatutto targato Bethesda e Id Software, già da queste primissime battute, ha saputo dimostrare di avere tutte le carte in regola per rivelarsi uno dei migliori shooter di questa generazione di console, nonché uno dei pezzi da novanta di quest’ottimo 2019. Per scoprire di più sulla produzione, che promette grandi cose anche sul fronte del multigiocatore, non ci resta che aspettare i prossimi mesi, che saranno fondamentali per approfondire la conoscenza su quel che sembra uno spettacolo orchestrato ad hoc. Intanto: che l’inferno sia con voi!

Salvatore Cardone

Scrivo, cucino, mangio. Spesso contemporaneamente. Necessito di più mani.

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