Anteprima

Skull & Bones, tutte le informazioni

Con Skull & Bones Ubisoft cerca di portare al massimo un concetto introdotto come contorno in Assassin’s Creed: le battaglie navali. E su queste infatti vuole concentrarsi, smarcandosi dal confronto con l’MMO Sea of Thieves (concorrente solo nell’ambientazione),visto che il titolo della software house francese punta più sulla navigazione.

Il gioco quindi non dovrebbe vedere sezioni a piedi o di esplorazione delle isole, svolgendosi prevalentemente in mare. Tuttavia si è vista una breve scena in cui il capitano si muove lungo un piccolo porto, camminando in mezzo a dei marinai intenti a fare festa, per poi arrivare ad un bancone dove acquistare delle personalizzazioni per la nave. Dovrebbe essere quindi presente una base centrale, uno snodo per attività secondarie e gestionali, magari alla stregua di una stanza virtuale da cui avviare eventuali partite cooperative.
Il tocco personale da aggiungere al proprio veliero sarà quindi importantissimo: il timone potrà essere “decorato” con il teschio di un animale, si potrà posizionare una statua sulla prua,  decidere quale rostro usare (lo spuntone posto di fronte, che veniva usato come sfondamento), senza escludere le vele, le quali potranno sfoggiare non solo i propri colori, ma anche il simbolo che il comandante reclamerà al pari del suo grido di battaglia. Anche la grandezza dei cannoni e il tipo di munizioni impiegato sarà oggetto di scelta. Meglio un mortaio o una bocca di fuoco dalla traiettoria più lineare? Meglio le classiche palle da cannone, quelle incatenate o degli spuntoni utili a stracciare le vele nemiche? Le opzioni appaiono molto interessanti.

Una volta salpati bisognerà tenere conto delle correnti del vento, indispensabili da sfruttare nel modo giusto onde guadagnare velocità sugli spostamenti per raggiungere la nave da abbordare, o al contrario, per sottrarsi a qualche rivale indesiderato. La ciurma si dedica allo svolgimento dei compiti essenziali per tenere efficiente la navigazione, ammainando e dispiegando le vele a comando, caricando i cannoni, ma anche avvistando i vascelli.
Come tradizione cinematografica, non sarebbe una storia di pirati senza qualcuno in cima all’albero maestro di vedetta.
Il combattimento è il cuore pulsante del gioco: il posizionamento del galeone va effettuato velocemente, in modo da garantire piena potenza alle cannonate, qualora si voglia affondare senza troppe cerimonie il bersaglio, oppure affiancarlo per procedere all’abbordaggio.
E’ stato specificato che queste manovre saranno centrali nel sistema di combattimento, con diverse possibilità legate anche al tipo di nave e di equipaggiamento impiegato. Alcune potranno sparare raffiche multiple, ma solo dopo aver mollato l’ancora, limitando quindi la mobilità e la fuga qualora il nemico poi risponda al fuoco.  Due giocatori inoltre possono cooperare per un obiettivo, salvo poi rompere l’alleanza e farsi guerra per non dividere il bottino, lasciando spazio ad una serie di spinose situazioni dall’esito sempre incerto. 

Tuttavia i pirati non sempre saranno i predatori del mare. La catena alimentare coinvolge le navi mercantili, gli stessi pirati, ma anche la marina militare, che potrà dare la caccia ai corsari, costringendoli talvolta alla fuga, anche a costo di cambiare cambiare la propria bandiera per spacciarsi per un vascello civile ed evitare lo scontro.

Il motore grafico è convincente. Il mare riproduce le onde e il loro effetto sulla stabilità della barca con grande efficacia, inoltre i numerosi dettagli del natante enfatizzano il suo aspetto pittoresco. Il ponte è perfettamente riempito di marinai intenti a svolgere ciascuno il suo ruolo, creando uno scenario davvero vivo e convincente.
L’idea alla base di Skull & Bones si concentra su di un aspetto specifico e nel farlo sembra stuzzicante ed originale per il grado di completezza che raggiunge.
Le premesse sulla carta sono quindi molto buone. Sta ora ad Ubisoft concentrarsi perché il prodotto finale riesca ad avere anche un sistema di matchmaking e gioco online che riesca a fare giustizia al tutto. Il resto, almeno stando alla breve anteprima, pare piuttosto ispirato e solido.

Francesco Dovis

Complice una formazione professionale nel settore, decide di adottare l'approccio giornalistico anche nel trattare un argomento che oggi è diventato di costume al pari di musica o spettacoli. Da sempre videogiocatore multipiattaforma, in virtù di questo definisce la sua esperienza in materia "caleidoscopica".

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