La data del 28 ottobre sarà ben evidenziata sui calendari dei fan di Bayonetta, visto che segna il giorno di lancio di Bayonetta 3. Ma oggi a far parlare del titolo non sono gameplay o dettagli sulla storia, bensì una polemica che ha tutte le caratteristiche del classico vaso di Pandora che viene scoperchiato e che potrebbe avere ripercussioni anche sul lungo periodo. Il tutto è partito da Hellena Taylor, l’attrice che ha dato la voce alla protagonista del gioco e che in qualche modo ha contribuito al suo successo. In una serie di video su Twitter, l’ex doppiatrice di Bayonetta spiega il reale motivo della sua sostituzione con una nuova attrice, Jennifer Hale.
Riassumendo all’osso, è emerso che i vertici di Platinum Games avrebbero offerto alla Taylor uno stipendio a dir poco inadatto per il doppiaggio del terzo capitolo. Si parla di una cifra di circa 4.000 dollari che, considerata la portata del gioco e il lavoro richiesto per il doppiaggio, risultano davvero poche briciole. Di fronte a questo “insulto”, la Taylor ha preferito fare un passo indietro, anche se ciò ha avuto ripercussioni importanti sulla sua salute psicologica, portandola alla depressione e a desideri suicidi. Tutt’ora l’attrice non teme eventuali conseguenze legali per la sua testimonianza, dal momento che non possiede praticamente nulla e che gli avvocati di Platinum Games potrebbero al massimo reclamare i vestiti che indossa.
La prima risposta ufficiale alla questione è arrivata dall’acidissimo account Twitter di Hideki Kamiya di Platinum Games, noto per avere una serie di regole social strettissime la cui violazione si traduce nel blocco immediato su Twitter. Nel suo tweet in riferimento ai video di Hellena Taylor, Kamiya scrive semplicemente che è “triste e deplorevole l’attitudine alla menzogna”, per poi sottolineare ancora le sue regole per minacciare gli utenti pronti a rispondergli a tono. Sì, perché i video della Taylor non si sono limitati a denunciare, ma hanno anche chiesto ai fan di boicottare Bayonetta 3 in segno di solidarietà con lei e con gli altri colleghi sottopagati dell’industria videoludica.
L’impressione è che la vicenda terrà banco per alcuni giorni, con altre testimonianze che già iniziano ad emergere in rete e che si affiancano a quella della Taylor. Di contro, è difficile pensare che le vendite del gioco subiranno un calo, perché i problemi lontani dal nostro recinto non riescono quasi mai a guadagnare tanta attenzione da superare l’hype per un titolo molto atteso.
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