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Con i “Super Game” SEGA vuole cambiare la tradizionale idea di videogioco

Lo scorso anno SEGA aveva acceso la curiosità di molti soggetti del settore videoludico annunciando, nel corso di una conferenza, che aveva dato vita a un progetto quinquennale incentrato sui cosiddetti Super Game. Una strategia a lungo termine e dagli investimenti non indifferenti, considerando che i fondi stanziati per la realizzazione di questi non meglio precisati giochi ammontavano a circa ottocento milioni di dollari. Una cifra non compatibile con le supposizioni di qualcuno che volevano SEGA al lavoro su un singolo, enorme videogioco e che oggi ha trovato una migliore spiegazione grazie a un’intervista rilasciata dall’executive VP Shuji Utsumi.

SEGA offre un’ampia gamma di contenuti videoludici, compresi hardware e cabinati, il che è reso possibile dalle sue tecnologie diversificate. Abbiamo definito i Super Game come la strategia di sviluppo di giochi tripla A che spazino attraverso le diverse aree di competenenza di SEGA e puntiamo a ottenere lo scopo entro cinque anni. Diversi titoli sono in sviluppo sotto questo progetto e, anche se ognuno sarà diverso dagli altri, si tratterà in tutti i casi di progetti interattivi che vanno oltre la tradizionale cornice del videogioco.

Per spiegare meglio il concetto, Utsumi porta la nostra attenzione sulla differenza tra chi gioca attivamente i videogiochi e chi guarda altri che li giocano. L’obiettivo di SEGA sembra essere quello di creare esperienze che comprendano entrambe le categorie di utenti, anche se non è chiaro in cosa ciò possa tradursi. Quel che è certo è che le regole per essere definito un Super Game sono quattro: essere multipiattaforma, essere localizzato in diverse lingue, essere rilasciato contemporaneamente in tutto il mondo ed essere un tripla A. Tra le regole non scritte, invece, potrebbe esserci la presenza di NFT, considerato l’interesse mostrato da SEGA per l’argomento.

Jury Livorati

Classe '85, mi divido tra la moglie e i tre figli e le più svariate passioni. Ex fedelissimo di casa PlayStation, mi sono convertito a Xbox grazie al Game Pass, ma resto comunque con un piede in due scarpe. Adoro i giochi a forte componente narrativa e mi piace lasciarmi stupire dagli indie.

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