La storia delle microtransazioni nei videogiochi è ormai vecchia e, negli scorsi anni, ha visto nascere un teatrino fatto di cause legali, class action, interventi da parte dei governi nazionali e sentenze giudiziarie. Molto spesso il tema è stato associato a Electronic Arts, sebbene ormai siano pochi i giochi che non includono qualche sistema di monetizzazione interno capace di solleticare gli istinti spenderecci di qualche utente. Di sicuro, il successo e la diffusione globale dei giochi della serie FIFA e le meccaniche che prevedono microtransazioni della modalità FUT contribuiscono in modo significativo a tenere EA sotto ai riflettori più di altri publisher.
Nelle scorse ore, un documento trapelato in rete e pubblicato dalla CBC ha riacceso la discussione. Le due slide, provenienti da una presentazione interna e confidenziale di EA, sarebbero materiale fornito da un insider anonimo. Quello che emerge dal testo è che il team di sviluppo di FIFA 21 è attualmente concentrato sul coinvolgimento dei giocatori per il periodo estivo, da qui alla metà di settembre. La strategia prevede una “messaggistica diretta e un incentivo alla conversione” in questi mesi nei quali il calcio reale rallenterà. Il tutto con un unico obiettivo: “FUT è la pietra angolare [del gioco] e noi dobbiamo fare tutto il possibile per portare lì i giocatori“.
Il ritorno del calcio reale a settembre semplificherà poi le cose, “potenziando la nostra capacità di collegarci al calcio vero ed entusiasmare gli utenti con contenuti FUT capaci di riflettere quel che accade sui campi“. A contribuire alla spinta dei giocatori verso la modalità FUT ci sarà anche un pacchetto di benvenuto aggiornato per dare un primo, importante assaggio ai neofiti. Il tutto sembra insomma volto all’aumento della platea di possibili clienti per le microtransazioni che tanto sono state criticate e che in alcuni casi sono state associate al gioco d’azzardo.
Al momento, una delle repliche da parte di EA è arrivata al sito giapponese Kotaku. “Noi non spingiamo le persone a spendere nei nostri giochi. Quando diamo la possibilità di farlo, stiamo bene attenti a non promuovere l’acquisto rispetto allo sblocco in-game, e la maggior parte dei giocatori di FIFA non spendono mai per oggetti di gioco. Niente nel documento trafugato smentisce ciò; il testo mostra semplicemente che stiamo favorendo il coinvolgimento nel corso dell’estate, non la spesa.” La questione insomma resta aperta, con posizioni che si muovono sul filo del rasoio e che non riusciranno mai a soddisfare l’una o l’altra parte dell’opinione pubblica.
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