La redazione di Gameplay Café in quarantena

Gameplay Café è nato ufficialmente il 9 aprile del 2018. Scrivo “ufficialmente” perché quella è la data scelta per il suo debutto online, ma nei mesi precedenti il buon Antonio aveva lavorato dietro le quinte per gettare le basi di una “redazione” affiatata e carica. È capitato, quindi, che con il passare del tempo e sull’entusiasmo del successo di una raccolta fondi unica nel suo genere (forse addirittura siamo davvero stati i primi a riuscirci) queste persone siano diventate amiche. Ora: può sembrare una cosa buttata lì, giusto per scrivere qualche parola prima di lasciarvi curiosare tra le foto di alcuni dei protagonisti di questi “primi” due anni di Gameplay Café, ma non è così. Con il rincorrersi delle stagioni ciascuno di noi ha trovato un suo spazio in quell’angolo virtuale rappresentato dalla chat redazionale, ciascuno portando un elemento personale e riconosciuto: non ci sono prime donne, c’è rispetto delle opinioni altrui e, sopra ogni altra cosa, c’è il desiderio di condividere senza giudicare. Alla mia età (quaranta secchi) questi fattori hanno un valore che trascende quello dello “scriviamo sullo stesso sito” e si sono evoluti in sincero interesse per le loro biografie (nel senso inteso dal filosofo Gorter).

ciascuno di noi ha trovato un suo spazio personale nella redazione

Mi trovo così a leggere – quasi avidamente – le centinaia di messaggi quotidiani solo per sapere se Tommaso ha installato con successo Windows 10 sul Mac; quale film ha visto ieri Simone; Oscar avrà fatto un nuovo disegno?; quale pizza ha preparato Rosario (e perché non ha sposato me); se Giuseppe ha finalmente capito che possiamo parlare male di Apple solo in intimità; quale notizia fresca avrà offerto Roberto; chi ha sgridato oggi Matteo? Poi ci sono le invettive di Francesco, la calma romana di Andrea, l’eleganza da ingegnere milanese di Luca, l’anima verace di Francesco Maria, la professionalità di Stefano, il realismo paterno di Leonardo, la gioventù cavalcante di Giacomo, l’equilibrio di Antonio (Stephan’s, che invidio tantissimo), i tecnicismi di Iacopo, Emanuele a cui devi chiedere se vuoi sapere tutto di The Clone Wars, Giulio con i suoi brillanti copywriting, Doc Frankie dalle spalle enormi ma dal cervello fino (e infatti è dottore), Salvatore dalle mille collaborazioni, la curiosa Giulia (nel senso di “quando esprime un parere è sempre argomentato e fa domande molto sensate”)… Dimentico certo qualcuno, ma sono anche le due di notte e sto scrivendo tutto questo manco fossi Susanna Tamaro, quindi mi perdonerete di certo. Insomma: Gameplay Café è nato solo due anni fa eppure è stato capace di riunire tantissime persone, con età e gusti molto differenti, in un ambiente sereno ma foriero di tantissimi articoli, podcast e dirette davvero peculiari.

questa galleria nasce per ringraziare chi ha creduto in noi

Non sto qui a fare un palinsesto di quello che potete tranquillamente leggere sulla nostra home page, perché con questa galleria voglio celebrare le iniziative solidali organizzate in occasione del Fantacalcio redazionale, le partite di calcetto giocate col cuore in mano prima di mangiare insieme, le ingenue prese per i fondelli tra juventini e napolet… no, tra juventini e tutta la restante serie A, le continue richieste di “quando ci becchiamo? Sali tu? Scendo io? Andiamo lì che si mangia bene: fidatevi“. Il mio pensiero va quindi a tutte le persone che hanno creduto nel progetto di Antonio; che hanno fatto una donazione per permettere a tutti noi di essere retribuiti per quello che facciamo; che ogni giorno ci leggono e trovano in Gameplay Café uno spazio virtuale diverso. Tra queste persone c’è Giuliano: conosciuto in occasione della prima partita di calcetto ufficiale e con cui ho avuto il piacere di chiacchierare. Penso a lui spesso, chiedendomi se le cose di cui avevamo discusso stanno andando bene o ha trovato qualche ostacolo… poi la vita di un papà come me è spietata: quasi non ho tempo di farmi la barba e con umiltà mi arrendo al non riuscire a scrivergli per sapere come va. Beh, colgo l’occasione per ringraziarlo di quello scambio notturno e per dirgli che il suo sostegno a questo progetto ha permesso a tutti noi di parlarvi di videogiochi senza clickbait, senza bandiere, solo per passione, diventando amici.

Vi lascio alle foto, raccolte in questa lunga quarantena che ci ha visti costretti a casa (tranne Andrea: lui fa un lavoro essenziale quindi non rompetegli le palle e non toccategli il divano). Abbiamo continuato a lavorare, a fare progetti per il futuro, a parlare di videogiochi con grande trasporto: siamo qui per questo.

Questa galleria contribuisce a sostenere la ricerca scientifica sulla sindrome di Rett. Trovate i dettagli dell’iniziativa a questo link.