Nell’ultima parte dell’anno aveva destato un certo stupore, e un pizzico di disgusto, la mossa con cui Ubisoft aveva annunciato Quartz. La nuova piattaforma rappresenta l’ingresso del publisher nel mondo degli NFT, i non-fungible tokens: in breve, elementi di gioco unici e rintracciabili che possono essere oggetto di scambi monetari veri e propri. Si tratta, nelle intenzioni di chi le promuove, di un primo passo di integrazione tra il mondo dei videogiochi e il sempre più nominato metaverso. Per gli utenti, però, è l’ennesimo tentativo di monetizzare senza concentrarsi sui contenuti di gioco, bensì sulla leggerezza di spesa di una certa fetta di videogiocatori.
Il disappunto mostrato per la decisione di Ubisoft non è bastato a frenare il fenomeno. Un paio di giorni fa, con una lunga e articolata lettera, il presidente di Square Enix Yosuke Matsuda ha palesato la sua approvazione per questa nuova frontiera del mercato videoludico. Leggendo alcuni passaggi della lettera in questione, sembra addirittura che l’introduzione degli NFT nei giochi sia la giusta e attesa ricompensa per i creatori di contenuti che arricchiscono le esperienze “base” realizzate dagli sviluppatori.
“Vedo che le persone che ‘giocano per divertirsi’ e che costituiscono la maggioranza dei giocatori hanno mostrato riserve verso queste nuove tendenze, ed è comprensibile. Credo però che avremo un certo numero di persone la cui motivazione è ‘giocare per contribuire’, ossia per rendere il gioco più entusiasmante. Il gaming tradizionale non ha mai dato alcun incentivo per quest’ultimo gruppo di persone, motivate solo da sentimenti personali come la buona volontà e lo spirito di collaborazione. […] Vedo in questo uno dei motivi della mancanza di tanti contenuti generati dall’utenza quanti sarebbe stato lecito aspettarsi.”
Parole piuttosto forti e a tratti di difficile comprensione, una sorta di arrampicata sugli specchi per giustificare una tendenza che forse farebbe comodo più ad azionisti, speculatori e megadirettori vari che ai giocatori. A quanto pare, insomma, il 2022 si apre con cattivi propositi da parte di un colosso come Square Enix, che sembra aver sottovalutato la reazione alla strategia fallimentare di Ubisoft, al contrario di molti altri soggetti che hanno prontamente interrotto i loro piani relativi agli NFT.
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