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Stadia, gli studi interni furono elogiati pochi giorni prima di chiuderli

Ha destato un certo scalpore, al netto del fatto che molti se lo aspettassero sin dal principio, la notizia della chiusura degli studi di sviluppo interni di Google Stadia. Con l’addio di Jade Raymond e la decisione di dedicarsi ai titoli prodotti da terze parti, senza investire su ricerca e sviluppo di esclusive, a tutti è sembrato che il servizio di gioco in streaming abbia subito il primo duro colpo che potrebbe portarlo al declino definitivo. A quanto pare, però, la vicenda ha risvolti piuttosto oscuri anche per i diretti interessati, ossia i dipendenti dei reparti che sono stati chiusi.

Secondo un report pubblicato da Kotaku, infatti, che si riferisce a fonti interne a Google, solo pochi giorni prima dell’annuncio della chiusura gli studi interni hanno ricevuto i complimenti della direzione. Il vicepresidente e general manager Phil Harrison avrebbe scritto una mail allo staff elogiando tutti per l’ottimo lavoro condotto fino a quel momento. “Abbiamo compiuto grandi progressi nella costruzione di un team vario e talentuoso e di una forte line-up di giochi esclusivi per Stadia. A breve confermeremo gli investimenti per la divisione e vi informeremo su strategie e obiettivi per il 2021”. La mail sarebbe del 27 gennaio, cinque giorni prima che gli studi interni venissero chiusi.

A peggiorare le cose, sembra che i dipendenti dei reparti coinvolti abbiano saputo la notizia contemporaneamente alla stampa e al grande pubblico, con una mail e una successiva conference call con Phil Harrison. A quel punto tutto il mondo è caduto loro addosso, come prevedibile, soprattutto considerando i sacrifici che in molti casi gli sviluppatori fanno per il tipo di lavoro che conducono e la difficoltà di lavorare negli ultimi mesi con una pandemia in corso. Una seconda conference call con Harrison, condotta il 4 febbraio, non avrebbe portato più informazioni sulla drastica decisione, se non la certezza che il tutto era già noto al tempo della mail di elogio.

“Credo che la gente voglia solo sapere la verità su cià che è accaduto”, dichiara la fonte di Kotaku. “Vogliono una spiegazione dai dirigenti. Se crei uno studio e assumi un centinaio di persone non lo fai per abbandonare tutto dopo un anno o poco più, giusto? Non puoi realizzare un gioco in quel periodo di tempo. Ci sono state date certezze per anni di lavoro, e adesso niente più”. Google non è ancora intervenuta per confermare, smentire o precisare la notizia. Quel che è certo è che la chiusura dei suoi studi è definitiva e che nessuno ha la piena certezza delle reali ragioni dietro alla scelta.

Jury Livorati

Classe '85, mi divido tra la moglie e i tre figli e le più svariate passioni. Ex fedelissimo di casa PlayStation, mi sono convertito a Xbox grazie al Game Pass, ma resto comunque con un piede in due scarpe. Adoro i giochi a forte componente narrativa e mi piace lasciarmi stupire dagli indie.

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