Esiste un genere di film denominato Buddy Cop, un genere riconoscibile lontano un chilometro e dall’indistinguibile sapore anni 90. Parliamo di film che hanno scritto la storia del cinema, che hanno colorato le giornate di dozzine di migliaia di spettatori, pronti a caricarsi 2 ore di adrenalina dritta negli occhi. Arma Letale, Rush Hour e Die Hard sono solo alcuni degli esponenti, tutti con degli ingredienti semplici: azione, poliziotti capaci di fare cose al limite del possibile, comicità e, nel caso che i protagonisti fossero due, una forte chimica. Nel tempo questo genere si è evoluto, dando i natali anche a Men in Black, o al più recente 21 Jump Street (che comunque si ispira ad una serie tv a cavallo tra gli anni 80 e 90), non sempre avendo una vena comica ma spesso giocando molto su battute e sarcasmo. Proprio nel 1995 esce nelle sale Bad Boys, film con regista Michael Bay che vede un giovane Will Smith affiancare un giovane Martin Lawrence in una pellicola ricca d’azione, di battute sagaci e di location fantastiche (Miami). Parliamo di un film di 25 anni fa, che solo nel 2003 ha trovato un sequel e che, fino ad oggi, era rimasto fermo a quel secondo capitolo. A distanza di 17 anni dal secondo, torna nelle sale il fantastico duo composto da Mike Lowry e Marcus Burnett, pronto a cavalcare le strade di Miami un’ultima volta (forse)
Una chimica tra i protagonisti spettacolare
La prima cosa che subito va detta è l’affascinante resa che il cast vecchio, affiancato al nuovo, ha su schermo: senza Michael Bay alla regia, il film dona comunque spazio ai due detective, ora decisamente più grandi e con responsabilità maggiori, che si trovano a dover accettare che la vita va avanti. Purtroppo la vita gioca strani scherzi, e proprio questi scherzi sono il motore del film, mai banale per quanto riguarda la trama e sempre incalzante. Nelle due ore di proiezione gli avvenimenti sono molti, spesso raccontati tramite dei tagli veloci e dinamici, così da risparmiare tempo e da evitare di togliere parti importanti di trama. Senza rovinarvi la trama, rimane comunque interessante come il lavoro di “contestualizzazione” delle vite dei vari personaggi sia stato fatto in modo eccellente, senza cadere in stupidi tranelli e giocando molto su questo.
I comprimari si confermano una gradita aggiunta al genere, portando colore e degli sketch che piaceranno molto ai neofiti, ma che verranno amati dai fan della serie. Notevole infine l’ingresso di nuove leve, una task force poliziesca comandata dalla vecchia fiamma di Mike, Rita (Paola Nunez) e composta da Kelly (Vanessa Hudgens), Dorn (Alexander Ludwig) e Rafe (Charles Melton), tutti personaggi “classici” se presi in comparazione ad un classico film poliziesco/d’azione, ma comunque ben interpretati e divertenti da vedere, soprattutto quando interagiscono con il vecchio duo.
Le new entry sono fresce e divertenti seppur poco originali
Dal lato dei cattivi invece entra in gioco Isabel Aretas, moglie di un vecchio boss aiutata dal figlio Armando a compiere una sanguinosa vendetta verso le persone che hanno mandato il marito in prigione e, di conseguenza, a morire. Ovviamente la trama è meno banale di quanto può sembrare, ed è stata una scoperta vederla evolvere sempre verso lidi inaspettati. Per il resto, sia loro che altri eventuali malavitosi, seguono spesso la classica linea segnata dal genere dei film Buddy Cop, tra inseguimenti, scazzottate, sparatorie e tanta adrenalina.
Ride together, die together. Bad Boys for Life
In termini tecnici il film non rischia troppo nel definirsi solo come film action, puntando in un paio di colpi di scena inaspettati, evoluzioni di trama interessanti e tecnicismi spettacolari. Parlando prima della trama, toglietevi dalla testa l’idea di trovarvi davanti un film solo muscoli ed esplosioni: i dialoghi sono ben strutturati, le battute tra i due protagonisti rispettano i giusti tempi comici e i momenti seri riescono a prendere il cuore dello spettatore (soprattutto se ha vissuto sulla propria pelle i due precedenti). Bad Boys for Life è un tripudio di risate, azione e dramma come non se ne vedevano da moltissimo tempo: molte volte assistiamo alla produzione di sequel di brand dei decenni passati soltanto per cavalcare la nostalgia dei fan. Bad Boys for Life, nonostante possiamo comunque definirlo nato da un’operazione nostalgica, trasuda da tutti i pori voglia di raccontare la vita di Mike e Marcus, due poliziotti che sappiamo non potrebbero esistere nella realtà, ma che sentiamo quasi vicini nelle loro scorribande al limite della legalità.
Dal reparto tecnico va data una nota di demerito in alcune scene d’azione: forse per renderle fattibili, sembra che alcune sequenze molto veloci siano state ritoccate al computer. Questo si nota subito, e porta all’occhio immediatamente come l’aiuto tecnologico serva ormai a Will Smith e Martin Lawrence; d’altro canto, un film del genere senza azione sarebbe risultato sciapo, perciò tra i mali è stato scelto decisamente il minore. Notevole invece l’uso delle telecamere e dei tagli: se quest’ultimi permettono al film di scorrere in modo veloce senza però accorgersene, alcune inquadrature – specialmente nelle fasi più concitate – ricalcano il successo di quelle viste nella saga di Toretto e famiglia, andando ad enfatizzare determinati momenti.
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