L’universo di Dragon Trainer è sempre stato ricco di meraviglie della fantasia, a cavallo tra la mitologia nordica e il classico scenario fantasy fanciullesco in cui i draghi e gli esseri umani si uniscono in un sodalizio basato sull’amicizia e l’onore. Nella sua trilogia, Dreamworks ha usato l’eccellente comparto artistico del suo team di creativi per portare in vita una peculiare quanto calorosa relazione tra l’eroe Hiccup e il suo buffo drago Sdentato. Famiglia, amici e ideali convergono spesso in una trama che non è mai risultata scontata, soprattutto perché riesce a unire perfettamente il piano ideologico con l’azione e l’epicità dei combattimenti degni di un film bel d’azione. Ciò tocca le corde sia dei più giovani che degli adulti che non hanno mai smesso di sognare una terra immaginaria pullulata di creature ritenute solamente delle favole.
Dragon Trainer 3 rappresenta la fine di questo viaggio nella fantasia, non a caso coincidendo anche con la crescita di Hiccup e della sua grande famiglia allargata. Allo stesso tempo, è anche la conclusione del percorso naturale di Sdentato e di tutti i misteri che ruotano attorno ai draghi e ai loro poteri, finora lasciati appositamente in quella zona grigia e fumosa utile alla caratterizzazione del mondo esterno al villaggio di Berk. Non a caso “Il Mondo Nascosto” è un perfetto titolo per indicare esattamente l’intenzione di chiarire una volta per tutte la figura dei draghi e del loro ecosistema, piazzandoli non a caso nella cornice artistica più suggestiva e significativa dell’intera saga.
Prima di arrivarci però, la storia si premura di illustrarci lo stato di Berk dopo le due pellicole e la serie animata dedicata. Date le moltissime avventure vissute, il gruppo di giovani eroi si trova in una vera e propria metropoli rudimentale che accoglie centinaia di draghi in strutture create appositamente per la convivenza con gli umani. Ormai il sistema è rodato e la popolazione è diventata l’esempio fulgido di come si possa vivere uno al fianco dell’altro, indipendentemente dalle battaglie o dalla caccia. Purtroppo però, si tratta di un’eccezione in un mondo ormai ricco di cacciatori testardi, figli di un’epoca antecedente alla svolta generazionale introdotta da Hiccup e amici. Non a caso, il nemico principale di questo nuovo capitolo è un vecchio e famoso assassino di draghi, il quale si attribuisce la totale distruzione delle Furie Buie.
Se da una parte la prospettiva dello spettatore risulta ovviamente viziata dalla filosofia di Berk, la sceneggiatura della “nemesi” – in tutta la trilogia – è sempre solerte nell’indicarci come questi carismatici malvagi non agiscano per il puro impulso personale o per una vena di pura cattiveria verso il prossimo. Certo, la loro caratterizzazione visiva e morale è strutturata in modo che sia possibile, specialmente per un pubblico di bambini, intuire subito le pessime intenzioni di questi personaggi. Eppure a un occhio più attento e maturo non può sfuggire quel subdolo messaggio volto a rendere distortamente ragionevoli le loro motivazioni. In questo caso specifico vediamo una figura cresciuta in maniera opposta ad Hiccup e trattata equamente come eroe dal resto della razza umana. Già rispetto agli altri antagonisti dei film, vediamo un piano più palesemente condiviso con la storia passata dell’eroe di Berk, elemento fondamentale per capire come la minaccia diventi estremamente più grave nel terzo film. In ragion di questa visione dualistica tra bene e male, il film contiene diversi parallelismi e simbolismi costruiti appositamente per richiamare il legame tra Hiccup e il perfido Grimmel, soprattutto durante la classica battaglia finale.
Proprio le sfumature tra le pieghe della trama sono forse l’elemento più pregiato di questa produzione. Se con il secondo film abbiamo avuto un impianto molto più serio e drammatico, con il terzo vediamo una storia molto lineare nelle sue premesse e incentrata principalmente attorno a tre colonne narrative: crescita, amore e viaggio (e l’umorismo sempre presente). La seconda specialmente è quella che occupa la maggior parte del tempo sullo schermo, illustrandoci come Sdentato e la Furia Chiara riescano ad amarsi nel puro stile del lato tenero dell’animazione, coadiuvato perfino da una colonna sonora più rilassata. Allo stesso modo, viene dato spazio ad Astrid e al giovane capo di Berk, i quali vengono messi subito nella posizione di doversi eventualmente sposare seguendo il folklore dei popoli norreni. Crescita e amore finiscono per intrecciarsi indissolubilmente, costruendo lo stupendo finale che chiude in maniera eccelsa la trilogia senza dimenticarsi di lasciare una leggera tinta di amarezza, atta a far riflettere il pubblico sulla scelta finale del popolo di Berk e del suo condottiero dalla spada fiammeggiante.
Il villaggio ha indubbiamente affrontato un viaggio geografico ed etico, cercando di capire quale luogo sulla terra possa accogliere sia gli umani e i draghi in uno spazio adeguato a entrambi. Sarebbe stato giusto fuggire? Era possibile resistere e insegnare al resto della nostra specie ad amare queste creature? La risposta potrete trovarla nella visione del film, ma quello che vi possiamo dire è che la sua ricerca non può essere fatta rimanendo fermi. Così Hiccup e amici ci hanno condotto in scenari fantastici che ben esaltano l’eccellente qualità delle animazioni e della già citata direzione artistica. Dragon Trainer è un marchio che non ha mai deluso sotto questo aspetto e non lo fa neanche nella sua conclusione, anzi va a migliorare presentando un sacco di nuove idee e scorci ispirati, fantastici da vedere sul grande schermo della sala.
Se ci si lascia farsi incantare dall’ultima avventura di Hiccup e Sdendato (a meno di un cambio di rotta da parte di Dreamworks), quella che si vive è una storia senza eccessive mire di sensazionalismo, puntata con decisione a chiudere tutti i nodi ed emozionare lo spettatore facendolo sentire parte del legame tra i due protagonisti principali. Un drago e un umano hanno sfidato i costrutti della loro società e gli istinti più primordiali per dimostrarci quanto profondo e significativo possa essere un legame tra due amici estremamente diversi, perfino quando l’intero mondo sembra remargli conto e opporvisi con veemenza. I più piccoli abbracceranno con gioia questa morale, sognando di un tempo in cui i draghi potrebbero essere esistiti e tenendo viva questa fantasia fiabesca nella loro immaginazione. Tuttavia, forse siamo proprio noi più grandicelli quelli hanno abbiamo bisogno di ascoltare, ancora un’ultima volta, la leggenda dello straordinario villaggio di Berk e del suo fulgido capo cavalca draghi.
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