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Hellboy – Un reboot gradito e decisamente al sangue

I reboot cinematografici – specialmente quelli legati a brand che orbitano attorno a prodotti come fumetti, videogiochi o libri – sono come un sasso lanciato in un lago: anche se l’impatto è il più indolore possibile, le onde concentriche generate sono sempre tante, ma soprattutto, una costante fissa. Mentre su internet si vociferano ritorni di grandi saghe quali Matrix, e Disney sta intraprendendo una politica di live-actionizzazione delle sue pellicole animate, oggi arriva al cinema Hellboy, film reboot del noto personaggio ideato da Mike Mignola. Nonostante le domande potrebbero essere innumerevoli, quella che deve sempre essere fatta nell’istante in cui la lancetta oscilla tra l’intraprendere o meno un restart completo è solo una: ce n’era bisogno?

La trama si ispira al Volume 9 di Hellboy: la Caccia Selvaggia.

Questo Hellboy di Neil Marshall (The Descent, Black Sails e Westworld) arriva dopo quindici anni dal primo film di Guillermo Del Toro e cerca di instaurare subito un senso di familiarità col personaggio. L’intreccio vede il Rosso all’interno di trame fitte, dove lavorando per il B.P.R.D. (Bureau of Paranormal Defense and Research) dovrà scontrarsi con nemici decisamente più grandi di lui (spesso letteralmente) e avanzare in questo modo verso il suo obiettivo finale, ovvero fermare la strega Nimue senza poter fallire, pena la fine del mondo. La trama non brilla di originalità, ma si ispira al Volume 9 di Hellboy: la Caccia Selvaggia. Quello che però si sente durante tutto il film è una sorta di spirale ascendente, diversa di certo dai classici film d’azione, che porta il protagonista e i suoi compagni a dover svolgere svariati compiti, non sempre collegati tra di loro, prima di raggiungere un climax purtroppo scontato e non troppo a tema col resto. Tutte le altre scene, invece, riescono a sorprendere lo spettatore utilizzando svariati metodi: tra battaglie che sfruttano un piano sequenza ritoccato virtualmente (non uno dei migliori, ma fa comunque il suo effetto) a dialoghi inaspettati, più di una volta Hellboy vi lascerà senza sapere cosa vedrete dopo sul grande schermo, stuzzicando un po’ la fantasia degli spettatori.

La computer grafica è più marcata dei precedenti film, ma non per questo meglio strutturata

Il cast scelto per il film segue l’onda già vista per pellicole come Shazam!, dove si è optato per attori televisivi dalle buone doti recitative: nei panni di Hellboy troviamo David Harbour (Stranger Things), mentre affianco avrà come compagni Alice Monaghan (Sasha Lane di Daniel Isn’t Real) e Ben Daimio (Daniel Dae Kim di Lost e Hawaii Five-0). La strega cattiva invece è impersonata da Milla Jovovich (Resident Evil), perfetta nei panni della Regina di Sangue, mentre il Professor Broom veste la faccia di Ian McShane (Deadwood, John Wick). Tutto sommato gli attori si comportano egregiamente, anche se la costruzione del personaggio di Hellboy è pericolosamente vicina a quella di Ron Perlman, lasciando qualche quesito sul perché del cambio. La scelta più azzeccata tra queste rimane però McShane, che ha permesso di portare su pellicola un Professor Broom decisamente più parte attiva e meno studioso, un’aggiunta davvero interessante e vero motore di un paio di cambiamenti dello status quo niente male. Parlando proprio di Hellboy, nonostante la verve comica e disadattata del Rosso sia la stessa di sempre, la sceneggiatura di Andrew Cosby ha scelto di raccontarlo come leggermente inesperto, impulsivo e ancora dubbioso sul quale sia il suo posto nel mondo. Questo si rispecchia anche nel suo aspetto fisico, meno ordinato di quello descritto da Del Toro.

Tecnicamente parlando, il nuovo film di Hellboy presenta una computer grafica più marcata dei precedenti film, ma non per questo meglio strutturata: se alcune scene riescono a far cadere lo spettatore nel tranello della finzione, altre sono decisamente plasticose e quindi poco interessanti. Di certo, quelle che funzionano di più sono legate all’anima gore del film. Scegliendo di abbandonare quell’anima fantasy accennata nel primo film con Perlman e molto marcata in The Golden Army, questa pellicola ha optato per condire tutte le scene – specialmente quelle d’azione – con molto sangue e tanto splatter. In questo caso la computer grafica è davvero eccezionale, realistica e capace di impressionare anche il più assuefatto al gore. Purtroppo tutto il bello che viene mostrato porta addosso la macchia di un montaggio frettoloso: ci saranno delle scene davvero decapitate dai tagli, che noterete o per dei cambi di camera frettolosi e incisivi come un pugno in faccia, o addirittura per qualche cut cinematografico fatto con tanto di musica di sottofondo tagliata (cose difficili da vedere persino nei film amatoriali). Tutto questo male viene però ammortizzato da una soundtrack da urlo, che passa dai The Scorpions (in una versione spagnoleggiante) fino ai Muse con Psycho.

Hellboy è un film divertente, capace di dare una nuova visione – fin troppo vicina all’originale se non fosse per una mancanza di profondità in favore di un’anima più frizzante – ad un personaggio davvero amato dai fan e divertente da vedere “dal vivo”. Farlo uscire l’11 aprile però potrebbe davvero danneggiarlo in quanto il film si trova a cavallo tra lo strascico di Captain Marvel, l’ondata positiva di Shazam! e l’arrivo prossimo di Avengers: Endgame: questi tre film potrebbero seriamente cannibalizzare gli spettatori (figurativamente parlando), lasciando vuote delle sale che potrebbero ospitare, senza indugio, centinaia di persone. Rimane decisamente consigliato da vedere a tutti quelli che cercano un film capace di far dimenticare per 2 ore cosa c’è fuori dal cinema, ma siete avvisati: se avete uno stomaco debole, andateci cauti (o almeno digiuni).

 

Simone Lelli

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