Cinema & Serie TV

Se Game of Thrones fosse un gioco di ruolo…

La vita di un essere umano è costellata da numerose variabili, che possono stravolgerne il corso in qualunque momento. Senza preavviso o senza sentore di sorta, la nostra esistenza può mutare radicalmente, nel bene o nel male. L’unica certezza che l’esistenza offre è quella della fine. Presto o tardi giungerà la conclusione di ogni storia, ogni realtà, e l’unica cosa che rimarrà saranno i ricordi. La nostra esistenza, però, è accompagnata da una numerosa schiera di attività, di forze esterne, capaci di accompagnarci durante il corso delle giornate e, perché no, strapparci un sorriso in più di un occasione.

Ancora una volta, però, il tema della fine ritorna a bussare alle porte. Tutto, prima o poi, è destinato a concludersi e quest’anno gli appassionati delle serie tv dovranno affrontare un “lutto” veramente pesante, di quelli che difficilmente si superano. Game of Thrones, uno degli show più amati e seguiti di tutto il mondo, è arrivato al capolinea. L’ottava stagione, che andrà in onda a partire dal prossimo 14 aprile – su Sky Atlantic dalle 3:00 di notte del 15 -, sarà infatti quella conclusiva. Essa è chiamata così a mettere la parola fine all’eterno conflitto per la conquista dei sette regni.

La nostalgia che scaturisce pensando di dover salutare definitivamente gli amati – ma anche odiati – personaggi conosciuti nell’arco dei tanti anni si contrappone con la foga di voler finalmente vedere la fine degli eventi, lo scontro tanto atteso tra il bene e il male, rappresentato da un nemico comune tanto pericoloso quanto ridondante in termini narrativi. In queste sede, però, non vogliamo addentrarci nelle infide lande del tanto amato/temuto “totomorti” o nell’indovinare chi la spunterà alla fine, ma vogliamo offrirvi una diversa chiave di interpretazione.

Del resto, la vastità del mondo della serie – ispirata ai romanzi di George R.R. Martin – è pressoché sconfinata, sia in termini di densità demografica sia di luoghi e mitologia: immaginarsi all’interno di esso può essere una questione tanto delicata quanto spettacolare. Rivisitando la storia in termini videoludici, ad esempio, abbiamo provato a immaginare diversi scenari, diversi approcci interattivi alla storia. Inutile dirvi che le variabili potrebbero essere quasi infinite. La palla, però, ora passa a voi.

Se GOT fosse un RPG…

Adesso viene il bello: immaginate che Game Of Thrones sia un gioco di ruolo appena uscito, conservando tutte quelle caratteristiche iconiche della saga cartacea e televisiva. La prima cosa che ci salta in mente, la più ovvia, probabilmente, per ogni amante del genere in questione, è la questione legata alle amatissime “build” che tanto care sono ai videogiocatori. Una volta catapultati nella mischia, si aprirebbe una quantità di soluzioni e possibilità impressionanti, tanti modi diversi per vivere l’avventura, ma anche la semplice quotidianità.

Se Game Of Thrones fosse un gioco di ruolo, per com’è strutturato e sfaccettato, siamo sicuri che offrirebbe una quantità di approccio smisurata.

Si potrebbe decidere di affrontare la vita a viso aperto, con coraggio e forza, vestendo i panni di un cavaliere (a là Jorah Mormont), magari evitando – a proprio rischio e pericolo – di lasciarsi trasportare da inganni, macchinazioni e congiure varie, per non dover combattere anche coi propri demoni interiori fino alla fine dei giorni. La vita però potrebbe essere interpretata anche diversamente: tra le possibilità, ad esempio, ci sarebbe quella di dedicare la propria esistenza alla conoscenza, viaggiando per il mondo o “rinchiusi” nelle mura della Cittadella, alla ricerca continua di un sapere sconfinato e schiacciante. C’è poi anche la possibilità di cimentarsi con le arti magiche, o di diventare uno degli uomini dai mille volti, o, più semplicemente, dedicarsi alla vita da mercenario, alla ricerca del miglior offerente. Se Game Of Thrones fosse un gioco di ruolo, per com’è strutturato e per quanto è sfaccettato, siamo sicuri che offrirebbe una quantità di approcci smisurata.

E voi quale “build” scegliereste? Assassino letale? Cavaliere valoroso? Stregone? In fin dei conti c’è sempre la strada della Barriera… e anche oltre quella c’è un popolo tutto nuovo da scoprire!

Fazioni: da che parte stareste?

Al di là di tutta la mitologia che riecheggia intorno alle gesta dei vari personaggi impegnati nella storia, quel che risulta spropositato, in Game of Thrones, è la quantità delle forze in gioco presenti. Tante famiglie diverse, alleate prima e nemiche poi, che si azzannano per il potere, in una lotta continua e senza esclusioni di colpi. Schierarsi bene, scegliere con parsimonia da che parte stare, come dice più di una volta Cersei Lannister, uno dei personaggi più temuti e influenti di tutta la storia, è uno snodo fondamentale per la vita di tutti.

Schierarsi bene, scegliere con parsimonia da che parte stare, come dice più di una volta Cersei Lannister, è uno snodo fondamentale per la vita di tutti.

Chiaramente, così come per tutte le altre cose, c’è sempre chi riesce differentemente ad arginare le varie situazioni. Così, insieme agli immancabili “voltagabbana”, quelli cioè che seguono il più forte o, semplicemente, chi è al comando, ci sarà l’indomito, pronto a morire per la verità e per la giustizia; poi il doppiogiochista, il finto alleato, e tante altre tipologie di figure, più o meno negative, seguendo una linea di narrazione in cui alla fin fine quasi la totalità dei personaggi lavorano unicamente (o quasi) per i propri interessi. Di conseguenza, sarebbe molto affascinante immaginarsi a confronto nella sala del trono e decidere per quale fazione patteggiare: dalla parte dei Lannister? Meschini e mossi unicamente dalla sete di potere? Dalla parte dei più nobili Stark di Grande Inverno? Da quella della tanto amata e temuta Madre dei Draghi? Le forze in gioco sono tante e scegliere non è assolutamente facile. A maggior ragione, poi, se si analizza il tutto in chiave videoludica: immaginate se, ad esempio, schierarsi con gli Stark vi desse un vantaggio iniziale, una sorta di skill passiva che rende capaci di resistere al freddo e, magari, far si che la vostra “stamina” scenda più lentamente.

Alleandosi con i Lannister, invece, si potrebbe avere uno sconto permanente dai mercanti sparsi per il gioco. La scelta potrebbe diventare ancor più complicata. A voi l’ardua sentenza!

Impiegare il vostro tempo

Ogni appassionato di giochi di ruolo sa che, alla fine, tutti si ritrovano a tirar su una propria linea di condotta, un vero e proprio stile di vita. Scelta (ipoteticamente) la fazione e la propria attitudine (o classe), dunque, è il momento di pensare a come impiegare il tempo nell’immaginario universo ispirato ai romanzi de Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco.

Tralasciando i vari obblighi che ciascuna delle “classi” scelte porterebbe con sé, affidandosi alla pura immaginazione sarebbe possibile ipotizzare tantissime cose, quasi sconfinate. Si potrebbe andare a caccia di creature misteriose, gareggiare in competizioni varie, allenarsi con l’arco, con la spada, imparare a leggere o scrivere, esplorare e documentare (il buon Tyrion potrebbe insegnare) i luoghi e i costumi delle varie famiglie, fondamentali per diventare un abitante perfetto della “comunità”.

Insomma: anche stavolta, la libertà d’azione sarebbe incredibile, degna del miglior RPG in circolazione.

GoT é GoT

Comunque la si metta, e contando anche le ultime due stagioni, leggermente sottotono rispetto a quelle precedenti, l’appuntamento con l’ultima annata di Game of Thrones è uno dei più attesi di questo spettacolare 2019. Rivisitandolo o meno, siamo pronti a scommettere che in tanti non vediamo/vedono l’ora di scoprire come tutto questo andrà a concludersi, e per farlo, per fortuna, dobbiamo aspettare ancora pochi giorni.

Intanto, noi vi invitiamo a riflettere e a fantasticare su quanto detto: cosa fareste della vostra (ipotetica) vita all’interno di Westeros? Che il “gioco” abbia inizio!

 

Salvatore Cardone

Scrivo, cucino, mangio. Spesso contemporaneamente. Necessito di più mani.

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