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The LEGO Movie 2: Una nuova avventura – L’unione fa la forza

Premiato da un successo di critica e di pubblico indiscusso e da valori produttivi stellari, il primo The LEGO Movie si piazza ancora oggi – con pochi dubbi – come uno dei migliori prodotti del cinema d’animazione; il sapiente utilizzo della dimensione pop, un brano più che iconico e lo strapotere commerciale degli immaginari LEGO/Warner Bros. riuscirono ad affascinare decine di milioni di spettatori, rendendo praticamente scontato l’arrivo di un attesissimo seguito.

The LEGO Movie 2: Una nuova avventura raccoglie quindi la pesante eredità dell’opera originale e cerca di evolverne natura e connotati, puntando verso una scrittura più sfaccettata e ricca di nuovi temi morali da scandagliare. Nonostante l’ovvia assenza di quel quid di innovazione del film apripista, la resa finale di questa seconda epopea LEGO ci ha lasciati comunque estremamente soddisfatti di quanto visto, nel suo costruire un intrattenimento delizioso per bambini ed adulti allo stesso modo.

Se siete dunque curiosi di conoscere la nostra opinione su questo eclettico secondo capitolo, non vi resta che procedere nella lettura della nostra recensione. Prima di iniziare, vi ricordiamo che The LEGO Movie 2: Una nuova avventura, diretto da Mike Mitchell (Sky High, Trolls), approderà nelle sale italiane – distribuito da Warner Bros. –  il 21 febbraio 2019.

 

 

Non c’è mai un momento di tregua per Emmet, Lucy (AKA Wyldstyle) e gli abitanti di Bricksburg; a seguito della devastante battaglia contro Lord Business e la sua ossessione dell’ordine e del controllo, i minacciosi DUPLO invadono la città e promettono distruzione, finendo per ridurre –  con il passare degli anni – l’intera metropoli ad una landa desolata che richiama esplicitamente l’iconografia post apocalittica e, in particolare, di Mad Max. Tuguri viziati da colorazioni acide, sporche, tipiche dell’usura, sostituiscono gli alti grattacieli di quello che un tempo era Bricksburg, ora raccolta in un villaggio rurale con al centro una collassata Statua della Libertà (diretto riferimento al cinema di genere).

Rex in realtà si configura come una vera e propria antitesi al carattere di Emmet

Trascorsi cinque anni dal primo contatto con i DUPLO, Batman, Lucy, Unikitty, Barbacciaio e Benny vengono rapiti dalla misteriosa (e coperta di glitter) Generale Sconquasso, per essere infine portati al cospetto della mutaforme e frizzante Regina Wello Ke Wuoglio. Emmet, rimasto infantile ed innocente in un mondo brutale e spietato, si ritrova quindi costretto a rimboccarsi le maniche e partire per una nuova avventura, attraversando prima il pericoloso Stairgate, poi il vasto Sistema Sorellare; ad affiancare lo Speciale nel momento di maggiore difficoltà troviamo Rex Rischianto, che – in virtù del doppiaggio originale – rappresenta una sorta di mash up dei vari ruoli interpretati dal celebre Chris Pratt, a partire da Jurassic World e Guardiani della Galassia. Rex in realtà si configura come una vera e propria antitesi al carattere di Emmet, che vede in lui quello che dovrebbe diventare per essere veramente apprezzato dall’amata Lucy; il rapporto tra i due è senza dubbio uno dei momenti caratterizzanti della sceneggiatura, ma preferiamo non vi anticiparvi altro.

 

 

La scrittura si prende la licenza di infarcire il tutto con colpi di scena e situazioni inaspettate

Proprio Lucy all’opposto affronta un viaggio di crescita che la riporta a scoprire l’intimità perduta, sepolta al di sotto di un alter ego da dura creato su misura e sempre più stretto alla ragazza ribelle, qui costretta ad aprire il suo cuore non al cinismo, ma ad una morale di sensibilità e solidarietà. Nello stilare e tratteggiare questi percorsi paralleli, la scrittura si prende la licenza di infarcire il tutto con colpi di scena e situazioni inaspettate, assorbendo e capovolgendo la prospettiva dello spettatore in un gioco caleidoscopico fondato su espedienti d’intreccio sinceramente geniali. Persino la metanarrazione del mondo reale viene sfruttata con parsimonia ed intelligenza, motivando le peripezie di Emmet e compagni, offrendo diverse chicche ai fan del franchise e giustificando un inedito approccio artistico.

Laddove infatti Bricksburg e i mondi visitati da Emmet appaiono semplicemente come il frutto dell’immaginazione di Finn, un bambino (ora ragazzo) reale, il Sistema Sorellare risulta estensione della creatività della piccola sorella, Bianca. Gli ambienti e la palette cromatica mutano di conseguenza in favore del lucido e del glitter del Palazzo dell’Autoriflessione Infinita, fino ad arrivare alla confusione del Pianeta DUPLO e alla surreale perfezione di Harmony Town; l’effetto è un vistoso cambio di rotta nella direzione del design delle ambientazioni e dei personaggi (come vedrete con Batman e con la Regina), accompagnato dal solito forte sostrato pop autoironico e citazionista (in questo caso mai abusato).

Come già accennato sopra, una piuttosto manifesta morale completa il quadro e raccorda ogni evento sotto un unico fil rouge comune. La visione del mondo smette di essere così meravigliosa ed acquista uno spessore di maggiore maturità dove solo amicizia e senso di comunità possono costituire una via di fuga dal grigio trascorrere della vita, evitando conflitti e all’opposto coalizzandosi per uno sforzo collettivo in grado di rendere le cose, infine, migliori.

 

 

Eccetto l’ironia generale e sempreverde, ad alleggerire i toni sono votati anche nuovi brani musicali, orecchiabili ed assuefacenti sì, ma nessuno abile nel raggiungere i livelli del famoso tormentone “E’ meraviglioso” del primo The LEGO Movie. Catchy Song e Super Cool rimangono tuttavia in testa come le migliori hit pop, pure per merito di un adattamento italiano (per la prima) ottimo e ben cucito sulla base. Gli altri inediti – come Not Evil e Gotham City Guys – mantengono in ogni caso una qualità decisamente alta, avvalorata da una perfetta coordinazione con i fatti a schermo, soffrendo invece di un testo in lingua nostrana purtroppo spesso fuori tempo ed inserito a forza nel ritmo. Per ultimo, il doppiaggio italiano appare – come al solito – talmente eccellente da non far sentire l’assenza delle illustri voci originali, se non fosse per qualche fastidioso problema di localizzazione di giochi di parole ed affini.

In definitiva, The LEGO Movie 2 rispetta e recupera il meglio della formula del primo capitolo, arricchendolo con una storia dalla sceneggiatura sfaccettata e rifinita, ricca di colpi di scena, stravolgimenti e chicche di fan service di ogni genere. L’iconografia pop si sposa con una ricostruzione tecnica impeccabile e una direzione artistica rinnovata, che completa e fa da sfondo al tema morale del film, vero leitmotiv della produzione. Come per ogni seguito, manca l’originalità genuina e l’effetto wow, ma il risultato ci ha convinto a pieni voti; correte al cinema!

 

 

Simone Di Gregorio

Da sempre cinefilo e videogiocatore, passioni di una vita e forza propulsiva nel quotidiano. Scrivo, guardo e gioco, ormai da 2 anni a questa parte. Responsabile sezione cinema.

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