Hands on

Nioh 2, il provato dell’Open Beta!

Questo finale del 2019, sul piano videoludico sembra (giustamente), avere un’unica identità: Death Stranding. L’opera di Hideo Kojima ha monopolizzato e sta monopolizzando ancora l’attenzione mediatica generale, rubando la scena ad altri prodotti che, per ovvi motivi, stanno finendo in secondo piano. È il caso ad esempio di Stat Wars Jedi: Fallen Order, titolo di Respawn in uscita questa settimana, così come di Pokémon Spada e Scudo (la cui release è la medesima di Fallen Order), tutti rimasti schiacciati dal potente lavoro di Kojima Productions. Tra i prodotti passati eccessivamente in sordina in questo periodo, anche un po’ a causa del genere di appartenenza, figura senza dubbio Nioh 2, sequel di uno dei titoli più entusiasmanti rilasciati sul mercato negli ultimi anni e che promette di allietare i giocatori più affezionati alla formula a partire dal prossimo mese di marzo 2020. Per fortuna, però, Koei Tecmo e Team Ninja hanno deciso di lasciar provare a tutti l’effettivo stato dei lavori sulla produzione, che già da un primo avvio mette in chiaro una cosa fondamentale: è un sequel in tutto e per tutto e non lo nasconde minimamente.

Comparto tecnico, impatto visivo e soluzioni generali ma soprattutto un livello di sfida ancor più arcigno confermano in toto quanto detto poco fa: Nioh 2 è pronto ad affermarsi come un degno erede del suo predecessore, nonché fiero portabandiera del genere “souls-like” nel 2020 e lo fa senza in alcun modo snaturarsi, ma anzi confermando buona parte di quello stilema che ne aveva sancito le più che discrete fortune.

Sguainate la katana, dunque: il viaggio all’interno del mondo degli Oni sta per ricominciare!

Una storia diversa

Salvaguardando appieno quello stile grafico semplicemente sublime del suo predecessore, che fa di un discreto colpo d’occhio a livello tecnico e soprattutto di una beltà di luoghi e iconografia generale i propri punti deboli, in Nioh 2 si abbandonano i panni di William a favore della creazione di un avatar del tutto originale, chiamato a fronteggiare le truppe nemiche per poter spianare la strada al proprio signore all’interno di lande pullulanti di pericoli ultraterreni di ogni sorta. La narrazione generale, avvolta più che mai nel mistero, sembra però avere tutti i sentori di una sorta di prequel, e appare da queste prime battute un filo più centrale rispetto al passato. Se la storia di William era infatti tutto sommato “semplice” da capire, quella del nuovo protagonista è sicuramente più complessa, a causa anche di una complicata comprensione delle forze che effettivamente sono in gioco e, appunto, della collocazione cronologica.

Dopo aver dato le fattezze al vostro sfortunato alter ego (disponibile anche in versione femminile), la beta vi catapulta rapidamente nell’azione, in quella che verosimilmente potrebbe essere una delle missioni iniziali del gioco finale. Terminata la spettacolare sequenza iniziale, lo shinobi da noi impersonato viene subito chiamato a compiere delle scelte tutto sommato importanti, a cui i giocatori del primo capitolo sapranno già come approcciarsi. Il breve tutorial iniziale, infatti, ci mette davanti all’ardua scelta delle armi da utilizzare durante la traversata, che si legherà giocoforza (ma non in maniera “permanente”) anche allo sviluppo del personaggio stesso. Scegliere di utilizzare il Falcione, ad esempio, dovrebbe spingervi a potenziare l’attributo Magia del vostro personaggio, utilizzare la Katana invece dovrebbe spingervi verso la Destrezza, e così via, dando vita così ad una serie di build piuttosto complesse e variegate. Ogni attributo, infatti, influisce sul danno di una determinata tipologia di armi, sempre discretamente numerose, coadiuvate dai parametri Cuore e Coraggio, che invece influiscono principalmente sui parametri “generici”, ossia l’energia vitale e il Ki, fondamentale per eseguire attacchi, schivate e movimenti in generale.

Il “souls-like” più complesso?

Come nel suo precedessore, la scelta iniziale non risulta assolutamente costrittiva, giacché è possibile cambiare armi e svilupparne il ramo delle abilità ad esse legate in qualunque momento. Chiaramente, a vostro rischio e pericolo. Utilizzare un’arma che richiede Forza senza portare avanti il suddetto parametro può rappresentare velocemente una scelta più che sbagliata, a causa anche di un livello di sfida generale che in Nioh 2 appare ancor più proibitivo rispetto al suo precedessore. Al netto di un combat system assolutamente familiare, che fa della gestione dell’inventario e della padronanza delle proprie armi la via più semplice per la vittoria, il seguito dell’apprezzatissimo action rpg del Team Ninja sembra volersi ergere – ancora una volta – come uno degli esponenti del sottogenere “souls-like” più arcigni.

Le mappe viste nella beta, non eccessivamente corpose in termini di vastità ma caratterizzate da un level design molto più ispirato rispetto al primo capitolo, pullulano letteralmente di nemici arcigni e aggressivi, non in possesso di una quantità di punti vita invidiabile, certo, ma in grado di porre fine alla nostra scalata con qualche colpo. Proprio i nemici sono stati anche “potenziati” con una sorta di attacco caricato (visibile con la comparsa di un’aura rossa intorno a loro), una presa molto difficile da evitare, che nella maggior parte dei casi significa morte istantanea. Padroneggiare il sistema di combattimento di Nioh 2, dunque, non è assolutamente semplice, nemmeno per i veterani che hanno fatto strage di Yokai nei panni del buon vecchio William, dunque, e lo si capisce già dalle primissime battute. Il team di sviluppo ha infatti messo mano ancora una volta al già complesso stilema ludico della produzione, con quella che a tutti gli effetti rappresenta una della novità più importanti rispetto al primo capitolo. Stiamo parlando della forma Yokai del nostro alter-ego il quale, a differenza di William, è in grado di fondersi quasi completamente con gli Spiriti Guida, tornati ancora una volta ad accompagnarci durante l’ardua traversata. Durante il percorso, infatti, liberandosi di creature ben più ostiche di quelle ordinarie, assimilabili a veri e propri mini boss, è possibile recuperare il loro Nucleo, che rappresenta a tutti gli effetti l’essenza di quelle stesse creature. Una volta purificati ed “equipaggiati”, sommandoli praticamente allo Spirito Guida di base, già presente anche nel primo Nioh, essi sbloccano una quantità molto ampia di abilità e parametri unici, che influiscono direttamente sullo sviluppo del personaggio. La meccanica dei Nuclei, però, non è lunica novità legata allo sviluppo del personaggio. In Nioh 2 viene introdotto anche un vero e proprio skill tree, che si inerpica di arma in arma, e che rende la progressione generale ancor più stratificata che in passato.

Lo stilema con il quale le abilità vengono sbloccate è comunque sempre quello conosciuto: utilizzando una o l’altra arma si sbloccano punti utilizzabili nell’albero delle abilità. Va di per sé che in Nioh 2 si impara letteralmente sul campo, ma non solo per quanto concerne le armi. Anche le abilità “generiche”, ossia quelle legate alle abilità da Ninja e alla magia Onmyo, che torna assolutamente da protagonista, seguono lo stesso percorso, sbloccando sempre nuove possibilità man mano che decidiamo di investire nel loro impiego. Presa, o per meglio dire ripresa, familiarità con quello che è lo stile di gioco, si percepisce quanto il Team Ninja abbia osato poco in termini pratici, ma non ci sentiamo di bocciare in alcun modo la loro scelta. Del resto, il gameplay del primo Nioh rasentava la perfezione per dinamismo e varietà e non avrebbe avuto molto senso snaturarlo. Ci fa piacere assistere all’aumento della difficoltà, sensibile e papabile, che trova la propria sublimazione nell’affrontare i temibili e ispiratissimi boss. I due affrontati nella Beta ci hanno dato tantissimo filo da torcere, a causa di una varietà dei pattern d’attacco e di una rapidità generale impressionante. Studiare i nemici sarà dunque ancor più importante, in Nioh 2, perché ogni minimo errore può risultare fatale. Se avete apprezzato la difficoltà di Nioh, insomma, qui avrete assolutamente pane per i vostri denti. Nioh 2 è la naturale evoluzione del primo capitolo, forse eccessivamente conservativo sul piano estetico e strutturale, ma che sembra aver perfezionato al meglio una formula generale già più che soddisfacente.

Vado, Vedo, Prendo

Proprio il comparto estetico del titolo è quello meno ispirato, se ne facciamo una questione di upgrade grafico. Come già detto precedentemente, Nioh 2 si mostra molto simile al suo predecessore anche e soprattutto sul piano estetico, in cui differisce soltanto per una pulizia generale più attenta e poco altro. La mole poligonale del titolo di Koei Tecmo è infatti ancora una volta tutt’altro che sbalorditiva, e i passi avanti compiuti appaiono tutt’altro che molteplici. Ciò che è lampante è ancora una volta la direzione artistica.

Grazie ad un setting isipiratissimo, che spazia all’interno di un mondo splendido da vedere ma frastagliato dall’orrore dei demoni che ne hanno infestato il suolo, Nioh 2 si mostra ancora più in forma dal punto di vista visivo, con la location iniziale semplicemente splendida e non solo. Il level design, come dicevamo poc’anzi, è stato pesantemente rivisto, e qui appare nettamente più studiato e ricercato. Insomma: i presupposti per perdere altre centinaia di ore in compagnia del souls-like di Team Ninja sembrerebbero esserci tutte, al netto di quealche sconto di troppo fatto in chiave di realizzazione grafica.

In conclusione…

Nioh 2 è il degno erede (seppur sembrerebbe essere un prequel a livello cronologico) del suo precedessore, nel bene e nel male. Le poche modifiche estetiche vengono compensate da un gameplay rifinito e ancor più tecnico, che richiede al giocatore una forte attenzione ed una dedizione sempre molto elevata alla causa. Il tutto viene avvolto da un livello di sfida ancor più elevato, che rende i vari scontri un vera e propria battaglia per le dita e per i nervi. Insomma: se avete amato il primo Nioh, qui vi ritroverete subito a casa (in tutti i sensi).

 

Salvatore Cardone

Scrivo, cucino, mangio. Spesso contemporaneamente. Necessito di più mani.

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