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Provato Pokémon Spada e Scudo, la prova alla Games Week

Prima o poi un’avventura dedicata ai Pokémon che segue la tradizione di Sole e Luna sarebbe dovuta arrivare su Nintendo Switch, dato che se ne percepiva la mancanza, dopo un titolo come Let’s Go che non è riuscito a soddisfare appieno la sensazione di nostalgia. Fortunatamente manca davvero poco per colmare il proprio vuoto interiore: il 15 novembre i giocatori di tutto il mondo potranno mettere le mani su Spada e Scudo, titolo che riprende dalla lunga tradizione dei giochi con protagonisti i mostriciattoli e presenta nuove caratteristiche di gameplay e l’ottava generazione di Pokémon. La nuova opera targata Game Freak è stata aperta al pubblico nella nona edizione di Milan Games Week, così abbiamo messo le mani sulla demo presente, già vista nel corso dell’E3 di quest’anno. La sequenza di prova ci mette nei panni di Gloria, la protagonista femminile, la quale ha appena varcato la soglia della seconda palestra della regione di Galar e dovrà sconfiggere chi detiene la medaglia. La demo comincia in una sequenza avanzata di gioco che mostra principalmente le meccaniche di combattimento e i nuovi Pokémon, mantenendo vecchie abitudini e presentando meraviglie inconsuete.

La demo ci immerge immediatamente all’interno della palestra di tipo Acqua e per attraversala è necessario risolvere gli enigmi, ma nulla di troppo complicato. Trattandosi della seconda palestra all’interno del gioco, è necessario attivare e disattivare dei percorsi d’acqua per poter proseguire e nel frattempo incontrare allenatori abbastanza semplici da sconfiggere. Per una lotta più efficace è necessario scegliere il Pokémon di tipo adatto contro acqua e la demo permette al giocatore una vasta gamma di possibilità, dato che la squadra è composta da tutti e tre gli starter e nuove creature di diverso tipo, per mostrare al pubblico e alla stampa la versatilità del gioco, ma anche per riuscire ad avere la meglio contro allenatori e capopalestra. I nostri avversarsi sfoderano anche Pokémon provenienti dalla prima generazione (quanti ricordi n.d.r) e la lotta avviene con mosse già conosciute (come Idropulsar) e nuove (come Gas Reagente). Le animazioni degli attacchi appaiono fluide e sono contraddistingue da effetti particellari spettacolari che finalmente danno maggior valore a un capitolo Pokémon, grazie all’hardware di Switch che si comporta in maniera egregia, presentando leggere limitazioni e un discreto aliasing nei modelli dei personaggi e ambientali, appena fastidiosi nella visione d’insieme. Il sempre eccezionale character design, unito alle nuove mosse tutte da scoprire sono in grado di garantire un fattore sorpresa da non sottovalutare che aggiunge dinamismo e ritmo più immediato.

La meccanica Dynamax, attivabile per tutti i Pokémon ma solo in zone ben specifiche, come negli stadi e per un solo Pokémon, aggiunge vivacità alla formula dei combattimenti, donando immediatamente un maggiore impatto visivo e provvedendo un’adrenalinica frenesia nelle vene del giocatore. Risulterebbe alquanto ostico cambiare una squadra che vince, infatti le meccaniche di gioco, le animazioni delle lotte e le mosse rimangono legate alla vecchia formula di Game Freak. L’aggiunta di mostri che si ingigantiscono è tipico del fanatismo giapponese legato ai Kaiju e, nonostante potrebbe apparire come un’incorporazione di poco conto all’interno della lotta, Dynamax fornisce maggiore varietà, permette di sbizzarrirsi con mosse aggiuntive e di godere di giochi di luce ed effetti offerte dalle potenzialità di Switch. Peccato che la durata si aggiri a tre turni, facendo fatica nel risultare appetibile come accessorio supplementare per acquistare il titolo. Sicuramente accattivante e ben studiato, tuttavia non gli viene resa giustizia come la Megaevoluzione, caratteristica contraddistintiva dei capitoli precedenti.

Per quanto aggiunga una vistosa scenografia al combattimento, la meccanica Dynamax da sola non vale la candela. Ciononostante il gioco sembra risultare estremamente coinvolgente nelle lotte, appagante nel design dei personaggi e soddisfacente per quanto riguarda la varietà delle mosse. Le battaglie raid open world e la possibilità di girovagare per una nuova regione, che purtroppo non abbiamo potuto la possibilità di provare, sembrano aggiungere quell’elemento in più che possa rendere il titolo completo e non statico e ciclico nelle lotte. Quest’ultime di certo presentano un’evoluzione in più rispetto ai capitoli precedenti, con mosse aggiuntive ed effetti differenti, tuttavia a lungo termine la meccanica che rende i Pokémon di dimensioni maggiori potrebbe non reggere con la ripetitività che soggiace nelle lotte. La nostra opinione non può totalmente rimanere soddisfatta da una piccola porzione di gioco, sicuramente avvincente e importante ai fini della narrazione, ma non abbastanza da farci gridare al miracolo. Non resta che attendere poco più di un mese prima di andare all’avventura e catturarli tutti, nella speranza che Game Freak lasci il segno anche su Nintendo Switch.

Giulio Baiunco

Cresciuto ad arancini, Playstation 1 e Windows '98, viene attratto dai picchiaduro e dai platform. Venera la narrazione dal momento in cui ha conosciuto il Killer degli Origami.

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