Recensione

Animal Crossing: New Horizons, una innocente evasione

Quando tra qualche anno ci chiederanno di raccontare l’esperienza di Animal Crossing: New Horizons su Nintendo Switch la memoria andrà sicuramente al periodo complesso nel quale esso è stato pubblicato. Stando chiusi in casa e con poco possibilità di avere interazioni sociali, i videogiochi ha assunto maggiormente l’aspetto di intrattenimento ed evasione, che si potrebbe considerare quasi terapeutico. Un simulatore di vita all’aria aperta, colorato e spensierato, quale questo prodotto Nintendo è, ha il potere di rendere la quarantena molto più leggera, di illuminare di sereno anche il grigio dell’incertezza dei nostri giorni.

Questa premessa è importante per far comprendere in che modo la valutazione di questo prodotto possa essere influenzata dalla situazione contingente. Questa crisi pandemica è diventata, involontariamente, il miglior momento in cui il gioco potesse arrivare sul mercato. Forse in un altro periodo più sereno avremmo vissuto in maniera molto meno appassionata questo nuovo episodio, avremmo visto in modo molto più disincantato l’isola di animaletti felici alle dipendenze di Tom Nook. Ovviamente anche senza costrizioni l’evasione nel mondo arcobaleno di questi animaletti rappresenta senza dubbio un perfetto punto di rottura con la grigia routine.

La dolce vita bucolica

Animal Crossing è una di quelle serie di cui quasi tutti hanno sentito parlare, ma che in molti non hanno mai avuto il coraggio o interesse giocare. I simulatori di vita sono videogiochi complessi non adatti a tutti i palati e il colorato e irrealistico ambiente di abitanti antropomorfi appare naif in senso estremo, ma altrettanto illuminante allo stesso tempo. Animal Crossing: New Horizons è un’esperienza lenta che va presa come un’avventura rilassante, senza la foga di voler ottenere i risultati. Atterrare come un nuovo abitante dell’isola all’inizio del gioco è come fare un patto con la propria anima infantile, come sorseggiare una tazza di tisana rilassante calda per assaporarne i profumi.

Squarci di sereno. Questo è Animal Crossing.

Sì avrà a disposizione una tenda (poi casa) da ampliare pagando i debiti al responsabile amministrativo di Tom Nook per poi arrivare a gestire parzialmente il flusso di nuovi abitanti sulla lingua di terra, a contribuire alla creazione di strutture pubbliche e negozi, ad arricchire la collezione del museo e a tenere sotto controllo la bellezza del verde pubblico. La differenziazione di attività di questa simulazione ha ovviamente come obiettivo finale quello di accumulare valuta di gioco per arredare la propria casa nella maniera più stravagante possibile sfruttando l’enorme quantità di oggetti e suppellettili a disposizione nel gioco. La dimensione del catalogo è difficile da esplicare a parole poiché già nei primi giorni di gioco si percepisce la varietà di stili disponibili e di variabili possibili. Non si tratta solo di letti, armadi tavoli o cucine, ma proprio di soprammobili, giocattoli, decorazioni e anche enormi monumenti miliardi di combinazioni possibili per creare la casa dei propri sogni e il più fantasioso lembo di terra in cui sentirsi dei provetti urbanisti. A questo si aggiunge la possibilità di personalizzare alcuni oggetti che fa percepire il gioco come una fusione tra l’esperienza della serie principale e lo spin-off Happy Home Designer. Compiacersi del lavoro svolto è agevolato dalla ottima libertà di movimento della telecamera nelle aree interne, che purtroppo negli ambienti esterni rimane bloccata al solo movimento verticale in tre posizioni ma che comunque offre una panoramica di sicuro effetto.

Piccola isola del crafting

Il recupero di ogni risorsa è indispensabile per la nuova meccanica del crafting.

Per creare la casa e l’isola più belle sarà necessario accumulare denaro andando alla ricerca di qualunque cosa Tom Nook e i suoi aiutanti possano desiderare. Questa prerogativa “commerciale” non è cambiata quasi per nulla in Animal Crossing: New Horizons lasciando che siano conchiglie, pesci, insetti, fossili e frutta la principale forma di sostentamento. Il lavoro quotidiano di raccolta di oggetti da rivendere rappresenta il primo passo a ogni avvio del gioco, perché senza soldi non si canta messa. E quando la quotidiana routine di raccolta-vendita-acquisto pare virare verso la noia intervengono gli eventi periodici, le visite inattese e il progressivo ampliarsi della personalizzazione che il gioco mette a disposizione.

In realtà il recupero di ogni risorsa che l’isola possa offrire diviene ancora più indispensabile poiché diventa indispensabile affrontare la grande novità del crafting e creazione oggetti che tuttavia non è ossessivamente presente in tutte le attività, ma in special modo nelle attrezzature da utilizzare quotidianamente – che si rompono spesso – e in alcuni arredi speciali che non possono essere ottenuti se non durante gli eventi. Il gameplay non è stato modificato, ma arricchito da questa ben congeniata struttura che per fortuna non punta a emulare altri giochi che fanno del crafting il loro cavallo di battaglia (qualcuno ha detto Minecraft?).

Raccogliere tutto ciò che l’isola può offrire è indispensabile.

Altra novità è il Nook Phone che racchiude, oltre al menu di gioco anche una serie di obiettivi – generali e giornalieri – da completare per ottenere un’altra valuta di gioco utilissima in molti frangenti. Si tratta di una meccanica di micro ricompense da gioco mobile che tuttavia non spinge a giocare tutti i giorni ma, per fortuna, riempie di sfide il tempo che si dedica al titolo. Tuttavia, nel crogiolo di attività non mancano delle piccole assurde mancanze e scelte discutibili – come il non poter creare più oggetti identici insieme – che rallentano e spezzettano un filo il gameplay.

L’amaro gusto dell’online

Animal Crossing non mancherà di offrire paesaggi da copertina.

La bucolica vita da isola serena è rimarcata dalla colorata realizzazione di ogni elemento di gioco che seppur semplificato nelle forme mostra un livello di dettaglio incredibile se si pensa che la serie proviene da Nintendo 3DS. Quello che strega è la cura messa nella gestione delle ombre e nei cambi di luce e illuminazione sia del paesaggio che degli ambienti interni. Animal Crossing: New Horizons non mancherà di offrire scorci da cartolina degni di sfruttare la modalità foto presente nel gioco. Ovviamente difetti e incertezze minime di aliasing e di texture fin troppo stilizzate ci sono e in taluni casi paiono cozzare con la pregevolezza degli scenari, ma sono piccoli néi in un mare di dolcezza.

Come da tradizione del marchio, l’attività di socializzazione con gli abitanti è limitata a platonici scambi di regali e ingenui complimenti o favori da fare, mantenendo così la possibilità di essere giocato in maniera trasversale da ogni età, ma lasciando qualche vuoto quando si tratta di far nascere qualcosa in più di una simpatia. Non vorremmo mai vedere atti espliciti nel gioco, ma arrivare a vedere un matrimonio nel gioco non sarebbe stata una cosa così negativa.

Socializzare, arredare, ospitare.

Ma l’idilliaco mondo rose e fiori di Animal Crossing: New Horizons si trova davanti il grande scoglio dell’online che non regge il peso della profondità del gioco. Avviata la farraginosa comunicazione in rete, con più di un paletto per evitare l’arrivo sulle proprie isole di giocatori fin troppo aggressivi e vandali. Ma anche i migliori amici hanno poco da fare perché il tutto si limita a fare acquisti, craftare oggetti e animali, regalare arredi o altro e sfruttare i negozi. Soprattutto nelle prime fasi di gioco ci sono poche attività da fare in compagnia e in generale i vincoli derivanti dai servizi multigiocatore sono un po’ castranti. Gli aggiornamenti futuri, che saranno certamente numerosi, potranno variare questo scenario anche se non in maniera radicale. Proprio gli eventi e la loro continua successione durante l’anno saranno anche il metro con cui si potrà stabilire la longevità di un gioco che per almeno un anno può trovare agilmente supporto.

INFO UTILI

Scavallata la prima settimana di ambientamento, ho approfondito il gioco fino a raggiungere il primo evento tematico sulla mia Nintendo Switch, sia in portatile che in modalità TV.

Durata
  • Non esiste longevità per i simulatori di vita. Ogni giorno c'è da fare, ma restarci troppo tempo nel quotidiano può essere deleterio.
Struttura
  • Un simulatore di vita con l'aggiunta di una componente di crafting e ampio spazio a micro-sfide quotidiane ed eventi tematici.
Collezionabili e Extra
  • Completamento del museo con esemplari di insetti, pesci e fossili. Possibilità di rilassarsi senza far nulla a bordo della spiaggia ascoltando.
Scheda Gioco

Animal Crossing: New Horizons rappresenta un’innocente evasione, un porto sicuro in cui fare tappa una volta al giorno ma dalle cui coste è giusto allontanarsi spesso per evitare che la routine da cui si vuole evadere nella vita reale si appropri anche dell’isolotto su cui si approda. Su Nintendo Switch la serie arriva succosa, come una fragola matura tutta da assaporare. La mole di contenuti e elementi d’arredo da interno e da esterni è tale da stuzzicare il desiderio del più inventivo architetto seppur con i limiti canonici della quadrettatura dello spazio. Arrivare a costruire un faro e/o un Gundam, vanto del proprio atollo felice, è un piacere innegabile.

Nintendo, come suo solito, propone la sua visione dei simulatori di vita meno realistica e più platonica, privata di complessità e ridotti all’osso per quel che riguarda la riproposizione dei meccanismi della vita sociale. Ci si fa l’abitudine alle assurdità di gameplay e di situazioni che si creano perché Animal Crossing è un viaggio di fantasia fuori dal mondo. Un momento di evasione che tuttavia, nel tentativo di creare ponti tra i giocatori tramite l’online, si arena su scelte di interazione molto limitanti e poche attività multiplayer.

Questo rappresenta l’unico neo di un titolo che è arrivato propizio in tempi difficili. Di Animal Crossing e dell’opportunità di sfondare la porta della fantasia volando in un mondo fantastico ce ne è spesso bisogno, ora più che mai. Quando domani torneremo di nuovo a respirare l’aria pulita del mondo avremo meno bisogno di Tom Nook e gli lasceremo solo uno spazio più misero del nostro tempo libero. Perché Animal Crossing va goduto a piccoli morsi, per poco tempo, ogni giorno. Se vissuto come una passeggiata serale nella natura saprà offrire una catarsi genuina dalle scorie del vivere quotidiano.

Francesco Pagano

Dalla sua Mansion nel Sannio ha percorso l'universo in Tuta Phazon, visitando regni brulicanti di Koopa e Pietre Sheikah. Cinema, borad game e birra artigianale le altre passioni.

View Comments

  • Bella review!
    Primo Animal Crossing per me.
    Ci ho pensato su parecchio prima di prenderlo, i life-sim non erano per me, troppo da starci appresso. Alla fine proprio per la sua peculiarità mi sono convinto a prenderlo, nonostante una profondità notevole rimane leggero e questo mi piace.

    Ebbene devo dire che ha monopolizzato totalmente il mio tempo libero (forse pure qualcosa in più, anche tenendo conto della quarantena) e da due settimane non gioco a nient'altro nonostante un backlog enorme e i piani fatti per smaltirlo.
    Devo dire che ormai l'online Nintendo non mi sorprende più nemmeno negativamente. Non mi aspettavo nulla e infatti nulla è stato, mentre alcuni difetti come quello del crafting, li sento di più e spero li sistemino un po' con update futuri.

    Per concludere, devo dire che non è tanto Animal Crossing ad aver influito sulla mia quarantena, quanto il contrario. In quarantena avrei avuto comunque tanto da giocare. Viceversa, senza quarantena, probabilmente non avrei giocato a dovere (forse nemmeno comprato) Animal Crossing. Invece, nella disgrazia della quarantena, ho comunque avuto modo e tempo di apprezzarlo e gustarlo tanto.

    Ed è bello che ci sia più di qualcuno a cui ha strappato un sorriso in questo brutto periodo, e più di qualcuno a cui il gioco ha aiutato a colmare distanze anche di pochi km, che oggi invece sono un mare insolcabile.

    • Giusto Psychomb, sono il primo che non avrebbe mai pensato di comprare il gioco in un momento normale (il lavoro avrebbe avuto la meglio). La quarantena ha cambiato le carte in tavola e mi ritrovo a godermi un bel prodotto che soprattutto di sera mi offre spensieratezza assoluta.

      P.S. Tnks

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