Quando nel 2014 scrissi per la prima volta la recensione di Assassin’s Creed: Rogue per Xbox 360, era decisamente un’altra “epoca”. A conti fatti, in quel periodo, perdonare quasi a cuor leggero alcuni problemi tecnici, anche ciclici, di certe produzioni, non era così raro. Trama a parte, che vedeva protagonista per la prima volta un Templare, con tutti i risvolti del caso anche in termini di situazioni di gioco, anche questo episodio della serie presentava un sistema di controllo talvolta rigido, un livello di sfida tarato verso il basso e una struttura alla lunga ripetitiva. Ma oggi? Siamo disposti a chiudere ancora un occhio su certe magagne pur di goderci un titolo?
Come quelli che lo hanno preceduto, Assassin’s Creed: Rogue Remastered è la classica avventura in terza persona a mondo aperto: a guardarlo sembra quasi una total conversion di Assassin’s Creed III e Assassin ‘s Creed IV: Black Flag, con il videogiocatore impegnato a seguire una trama e a esplorare terre selvagge, fiumi e mari dove navigare alla ricerca di tesori, navi da depredare e altro materiale da raccogliere, per migliorare poi aspetto e potenza del proprio veliero e del proprio personaggio.
Shay Patrick Cormac è un giovane indisciplinato che entra a far parte della Confraternita degli Assassini per poi abbandonarla dopo un’esperienza particolarmente traumatica che lo spinge a unirsi ai nemici storici di quest’ultima. Shay si trova così ad agire per conto dei Templari nel Nuovo Mondo, sullo sfondo della Guerra dei 7 anni, delle colonie, dei nativi bellicosi, in una mescolanza di situazioni, eventi e fatti come sempre a metà fra lo storico e il fantastico, tra situazioni un po’ telefonate e qualche colpo di scena imprevisto.
L’avventura si sviluppa quindi come sempre, mescolando stili di gioco differenti che spaziano dal genere stealth a quello avventuroso, fra puzzle ambientali non particolarmente complessi, salti acrobatici, battaglie navali e cacce al tesoro, fughe rocambolesche e raccolta di soldi e materiali per potenziare e abbellire se stessi e la propria nave. Ma visto che la storia viene affrontata da un punto di vista insolito, ci sono pure delle inevitabili variazioni in termini di incarichi, strategie e arsenale.
Nell’inedito ruolo di Templare, infatti, il giocatore si trova a svolgere dei compiti “invertiti”, e quindi a proteggere qualche personaggio dell’Ordine dagli attacchi della Fratellanza, a eliminare gli Assassini locali più importanti o a portare a termine delle missioni secondarie con la minaccia costante di essere braccato e colpito a sorpresa da uno del Credo.
Questo aspetto del gioco a me piace ancora oggi, anche se ammetto che è difficile, giocando, riabituarsi a certe meccaniche obsolete e a difetti ormai superati.
Pad alla mano il feeling coi comandi è immediato, ma la sensazione che si percepisce in certi momenti è quella di una fluidità e naturalezza nello svolgersi dell’azione solo discreta, specie durante i combattimenti corpo a corpo e durante l’azione parkour, con ostacoli invisibili che ogni tanto sembrano frapporsi fra il personaggio e il suo percorso e alcuni movimenti non voluti.
Un’altra cosa che tutt’ora apprezzo del gioco sono il coinvolgimento e l’atmosfera che è in grado di instillare grazie alla storia e all’ambientazione. Nel primo caso mi piace il personaggio di Shay, forte, tormentato e carismatico a modo suo, anche se poteva essere approfondita meglio la questione del “tradimento”; nel secondo trovo affascinanti l’epoca, le aree innevate e incontaminate a terra, e i mari da esplorare. Sono questi, a mio parere, i due principali punti di forza di Assassin’s Creed: Rogue Remastered.
La formula di gioco non cambia molto neanche nelle missioni in mare aperto, a parte delle piccole differenze pure qui dovute al ruolo del protagonista. La sua nave, la Morrigan, è strutturalmente più snella della Jackdaw del quarto capitolo, visto che deve anche muoversi lungo i fiumi, ma è dotata di un armamentario superiore, potendo contare su un set di marchingegni avanzati che gli consentono di poter sfruttare una serie di soluzioni di attacco e di difesa un po’ più varia.
In mare si può restare vittime di un arrembaggio degli Assassini, ma anche interagire con gli iceberg per sfruttarli a proprio vantaggio e cambiare l’approccio alle battaglie navali.
L’opera di rimasterizzazione si è materializzata in un comparto tecnico tutto sommato buono. Considerando la base di partenza, il risultato non è male, anche se siamo di fronte a una produzione visivamente lontana da altre appositamente sviluppate per PlayStation 4. In generale si vede un miglioramento del rendering dell’ambiente, e la nuova risoluzione a 1080p restituisce un’immagine più definita e colori brillanti. Da un lato esalta il gioco di luci e ombre, e i riflessi sul ghiaccio e le acque garantiti dal nuovo sistema di gestione delle fonti luminose, dall’altro però evidenzia anche in negativo la presenza di texture della passata generazione di console.
I modelli poligonali e le animazioni dei personaggi restano quelli originali del 2014, ma almeno presentano texture leggermente più complesse per abiti e accessori. Va molto meglio con la colonna sonora, curata dalla compositrice Elitsa Alexandrova, capace di sottolineare a dovere ogni fase dell’avventura e i dialoghi in italiano, doppiati con la giusta tonalità interpretativa a seconda del momento o dello stato d’animo dei personaggi.
Ho giocato Assassin's Creed: Rogue Remastered su PlayStation 4, dopo averlo già recensito su Xbox 360.
DurataDa una produzione come quella di Assassin’s Creed: Rogue Remastered non ci potevamo aspettare novità eclatanti in termini tecnici o di gameplay, considerando le sue origini. Tenendo quindi bene in mente questo importante particolare, se si è minimamente interessati al gioco bisogna porsi la domanda che ho scritto all’inizio: nel 2018 si è ancora disposti a chiudere un occhio su delle meccaniche ormai superate? Se la risposta è si, il gioco può ancora riservare qualche sorpresa e rivelarsi piacevole da vedere e giocare, grazie anche a una trama dal respiro cinematografico che pone per la prima volta nella storia della serie il videogiocatore nei panni di un Templare. In caso contrario sarà difficile apprezzarne queste caratteristiche.
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