Recensione

Cadence of Hyrule – Crypt of the NecroDancer Featuring The Legend of Zelda

Da quando è stato annunciato Cadence of Hyrule – Crypt of the NecroDancer Featuring The Legend of Zelda -che possiamo etichettare come uno dei titoli più lunghi della storia- non è stato possibile far altro che attendere con impazienza il momento in cui poterci giocare.
Dopotutto, avere tra le mani un nuovo “Zelda” non capita certo tutti i giorni. Trovarsi di fronte ad uno Zelda che è anche uno spin-off di uno spin-off, che è anche un gioco musicale, che è anche sviluppato da un team indipendente e non da Nintendo beh, inutile dire quanto questo evento possa essere più unico che raro.
Una volta presa coscienza di questa rarissima combinazione astrale, la curiosità e lo stupore hanno iniziato ad essere bestie imbizzarrite, consci del fatto che sarebbero state domate soltanto soddisfacendole; ovvero brandendo con mano tale frutto del peccato.

Tanto fedele e rispettoso della saga Nintendo per eccellenza, quanto spavaldo e sfacciato nel renderla diversa

Solo mettendosi nei panni di Brace Yourself Games si può capire a cosa stavano andando incontro.
Immaginate di aver fatto un ottimo gioco musicale, acclamato dalla critica e giocato da molte persone ed essere giustamente considerati un buon team di talento. “Wow”, direte voi. Ci sta, dopotutto siate stati bravi. Ecco, ora però dovete utilizzare le stesse meccaniche del gioco che tanto è piaciuto, riadattandole in uno spin-off che va a toccare una delle proprietà intellettuali più importanti e ben volute in tutto il panorama videoludico. Ovviamente con addosso gli occhi di tantissimi appassionati e, soprattutto, di Nintendo, pronta a frustarvi se non trattate a modino il loro figlioletto. Immagino che un po’ di strizza viene, no?
Incuranti (si fa per dire) di tali pressioni, quelli di Brace Yourself Games hanno tirato fuori un gioco sorprendente. Tanto fedele e rispettoso della saga Nintendo per eccellenza, quanto spavaldo e sfacciato nel renderla diversa.

I primi passi in compagnia di Cadence of Hyrule sono state faticose, lo ammetto. La formula soulslike unita alla difficoltà nel muoversi agilmente, sono state un ostacolo difficile da digerire e superare.
Iniziavo, svelavo due o tre segmenti di mappa e stop. Morto. Daccapo.
Inizi, combatti, muori e perdi quanto collezionato. Lo fai per due, cinque, dieci, quindici volte. Poi basta. Ad un certo punto i cuori iniziano a crescere, le rupie si fa in tempo a spenderle, si trovano strumenti migliori, si attivano le pietre Sheikan per teletrasportarsi più vicini possibile al determinato obiettivo e si sconfiggono sempre più nemici.

Nel momento in cui scatta la scintilla, nel momento in cui si capisce veramente il gioco, si inizia a sentire chiaramente anche il cuore della musica, percependone il ritmo ed imbrigliandolo. No, non sarà mai domato perché è lui a dettare il passo, ma si capisce come cavalcarlo senza essere continuamente disarcionati.
Una volta che si inizia a cavalcare di pari passo al ritmo ci si accorge di come il gioco, ad ogni singolo beat, costringe ad eseguire una serie di azioni che diventano via via sempre più naturali, facendo diventare il giocatore un tutt’uno col pad, danzando sui tasti con gesti inconsci, quasi primordiali.

INFO UTILI

Ho giocato a Cadence of Hyrule sia in modalità TV, sia in modalità portatile. Sfruttando le ferie mi ci sono buttato a capofitto, sdraiato in spiaggia munito di cuffie con il volume sparato a manetta (anche per coprire le urla dei bambini).

Durata
  • Ho completato il gioco, saltando solamente due strumenti dell'inventario, in circa otto ore.
  • La modalità permadeath, il tempo ben scandito e la possibilità di partite speedrun, garantiscono ulteriori ore di gioco ai giocatori più masochisti.
Struttura
  • Classica base di narrazione ed avventura Zeldiana, mischiata con elementi soulslike su un letto di rhythm game.
Scheda Gioco

In un singolo istante si è infatti costretti a studiare la propria posizione e quella del nemico, muovendo le dita come fossero colpite da piccole scariche elettriche per tenere il ritmo delle straordinarie musiche Zeldiane che, remixate in maniera eccezionale, vanno a solleticare le vostre orecchie con acidissimi pezzi rock, vuoi più cattivi, vuoi più cupi, sempre in armonia con il contesto e con le azioni da compiere.

Nel momento in cui scatta la scintilla, nel momento in cui si capisce veramente il gioco, si inizia a sentire chiaramente anche il cuore della musica

Seguendo il ritmo, si scopre uno episodio di Zelda del tutto coerente, assolutamente in armonia con la più classica avventura di Link. Visibilmente ispirato da capitoli come Minish Cap per Game Boy Advance per lo stile ed al più classico A Link to the Past per la conformazione territoriale di Hyrule (anche se, essendo generato in maniera procedurale, ogni nuova partita creerà una nuova Hyrule).
La progressione dei dungeon, gli oggetti da utilizzare e le zone da visitare contribuiscono a mantenere la sensazione di star giocando ad un episodio canonico in tutto e per tutto. Visto poi il rapporto che c’è sempre stato tra i vari esponenti della saga e gli strumenti musicali, viene da chiedersi perché ci sia voluto tanto tempo a creare una così naturale digressione nel panorama Zeldiano.

Questo atto di fornicazione ha creato un titolo che, se pur apocrifo, è una delizia sotto qualunque punto di vista.
Oltre ad essere un titolo eccellente da vedere, da ascoltare e da giocare riesce a reinventare e rivitalizzare una delle formule di gioco più classiche di sempre, rispettandone i principi, ma scardinandone i dogmi.
Un esperimento riuscitissimo che, si spera, possa convincere Nintendo ad avventurarsi più spesso in questo tipo di iniziative.

Oscar

Videogiocatore a tutto campo da quando aveva un Amiga500 in casa. Senza curarsi della mancanza di tempo cronica, si dedica anche al disegno ed allo scrivere di videogiochi.

View Comments

  • Il gioco sembra veramente bello e particolare. Mi sento un idiota a non averlo comprato in offerta a 3,99€ sullo shop Nintendo... gli darò comunque una possibilità appena finito L attuale lista di giochi.

    • Crypt of the Necrodancer era a 3.99, il titolo originario vecchio.
      Non questa versione basata su Zelda, qui recensita (Cadence of Hyrule).

    • p.s. sono giochi leggermente diversi comunque, attenzione a confonderli troppo, questo titolo non è un reskin del titolo originale.

      La recensione non specifica confronti con il titolo originale, ma anche se la formula di base del dungeon crawler rimane, Cadence of Hyrule ha una fase esplorativa meno randomica (non viene rigenerata a ogni morte quantomeno) fuori dai dungeon che sono la vera e propria parte roguelike (o lite fate vobis).

    • Si tratta di un altro gioco in tutto e per tutto. Come detto, in quanto spin-off di entrambe le produzioni, non ripercorre nessuna delle trame di un qualche Zelda e si discosta comunque dal gioco originale, pur mantenendone diverse meccaniche.
      Comunque rimane cosigliatissimo, malgrado il prezzo sia piuttosto altino (potevano certamente fare uno sforzo per non superare la soglia dei 20€).

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