Recensione

Captain Toad: Treasure Tracker

Captain Toad: Treasure Tracker, che sia su Switch, 3DS o persino Wii U, è zucchero a velo sulla vita del giocatore, una bomboniera colma di confetti di level design, croccanti fuori e dal cuore morbido, non di meno potenziale panacea virtuale per curare le nefandezze di certa umanità, cupa e infame proprio perché carente di questa vitamina del buonumore da assumere previa ricetta da parte di Nintendo. Il principio attivo del suo gameplay massaggerà i vostri neuroni e li metterà in moto, in un circolo virtuoso che risveglierà endorfine pronte a trasfigurarvi il volto in una smorfia di inadeguata beatitudine, capace di rendervi raggianti e contagiosi entro un raggio di 100 metri. Perché il segreto dell’opera EAD è tanto semplice quanto terapeutico, diverte in modo tenerissimo, comico, rilassando ma chiedendo in cambio attenzione, impegno e la volontà di prendersi cura dei loro kusamono annaffiandoli con l’acqua santa del completismo.

Captain Toad parte dalle fondamenta puzzle platform del bel Mario vs. Donkey Kong per Game Boy Advance – poi plasmato nei seguiti dei seguiti attorno alle caratteristiche touch delle successive portatili – mantenendone lo spirito e l’approccio cerebrale per poi donargli una terza dimensione da pasticciare a piacimento tramite l’analogico destro e sottraendone i poco rilassanti limiti di tempo. Si fa passeggiare Toad, un po’ archeologo e un po’ Wario, in quanto ad attrazione per monete e diamanti, e al contempo si altera la prospettiva dei minuscoli ma ricchissimi diorami, scolpiti artigianalmente dagli sviluppatori, sbirciandone ogni angolo per trovare la via verso l’iconica stella, verso un prezioso, verso un segreto che solo la nostra esperienza di giocatori ci suggerisce esistere. La vera meraviglia è notare quanto questi deliziosi ecosistemi siano infusi di vita, in costante movimento e mutamento. Impossibilitati ad abbandonare la partita a causa del suo design a ciliegia, dove un livello tira l’altro, verremo costantemente bombardati da nuove idee, trovate, problemi e soluzioni. Leve, valvole, pulsanti, piattaforme mobili sensibili al tocco (aiutati in modalità dock da un comodo puntatore sensibile al movimento, mentre in portabilità non è poi così comodo il touch screen, soprattutto per ruotare le valvole), sono solo alcuni dei marchingegni capaci di rivoltare la morfologia dei livelli, minacciati da tutta l’iconografia mariesca che qui si concede nuovi ritmi, nuovi modi di infastidire un eroe che, poverino, non può competere in quanto ad agilità con l’ex-idraulico oggi star a tempo pieno.

Il problema principale risiede nell’enorme zaino che si porta in spalla, rendendogli impossibile il salto e riducendone drasticamente la velocità di corsa, andando a stimolare uno spirito di adattamento da vero Indiana Jones del Regno dei Funghi. Furbe e felpate evasioni stealth (occhio a spegnere la luce che portate attorno alla testa!), rape coltivate direttamente nella serra del Super Mario Bros. 2 occidentale lanciate tra capo e collo ai nemici, picconate furiose e incontrollabili per attimi di invulnerabile sfogo, oltre alla sempreverde fuga a rotta di collo. Tutte queste abilità e possibilità d’azione sono legate a un level design artistico, che sottrae il balzo per teorizzare una nuova e freschissima tipologia di platform, che mira a stimolare più le abilità cognitive che reattive, rendendo il titolo accessibile per tutti e sfizioso per gli esperti. Il concetto di azione-reazione che fa muovere personaggi e scenari è un perfetto cuore meccanico glassato con colori e animazioni che regalano pura gioia. Dal più comune Goomba che sussulterà e aggrotterà le sopracciglia appena avvisterà Toad, pronto a lanciarsi al suo inseguimento, passando per i giganteschi boss Wingo e Draggadon (co-protagonisti delle sezioni più memorabili), gommosi, imponenti, pacchiani e morbidi nel minacciare la nostra incolumità, fino ai nostri irresistibili eroi, il Capitano e la sua anima gemella Toadette, ora spaventati, ora esultanti tra risate, applausi e giravolte. L’influsso che questa tenerezza ha sui giocatori è taumaturgico, come quando si rimane ipnotizzati su qualche pagina Instagram a guardare gattini e cuccioli assortiti; questi attori sono tutti così espressivi e carismatici da non crederci, e la sensazione è quella di essere i registi di una deliziosa serie di cortometraggi animati, avvolti da scenografie che attingono a piene mani dall’immaginario di Super Mario 3D World (dove Captain Toad e le sue neonate meccaniche facevano capolino tra un livello e l’altro) e della sua superba varietà, compattandone le location per fare di densità virtù. Se è vero che alcuni livelli saranno un po’ più spogli e dimenticabili, questi rari inciampi vengono quasi cancellati dalla memoria per fare posto a quanto di magnifico il resto della sua architettura propone, non tanto a livello di conta poligonale ma di dettaglio, amore, inventiva, perfino auto-celebrazione, con un livello ispirato al primo Donkey Kong assolutamente clamoroso.

INFO UTILI

Ho rigiocato Captain Toad: Treasure Tracker su Switch, dopo averlo amato a suo tempo su Wii U, grazie a un codice gentilmente offerto da Nintendo, rifornendomi di allegria e facendomi fare voli pindarici su che mondo sarebbe se ognuno ne avesse una copia. Migliore, dico io.

Durata
  • Variabile a seconda della predisposizione del giocatore al 100% o giù di li. Diciamo da 5 a 15 ore, consigliandovi caldamente di puntare a scovare quanti più segreti possibile.
Struttura
  • Più di 70 brillanti livelli dal level design curatissimo.
  • Modalità co-op per due giocatori in stile Super Mario Galaxy.
  • Perfetto per partite al volo come per full immersion.
  • Controlli touch e sensori di movimento supportati.
Collezionabili e Extra
  • Un'infinità di collezionabili che faranno la gioia dei completisti.
  • Quattro nuovi livelli ispirati a Super Mario Odyssey e tante altre sezioni bonus.
  • Sfide del Toad Pixelloso disponibili anche senza amiibo.
Scheda Gioco
  • Nome gioco: Captain Toad: Treasure Tracker
  • Data d uscita: 13 Luglio 2018
  • Piattaforme: Nintendo Switch
  • Lingua doppiaggio: Non disponibile
  • Lingua testi: Italiano

Il vero punto debole della produzione sono i livelli dove Toad si ritroverà a bordo di un carrello colmo di rape, dando il via a sezioni “sparatutto” molto blande e poco memorabili, fortunatamente rare, più che altro nate per dare un senso al GamePad di Wii U e ai suoi giroscopi. Più di settanta livelli divisi in quattro libri pop-up che ad ogni pagina raccontano un’avventura nuova, tra rapimenti, monete d’oro e amore, tre atti principali e uno bonus che contiene la vera e teoricamente più succosa novità di questo porting, ovvero i livelli ispirati a Super Mario Odyssey. Quattro, di cui uno carrello-centrico (argh!) e uno da affrontare tutto di corsa (altra tipologia di livello, ben più riuscita ma fin troppo classica rispetto al resto), rispettivamente ispirati al Regno delle Cascate e al Regno dei Fornelli, e dispiace un po’, perché si può tranquillamente affermare che la jam session tra Treasure Tracker e Regno della City / Piramide Capovolta dà vita a due dei quadri più belli dell’intera produzione, con aree più grandi del normale, sviluppate in tutta la loro tridimensionalità e ancora più dense. Un condimento ben fatto, certo, ma un po’ tirchio nelle porzioni, dato il materiale che si aveva a disposizione. Tornano anche le sfide del Toad Pixelloso, stavolta indipendenti dall’amiibo, un’ulteriore scusa per rigiocare i livelli completati e potersi vantare del 100% con gli amici al bar, per quella che è una divertente e statica variante del nascondino, con l’adesivo di Toad piazzato nei posti più impensabili degli scenari. Non poteva mancare, dulcis in fundo, la possibilità di spezzare i Joy-Con e condividerli, andando a ripescare il multiplayer locale in stile Super Mario Galaxy, dove uno controlla e movimenti e l’altro diventa entità quasi divina, capace di muovere visuale e lanciare rape punitive.

C’è davvero tantissimo da giocare, ma soprattutto rigiocare. Si parlava di un gioco sfizioso per chi mastica videogiochi da una vita, questo perché un singolo livello prima di essere archiviato davvero dev’essere vissuto su più piani e modus operandi. C’è l’obiettivo principale, raggiungere la stella, e ci sono i tre elementi accessori più plateali, i diamanti. Raccolta la stella e quindi completata la pagina del libro, verrà quindi svelata l’azione segreta da completare (che potreste aver già compiuto “alla cieca”). Una volta ufficializzata la vostra abilità con un bel timbro all’angolo della pagina, ecco apparire dal nulla un altro compito, il “tempo sfida”, classica declinazione della prova a tempo, e infine la già citata ricerca del Toad Pixelloso. Capite quindi che il concetto di difficoltà esula dalla sua concezione standard, dove “facile” e “difficile” sono parole che a Kyoto suonano rispettivamente come “superficiale” e “completo”. Se ai tempi ve lo siete persi su Wii U, questo è il momento per accendere un cero, donare 39,99€, e fare ammenda, per tutti gli altri la portabilità è assolutamente un valore aggiunto, anzi, una vera e propria forma definitiva per l’opera, andando a stuzzicare anche il portafoglio di chi ha già vissuto questa divertentissima love story. Dopo questo porting, Toad e consorte si meritano assolutamente una seconda avventura, eventualità che fa già venire l’acquolina in bocca a chi ha assaggiato le potenzialità del suo gameplay. Nintendo è avvisata!

Stefano Calzati

Petrolhead di The Games Machine, cummenda di Gameromancer e tuttofare per il Tanzen. Scrivere di videogiochi per me è un atto d'amore dove il fattore emotivo batte quello tecnico.

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