Recensione

Control, il New Weird di Remedy

Vi è mai capitato di lasciare un oggetto sopra il tavolo e di trovarlo poi da tutt’altra parte? Avete mai pensato che il vostro strano vicino di casa nasconda qualcosa nel forno, al quale si rivolge come fosse una persona? O che il vostro specchio non rifletta esattamente le cose nel modo giusto? Ma non vi preoccupate! È per questa tipologia di problemi (e per altri ben più gravi) che nasce il Federal Bureau of Control (da qui “FBC”), un’agenzia fondata con lo scopo di rimuovere il velo che cela le stranezze del nostro mondo e, allo stesso tempo, di non permettere alle suddette stranezze di distruggerci tutti.

Remedy Entertainment, dopo l’ottimo Quantum Break, torna a far parlare di sé con un nuovo titolo, questa volta multipiattaforma: Control. Forti della loro straordinaria abilità nell’arte della narrativa, il team finlandese si è posto l’obiettivo di realizzare un prodotto tanto curato nella trama, quanto nel gameplay. Saranno riusciti a mantenere le promesse? Dopo aver consumato il titolo negli ultimi quattro giorni, noi di Gameplay Café siamo pronti a darvi la nostra, personale, risposta!

Quando il Worldbuilding è una filosofia di vita

Per chi non lo sapesse, il “worldbuilding” è il processo narrativo necessario per creare un universo fittizio, caratterizzato da una serie di regole fisiche, strutturali e culturali tali da riuscire a proiettare il fruitore del prodotto all’interno della storia che vogliamo raccontare. I ragazzi di Remedy sono sempre stati molto bravi in questo ambito, ma con Control si sono senz’ombra di dubbio superati.

Nel corso del gioco interpreteremo Jesse Faden, un ragazza che dopo anni di ricerche riesce finalmente a risalire alla sede centrale del FBC, ma che, suo malgrado, si troverà costretta a fronteggiare una misteriosa entità nota come l’Hiss, il sibilo. Questo è tutto quello che ci sentiamo di anticiparvi sulla trama di Control, in quanto ogni frase aggiuntiva potrebbe rovinarvi uno dei punti di forza del titolo: la scoperta. Nonostante l’intreccio narrativo dell’avventura principale di Jesse non risulti essere rivoluzionario, è proprio il dosaggio ben preciso d’informazioni a tenere incollato il giocatore al pad, che difficilmente riuscirà ad annoiarsi per tutte le quindici ore circa necessarie a raggiungere i titoli di coda (nel caso si decidesse di lasciare a parte le missioni secondarie).

Mentre lo sviluppo della storyline avanza attraverso i dieci capitolo di gioco, goccia dopo goccia ci troviamo sommersi in un mare di misteri, elementi sovrannaturali, scartoffie burocratiche, testimonianze, file video e audio che rendono l’universo narrativo di Control una vera e propria droga digitale. E noi dei tossicodipendenti in astinenza.

Nel corso della nostra avventura abbiamo vissuto nella speranza di svoltare l’angolo e d’imbatterci in un nuovo documento da leggere, per approfondire maggiormente le gesta del Federal Bureau of Control e per aggiungere un pezzo al gigantesco puzzle onirico messo in piedi dalla software house finlandese. Remedy, infatti, è riuscita a creare un titolo strabordante di file da leggere, ma pensando bene di renderli tutti molto brevi, in modo da non far mai scattare nella mente del giocatore il pensiero “vabbé, lo leggo dopo”. Le tematiche affrontate, ovviamente, contribuiscono a mantenere alta l’attenzione del giocatore, pescando a piene mani dal sottobosco delle SCP. Per chi non lo sapesse, la Fondazione SCP (se non la conoscete cliccate immediatamente qui) è un’organizzazione fittizia che racchiude un interessante progetto di scrittura collettiva online e che ipotizza, proprio come in Control, che sia presente una corporazione volta a supervisionare i numerosi eventi sovrannaturali che popolano il nostro mondo. Un plauso a Remedy non solo per non aver copiato nessuno di questi file (tutti rigorosamente open source), ma per essere riuscita anche a inserire alcuni elementi provenienti dai propri titoli del passato, andando a delineare quello che sembra essere sempre più un vero e proprio universo narrativo condiviso.

La natura medroidvania di Control gli permette, inoltre, di avere un vasto numero di missioni secondarie, con combattimenti contro boss nascosti e aree da ripercorrere più e più volte per scoprirne tutti i segreti. Proprio queste missioni secondarie sono quelle che più ci sono rimaste nel cuore, grazie a una serie di storie che sembrano direttamente uscite da un episodio di “Ai Confini della Realtà” o da qualche film di genere. Questo si riflette anche nella presenza di una vera e propria regia, che, mai come in questo titolo, lascia la sua impronta sul giocatore e dimostra la passione degli sviluppatori per autori del calibro di Lynch, Kubrick e Nolan. Insomma: abbandonati gli esperimenti crossmediali di Quantum Break, la software house finlandese ha messo anima e cuore nel realizzare un prodotto narrativamente più classico, ma perfettamente strutturato e bilanciato.

Non sbattere gli occhi!

Da un punto di vista prettamente ludico, Control si presenta come una versione migliorata e potenziata di Quantum Break.

Nella prima ora di gioco, Jesse entrerà in possesso dell’Arma di servizio, uno speciale Oggetto del Potere che le permetterà di affrontare l’Hiss e che costituirà la sola bocca da fuoco di tutta l’avventura. Ma non spaventatevi, perché non tutto è come sembra: l’Arma di servizio, infatti, ha la straordinaria capacità di mutare forma, trasformandosi in un vero e proprio arsenale che, tra “fucili a pompa”, “mitragliatori” e “lanciagranate”, saprà accontentare proprio tutti. A questo vanno affiancate le abilità che la nostra protagonista conquisterà nel corso del gioco, permettendole di raccogliere degli oggetti con la telecinesi per scagliarli addosso ai nemici, creare degli scudi, planare e possedere le menti dei propri avversari per farli combattere al proprio fianco. L’incredibile fisica ambientale e l’enorme distruttibilità degli ambienti contribuisce a far provare un’enorme sensazione di potere nel giocatore, trasmettendo ogni singolo impatto e mettendo in scena delle battaglie a dir poco spettacolari. Ogni scontro, infatti, risulterà essere frenetico, intuitivo, devastante e capace di tenervi spalancati gli occhi per tutta la sua durata, permettendovi di tornare a respirare solamente ad avversari eliminati.

Semplicemente favoloso il level design della Oldest House (la base della FBC), che presenta un ritmo scandito con il metronomo tra corridoi lineari dove avanzare per affrontare i nemici con irruenza e aree perfettamente bilanciate dove giocare più in difensiva, sfruttando colonne e parti dello scenario prima come coperture e poi come proiettili per colpire i nostri avversari. Fidatevi quando vi diciamo che non passerà molto tempo perché riusciate a memorizzare gli ambienti di gioco neanche fossero le stanze di casa vostra, permettendovi di raggiungere qualsiasi location voi desideriate nel minor tempo possibile. Un dovuto plauso a una particolare sequenza di gioco, che non spoileriamo per non rovinarvi l’esperienza, ma che ha saputo emozionarci e stupirci come non accadeva da davvero troppo tempo.

In Control sono anche presenti una serie di meccaniche ormai collaudate, che però dimostrano come Remedy abbia imparato dagli errori commessi in passato e si sia data da fare per creare un titolo al passo con i tempi e aggiornato dal punto di vista del gameplay. Ecco che quindi troviamo i Punti di Controllo, ovvero dei checkpoint attraverso i quali sarà possibile potenziare la propria arma, accrescere i propri poteri tramite un semplice e comodo albero delle abilità, cambiarci i vestiti, teletrasportarsi presso gli altri Punti di Controllo con il viaggio rapido e guarire dalle proprie ferite. Ebbene sì, in Control la salute non si ripristinerà automaticamente, ma sarete costretti a raccogliere schegge di energia che cadranno da vostri nemici uccisi insieme a una serie di modificatori utili per potenziare le proprie armi e Jesse stessa. È infatti presente un sistema di loot che, pur non risultando mai invasivo, riesce a donare un pizzico di varietà aggiuntiva al tutto e contribuisce nel creare un prodotto completo in tutto e per tutto.

Come già accennato nei paragrafi dedicati alla narrativa, in Control sono presenti delle missioni secondarie che aggiungono tasselli al mondo creato da Remedy. Al di là delle tipologie più classiche, sono state inserite anche le “Allerte dell’Agenzia” e le “Contromisure del Consiglio”. Le prime non sono altro che delle missioni a tempo che, se completate, vi forniranno utili materiali per potenziare le vostre armi; le altre, invece, sono degli incarichi che potrete selezionare (sino a un massimo di tre) per eliminare determinate categorie di nemici in un modo ben preciso, con lo scopo di guadagnare modificatori per la vostra fidata Arma di servizio.

Una messa in scena da Oscar, con qualche frame in meno

Control è pura poesia visiva. Non solo i modelli poligonali dei personaggi convincono sotto tutti i punti di vista, ma è soprattutto l’ambiente ad averci lasciati del tutto estasiati. Nonostante tutto il titolo sia ambientato all’interno della Oldest House, il team finlandese è riuscito a mettere in scena ambienti sempre differenti, forti di un’architettura stratosferica, capace di guidare le emozioni del giocatore in base alla location. Ambienti stretti, ampie aree, labirintici corridoi non sono mai messi a caso e riescono persino a fondersi con un sound design curato come non se ne vedeva da molto tempo a questa parte. Ogni suono, musica o dialogo, infatti, è perfettamente bilanciato all’interno della produzione Remedy, risultando semplicemente superbo.

Purtroppo, però, non è tutto perfetto.

Su PlayStation 4 Pro, Control riesce a reggere molto bene per il 90% delle volte, ma subisce dei pesanti cali di frame nelle situazioni dove il motore della simulazione della fisica viene spremuto al massimo delle sue capacità. Discorso ben diverso per PlayStation 4 standard che, invece, fatica a mantenere il frame rate stabile. Sicuramente si tratta di difetti correggibili con futuri aggiornamenti, ma ci sembrava comunque giusto farvelo presente. Come precedentemente comunicato da Remedy, il titolo non è stato doppiato in italiano, ma rimane ovviamente sottotitolato. Peccato, però, che i sottotitoli non facciano sempre il loro lavoro, accelerando o rallentando in alcuni casi, saltando qualche linea di dialogo e, nella parte finale, presentando anche un paio di errori di traduzione. Niente di tragico, sia chiaro, ma un po’ di cura in più avrebbe sicuramente fatto piacere ai non anglofoni.

Permetteteci di chiudere, infine, con un rinnovato plauso alla regia, capace di valorizzare ogni singolo elemento della produzione e imponendosi come l’elemento più riuscito di questa nuova fatica degli autori di Max Payne.  Control è la summa di tutto quanto di buono realizzato nel corso degli anni da Remedy. Forte di un comparto narrativo spaventosamente curato, soprattutto nella realizzazione di un universo narrativo coeso e dal grande fascino, il team finlandese è tornato ad abbracciare la passione per il gameplay frenetico e muscolare, pescando a piene mani dal proprio passato per creare il proprio gioco del presente, in vista dei progetti futuri. Prendete Quantum Break, aggiungeteci la cura dietro il gunplay di Max Payne e un’atmosfera in scia con Alan Wake ed ecco che avrete tra le mani Control, la nuova splendida opera di un team sempre più valido e convinto che i videogiochi debbano sì essere prodotti ludici, ma senza dimenticare l’importanza di una solida base narrativa per sostenere il tutto. Brava, Remedy: ci hai fatti innamorare anche questa volta!

 

INFO UTILI

Abbiamo giocato a Control su PlayStation 4 Pro, completandolo al 100% prima di scrivere questa recensione, in modo da poter analizzare il titolo Remedy in ogni suo singolo aspetto.

Durata
  • La campagna principale può essere completata in circa quindici ore, in base a quante missioni secondarie si decide di intraprendere.
  • Completando tutte le missioni secondarie, Control può raggiungere una longevità totale di circa trenta ore, raddoppiando il monte ore della sola trama principale.
Struttura
  • Control è un titolo metroidvania caratterizzato da quattro macro aree, all'interno delle quali è possibile muoversi anche attraverso i viaggi rapidi.
  • Proprio come in Quantum Break, in Control ci troveremo ad alternare l'utilizzo di armi da fuoco con i propri poteri, per cercare di avere la meglio sui nostri avversari.
  • Nonostante la trama principale presenti un ridotto numero di boss fight, le quest secondarie riescono a compensare tale mancanza.
  • Al di là delle missioni più classiche, sono presenti le Allerte dell'Agenzia e le Contromisure del Consiglio, eventi privi di elementi narrativi, ma utili per potenziare Jesse Faden
Collezionabili e Extra
  • Sono presenti quasi duecento collezionabili, tra archivi, fascicoli dei casi, corrispondenze e file multimediali.
  • Nel corso del gioco potremo anche trovare la sala di registrazione del gruppo musicale Poets of the Fall, all'interno della quale è possibile ascoltare My Dark Disquiet, singolo legato all'ultima fatica del team finlandese.
  • Il gioco lascia intendere di essere ambientato nello stesso universo narrativo di Alan Wake, cosa che fa ben sperare per un prossimo ritorno del nostro scrittore di thriller preferito!
  • E' stato annunciato anche un Season Pass che conterrà due nuovi DLC e che, se prenotato, dà accesso anche a una nuova missione secondaria.
Scheda Gioco
  • Nome gioco: Control
  • Data d uscita: 27 Agosto 2019
  • Piattaforme: PC, PlayStation 4, Xbox One
  • Lingua doppiaggio: Inglese
  • Lingua testi: Italiano
Luca Mazzocco

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