Recensione

Destiny 2: I Rinnegati – La recensione

Dopo la fine del primo anno di Destiny 2 che i giocatori hanno potuto vivere in crescendo, grazie ad una nuova impresa segreta sbloccata dopo l’uscita del DLC La Mente Bellica, la versione 2.0 di gioco e la mega espansione “I Rinnegati” promettono di riportare il franchise di Bungie ed Activision ai fasti di un tempo. Saranno riusciti gli sviluppatori a tornare sui propri passi e trasformare Destiny 2 in un gioco più simile al primo capitolo? Scopriamolo insieme!

“I Rinnegati” si apre con una premessa piuttosto importante: il capo dell’avanguardia dei cacciatori, nonché uno dei personaggi più amati dai fan, Cayde-6, viene ucciso da Uldren Sov durante l’assalto alla Prigione degli Anziani. Tranquilli, gli spoiler (se questo si può considerare tale, dato che l’intera campagna di marketing dell’espansione si è basata proprio su questo evento) finiscono qui, e per quanto possibile cercherò di omettere quanti più dettagli sulla trama per evitare di rovinarvi le possibili sorprese.

Con la morte di questo personaggio, Bungie prova a seppellire l’aria scanzonata ed ironica che ha accompagnato (in modo tremendo, quasi osceno) l’intera storia di gioco del primo anno. Già dalle primissime fasi della campagna principale si può intuire come la storia sia molto più matura e drammatica rispetto al passato. La perdita di un personaggio cardine per l’universo di gioco si ripercuote su tutti gli altri NPC, che affronteranno ognuno a modo proprio il lutto per la perdita di un amico tanto importante. Tra rabbia, delusione e senso di impotenza nei confronti degli avvenimenti che stanno segnando questa nuova epoca, il nostro Guardiano ritrova la voce (persa per qualche motivo ancora sconosciuto dopo l’uscita della prima espansione di Destiny ) e dopo aver giurato vendetta ci vediamo catapultati all’inseguimento di Uldren Sov, vecchia conoscenza del primo capitolo, e dei Baroni degli Infami, la nuova classe di nemici introdotta con l’espansione “I Rinnegati”.

La storia è molto lineare, la si potrebbe definire la classica storia di una vendetta, vista e rivista al cinema, in TV ed ovviamente in altri videogiochi. Non per questo, però, è da disdegnare: diverse cut-scene dopo ogni missione ci guidano attraverso gli eventi, cercando di spiegare in modo molto chiaro quello che sta succedendo ed i progressi ottenuti verso il nostro obiettivo ultimo: far pagare il prezzo più caro ad Uldren Sov e recuperare l’arma utilizzata da Cayde-6, l’Asso di Picche.

Le missioni sono solo cinque, ma sbloccarle una dopo l’altra richiede il conseguimento di diversi obiettivi che aumentano considerevolmente la longevità di gioco. La fase sicuramente più riuscita della storia è sicuramente quella in cui, una volta arrivati in una delle due nuove grandi aree di gioco, la Riva Contorta, ci ritroveremo ad affrontare i Baroni, per la prima volta con l’aiuto di alcuni NPC che combattono al nostro fianco.

I combattimenti con i Baroni sono tutti eccezionali. Sempre diversi, con meccaniche divertenti e in alcuni casi anche totalmente inedite. Una ventata di aria fresca che, con tutta sincerità, non credevo di trovare in questa espansione. In definitiva, possiamo dire che quella de “I Rinnegati” è la miglior campagna principale che Destiny abbia mai offerto ai giocatori.

La città sognante: un’intera area end-game

Dopo aver completato la storia principale, ci verrà offerta la possibilità di intraprendere una nuova impresa per sbloccare la seconda, grande, area di gioco offerta da questa nuova espansione. La Città Sognante è un luogo mistico che custodisce i segreti più profondi degli Insonni e che funge da enorme area dedicata unicamente ai contenuti end-game.

Con un solo punto di atterraggio a disposizione, questa zona ci invita ad esplorare i territori sconosciuti alla ricerca dei tantissimi segreti disseminati per tutta la città. Boss da evocare, casse colme di bottino da sbloccare con meccaniche di squadra, oltre ai classici eventi pubblici e le pattuglie caratterizzano la Città Sognante, anche se il piatto forte di questa nuova zona è il Pozzo Cieco.

Chi ha giocato il primo Destiny ricorderà sicuramente la Corte di Oryx e la Forgia degli Arconti, oppure il più recente Protocollo Escalation del DLC “La mente bellica” del secondo capitolo. Il Pozzo Cieco è un’attività di squadra che eredita le stesse meccaniche di quelle citate in precedenza: grazie a tre diverse tipologie di token sarà possibile attivare delle battaglie pubbliche che culmineranno con uno scontro con uno dei diversi boss presenti nei diversi livelli di difficoltà. Se in precedenza vi ho parlato di quanto i combattimenti con i Baroni siano sempre diversi tra di loro e con meccaniche inedite, qui non potrete aspettarvi altro che il solito boss enorme a cui bisogna prima abbassare lo scudo per poi fargli danno, evitando l’ormai sempre più abusato attacco “stomp” (ovvero il boss che sbatte a terra i pugni per creare un onda che allontana o uccide il giocatore).

La modalità, nonostante i boss visti e rivisti, rimane comunque divertente. Il problema reale, ingombrante e fastidioso è quello del matchmaking: dopo cinque anni Bungie non è ancora riuscita a trovare una soluzione per le istanze vuote in questo tipo di modalità. Credo sia inaccettabile a questo punto che si arrivi nella zona del Pozzo Cieco e si debba aspettare il colpo di fortuna nel trovare qualche altra squadra sul server in cui stiamo giocando per portare a termine un’attività evidentemente pensata per più squadre, proprio come accadeva per la Corte di Oryx, la Forgia e il Protocollo. Inaccettabile che Bungie dopo tutto questo tempo non abbia trovato ancora una soluzione (a questo punto dubito anche che la stiano cercando) a questo problema, mentre giochi come The Division offrono un semplice meccanismo di matchmaking manuale che si adatterebbe alla perfezione alle modalità di gioco come quelle offerte dal gioco pubblicato da Activision.

Un raid vecchio stile: L’ultimo desiderio

Dopo le tante critiche ricevute per il primo raid di Destiny 2, Bungie ha deciso di tornare sui propri passi, sviluppando quello che potrebbe diventare la miglior incursione che il franchise abbia mai offerto in tutti questi anni.

Ambientato sulla Città Sognante per motivi che non voglio spoilerarvi, “L’ultimo Desiderio” offre ben quattro combattimenti coi boss  (mentre la precedente incursione soltanto una), corredate da due fasi puzzle che daranno filo da torcere a chiunque. Basta pensare che nelle prime ventiquattro ore di disponibilità dell’incursione, sono state solo tre le squadre che sono riuscite a portare a termine questa incredibile missione, con la prima squadra che ha tagliato il traguardo dopo una maratona durata quasi 19 ore.

Una incursione che farà la felicità di tutti i giocatori, o quanto meno di quelli che riusciranno a soverchiare il sistema di progressione (di cui parleremo più tardi), dato che la difficoltà è davvero molto elevata e richiede un livello luce abbastanza alto (si parte da 560 per arrivare a 580). Il primo completamente mondiale, inoltre, ha modificato per tutti la Città Sognante, rendendo disponibili nuove missioni, assalti e mappe, dando così la sensazione di avere a disposizione un mondo di gioco vivo ed in continua evoluzione.

L’unico appunto che si può fare a questa nuova incursione è probabilmente la durata. Come accaduto per “La caduta di un Re” in Destiny, il raid è veramente molto lungo da portare a compimento e nel lungo termine questo potrebbe tradursi in un aumento della frustrazione e in un abbandono da parte dei giocatori. Questa però è soltanto una supposizione basata sulla mia esperienza di giocatore di Destiny.

Un mashup PVE-PVP, ecco l’Azzardo!

Una delle modalità più interessanti di questa nuova espansione è sicuramente Azzardo, un mix tra PVE e PVP che mira ad accontentare davvero tutti i giocatori di Destiny. L’obiettivo delle due squadre di giocatori che si sfidano in una partita di Azzardo è quella di guadagnare quante più particelle per evocare il boss Primordiale ed ucciderlo. Ci sono delle complicazioni però: mettendo al sicuro 5, 10 o 15 particelle contemporaneamente è possibile bloccare la progressione della squadra avversaria, evocando sul loro campo di gioco un nemico che andrà necessariamente eliminato per tornare a depositare le particelle ed avanzare nella partita.

Ma non è tutto: una volta messe al sicuro una buona quantità di particelle sarà possibile invadere il campo degli avversari ed eliminare gli altri giocatori, rallentando in questo modo la raccolta dei punti. Una volta evocato il boss primordiale, inoltre, invadere ed uccidere gli avversari comporterà la cura del boss degli avversari che in questo modo faranno ancora più fatica ad eliminare l’obiettivo principale.

La partita termina quando una delle due squadre vince due round, mentre nell’intermezzo tra un round e l’altro sarà possibile sbeffeggiare gli avversari a colpi di emote. Azzardo, quindi, risulta una delle modalità più divertenti da affrontare in Destiny 2 quando non si vuole necessariamente cimentarsi in contenuti unicamente PVE, oppure giocare alla classiche modalità del Crogiolo. Il giudizio per questa modalità è sicuramente positivo.

Il ritorno del Grimorio, i Trionfi ed una marea di contenuti

I fan di vecchia data di Destiny ricorderanno sicuramente il Grimorio, una raccolta di carte sbloccabili tramite gli eventi di gioco e consultabili sul sito ufficiale di Bungie o tramite la companion app. Il grimorio è stata la base su cui si è sviluppata la lore di Destiny, con i giocatori sempre intenti a spulciare ogni minimo dettaglio per cogliere le dinamiche più nascoste degli eventi nell’universo di Destiny.

L’arrivo di Destiny 2 ha visto anche la rimozione del Grimorio, tra lo sgomento generale dei giocatori più affezionati. Con questa nuova espansione, però, il Grimorio non è solo tornato, ma è addirittura consultabile direttamente in game e non più tramite applicazioni esterne. “I Rinnegati” ha disseminato in tutto il mondo di gioco una serie di collezionabili che una volta raccolti sbloccano delle carte che contengono nuove informazioni su personaggi, nemici, luoghi e leggende. Questo nuovo Grimorio, inoltre, porta con se anche i Trionfi e relativo punteggio globale, ovvero una serie di sfida da portare a termine per aumentare il proprio score di Guardiano e dimostrare di essere il migliore.

Per quanto riguarda i contenuti, sembra davvero di avere finalmente a disposizione un mondo di gioco vivo, che ad ogni login mette sempre qualcosa da fare a disposizione dei giocatori. Tra nuovi assalti, taglie, sfide, nuovi eventi pubblici e attività di ogni genere, oltre ad un doppio reset settimanale (il martedi e il sabato) i Guardiani di Destiny 2 avranno sicuramente da fare fino al rilascio delle prossime espansioni.

Le nuove super che vanno conquistate gradualmente, inoltre, garantiscono tante ore di gioco per chi vorrà provare a raggiungere i nuovi poteri messi a disposizione dei Guardiani.

Tuttavia, non è tutto oro quel che luccica. Infatti, è arrivato il momento di parlare del sistema di progressione.

La regressione del sistema di “progressione”

“I Rinnegati” aumenta il level-cap di 20 livelli esperienza e 200 livelli luce, portandolo in questo modo rispettivamente a 50 e 600. Arrivare però al level-cap potrebbe essere una esperienza lunga e frustrante per la maggior parte dei giocatori.

L’aggiornamento 2.0 e la nuova espansione hanno portato in dote anche un nuovo sistema di progressione che punta a mettere sempre più paletti (soft cap) per rallentare in modo drastico l’aumento di livello del giocatore (in modo da far “sembrare” il gioco più longevo). Arriverete facilmente al livello 50 di esperienza e 500 di luce durante la campagna principale, ma da quel momento in poi avrete la sensazione di salire di livello pochissimi punti alla volta e purtroppo non sarà soltanto una sensazione.

Il sistema di progressione adesso prevede tanti soft cap che impediscono al giocatore medio di aumentare di più di un determinato numero di livelli alla settimana, a meno che quest’ultimo non dedichi la sua intera esistenza al gioco. Oltre alle classiche sfide settimanali che ci permettono di salire di livello con degli engrammi potenti, gli sviluppatori hanno messo a disposizione un nuovo engramma giornaliero che permette anch’esso di guadagnare armamenti di livello superiore al proprio. “Ottimo” starete pensando, ed effettivemente lo sarebbe, se ci fosse un modo esatto per prendere questo engramma. Il guadagno di questo premio, infatti, è totalmente casuale, quindi potreste impiegare dieci minuti al giorno per guadagnare l’engramma, così come potreste impiegare cinque o dieci ore per essere benedetti dal “RNG God”.

Inoltre, il sistema di infusione delle armi è stato modificato e adesso richiede molti più materiali ed i rarissimi nuclei prodigiosi, bloccando in questo modo la progressione delle proprie armi ed armature preferite. La community sembra già essere sul piede di guerra proprio per questo motivo, speriamo che gli sviluppatori ascoltino i feedback.

I nuovi paletti, quindi, hanno impedito al giocatore medio (per giocatore medio intendo una persona che dedica al gioco un paio di ore al giorno, ndr) di partecipare in tempi relativamente rapidi alle attività end-game come il Pozzo Cieco, il Cala la Notte o addirittura il raid. Chi ha partecipato all’incursione ad un livello vicino al 540-550, vi posso assicurare che ha giocato almeno tra le dodici e le quindici ore al giorno.

Destiny 2, giocato ad un livello medio alto, adesso può diventare un vero e proprio lavoro. In questo caso si vede come Bungie faccia un’estrema fatica a trovare un bilanciamento per la propria creazione: si è passato in pochi mesi da un sistema del tutto “casual” ad uno totalmente “hardcore”. Trovare una via di mezzo è troppo difficile?

Il futuro ed il secondo Season Pass

Con l’annuncio dell’arrivo de “I Rinnegati”, Bungie e Activision hanno presentato anche un secondo Season Pass da 35€ composto da tre nuovi DLC, che saranno dichiaratamente più piccoli della mega espansione appena arrivata sul mercato. Per continuare a giocare a Destiny 2 in modo concreto, quindi, sarà necessario acquistare questo nuovo Season Pass, oppure continuare a spendere soldi per le singole espansioni a distanza di ogni tre mesi. Una scelta che sicuramente farà storcere il naso a tanti, visto che bisogna già sborsare 39,99€ per poter usufruire dei benefici de “I Rinnegati”.

 Vale la pena tornare su Destiny 2?

“I Rinnegati” è paragonabile per tanti versi a “Il Re dei Corrotti”, l’espansione che ha rivoluzionato il primo capitolo di Destiny. Questa mega espansione introduce tantissimi nuovi contenuti, una modalità di gioco inedita che si adatta ad ogni stile di gioco ed una incursione che mira a diventare la migliore di tutte quelle mai viste nella storia del franchise. Tuttavia, il sistema di progressione hardcore deve mettere in guardia i giocatori che hanno un lavoro, studiano o comunque vogliono avere altri impegni e non passare la vita nel gioco. La vostra progressione sarà inesorabilmente lenta e senza una squadra di amici potrebbe essere difficile anche provare tutte le novità visti i fastidiosi problemi di matchmaking. Il prezzo, inoltre, è alto: per assicurarvi almeno un altro anno di gioco dovrete spendere 69,99€ se avete il gioco base, sapendo però che il prossimo settembre potreste tornare nuovamente a spendere una cifra simile per continuare a giocare il titolo di Bungie.

Vale la pena tornare su Destiny 2? Questa è una domanda a cui dovrete rispondere voi in base alla vostre esigenze, io posso soltanto valutare quanto di buono fatto (e di cattivo) fatto da Bungie, e in questo caso il voto non può che essere positivo.

Roberto Branni

Avere sempre ragione è stancante.

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