Recensione

Dirt Rally 2.0: La recensione – Metti una sera a cena

Da buoni appassionati di titoli di corsa di stampo simulativo, non possiamo rimanere indifferenti dall’arrivo sul mercato di Dirt Rally 2.0. Dopo esserci ripuliti da tutto il fango accumulato barcamenandoci tra foreste e ripide scoscese con la prima iterazione del titolo, è giunta l’ora di siedersi di nuovo al tavolo della simulazione gustando un menù di alta classe a base di ghiaia, terra ed asfalto, accompagnati da un buon sorso di adrenalina con un tocco di eccitazione isterica.

Antipasto: Dirt Rally

Con Dirt Rally Codemasters ha dimostrato di saperci davvero fare con le simulazioni, lanciando sul mercato un prodotto che via via è stato integrato in ogni sua parte con elementi che ne hanno limato i difetti. Ciò che è partito come un prodotto acerbo su PC, è arrivato sulle console di ultima generazione in splendida forma, con un comparto tecnico di tutto rispetto ed un frame rate granitico a sessanta FPS che ne esalta l’approccio. Dirt Rally 2.0 prende per intero le caratteristiche del suo predecessore e le porta su un altro livello, ponendo attenzione su aspetti di gameplay e simulazione che erano rimasti compiuti solo per metà, aumentando esponenzialmente la qualità e la frustrazione che ne deriva, restituendo d’altro canto, una sensazione di appagamento ancor più superiore. Dirt Rally 2.0 è ancora più cattivo, tanto che potrebbe chiamarsi Majin Dirt Rally.

Primo piatto: modalità

Avviato il gioco ci troviamo davanti un menù che segue stilisticamente quello del precedente capitolo, pochi riquadri interattivi e menù esplorativi, ciò non fa che mettere enfasi sulla modalità principale del gioco ovvero la Carriera, è da qui infatti che Dirt Rally 2.0 gioca quasi tutte le sue carte sul fronte giocatore singolo, mettendo a disposizione un carosello di eventi di difficoltà crescente, partendo con automobili poco prestazionali come la Lancia Fulvia, senza nessun tipo di tutorial (neanche a video come il predecessore), aumentando quindi notevolmente la curva di apprendimento ai meno avvezzi del genere, data la natura fortemente peculiare della guida rally. La difficoltà della Carriera è racchiusa su tre livelli. Il primo è dato dall’intelligenza artificiale variabile, che modifica i tempi e quindi la bravura degli altri piloti in corso d’opera. Se siete dei piloti alle prime armi troverete avversari più lenti, viceversa se siete veterani del genere troverete subito ciò che fa al caso vostro. Il secondo livello di difficoltà è identificato dalle auto vere e proprie, visto che ogni veicolo è fortemente caratterizzato dalle sue capacità di adattarsi alle curve a seconda della trazione (posteriore, anteriore o 4WD), al numero di cavalli scaricati sulle ruote motrici e dall’angolo di sterzata, piuttosto che dal peso della vettura stessa. Il terzo e ultimo livello di difficoltà è individuato dalle tappe, dato che ogni tipologia di terreno presuppone degli approcci e caratteristiche di guida radicalmente differenti da una gara all’altra, una gara sulla terra rende la macchina instabile e barcollante tra i crinali, ma una gara sulla terra bagnata diventa un vero inferno ad ogni curva, dove il minimo errore può costarvi un bel francobollo della carrozzeria sul muro sull’ostacolo ambientale più vicino. Sotto il punto di vista dei terreni reputiamo Dirt Rally 2.0 un passo in più rispetto al precedente capitolo di Codemasters, la risposta della vettura risulta molto più credibile riuscendo a coadiuvare in maniera molto più realistica l’essenza dell’auto che stiamo guidando e la struttura integra e non del tracciato che stiamo guidando.

La seconda grande modalità presente è l’utilizzo della licenza Fia World RallyCross Championship che non è di certo il cuore pulsante dell’intero pacchetto, ma riesce sicuramente a stemperare la tensione tra una tappa impegnativa e l’altra a suon di sportellate. La modalità vi metterà al centro di gare molto veloci, che si diramano dalle fasi eliminatorie alla finale, contro piloti guidati da un’intelligenza artificiale molto aggressiva a dire il vero (forse troppo), con i quali vi troverete spesso a dover battagliare per la prima posizione. Reputiamo questo Rallycross un po’ debole per la mancanza di mordente da un punto di vista contenutistico e che sostanzialmente va ad ampliare sì il comparto delle modalità, ma in maniera poco approfondita. Per quanto riguarda il comparto online invece è disponibile una serie di eventi community organizzati dalla software house, mirati a compiere i vostri tempi migliori su tappe predeterminate, che serviranno poi a sbloccare crediti da utilizzare in gioco.

Secondo piatto: Novità e lato tecnico

Se da un punto di vista contenutistico il simulatore di casa Codemasters non ha nulla da invidiare a nessuno, dal punto di vista tecnico possiamo dire praticamente la stessa cosa. Seppur il motore grafico rimanga il medesimo (EGO Game Technology Engine),  i miglioramenti emergono in maniera sensazionale sotto il punto di vista delle luci e degli effetti particellari. Il colpo d’occhio appena saliti in auto o dalle anteprime delle tappe è immediato, Dirt Rally 2.0 propone scelte cromatiche davvero ammalianti, laddove la precedente iterazione non brillava di luce propria. Vi troverete spesso a passare attraverso dei boschi rigogliosi cosparsi di foglie rosse immersi in un paesaggio della Nuova Zelanda tipicamente autunnale, piuttosto che a derapare sulla ghiaia scorgendo in lontananza l’alba di un giorno che sta per arrivare. Utilizzo della nuova luce che si manifesta in tutto il suo splendore soprattutto nelle tappe notturne, dove si può perfino notare l’attraversamento della luce degli indicatori di frenata attraverso la polvere alzata dal retrotreno o addirittura i riflessi degli abbaglianti sui torrentini che ci accompagnano lungo la tappa. La qualità dei modelli delle auto rimane sostanzialmente identica alla già ottima rappresentazione del predecessore, mentre aumenta di molto anche la qualità audio dei motori che soprattutto dalla visuale interna al cockpit restituisce quasi ogni sfaccettatura utile a capire la cambiata perfetta piuttosto che un danno meccanico. Altra implementazione di questo capitolo è la gestione delle gomme, totalmente assente in Dirt Rally. All’inizio di ogni tappa potrete scegliere se affrontare il percorso con gomme morbide e quindi più prestazionali ma con una durata minore, gomme dure, ovvero l’esatto opposte delle precedenti, oppure medie, la soluzione intermedia tra le due. Una scelta accurata delle gomme è fondamentale, è molto facile infatti ritrovarsi contro le barriere a causa di perdita di aderenza che porterà la vostra macchina a pattinare come foste sul ghiaccio.

Il boccone amaro

Se da un punto di vista contenutistico e tecnico Dirt Rally 2.0 è la perfetta incarnazione dello stile più amato dai piloti fuoristrada, i lati negativi della produzione sono un boccone amaro nella scorpacciata di qualità proposta, che finisce per rovinare l’intera cena. Il primo difetto, il meno grave in realtà, perché possibile da correggere con qualche patch, è l’utilizzo del Force Feedback. Abbiamo giocato sia con il pad che con volante Thrustmaster t-150 riscontrando dei problemi piuttosto evidenti nella gestione del ritorno di forza soprattutto su improvvisi cambi di direzione, momento in cui il motore smette di compiere trazione per qualche secondo, dando l’impressione di guidare su una bolla d’aria. La problematica è stata prontamente segnalata agli sviluppatori sul forum ufficiale del gioco, che attualmente stanno indagando sull’accaduto. La seconda problematica è in realtà la più importante e si riferisce alla mancanza del rally sulla neve, non solo perché è uno dei più caratteristici ed amati dall’intero popolo dei piloti off road, ma perché verrà introdotta nel primo DLC disponibile gratuitamente soltanto a chi ha acquistato la Deluxe Edition del gioco, risultando disponibile soltanto a pagamento per chi ahimè ha acquistato l’edizione standard. Chi scrive è assolutamente a favore della presenza dei contenuti scaricabili a pagamento nei videogiochi, cosa che però non è condivisibile quando la torta che dovrebbe essere completa e offerta nel pacchetto standard viene tagliata e disassemblata soltanto con un aggiornamento successivo a pagamento.

Conclusioni

Dirt Rally 2.0 migliora sotto ogni punto di vista il precedente capitolo, andando a mitigare le piccole lacune che si portava dietro, come la gestione delle gomme ed una fisica più convincente. Al netto di tutti i miglioramenti è però impossibile soprassedere sulla mancanza della completezza del pacchetto dei terreni che ci saremmo aspettati con un aggiornamento al massimo, gratuito. Ad ogni modo, Dirt Rally 2.0 rimane un solidissimo esponente della categoria fuoristrada ed una delle simulazioni di rally più intriganti e spietate dell’ultimo decennio. Un acquisto imprescindibile per gli appassionati.

INFO UTILI

Abbiamo giocato Dirt Rally 2.0 su PlayStation 4 standard, non rilevando particolari problemi di frame rate se non in sporadiche occasioni, selezionando la visuale all'interno dell'abitacolo in condizioni climatiche avverse. Nonostante i problemi legati al ritorno di forza del volante, reputiamo che per godere al massimo dell'esperienza che Codemasters propone, sia obbligatorio recuperarne uno. L'esperienza col pad invece, risulta comunque godibile in concomitanza con la vostra abilità, utenti più esperti riusciranno a portare a termine le tappe con dei tempi ottimi anche disattivando tutti gli aiuti, attività che comporta l'investimento di numerose ore di pratica.

Struttura
  • Il gioco propone ben sei location per i rally, su cui sono disponibili diverse tipologie di tappe affrontabili con condizioni meteo diverse. Tantissime le auto disponibili, si è cercato di accontentare tutti i palati proponendo un parco di ben cinquanta veicoli che spaziano attraverso tutte le principali categorie, sia per i Rally che per il Rallycross.
Antonio Stephan's Di Stefano

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