Felix The Reaper è un puzzle game: c’è una scacchiera con ostacoli e set piece che proiettano un’ombra sulle caselle a seconda dell’orientamento del sole. Le caselle oscurate sono quelle su cui il nostro protagonista può muoversi; quelle al sole gli sono proibite. Il nostro compito è quello di “giocare” con il posizionamento intelligente degli oggetti disseminati per il livello e ruotare di 90° la direzione della fonte luminosa così da raggiungere l’obiettivo. Se questa è l’ossatura dell’ultima fatica di Kong Orange, la muscolatura che l’avvolge è quanto di più ironico e raffinato possiate immaginare.
Felix The Reaper è stato pubblicato da Daedalic Entertainment con il supporto del The Danish Film Institute e del The West Danish Film Fund; è il frutto di un lavoro incredibile tra infinte sessioni di motion capture di ballerini professionisti, migliaia di caratteri di storytelling, dozzine di artwork, e centinaia di dettagli cosmetici che fanno del gioco una meraviglia audiovisiva in cui la punta di diamante è rappresentata dalla colonna sonora di pezzi indie uno più bello dell’altro. Il background narrativo è quello dell’amore impossibile tra Felix, il mietitore (insomma: la Morte) e la fanciulla (vivissima) Betty. Felix vuole coronare il suo sogno d’amore ma il nuovo lavoro lo tiene troppo occupato.
La qualità sbalorditiva dell’abito cucito dai ragazzi di Kong Orange merita di essere scoperta e gustata in prima persona
Ogni giorno il suo compito è quello di creare le condizioni giuste perché qualcuno vada incontro al suo destino: il cacciatore che avrebbe dovuto morire a causa di una lancia (e invece), la groupie che avrebbe dovuto essere schiacciata da un palo della luce (e invece), la suora che aveva assistito alla prematura dipartita del cieco fratello del cacciatore avrebbe… (e invece). Contrariamente a quello che si potrebbe pensare per un puzzle game tanto semplice (e scrivo “semplice” perché in aggiunta alle meccaniche descritte nell’introduzione ci sono poche varianti, tipo leve da attivare per spostare elementi dello scenario o tunnel da percorrere per sbucare dalla parte opposta della mappa) lo spoiler è dietro l’angolo. La qualità sbalorditiva dell’abito cucito dai ragazzi di Kong Orange, infatti, merita di essere scoperta e gustata in prima persona. Io ho passato le prime due ore a leggermi i testi, le ricostruzioni storiche, le citazioni enciclopediche riguardanti il personaggio di Morte nei secoli, tutto condito da un sano umorismo “nero” e l’encomiabile lavoro di un team di grafici e artisti da arruolare in blocco domani, qualsiasi sia la vostra professione (nel senso: anche se siete casalinghi/e avrete sicuramente bisogno di qualcuno di così talentuoso, quindi cercateli e fatevi mandare i CV).
Felix, però, ha un altro problema: danza; danza sempre. Sempre nel senso di “sempre sempre”. Si deve muovere di tre caselle? Lo fa a passo di musica. Se ne sta fermo mentre voi cercate di capire se ruotando il sole resterà all’ombra (tranquilli, c’è la possibilità di vederlo in anteprima e non si muore mai. Che poi sarebbe buffo, no? La Morte che “muore”…) e lui improvvisa un ballo sul posto. Non un ballo qualsiasi, sia chiaro: roba che c’è da andare in fissa venti minuti a guardarlo cambiare movenze a ritmo di drum and bass e… ma non divaghiamo: Felix The Reaper resta comunque un puzzle game per gente seria. È un gioco che si presta all’esercizio di stile, al raggiungimento del 100% per ognuno degli oltre venti livelli ossia rispettando tempi, spostamenti, esposizioni al sole ed errori definiti – di volta in volta – come requisiti minimi per avere la votazione massima. Potrei dilungarmi anche sulla modalità hardcore in cui per ciascun livello non c’è possibilità di tornare indietro e i tentativi sono limitati, ma confesso di averne provati due e di averli messi da parte: troppo difficili per me.
Felix, però, ha un altro problema: danza; danza sempre
Restando in tema di livello di difficoltà, considerata appunto la possibilità di tornare indietro di alcune mosse, di vedere in anteprima “fin dove” arriverà l’ombra e di sapere chiaramente cosa ci viene chiesto di fare, io l’ho trovato abbastanza accessibile. “Accessibile” non significa facile eh – la Treccani avrebbe da ridire ma soprassediamo – significa che se sei un attimo attento e comprendi il meccanismo puoi tranquillamente arrivare ai titoli di coda in una decina (scarsa) di ore. Sto mettendo troppe parentesi? Ditemelo se vi danno noia, mi raccomando: nei commenti.
Ok: la GIF qui sopra non è a 1080P ma ho scritto agli sviluppatori e vediamo se ce la mandano nella giusta risoluzione. Torniamo a noi: Felix The Reaper ha un grosso difetto. Ne ha solo uno, capiamoci. Non è buggato, non si controlla male, non ha sbavature tecniche o una localizzazione piena di errori: no! Felix The Reaper è “solo” noioso. Non subito, non prima di arrivare al terzo gruppo di livelli (ci sono cinque macro mondi, ciascuno dei quali suddiviso in singoli stage), non per i completisti che stanno aspettando qualcosa che metta alla prova la loro ansia di perfezionismo… ma per l’utente medio la noia, la ripetitività, è il principale avversario da battere.
Felix The Reaper ha un solo “piccolo” difetto…
Non so: è come uscire con un partner bellissimo, profumato, che sa danzare come John Travolta o Jennifer Beals (vogliamo parlare di Jennifer Beals? No, dico, quella di Flashdance… ne vogliamo parlare?), elegante e curato in ogni dettaglio ma… sa parlare solo di un argomento e ogni sera ci parla solo di quello. Oggi, domani, dopodomani… poi ti cerchi qualcun altro, no? Ecco: da questo punto di vista Felix The Reaper mi ha lasciato l’amaro in bocca, perché se ciascuna delle storielle raccontate è divertente e accattivante, il fatto di dovermi annoiare per scoprire come sarebbe andata a finire mi ha, appunto, annoiato. #repetitaiuvant
Ho giocato Felix The Reaper grazie a un codice Steam fornitoci dagli sviluppatori sul mio solito Ryzen 5 1600 con 16 GB di RAM, SSD e scheda grafica NVIDIA GeForce GTX 1050Ti al massimo del dettaglio, senza cali di frame rate o bug.
DurataVeniamo alle conclusioni: Felix The Reaper è un gioco che non può mancare nella libreria di chi ha rotto l’iPhone per conquistare tutte le stelle di tutti gli Angry Birds. Se siete tra quelli, questo dovrebbe essere il vostro prossimo acquisto. Se siete un giocatore più casual, qui inteso come “una run mi basta e avanza”, vi consiglio un giro su YouTube e per guardarvi i primi due livelli: se il gameplay dovesse conquistarvi allora sappiate che tutto l’intorno è di straordinaria fattura. Non fate l’errore, però, di farlo vostro solo perché tutto l’intorno è di straordinara fattura. Chiaro?
Questo articolo contribuisce a sostenere la ricerca scientifica sulla sindrome di Rett. Trovate i dettagli dell’iniziativa a questo link.
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Visto la carenza di titoli che ho su Switch, potrei farci un pensierino. Ovviamente se non ha un costo eccessivo. Ultimamente sono terribilmente squattrinato. 😭
Magari per sicurezza ci do anche un'occhiata... 😉🍻
Bravo. Fatti un giretto sul tubo, prima. :)