Ho un problema. No, non è vero, ne ho tantissimi. Uno in particolare, però, descrive alla perfezione la mia esperienza con Gato Roboto, gioco 2D in pixel-art in stile Metroidvania sviluppato da Doinksoft e diventato parte del sempre più sorprendente catalogo di Devolver Digital.

Avete presente quando aprite un pacchetto di caramelle gommose? La vostra mente vi dice di andarci piano, di godervele una alla volta. Invece girate con ansia attorno a quel pacchetto e, una volta fagocitata la prima manciata di cocacoline, ne prendete un’altra, poi un’altra ancora. Fino a finire in un batter d’occhio tutto il gommoso nettare che la confezione offriva. Dai, non mi dite che capita solo a me!

La ricerca della prossima stazione di salvataggio equivarrà al dirsi: “ancora un’altra caramella e poi metto via il pacchetto!

Comunque sia, Gato Roboto offre la stessa esperienza: un concentrato di divertimento della quale, fin da subito, non potete fare a meno. Volete continuare a giocare, affrontando il gioco con una frenesia apparentemente ingiustificata.
La ricerca della prossima stazione di salvataggio equivarrà al dirsi: “ancora un’altra caramella e poi metto via il pacchetto!”.
Anche perché ahimè, perfino nella durata Gato Roboto può venir accostato ad un pacchetto di caramelle. Saranno infatti necessarie circa tre/quattro ore per completare il gioco. Il dato è variabile di poco, può differire di qualche decina di minuti in base al vostro senso dell’orientamento o dalla voglia di completarlo al 100% alla prima giocata. Fatto resta che sarà arduo sfondare il muro delle 4 ore di gioco.

Incredibilmente, questa caratteristica (solitamente associata ad un aspetto negativo) non mina in alcun modo la qualità dell’avventura: nelle poche ore di gioco si viene catapultati in un’esperienza completa ed appagante, nella quale viene anche narrata una storia simpatica e piacevolmente articolata e si affrontano una serie di situazioni sempre varie e stimolanti, mantenendo un ritmo frenetico ma piacevole.

Ad innescare gli eventi che danno il via alla nostra avventura ci pensa proprio Kiki, la gattina appassionata di mecha protagonista del gioco, Gary.
Dopo aver ricevuto una richiesta di soccorso da parte di una misteriosa stazione di ricerca, il pilota/padroncino di Kiki decide di indagare, ma la curiosità felina di Kiki la spinge, come solito dei gatti, a saltare sulla tastiera di comando. Al posto di scrivere lettere a caso, come capita a chiunque abbia un gatto in casa, lo zompo sulla tastiera fa si che la nave precipiti rovinosamente proprio sopra la suddetta base di ricerca. Impossibilitato a muoversi, il capitano della nave affida a Kiki il compito di trovare un modo per ripartire e, nel frattempo, scoprire cosa sia successo in quella base.

Nelle poche ore di gioco si viene catapultati in un’esperienza completa ed appagante

Come ogni Metroidvania che si rispetti, la struttura labirintica della mappa è un elemento essenziale ai fini della buona riuscita del gioco. Se pur con poche aree a disposizione, l’esplorazione è alla base dell’avvenuta e le microzone disponibili sono strutturate ottimamente, evolvendosi in termini di possibilità di esplorazione a seconda al nostro equipaggiamento. Come da tradizione del genere, infatti, il Mecha guidato da Kiki avrà a disposizione una serie di potenziamenti che ci permetteranno di sbloccare man mano nuovi percorsi e nuove aree. Oltre ai classici potenziamenti dedicati all’esplorazione, nelle stanze più remote della stazione, si celano anche slot di energia e delle cassette premio dalla duplice funzione: cambiare palette cromatica e potenziare l’arma primaria del roboto.

INFO UTILI

Ho giocato a Gato Roboto su Switch, fruendolo quasi esclusivamente in modalità portatile.

Durata
  • In poco più di tre ore ho raggiunto l'87,5% di completamento, concedendomi comunque qualche attimo di esplorazione in più. Difficile comunque sforare le quattro ore per arrivare al 100%.
Struttura
  • Classica impostazione Metroidvania.
  • Labirinti di stanze e corridoi da scoprire man mano che si ottengono determinati potenziamenti.
  • I combattimenti con i nemici si alternano con la giusta frequenza a fasi più esplorative.
Collezionabili e Extra
  • Oltre i potenziamenti necessari a proseguire l'avventura, nelle stanze più nascoste si celano cassette collezionabili e celle energetiche.
  • Le cassette consentono di cambiare palette cromatica e, una volta collezionate (prima metà, poi tutte) permettono di potenziare l'arma principale.
Scheda Gioco
  • Nome gioco: Gato Roboto
  • Data d uscita: 30 Maggio 2019
  • Piattaforme: Nintendo Switch, PC
  • Lingua doppiaggio:
  • Lingua testi: Inglese

Tra rane aliene, robottini di difesa, strane piante e frenetiche battaglie coi Boss, anche la componente d’azione non lascia delusi. Messi da parte gli ultimi titoli del genere, che tendevano ad essere particolarmente impegnativi in questo senso (vedi Hollow Knight), in Gato Roboto si torna ad un livello di difficoltà più che adeguato. Alcuni Boss saranno più impegnativi di altri, ma non ci sarà mai un combattimento realmente frustrante o deprimente. Starà tutto nel capire i momenti in cui sarà possibile colpire il nemico e quando, invece, evitare i suoi attacchi.

Quando non sarete impegnati a far saltare in aria impedimenti di sorta e ad annientar i nemici, l’esplorazione per gli stretti corridoi verrà anche affidata alle sole capacità di Kiki, andando ad azionare ponti, strutture o interruttori, anche privi della capacità bellica del roboto.
In questa fase si nota quanto il gioco sia stato programmato in maniera impeccabile, la reazione alla pressione dei tasti e la precisione dei salti regalano sensazioni di totale controllo. Anche nelle situazioni più estreme ed a bordo del mecha il sistema di controllo non perde un colpo, permettendovi di danzare sui tasti e tramutando i passi di danza delle dita in azioni a schermo con una precisione più che invidiabile. Salta, gira, spara e atterra. Non vi troverete mai ad atterrare in un posto che non sia quello nella quale avevate intenzione di atterrare. Davvero sorprendente.

Tra rane aliene, robottini di difesa, strane piante e frenetiche battaglie coi Boss, anche la componente d’azione non lascia delusi

Per quanto la pixel-art sia oramai uno standard più che radicato, lo stile in bianco e nero e la qualità generale proposta è davvero sorprendete. Animazioni favolose e design di corridoi ed elementi meccanici davvero di prim’ordine. Tanti sono gli elementi presi di peso da saghe sci-fi come Megaman e Metroid. Proprio da quest’ultimo vengono presi, oltre che gli elementi stilistici, anche svariati elementi del gameplay, come la funzionalità dei potenziamenti e la caratteristica apertura a sfondamento delle porte.
Dopotutto, per capire quanto DoinkSoft si sia ispirata al titolo Nintendo, basterebbe guardare il solo design del mecha.

Nella colonna sonora gli strepitii alieni si mescolano a ritmici rumori metallici, inondando la stazione di musiche assolutamente appaganti e più che congrue all’ambientazione, facendo svettare il sound design di Gato Roboto verso le vette della musica Bit. Il ritmo viene scandito in ogni occasione ed in ogni zona, le stanze più enigmatiche avranno un ritmo meno sostenuto ma più claustrofobico, mentre le sezioni dedicate alle battaglie aumenteranno di intensità, fino ad essere quasi tachicardiche.

Per quanto credo bastasse il sottotitolo per spingere gli indecisi all’acquisto, leggendo l’analisi del gioco vi sarete senza dubbio resi conto della sua qualità. Un titolo appagante, fresco, frenetico e che vi da sempre qualcosa da fare. Nelle sue poche ore di durata concentra un’esperienza di tutto rispetto, rimanendovi piacevolmente attaccata addosso. Per i circa 7 euro che servono per accaparrarselo, l’acquisto diventa quasi obbligatorio. Claustrofobia e non tolleranza al genere metroidvania sono gli unici motivi che vi possono tenere lontani da questo titolo, ma la puccettosità di Kiki saprà conquistare anche voi.
Ora chi mal sopporta i gatti sa cosa aspettarsi quando saranno in grado di pilotare mecha. Meglio farseli amici sin da ora, non trovate?

Oscar

Videogiocatore a tutto campo da quando aveva un Amiga500 in casa. Senza curarsi della mancanza di tempo cronica, si dedica anche al disegno ed allo scrivere di videogiochi.

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