Recensione

Gears Tactics, la tattica prima dell’assalto

Che Gears of War sia una delle serie di punta dell’immaginario Xbox è, ad oggi, un dato di fatto. La saga che ha ridefinito molti dei canoni degli sparatutto in terza persona in epoca Xbox 360 è giunta oggi alla sua quinta iterazione (sesta se consideriamo Gears of War: Judgment) e non accenna ad arrestarsi. Quando nel 2018 venne annunciato Gears Tactics fu chiaro ed evidente l’intento da parte di Microsoft di espandere i confini di una serie troppo chiusa nei suoi stilemi. Un tentativo non nuovo da parte di Microsoft, che già con Halo Wars aveva cercato di espandere uno dei suoi brand di punta con risultati molto spesso altalenanti. La collaborazione tra The Coalition e Splash Damage ci ha portato dunque ad un Gears nuovo di zecca in salsa strategica, un genere in netta ripresa grazie a titoli del calibro di X-Com e Mario+Rabbids. L’operazione è tutto sommato riuscita, in parte coraggiosa e tecnicamente sorprendente per il genere di appartenenza e, paradossalmente, conferma in pieno la volontà da parte di Microsoft di abbracciare il mondo PC, visto e considerato che l’uscita di Gears Tactics è prevista inizialmente solo su questa piattaforma.

Strategia pura

Il nuovo spin-off della saga si caratterizza da subito con scelte di gameplay forti. Si tratta forse di uno degli strategici più puri degli ultimi anni. Via gli elementi gestionali, spazio ad una linearità quasi spasmodica che sarà una gioia per gli amanti degli strategici (meno per chi cerca un titolo che coinvolga più stili di gameplay). Insomma, se non digerite il gameplay di uno strategico a turni, Gears Tactics non avrà molto altro da offrirvi. Le missioni sequenziali portano avanti un racconto senza particolari sussulti, ma spettacolare nel suo uso delle scene di intermezzo, con valori produttivi anche piuttosto elevati per il genere di appartenenza. Se c’è un elemento che non si può davvero criticare è la coraggiosa scelta di focalizzarsi su un singolo genere, laddove oggi una commistione di più elementi è praticamente diventata la norma.

In alcuni frangenti, una cara vecchia granata può essere l’ideale
Gears Tactics è fermo nel proporre una visione puramente strategica del suo gameplay, e questo rappresenta certamente un punto di forza, ma anche un punto di debolezza.

Al netto di una campagna che dura venticinque, trenta ore a difficoltà normale, a circa metà percorso entra in gioco una certa ripetitività di fondo legata alla gestione delle missioni secondarie che diventano necessarie per proseguire la campagna principale. Insomma, l’idea è che questa ripetitiva proposizione di contenuti sia stata un po’ forzata per allungare una campagna che sarebbe stata soddisfacente anche senza. Fortunatamente, la seconda parte della campagna presenta particolari sussulti negli scontri con alcuni boss mastodontici che metteranno a dura prova le vostre abilità.

Gears Tactics non propone elementi di gameplay nuovi rispetto ad altri strategici, ma lo fa con intelligenza e soprattutto con un equilibrio quasi perfetto. Ad esempio, non è il primo strategico a togliere la griglia dal terreno di battaglia, ma è forse quello che lo ha fatto con i risultati migliori. Questo dà sfogo a tutta una serie di caratteristiche peculiari che rendono l’azione più frenetica e più vicina ad un Gears tradizionale. Troviamo ovviamente altri elementi tipici del genere, come i punti movimento (tre per turno) che possono essere aumentati facendo delle vere e proprie esecuzioni sui nemici.

Uno dei boss più ispirati
Sorprendente l’intelligenza artificiale nemica che anche a livello normale ci ha creato parecchi grattacapi.

Si ha spesso l’impressione che le orde di nemici sfruttino una notevole coordinazione in termini di strategia di attacco. Frequentemente, inoltre, faranno uso di un cono visivo di difesa in cui è altamente sconsigliato mettere piede, salvo prendersi una bella crivellata di colpi. La stessa tecnica può essere utilizzata anche dalla nostra squadra di soldati e risulta molto utile per coprirsi le spalle a vicenda. Insomma, gli elementi di gameplay non rivoluzionano il genere, ma contribuiscono a conferire uno stile molto votato all’action che richiama i fratelli maggiori della saga. Da questo punto di vista il lavoro svolto è davvero eccellente e la natura action di Gears è stata declinata perfettamente in salsa strategica. Infine, da sottolineare l’alto livello di personalizzazione del team di battaglia, con un classico albero delle abilità che permette di sviluppare le competenze che più ci soddisfano.

INFO UTILI

Gear Tactics è stato giocato su un portatile da gaming MSI GS70 Pro, a settaggi medio alti in full HD.

Durata
  • La durata si attesta sulle venticinque, trenta ore a difficoltà normale.
Struttura
  • La struttura della campagna è piuttosto lineare, con un racconto narrato attraverso scene di intermezzo.
Collezionabili e Extra
  • La campagna è estremamente povera da questo punto di vista. Una volta completato il gioco sarà disponibile la modalità veterano, unico vero stimolo alla rigiocabilità.
Scheda Gioco
  • Nome gioco: Gears Tactics
  • Data d uscita: 28 Aprile 2020
  • Piattaforme: PC
  • Lingua doppiaggio: Italiano
  • Lingua testi: Italiano

Tecnicamente è davvero uno strategico?

Lo strategico di Splash Damage fa un uso eccellente dell’Unreal Engine. Tecnicamente Gears Tactics è ben al di sopra degli standard tecnici del genere e presenta dettagli grafici ed effetti particellari che contribuiscono a scolpire un’atmosfera a tratti molto cupa, che richiama soprattutto lo stile gotico dei primi capitoli della saga. I valori tecnici del titolo sono elevatissimi e vengono messi in risalto specialmente nella fasi di gameplay (al netto di scene di intermezzo registicamente ben gestite, anche attraverso un ottimo doppiaggio). La caratterizzazione del campo di battaglia è talmente ben dettagliata, che lo stacco tra la visuale dall’alto e una visuale più ravvicinata durante le esecuzioni è estremamente naturale, quasi come fossimo in un classico capitolo di Gears of War. Da questo punto di vista il lavoro è encomiabile.

Meno dirompente il lavoro sulla colonna sonora, certamente non il punto forte della produzione.

L’accompagnamento musicale non risalta particolarmente e si limita ad accompagnare qualche fase più concitata in maniera piuttosto blanda.

Le splendide cutscene in Unreal Engine

Buona la prima!

Gears Tactics è il primo tentativo da parte di Microsoft di allargare i confini di questa I.P. e, in fin dei conti, l’obiettivo è perfettamente centrato. Restano ancora delle incertezze, legate soprattutto ad una certa ripetitività di contenuti, ma l’intera campagna è altamente godibile, soprattutto per gli appassionati del genere. La proposta in termini di gameplay risulta ben equilibrata e amalgamata, anche se netta nel voler proporre meccaniche da strategico puro. Da anni si sta chiedendo a gran voce una rivoluzione del brand e questo nuovo spin-off potrebbe essere forse il primo tentativo di sperimentare su questa importantissima proprietà intellettuale, la più importante insieme ad Halo. Di sicuro Gears Tactics è un segnale di coraggio e di evoluzione da parte di Microsoft, che da tempo sta investendo in un’offerta ricca di varietà, anche se non sempre incentrata su valori produttivi elevatissimi. In ogni caso, qualsiasi appassionato del genere non può davvero farsi sfuggire l’occasione di giocarsi un videogioco fresco, appagante ed estremamente spettacolare.

 

Stefano Cherubini

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