Hardware

Razer Thresher Tournament Edition

Per molti giocatori Razer è sinonimo di qualità costruttiva e le Thresher Tournament Edition non fanno eccezione: archetto in metallo, ampi padiglioni circolari in memory foam rivestiti in morbida similpelle, cuciture impeccabili, cavo telato e altoparlanti da 50 mm sono la cornice di un headset leggerissimo, bello a vedersi, gratificante da tenere in mano e indossare proprio per la qualità dei materiali utilizzati. Si tratta in ogni caso di un prodotto di fascia media, quindi privo di qualsiasi artificio tecnico come Dolby Surround o audio direzionale, ma nel catalogo dell’azienda fondata da Min-Liang Tan e Robert Krakoff trova una sua collocazione ben precisa.

Negli ultimi mesi ho avuto la possibilità di testare altre cuffie pensate per i giocatori come le Turtle Beach Stealth 700 con audio surround 7.1, software dedicato e dongle per la connessione all’uscita ottica, le Recon Camo cablate con microfono a giraffa e le Sound Blaster Sigma Tactic3D dotate di tecnologia proprietaria per la riproduzione dell’audio tridimensionale e l’equalizzazione. Confesso che prima di questo periodo di prova non mi ero mai reso conto di quanto ogni headset fosse diverso dall’altro; adesso, però, che ho la fortuna di poter scegliere sto ben attento a indossare le cuffie più adatte all’occasione, sia essa giocare, guardare un film, fare una riunione via Hangouts o ascoltare musica mentre viaggio.

Le Razer Thresher Tournament Edition sono così comode che ci si dimentica di averle

In quest’ottica le Tournament Edition rappresentano quanto di più comodo io abbia provato fino a ora, con soli 360 grammi di peso e un sistema di ancoraggio che non stringe mai sulle tempie ci si dimentica di averle, complici anche i padiglioni morbidissimi in memory foam che avvolgono le orecchie adattandosi alla fascia temporale senza premere. Benché assente qualsiasi sistema di Active Noise Control le Razer Thresher isolano i rumori esterni con indiscussa efficacia, ancora una volta merito dei cuscinetti spessi ben 3 cm e rifiniti da una finta pelle di grande qualità.

Il microfono è unidirezionale e a scomparsa, mentre sul cavo rivestito in tessuto sintetico è collocato il controller per silenziare la chat e gestire il volume dell’audio in ingresso. Il jack da 3,5 mm garantisce l’universalità delle connessioni per quanto una lunghezza di soli 1,3 metri ne impedisca l’utilizzo su dispositivi come la TV, solitamente collocati a una distanza ben superiore. Come scrivevo all’inizio, il mancato supporto all’audio surround multidirezionale è giustificato dall’uso per cui queste cuffie sono state disegnate, ossia intense sessioni multiplayer o un ascolto in mobilità via smartphone.

Le Razer Thresher TE sono un compendio perfetto per chi cerca un headset leggero

A livello di output è giusto segnalare una preponderanza degli alti, nitidi e cristallini, a discapito dei bassi decisamente sottotono e non paragonabili a quelli delle Turtle Beach Stealth 700 che in quest’ultimo aspetto eccellono. Il vero neo delle Razer Thresher Tournament Edition è il prezzo di 110 euro, davvero impegnativo considerati i competitor, per quanto in termini di materiali, manifattura, packaging e comodità non temono confronti con headset di fascia alta. In sintesi, non possono essere la prima scelta di un giocatore hardcore attento agli effetti speciali e alla tridimensionalità del suono, ma rappresentano un compendio perfetto per chi cerca un secondo paio di cuffie leggere da usare anche in viaggio.

INFO UTILI

Specifiche tecniche: compatibile con tutte le periferiche, cuscinetti in memory foam e similpelle, altoparlanti da 50 mm, audio stereo, controllo in-line per audio in ingresso e chat mute, frequency response altoparlanti: 12 - 28,000 Hz, impedenza altoparlanti: 32Ω a 1kHz, jack da 3,5 mm, lunghezza cavo: 1,3 m, microfono unidirezionale a scomparsa, frequency response microfono: 100 - 10,000 Hz, sensibilità: (@1kHz, 1V/Pa): -38 ± 3dB, rapporto signal-to-noise: >55 dB, dimensioni: 196 mm x 214 mm x 104.8mm.

Roberto Turrini

Per 10 anni sulle pagine di The Games Machine ha sognato una vita a tre con Lara T'Sioni ed Elena Fisher; poi ha scoperto che non sapevano cucinare e si è dato all'autoerotismo.

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