Il ritorno al passato e comunque le “operazioni nostalgia” da un po’ di tempo fanno parte integrante del mercato dei videogiochi. Remake, Remastered, Enhanced Edition sono ormai una realtà ben consolidata in ambito software. A queste si uniscono anche le riedizioni mini di console e computer d’epoca. Un ammodernamento che serve tanto a riesumare vecchie glorie ed a rendere godibili alcuni classici in modo “ufficiale”, quanto a vivacizzare i più nostalgici ed anche a dividerli visto che queste “macchine” da sempre dividono il pubblico tra puristi e non.

A questo giudizio non si sottrae il THEC64 Mini, ovvero la riproposizione in miniatura del celebre Commodore 64, uno dei computer ad 8 bit che ha scritto pagine indelebili nella storia dei videogiochi da casa ma anche dell’informatica in generale. Questa operazione firmata da Retro Games LTD nasce dopo quelle fatte da Nintendo e concretizzate nei mesi scorsi quando la casa della grande N propose dapprima il Nes-Mini e poi il Classic Mini Snes ovvero le tanto amate console in miniatura ad 8 e 16 bit.

Ma torniamo a lui, al THEC64 Mini, annunciato ufficialmente nel corso della Games Week di Milano ad ottobre 2017 e che ha fin da subito fatto parlare di sé. Il motivo è presto detto: riportare in auge un computer nato originariamente nel 1982 ma capace di piazzare centinaia, se non migliaia, di titoli storici, non è per niente una cosa semplice. Il vecchio C64 è stato anche in grado di tenere banco per diversi anni e di resistere fino ad inizio degli anni ’90 in un mercato dove dominavano i computer e console a 16 e 32 bit. Paul Andrews (che guida il progetto più ampio finanziato su IndieGoGo il quale prevede anche la distribuzione di un C64 in scala 1:1), e soci hanno dovuto lavorare duramente per portare sul mercato il THEC64 Mini che è arrivato nei negozi a fine marzo scorso.

Aperta la confezione dalle ridotte dimensioni, spicca subito l’inconfondibile sagoma in scala ridotta (si parla del 50% in meno ma ad occhio e croce pensiamo che l’originale sia ancora più grosso del doppio, ndr), del caro “biscottone”, ossia il computer ad 8 bit di casa Commodore col vecchio case. La tastiera è solo figurativa: non funziona e questo per chi ama l’hardware originale è comunque un duro colpo. Inoltre, c’è da segnalare che non porta con se la dotazione dei comandi Basic che imperavano nella tastiera originaria. Ma, all’atto veramente pratico, parliamo di “peccati veniali” perché le due porte USB permettono di attaccare una tastiera fisica e di utilizzare questo computer come se fosse un Commodore 64.

La dotazione parla anche di un cavo HDMI per la connessione ai televisori odierni, un cavo USB per l’alimentazione (ma non c’è il trasformatore e quindi baserà anche quello del proprio cellulare ad esempio o uno che supporti USB e 5V), di un joystick (simile al Competition Pro) che però non è dotato di microswitch. La vera nota dolente, se vogliamo, è proprio questa. Il controller vuole replicare uno dei più famosi joystick dell’epoca ma si ha una sensazione di fragilità. In giro si è parlato anche di leggero imput lag. Riteniamo che questa sia una sorta di problema fisico più che hardware perché se meniamo come fabbri sulla leva il tutto risponde come dovrebbe. Il problema, semmai, è la resistenza di questo joystick che oltre ai classici pulsanti fuoco è dotato di  due tasti triangolari quasi alla base della leva e quattro pulsanti indietro sulla parte superiore della base. Uno di questi (quello posto a destra) serve ad attivare alcune il menu per selezionare opzioni come ad esempio l’attivazione della tastiera virtuale che magari non sarà comodissima ma che è comunque sempre meglio di niente, o per navigare tra altre parti dei menu.

Le note positive, però, sono tantissime. A cominciare dal software in dotazione. L’emulatore gira su un sistema Linux ed è aggiornabile tramite chiavetta USB. A tal proposito il firmware è già stato aggiornato una volta e presto arriverà un nuovo miglioramento che interesserà alcune funzionalità interessanti.

Il sistema permette fin da subito, chiavi in mano, di poter scegliere e divertirsi con uno dei 63 giochi (uno è il Basic che certamente non si può definire gioco, ndr), preinstallati. Questo grazie ad un’interfaccia utente molto intuitiva accompagnata anche dalle immagini dei titoli e da una breve descrizione. Il tutto è accompagnato da un motivetto realizzato da Matt Gray, uno degli eroi del SID (il chip sonoro del C64, ndr).  Ed è bene ricordare che una volta avviato il gioco non si dovrà aspettare il caricamento dei dati che anche su disco si tramutava in un’attesa di qualche minuto. Selezionato il titolo, questo si avvierà in modo istantaneo.  Ovviamente si possono anche scegliere i filtri grafici da utilizzare, il formato (Pal, NTSC, 4:3 e così via) o selezionare la lingua. Tra le funzionalità è anche presente quella di salvare la partita in corso e riprenderla quando lo si desidera.

Tra i 63 titoli proposti nella line-up troviamo alcuni big e notiamo tante assenze, dolorose a nostro avviso ma inevitabili visto che comunque si ha a che fare con licenze e diritti. Inutile recriminare sul fatto che manchino tanti capolavori quali i due Turrican o la serie The Last Ninja e potremmo continuare all’infinto. È più corretto focalizzarsi su quel che c’è e di carne al fuoco ne abbiamo tanta.

Possiamo divertirci con titoli quali Armalyte, Boulder Dash, Creatures, i due Impossible Mission di Epyx, Rubicon (uno degli ultimi big usciti per il Commodore 64 ad inizi anni ’90), i divertentissimi California Games, World Games nonché i più seriosi (in palio le medaglie olimpiche) Winter Games e Summer Games II, ma anche a capolavori artistici quali i due Cybernoid, o fare concitate partite ai due Speedball o ammirare gli effetti parallasse e l’ottima colonna sonora di Hawkeye. Sono presenti classici di tutti i tempi come Pit Stop II ed Uridium.

Il resto dei titoli è sicuramente di buon livello e rappresenta vecchie glorie magari non così tanto famose, ma è inutile recriminare più di tanto anche perché il THEC64 Mini offre la possibilità di aggiungere ulteriori giochi tramite USB. La procedura è un po’ complicata: bisogna sostanzialmente inserire i file immagine dei giochi in formato dischetto (.D64), metterli in una chiave USB formattata in FAT32. Non ci sarà bisogno di usare cartelle ma bisognerà rinominare il file in “THEC64-drive8.D64”. Si deve poi avviare la chiave avviando il Basic ed inserire i seguenti comandi: LOAD “$”,8 e poi LIST. Selezionare il programma digitando il comando: LOAD “X”,8,1 dove X sta per il nome del programma. Se non si avrà un avvio automatico, basterà digitare RUN.

Tale operazione è macchinosa e sicuramente non è il massimo soprattutto per quei giochi che risiedono su più dischetti. Poco male: a breve arriverà un nuovo aggiornamento che si occuperà proprio di questo e di semplificare ulteriormente questa manovra che comunque non è impossibile e permette di ampliare a proprio piacimento la libreria di titoli a dismisura.

Ma cosa fa funzionare tutto ciò? Cosa abbiamo dentro il cofano? Gli sviluppatori parlarono nel corso di un’intervista di un hardware paragonabile a quello presente nel Mini-Nes. Nelle varie prove fatte sotto la lente di ingrandimento di appassionati e smanettoni abbiamo finalmente scoperto cosa c’è effettivamente.
Troviamo quindi una scheda A20 Allwinner che monta un dual core Cortex A7 mentre la grafica è gestita dalla Mali-400, una piattaforma ARM con HDMI 1.4. Ram da 256 MB e Rom da 256 MB. Su questo gira il firmware di cui vi abbiamo parlato in precedenza. Né più, né meno.

INFO UTILI

Cosa c'è nella scatola? La console THEC64 MINI, un joystick classico, un cavo HDMI, un cavo USB per l’alimentatore (adattatore USB AC non incluso).

Struttura
  • Modalità di visualizzazione NTSC & PAL (60 & 50 Hz).
  • Opzioni filtro pixel (nitide, CRT, emulazione scanline).
  • Funzioni salva & ricomincia.
  • Firmware aggiornabile tramite chiavetta USB.
  • 63 giochi pre-installati con possibilità di aggiungerne altri tramite chiavetta.

Il THEC64 Mini farà sicuramente ancora parlare di sé. Ed è sicuramente destinato a spaccare in due il pubblico. A nostro avviso, riteniamo che ci sia spazio per tutti. Il discorso che la tastiera non funzioni a livello affettivo può far male (così come la mancanza di molte vecchie glorie nella fornitura base di giochi), ma si può soprassedere perché è possibile collegare una tastiera tramite USB e stesso dicasi per la possibilità di caricare le immagini dei giochi esterni ed aggiungerli alla libreria.

Tra le note positive anche la presenza di diversi titoli che hanno fatto epoca perché comunque non ci si può certo lamentare di titoli come Uridium, Armylate, Rubicon, Cybernoid 1 e 2, Rubicon, Speedball 1 e 2, Boulder Dash e qualche altro. Ottima la possibilità di aggiornare il file di sistema nonché la line-up dei giochi sempre tramite chiavetta. Decisamente peggio va sul fronte controller.

La speranza è che con i prossimi aggiornamenti, venga aggiunto il supporto ai joypad moderni. In conclusione, se si è appassionati nel modo giusto o se si vuole scoprire un pezzo di storia dei videogiochi e dell’informatica, è opportuno quanto meno pensarci. Se siete integralisti ed i difetti appena descritti sono troppo grandi, allora passate oltre. Riteniamo comunque che si tratti di una produzione con tante luci e qualche ombra utile, comunque, a rinverdire il mito ad 8 bit di casa Commodore.

 

 

 

Edoardo Ullo

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