Recensione

His Dark Materials, la scommessa di BBC e HBO

Non è la prima volta che His Dark Materials (Queste Oscure Materie) e i suoi personaggi tentano l’attraversamento mediatico dalla carta alla “pellicola”.
Correva l’anno 2007, infatti, quando il regista Chris Weitz portò al cinema La Bussola d’Oro, adattamento del primo dei tre romanzi che compongono la fortunata trilogia fantasy di Sir Philip Pullman. Purtroppo però, nonostante una produzione e un cast tutt’altro che di second’ordine, tra le cui fila spiccavano i nomi di Nicole Kidman e Daniel Craig, il film si rivelò non proprio esaltante, anche in termini di botteghino, determinando la fine delle scorribande cinematografiche di Lyra Belacqua e compagni.

Oltre un decennio è passato e nel frattempo il fantasy è stato sdoganato anche sul piccolo schermo grazie soprattutto al successo clamoroso di Game of Thrones ad opera di HBO. Quale momento migliore dunque per ritentare? Questo deve essere stato il pensiero della BBC quando ha ordinato, già nel 2015, la prima stagione della serie, tra i cui produttori esecutivi figura lo stesso Philip Pullman. In aiuto di BBC, nel 2018, è poi arrivata proprio il network HBO in veste di co-produttore e distributore internazionale.

 

Fantasy in the UK

Il mondo di His Dark Materials è una sorta di realtà alternativa alla nostra in chiave vagamente steampunk. Oxford e Londra, ad esempio, sono esattamente al loro posto e con il loro nome, seppur decisamente diverse (Oxford è comunque sede di una sorta di eccellenza accademica, il Jordan College). Non esistono aerei e ci si muove con dirigibili di varia dimensione.
In questo peculiare universo ogni essere umano è affiancato da un daimon, un animale parlante che rappresenta una sorta di estensione dell’anima di ciascuno e che è letteralmente inseparabile dal suo umano di riferimento.
Sfortunatamente questa affascinante Europa alternativa sembra essere governata in larghissima parte dal Magisterium, una sorta di governo dittatoriale di stampo religioso, fortemente gerarchizzato e occupato a tenere nascosta ogni forma di conoscenza “non autorizzata”.

Un lavoro di scrittura esemplare coadiuvato da scelte di casting a dir poco perfette

In questo peculiare contesto faremo ben presto la conoscenza di Lyra Belacqua, una ragazzina orfana di entrambi i genitori e dal carattere indomabile e selvaggio, affidata in fasce al Jordan College da suo zio Lord Asriel, studioso e viaggiatore, figura misteriosa e sfuggente in aperta opposizione all’oscurantismo del Magisterium.
Ben presto le mura del college di Oxford non saranno più sicure per la giovane Lyra, evidentemente dotata di caratteristiche peculiari che la rendono oggetto di pericolose attenzioni, e sarà costretta a intraprendere un viaggio di formazione e avventura in compagnia del suo daimon Pan.

Storie di uomini e di mondi

I personaggi che incontreremo al fianco di Lyra sono davvero numerosi. Tuttavia il lavoro di caratterizzazione svolto su ciascuno di questi comprimari è estremamente raffinato e non si ha mai la sensazione di trovarsi di fronte ad un personaggio “secondario”. Ognuno di loro è mosso da motivazioni coerenti e credibili, senza alcuna forzatura o deus ex machina.
Un lavoro di scrittura esemplare coadiuvato da scelte di casting a dir poco perfette, a partire dalla giovane e bravissima Dafne Keene (già ammirata in Logan), passando per la semplicemente straordinaria Ruth Wilson nei panni della signora Coulter (membro di spicco del Magisterium), fino ad arrivare al paterno e toccante Farder Coram interpretato da James Cosmo. Ottimo anche il lavoro della ormai star James McAvoy nei panni di Lord Asriel, nonostante la presenza decisamente centellinata nei primi 4 episodi.
Ottimo anche il lavoro svolto sui personaggi di secondo piano, interpretati con maestria da abilissimi caratteristi britannici (ad esempio i membri delle alte sfere del Magisterium).

 

Il lume della ragione

Se non siete, come il sottoscritto, dei conoscitori dell’opera originale, ad un primo approccio His Dark Material potrebbe sembrarvi un fantasy piuttosto canonico con una storia di formazione e avventura piuttosto in linea con gli standard di genere. In effetti la storia della povera orfanella destinata a salvare il mondo è un cliché abbastanza tipico, tuttavia le tematiche che His Dark Materials riesce a mettere sul piatto, nonché gli sviluppi che ne conseguono, riescono ad elevare notevolmente l’opera e a renderla decisamente più matura di quanto potrebbe apparire ad uno sguardo superficiale.
In una certa misura, ad esempio, la lotta per la conoscenza tra accademici e Magisterium risulta persino attuale in un’epoca, la nostra, in cui il sapere accademico viene spesso messo in discussione dal leader politico di turno e la mistificazione della realtà diventa potente strumento di propaganda.

Forse si può criticare a His Dark Material una distinzione un po’ troppo netta tra bene e male, buoni e cattivi, soprattutto dopo anni di Game Of Thrones. Personalmente non lo ritengo un difetto vero e proprio, più che altro una scelta (si potrebbe imputare lo stesso difetto a tanta produzione fantasy classica a partire da Tolkien) ed è comunque un elemento da valutare più chiaramente dopo una visione di insieme dell’intera prima stagione.

Una co-produzione muscolare

Il valore produttivo di questo nuovo adattamento seriale di His Dark Material è davvero clamoroso e surclassa nettamente il film del 2007. La direzione artistica è perfetta e rende il mondo rappresentato credibile e affascinante. Tutto è curato alla perfezione, dal design degli aeromobili alla geografia dei luoghi, fino agli splendidi costumi. Una menzione d’onore meritano, a tal proposito, i costumi e le imbarcazioni dei Giziani, una sorta di popolo Rom che incrocerà ben presto la strada con quella della protagonista, davvero splendidi, come anche gli eleganti tailleur della signora Coulter.
Straordinaria anche la fotografia (e il color grading), espressiva senza sfociare mai nell’eccesso, capace di rendere gli ambienti palpabili e concreti. Ottime anche le regie che si alternano nei vari episodi, con qualche piccolissima sbavatura qua e la, e il montaggio, sempre funzionale nel mantenere l’alternanza tra i vari personaggi e storyline, nonché abile nella costruzione della tensione.

Il valore produttivo di questo nuovo adattamento seriale di His Dark Material è davvero clamoroso

Un plauso va poi tributato agli effetti visivi, davvero straordinari, in particolar modo per la rappresentazione di daimon e orsi, la cui recitazione digitale è tra le migliori che ci sia capitato di vedere. La presenza dei daimon è inoltre veramente cospicua, con numerosissimi shot dedicati, e funzionale al racconto. Un trattamento che, sono certo, tutti i fan di Game of Thrones avrebbero voluto vedere nella serie HBO sugli amati e purtroppo bistrattati metalupi.

 

Se la seconda metà di questa prima stagione di His Dark Material saprà mantenere il livello qualitativo di questi primi 4 episodi sono abbastanza certo che la serie potrà andare anche oltre la seconda stagione (già ordinata da BBC) e catturare un’ampia fetta di pubblico, trasversale per gusti ed età.
Insomma davvero un ottimo inizio che gli spettatori italiani potranno godersi su Sky Atlantic a partire dal primo gennaio 2020.

Leonardo Alberto Moschetta

Appassionato di videogiochi dal lontano...ehm..troppo tempo. Amo ogni genere di audiovisivo, in particolare il cinema, al punto da aver trasformato in lavoro questa mia passione. Tra le altre mille passioni: Giappone, Cibo, Vino, Musica, un po'di sport (il fantacalcio conta?), letteratura, fumetti e...

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  • Una delle serie tv che più attendo in assoluto, che hype! Ho letto il romanzo di Pullman e teoricamente so già cosa aspettarmi. Speriamo che la trasposizione su schermo non deluda le altissime aspettative che ci sono. A giorni finisco The Witcher su Netflix; dopodiché sarò prontissimo per His Dark Materials.

    • Non te ne pentirai. Ci sono alcuni cambiamenti rispetto al romanzo per adattarsi al nuovo medium (ad esempio si seguono più storyline contemporaneamente) e ne risulta secondo me un ottimo prodotto, con un altissimo valore produttivo è un ritmo perfetto.

  • Hai proprio acceso la mia curiosità Boss. Non conosco né l'autore, né i romanzi e neppure il film... 😅
    L'unico problema sarà aspettare la trasmissione su altri lidi, Sky non ce l'ho proprio. 😁🍻

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