Deve essere molto difficile per Sony comunicare quanto sia innovativo il suo nuovo controller DualSense in un anno in cui fiere, eventi di settore e classici provati per la stampa non sono stati sfortunatamente possibili. Ed è ulteriormente un peccato quando uno studio talentuoso come Asobi Team ha confezionato quella che è probabilmente la più completa, longeva e articolata tech-demo che sia mai vista come Astro’s Playroom. Questa è la recensione di Gameplay Cafè.
Proposto gratuitamente, e preinstallato, in ogni nuova PlayStation 5, il titolo dell’adorabile robottino ormai mascotte della nuova console, può essere tranquillamente considerato un videogioco a sé stante, e il termine tech-demo gli sta effettivamente strettino. Questo perché di fronte alla longevità ridotta, circa due ore per portarlo a termine e almeno il doppio per arrivare al trofeo Platino, la qualità del prodotto è innegabile e averlo già installato fa si che esso sia probabilmente il primo gioco che avvierete nell’attesa del download di altri acquisti. Dopo una breve demo sulle caratteristiche del controller DualSense, il gioco ci catapulta nell’hub da cui accedere a tutti i livelli e è da qui in poi che vi si stamperà un sorriso sul volto che non scomparirà per tutto il resto della partita.
Astro’s Playroom è essenzialmente un platformer tridimensionale, che recupera tanto da titoli come Super Mario 3D World, con livelli piuttosto brevi e lineari ma molto curati in ogni minima meccanica e interazione. C’è ben poco spazio per ripetizioni o meccanismi stancanti, in un costante bombardamento di novità e tipologie di gameplay che mantengono l’esperienza freschissima durante tutto il tempo di gioco. Il livello di difficoltà del titolo è veramente basico, quasi inesistente, e va a rendere il pacchetto una sorta di passeggiata celebrativa alla console e alla sua storia, fruibile da qualunque pubblico. Completate le circa due ore di gioco, una modalità speedrun con dei livelli custom mantiene vivo il titolo, grazie anche alla facilità con cui PlayStation 5 permette di accedere ai livelli con le nuove card attività. Premendo infatti il tasto home si possono visualizzare diversi livelli a disposizione, il tempo, la percentuale di completamento e la possibilità di entrare in partita premendo un dopo un caricamento essenzialmente inesistente.
Il titolo sprizza entusiasmo da tutti i pori.
La maggior parte dei livelli è piuttosto tradizionale in quanto gameplay platform, ma il piatto forte è ovviamente rappresentato dalle interazioni con il nuovo DualSense. Astro’s Playroom è infatti totalmente costruito intorno all’idea di esemplificare ognuna delle novità del controller. Ogni passo del piccolo robottino è restituito da vibrazioni del feedback aptico di differente natura in base al materiale calpestato; la pioggia di alcuni livelli crea sottili ticchettii nella parte superiore della scossa mentre le scosse elettriche fanno vibrare violentemente ogni parte con una precisione e uno spettro nella forza delle vibrazioni assolutamente mai visto in qualunque controller finora. Ancora meglio del già fantastico feedback aptico sono i trigger adattivi: messi in lustro da diverse meccaniche, questi possono creare diversi livelli di resistenza oppure varie scale di clic o rumble direttamente sul grilletto.
Il miglior esempio è rappresentato da un livello in cui, nei panni di un robot scimmia, ci si inerpica su una parete da arrampicata e ogni punto di aggancio genera un netto clic sul trigger che si rilascia poi riscattando all’indietro come fosse una molla. Le parole non sono ovviamente sufficienti a descrivere la peculiarità della risposta fisica e tattile di questi meccanismi ma siamo molto sinceri nel dire che sì, il DualSense così come è proposto può rappresentare una grandissima evoluzione nel campo dell’immersività dei controller di gioco, e Astro’s Playroom fa veramente di tutto per dimostrarlo. Alcuni meccanismi funzionano meno bene, come quelli che richiamano in ballo il touchpad del controller in maniera poco esaltante, ma complessivamente ogni singola meccanica fa ben sperare che titoli futuri come Ratchet & Clank: Rift Apart sapranno sfruttare queste lezioni.
Oltre a essere uno splendido viaggio in quello che è il controller DualSense, Astro’s Playroom è inoltre un tributo nostalgico, quasi da lacrimuccia costante, all’intera storia del brand PlayStation. Una colonna portante del mondo dei videogiochi con più di venticinque anni sulle spalle, tutti rappresentati con amore, passione e dovizia di particolari nei livelli di gioco. Dai cameo di personaggi delle IP Sony e terze parti, a modelli collezionabili ultra dettagliati di console e periferiche, fino alle emozionanti schermate di fine livello con interfaccia e musica delle console passate, Astro’s Playroom è quanto di più riuscita potesse essere una celebrazione del giocare su piattaforme Sony da quando esse esistono. Il titolo stesso è anche tematicamente ambientato all’interno di PS5 stessa, con un hub centrale e mondi con livelli nominati come le componenti della console: CPU, GPU, Memoria e SSD che vanno quindi ad esemplificare tutte le parti del nuovo gigantesco hardware.
La realizzazione tecnica non è il fiore all’occhiello della produzione, eppure Astro’s Playroom riesce a deliziare anche da questo punto di vista grazie a texture ricche, modelli graziosi e una pulizia dell’immagine perfetta data dalla risoluzione 4K nativa con una fluidità perfetta a 60fps. Non sarà certamente questo il titolo che vi delizierà gli occhi con le sue qualità next-gen – per quello potete rivolgervi all’illuminazione dinamica di Demon’s Souls o al Ray Tracing di Spiderm-Man Miles Morales. Inoltre, c’è da notare come molti asset del titolo sono evidentemente riciclati dalla produzione precedente di Asobi, AstroBot Rescue Mission, senza però scadere nel copia-incolla grazie al filtro “storia di PlayStation” attraverso il quale è stato passato l’intero insieme. Parlando invece della colonna sonora, anche questa riprende il suono e le melodie in salsa Rockets dei titoli passati del robottino Astro, anche in questo caso con qualche variazione sul tema, per un risultato divertente all’ascolto. Lavoro pregevole è inoltre stato svolto sull’effettistica sonora che impreziosisce le interazioni con il DualSense ed il suo piccolo altoparlante, e dona un emozionante effetto nostalgia con le molte musiche provenienti dal passato di PlayStation e delle sue interfacce: dall’orchestrale intro alla XMB, all’onirica e disorientante melodia di avvio di PlayStation 2.
Ho giocato ad Astro's Playroom per circa quattro ore con la copia preinstallata nella PlayStation 5 acquistata personalmente.
DurataCome commentare quindi la nuova piccola produzione Asobi Team? Riprendendo Jim Ryan ed il suo “We’ll let the games do the talking”, possiamo effettivamente confermare quanto Astro’s Playroom sia effettivamente un gioco che parla molto, e lo fa decisamente bene. Narra al giocatore della splendida storia di successo del brand PlayStation e racconta di cosa potrà fare non solo il DualSense, ma anche l’ecosistema di PlayStation 5 con i suoi caricamenti istantanei e le attività delle nuove card della UI. Dopo aver completato questa piccola perla, non vediamo l’ora di vedere l’impatto che questo concentrato di splendide idee avrà su tutti gli sviluppatori dei titoli che giocheremo in futuro su PlayStation 5.
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Si merita il mio platino, adorabile <3
Sono pochi i titoli che suscitano la mia attenzione fino a questo punto, ma il mix di gameplay e nostalgia che presenta Astro's Playroom è veramente unico. Chi avrebbe mai pensato che una tech demo mi sarebbe piaciuta così tanto...
Penso che definirla tech-demo sia limitativo, è un gioco a tutti gli effetti. E che gioco, mi verrebbe da dire. Allegro, divertente e colorato e per giunta totalmente gratuito. AstroBot ha il potenziale per diventare la nuova mascotte di casa Sony, speriamo venga sfruttata a dovere anche in futuro. Il fatto, poi, di trovare il gioco già precaricato, installato e pronto all'uso alla prima accensione della PS5 strappa ben più di un sorriso. Grande trovata di Sony. Se in futuro uscirà un capitolo completo della serie, avranno i miei soldi.