Recensione

Mortal Kombat 11: il nostro giudizio definitivo

Era il 1992 quando quell’urlo squarciò per la prima volta con frenesia il cielo e il silenzio: il grido di guerra “Mortal Kombat” nasceva non solo dalla ferocia dei kombattenti ma anche dall’unione delle voci dei giocatori. La sua liberazione rappresentava l’avvento di una nuova generazione, la sopraggiunta maturità di un pubblico che bramava qualcosa di diverso. Perché in fin dei conti è così che ci si sente a essere un fan di Mortal Kombat, quasi facenti parte di un gigantesco collettivo, unito, fantasioso, sempre in competizione, amante della violenza visiva e demistificata. Riascoltare quelle note al sintetizzatore nel filmato di lancio di Mortal Kombat 11 avrà sicuramente fatto scendere ben più qualche lacrima sul viso dei nostalgici. La mancanza dei bei tempi andati non è però l’unico fattore a rendere così insostenibile l’attesa per un nuovo capitolo della suddetta saga, bensì trovano spazio tanti altri elementi che le conferiscono una statuaria solidità. L’esperienza di Boon, ossatura calcificata di tutta la serie, regge un biblico golem armato di tutte le conquiste ottenute nel corso del tempo. Un nuovo tipo di narrazione, riscoperto durante la scorsa generazione di console, si sposa ai progressi tecnici, alle innovazioni di Injustice e a un sistema di combattimento capace di soddisfare sia i neofiti sia i giocatori più navigati. Innumerevoli volte le lande del Regno Esterno e le sale macabre del Netherrealm si sono tinte di rosso, adornate dai cadaveri caduti come fossero trofei: non esistono buone ragioni per non serrare i pugni, affilare le lame e urlare all’unisono “Mortal Kombat”. Dopo ore di meditazione al tempio Lin Kuei, siamo pronti a dirvi cosa ne pensiamo della nuova opera dello studio di Chicago.

La lettura di un vasto approfondimento circa la trama di un picchiaduro non è di certo ciò che un lettore si aspetterebbe da una recensione. Fortunatamente gli sceneggiatori di NetherRealm Studios sono riusciti ancora una volta a demolire questo taboo, stupendo chiunque con una storia appagante e interessante. Gli eventi narrati in Mortal Kombat 11 hanno inizio proprio con la conclusione del capitolo precedente. L’influenza del dio anziano Shinnok ha reso Raiden – da sempre protettore della Terra – ancor più furioso, spietato verso gli invasori che a lungo si è limitato a respingere, intenzionato stavolta a muovere guerra verso quest’ultimi. Infastidita per i grandi e continui sconvolgimenti causati dal dio del tuono allo scorrere del tempo, la custode del continuum Kronica decide di riscrivere la storia, per creare una nuova era in cui il kombattente dal cappello a punta non esista. Per mettere in atto il suo catastrofico piano, la nuova antagonista ha bisogno di alleati potenti, provenienti da diverse epoche: si aggiungono quindi ai suoi ranghi non solo Liu Kang, Kung Lao, Jade e Kitana – ancora nelle vesti di non morti – ma anche Shao Khan, Skarlet, Baraka, i cyborg del Lin Kuei e tutti i caduti per mano di Raiden nel passato. La potente distorsione temporale ha portato alla sovrapposizione delle due epoche, consentendo non solo la coesistenza delle versioni giovanili e adulte dei beniamini terrestri ma anche la scomparsa del dio del fulmine. Gli eroi provenienti dal primo torneo fra i regni si uniscono quindi alle proprie versioni del futuro, per lottare assieme contro la macchinazione di Kronica e impedire il cataclisma. A siparietti comici, situazioni imbarazzanti e puro fan service si aggiungono epiche battaglie, momenti carichi di pathos e numerosi colpi di scena.

Qualora si scelga di giocare con l’alterazione del tempo e degli avvenimenti di una determinata saga, commettere imbarazzanti scivoloni potrebbe essere più facile di quanto non si creda. Si rischierebbe di coinvolgere troppi personaggi – ammassandoli in un solo grande episodio come in un revival dei Power Rangers – oppure di confondere il giocatore con vicende eccessivamente intricate. Ringraziando gli Dei Anziani, non è questo il caso: gli sceneggiatori hanno confezionato un prodotto eccellente, con la creazione di un intreccio corposo, coerente, credibile e senza forzature. Potrebbe accadere che il giocatore storca il naso di fronte ad alcuni dialoghi o combattimenti – talvolta non proprio utili allo scorrere della trama – ma questi, fortunatamente, sono piuttosto rari e sorvolabili. Eccellenti non solo le scelte registiche, sempre considerando il genere in questione, ma anche la direzione del doppiaggio nostrano. Per quanto un paio di personaggi non siano stati ricoperti con particolare efficacia, la maggior parte dei protagonisti nascondono le voci di nomi d’eccezione, come Claudio Moneta e Lorenzo Scattorin. Seguendo il medesimo canovaccio del precedente capitolo, anche la modalità Storia di Mortal Kombat 11 è divisa in capitoli, ognuno dedicato a uno o più personaggi. In ciascuno di essi, dovremo combattere in quattro o cinque incontri prima di proseguire verso la conclusione. A proposito dell’arcicattivo di turno, Kronika è senza dubbio un’antagonista di ottima caratura, con una personalità di spessore e uno scontro finale sicuramente più entusiasmante di quello con Shinnok in Mortal Kombat X. Con una durata che spazia dalle cinque alle sette ore di gioco – in base alla difficoltà selezionata – il single player della nuova opera di NetherRealm Studios diverte e convince, restando fedele alle nuove basi gettate nel 2011 e al contempo celebra il grande universo sopra le righe partorito nel lontano 1992.


Con la sua commistione tra folklore orientale, fantasy occidentale e film d’azione hollywoodiani, il mondo ideato da Ed Boon e John Tobias può attingere a un immaginario affascinante, sempre foriero di nuove ispirazioni e questo undicesimo episodio ne è l’inno ideale.


I combattimenti all’ultimo sangue non si limitano però alla sola Storia: a condire un’offerta mastodontica ci pensano numerose modalità aggiuntive, che garantiscono un valore di gioco impressionante. Si parte quindi con le Torri, un caposaldo della serie fin dai suoi albori, oggi rinnovate e ancora più divertenti che in passato. Quelle Klassiche, di lunghezza variabile, propongono una sequela di scontri come la più canonica delle modalità arcade, riservando un filmato finale – realizzato con bozzetti e disegni – per il personaggio selezionato. Durante le nostre scalate possiamo inoltre utilizzare dei consumabili, vale a dire oggetti che ci garantiscano un piccolo vantaggio in combattimento. Un particolare guanto può ad esempio far intervenire Cyrax e la sua rete laser, mentre i dardi a base di sangue di Skarlet ci rendono invulnerabili al sanguinamento per un breve lasso di tempo. Tutti questi ingegnosi gadget possono essere ottenuti facilmente all’interno della Kripta, della quale parleremo a breve. Le Torri del tempo invece possiedono regole speciali basate sul loro tema, presentando malus e bonus da sfruttare contro i nostri avversari. L’accesso alle succitate è però limitato: alcune saranno disponibili per un giorno intero, altre solo per qualche ora. È consigliabile quindi affrettarsi poiché – al pari delle Torri Klassiche – anche le sfide a tempo ricompenseranno gli sforzi profusi con numerosi premi. In base al punteggio totalizzato, è possibile non solo ricevere buoni quantitativi d’oro ma anche risorse per il crafting, pezzi per l’equipaggiamento, consumabili ed emblemi per abbellire la Kombat Kard.

Torri Klassiche
Torri Del Tempo

Precedentemente menzionata, grazie alla Kripta è possibile sbloccare una marea di oggetti e accessori. Quella contenuta nella nuova edizione di Mortal Kombat è però una tesoreria totalmente inedita. Innanzitutto ci troveremo a percorrere le sale e i meandri dell’isola segreta di Shang Tsung, dal quale veniamo accolti – fin troppo sospettosamente – con grande ospitalità. I corridoi lineari in prima persona sono stati sostituiti con il controllo di un ninja anonimo, il tutto con una veste action e con telecamera alle spalle. All’interno della Kripta, oltre ai consueti forzieri, possiamo trovare svariati artefatti – come il martellone di Shao Khan – coi quali farci strada e risolvere piccoli enigmi ambientali. L’idea è quantomeno azzeccata per svecchiare e rendere più appetibile una componente fondamentale dell’intera esperienza. I controlli però non rispondono certo alla perfezione, con movimenti a volte tanto rapidi e imprecisi da farci avere l’impressione di camminare sul sapone. Tale difetto è tuttavia perdonabile per intero, specie se si tengono a mente le condizioni in cui riversava la suddetta modalità. Scoperchiando i bauli tramite le apposite valute (oro, gemme e cuori), si ottengono non solo armi, skin e gadget per i nostri kombattenti, ma anche migliorie da equipaggiare e materiali per costruire altri consumabili da usare nelle Torri. Tutto questo ben di Dio Anziano rivela quella che è una delle più grandi innovazioni dell’undicesimo capitolo, ereditata in parte dall’ottimo Injustice 2. Stiamo ovviamente parlando del sistema di personalizzazione, una componente tanto appagante quanto profonda. Ogni personaggio ci viene introdotto con due diverse varianti, differenti sia per parco mosse che aspetti estetici. In aggiunta, è possibile creare nuove build per i kombattenti partendo da zero: il gran numero di accessori – dalle maschere alle armi – favoriscono la nascita di versioni uniche e originali, da plasmare secondo le nostre preferenze. Nella Kollezione potrete ammirare tutto ciò che avrete finora acquisito, incluse le ricette per le creazioni, i bozzetti e i filmati finali di ciascun lottatore. Per ammirare tronfi il vostro genio creativo, un’apposita Photo Mode consente d’immortalare in posa i modelli. I set di nostra creazione possono essere anche utilizzati contro avversari online, una modalità della quale vi parleremo in maniera approfondita in un secondo editoriale totalmente dedicato. Prima di cimentarvi nelle sfide contro altri giocatori in carne e ossa, sarebbe bene sottoporsi ai propedeutici allenamenti tramite l’omonima sezione. Oltre allo sparring libero, ideale per testare nuovi stili e kombattenti, Mortal Kombat 11 propone anche un Tutorial, con il quale apprendere le basi del sistema di combattimento, e l’Allenamento Fatality. Quest’ultimo è uno spazio riservato alla pratica nelle mosse finali, le quali sono numerose (ben due per personaggio) e con metodi d’attivazione differenti. Non mancano ovviamente i classici scontri in locale, perfetti per rovinare le più durature delle amicizie, impreziositi non solo dal gran divertimento derivante dallo stile unico di Mortal Kombat, ma anche dall’ottimo roster e da un numero d’arene sufficientemente elevato. Seguono infine le ultime due modalità secondarie, vale a dire il Torneo e la Battaglia IA: mentre la prima ci consente di sfidare un amico, tenendo conto del numero di vittorie e senza poter consultare l’elenco mosse, la seconda rappresenta l’erede naturale della Guerra tra Fazioni del decimo episodio, stavolta davvero interattiva. In poche parole, il giocatore è chiamato a formare piccoli gruppi di difensori e attaccanti gestiti dall’intelligenza artificiale e inviati a combattere contro altri sfidanti online. Anche di questa modalità provvederemo a fornirvi ulteriori informazioni in seguito.

Qualora abbiate avvertito – nonostante una militanza pluriennale all’interno della serie – una certa differenza col gameplay dei capitoli precedenti, non abbiate paura, è assolutamente normale. Il sistema di combattimento di Mortal Kombat 11 eredita gran parte degli elementi del precedente episodio, fondendoli sapientemente con alcuni tratti di Injustice 2. Il rischio di sentirsi dei pesci fuor d’acqua viene immediatamente fugato da un combat system sì rinnovato, ma anche accessibile sia ai neofiti sia ai veterani. Per quanto differisca dall’episodio dedicato al mondo DC sotto diversi aspetti, l’azione del titolo in questione risulta più lenta e compassata, con impatti fisicamente meno esagerati. Anche la scomparsa della corsa contribuisce allo svolgimento di scontri ragionati, dove sarà più semplice punire o essere puniti per una mossa dal timing scorretto. Onde evitare la nascita di casi come quello di Deadshot, siamo andati alla ricerca di personaggi dalle mosse fin troppo “spammabili” e fortunatamente non abbiamo ancora riscontrato simili eventualità. Le combo inoltre sono lievemente semplificate e spesso sono comuni tra molti combattenti, non escludendo che sia necessaria la dovuta pratica. A differenza di Mortal Kombat X, dove alcuni membri del roster faticavano nel risultare particolarmente appetibili, l’attuale parco lottatori fornisce i giusti strumenti per non annoiarsi mai e trovare sempre l’ispirazione. Gli sviluppatori hanno riposto gran cura non solo nella creazione dimosse variegate ma anche nell’offrire spessore a ciascun kombattente. Persino volti come Kotal Khan, D’Vorah e Jacqui Briggs – new entry dello scorso episodio – offrono elenchi di mosse completamente ridisegnati, oltre a un look generale molto più invitante. Trovano invece grandi conferme alcuni nomi già noti come Erron Black, mentre gli attesi ritorni dal passato (Noob Saibot, Kabal, Baraka, Shao Khan per citarne alcuni) e i nuovi debutti (Cetrion, Geras, Kollector) infondono rinnovata linfa vitale all’elenco. Tornando a concentrarci sull’azione vera e propria, Fatal e Crushing Blow sono andati a sostituire le sempre amate X-Ray: i primi sono l’esatto equivalente delle succitate, sbloccandosi però solo quando in fin di vita e – nel caso il colpo non vada a segno – si ricaricheranno dopo pochi istanti. I secondi invece sono versioni leggermente potenziate di mosse standard, eseguibili ripetendo un qualsiasi attacco più volte e conferiscono maggiore spettacolarità agli scontri. Vero fiore all’occhiello dell’intero sistema di combattimento restano ovviamente le Fatality, stavolta ancor più violente e fuori di testa… in tutti i sensi. Accompagnate da un gran numero di Brutality, alcune già sbloccate e altre da ottenere nella Kripta, troviamo ben due mosse finali dedicate a ciascun personaggio. Mentre alcune si mantengono canoniche, non distaccandosi molto da ciò che ci aspetteremmo da un determinato kombattente, altre sono capaci di stupire per immaginazione e comicità. Degna di menzione infatti è quella in stile ventriloquo di Johnny Cage, il quale spaccando in due l’avversario ne utilizza la parte superiore a mo’ di marionetta. Tornano anche le Easy Fatality, gettoni coi quali si possono avviare le suddette sequenze tramite la pressione di un singolo tasto, con conseguente perdita di stima – sappiatelo – da parte della comunità di appassionati. La consueta barra che gestiva contrattacchi, potenziamenti e X-Ray è stata eliminata per far spazio a due segmenti più piccoli: il primo è dedicato alle mosse difensive, mentre il secondo a quelle offensive ed entrambi si ricaricheranno col tempo e non più ricevendo o infliggendo danni. Riprendendo infine il tema della personalizzazione, è bene sottolineare come questa nasconda ben più che semplici fini estetici. Le nostre creazioni difatti saranno capaci di influenzare i combattimenti, in maggiore o minor grado, grazie non solo a moveset personalizzati ma anche a bonus intrinsechi nell’armamentario stesso, i quali andranno potenziandosi con l’esperienza acquisita dopo ogni scontro. Per la gioia dei più accorati, Mortal Kombat 11 consente infine di distribuire i punti abilità accumulati per ribilanciare i nostri personaggi, magari privilegiando le kombo, i kontrattacchi o le prese. Sebbene il feeling della lotta sia leggermente distanze da MK X e ricordi – in maniera seppur minima – Injustice 2, basterà davvero poco per sentirsi nuovamente a casa. Mortal Kombat sta cambiando, non solo dal punto di vista tecnico ma anche sul terreno di scontro e chi siamo noi per criticare il corso di un’evoluzione tanto piacevole?

Nessun giro di parole: Mortal Kombat 11 è una vera e propria gioia per gli occhi. Se il precedente capitolo vi aveva impressionati con uno strabiliante utilizzo dell’Unreal Engine 3, preparatevi a raccogliere – stavolta senza Fatality – la vostra mascella da terra. L’Unreal Engine 4 è capace risultati eccellenti non solo per quanto concerne le prestazioni ma anche per la qualità visiva nel complesso. I modelli dei personaggi sono stati costruiti ottimamente, forti di espressioni facciali che non fatichiamo a definire “tra le migliori di questa attuale generazione”. Ogni pezzo d’armatura scintilla, ogni attacco speciale sprigiona particelle di luce e il sangue sgorga copioso. In soldoni, ci siamo trovati dinanzi a una delle migliori rese dell’emoglobina che si siano mai registrate, con flussi densi, rilucenti e credibili ad accompagnare degli smembramenti degni di un film splatter. A perfezionare il tutto ci pensa un sistema d’illuminazione sopraffino, in grado non solo di rendere giustizia al look ispiratissimo dei personaggi ma anche alle arene più vaste, dettagliate, interattive e meglio realizzate dell’intera serie. Egregio quindi il lavoro degli illustratori, i quali hanno dato vita a immagini ricche di particolari, dove tutto è riprodotto con dovizia e amore. Chi non può fare a meno di masticare numeri sarà infine contento di sapere che Mortal Kombat 11 riesce tranquillamente a mantenere stabilmente i sessanta fotogrammi al secondo, con una risoluzione fissa di 1080p. Caricamenti rapidi, texture di ottima fattura e incredibile fluidità nei movimenti faranno la felicità degli amanti delle prestazioni.

INFO UTILI

Mortal Kombat 11 è stato testato su PlayStation 4. La recensione nasce dopo aver portato a termine la Storia, provato le modalità secondarie e aver esplorato per bene la Kripta. Sebbene si tratti della versione standard di PS4, il titolo di NetherRealm non ha avuto alcuna difficoltà a mostrare i muscoli. L'acquisto è praticamente obbligatorio per tutti gli amanti del genere.

Durata
  • Durata Storia: dalle cinque alle sette ore di gioco, in base alla difficoltà scelta.
  • Valore pressocché illimitato grazie al comparto multiplayer, agli scontri con gli amici e le Torri del Tempo.
Struttura
  • Trama divisa in 12 capitoli, ciascuno dedicato a uno o più personaggi e composto da tre o quattro incontri.
  • Picchiaduro classico con movimento lungo i due assi.
  • Ideale per la competizione.
Collezionabili e Extra
  • Armi, armature e gadget.
  • Materiali per il crafting dei consumabili.
  • La Kripta è sconfinata e custodisce Fatality, Brutality, costumi, bozzetti e tanto altro ancora.
Scheda Gioco
  • Nome gioco: Mortal Kombat 11
  • Data d uscita: 23 Aprile 2019
  • Piattaforme: Nintendo Switch, PC, PlayStation 4, Xbox One
  • Lingua doppiaggio: Italiano
  • Lingua testi: Italiano

Ancora con gli occhi fuori dalle orbite, siamo dunque giunti alla fine del nostro viaggio in Mortal Kombat 11. Il prodotto di NetherRealm Studios è senza dubbio uno dei migliori picchiaduro sulla piazza, nonché uno dei titoli più validi di questo già scoppiettante 2019. Il team di Chicago è riuscito a colpire nel segno e nel cuore, proponendo una storia ben narrata, coerente e con un nemico interessante, una marea di modalità accessorie e tanta, tantissima qualità. Chi ha iniziato a seguire da poco la serie o le si avvicinò già nel 1992 non potrà non amare questo undicesimo capitolo, un vero e proprio esempio di come l’occidente abbia ancora molto da dire nel campo dei fighitng game. L’enorme esperienza di Ed Boon e della sua squadra, unita al loro intramontabile amore per questa saga pluridecennale, sono perfettamente tangibili in Mortal Kombat 11, il quale viene innalzato a metro di paragone per gli altri esponenti del genere, rappresentando un grande ringraziamento ai fedeli appassionati: il fuoco del dragone non smetterà mai di bruciare finché ci sarà qualcuno pronto a urlare “Mortal Kombat”.

Farow

Un tempo avevo voglia di alzare il mondo. Ora al massimo alzo il volume alla TV.

View Comments

  • Che sia il miglior Mortal Kombat di sempre? Semplicemente SI!...se si parla della nuova generazione

    Ovviamente sono lontani i tempi di MK e MK2 ma la versione 11 riprende l'eredita lasciata.

    Se proprio vogliamo trovare il pelo nell'uovo, forse il roster abbastanza scarno con alcuni doppioni (famiglia Blade/Cage can yoy hear me?)
    Forse alcuni personaggi storici ritornerrano con i DLC(Reptile e Mileena in primis...spero)

    • Qualora quella lista leakata di DLC dovesse risultare veritiera avremmo un roster davvero allucinante. Sì è vero, avere tutta la famiglia Cage potrebbe dar fastidio come avere tante varianti di Goku e Vegeta in Dragon Ball FighterZ. Fortunatamente tutti i personaggi con le loro mosse sono stati caratterizzati così bene che ognuno di essi è un mondo a parte e ciò far venir voglia di provarli un po' tutti.
      Ps: se davvero mi mettono Spawn come personaggio è la fine

  • Complimenti per la recensione, non sono un fan della serie ne dei picchiaduro in generale ma dopo averla letta traspare proprio la passione e la voglia del recensore di trasmettere la sua esperienza con il gioco

  • Bellissimo, probabilmente è davvero il più bello o comunque, uno dei più bei Mortal Kombat di sempre.
    Non lo comprerò comunque fino a quando non sarà intorno ai €40, uno per una questione di possibilità personali, e due perché comunque prima o poi scende di prezzo.
    Allo stesso tempo, non vedo l'ora di giocarlo 😊
    Resto sempre dubbioso sull'online per quanto riguarda questo genere di giochi, raramente ho trovato gameplay fluidi nonostante che abbia una connessione 200mega (150effettivi e 20stabili in upload).

    • Sì il consiglio (nel caso in cui si desideri avere tutti i personaggi) è quello di attendere un'eventuale edizione tra un anno comprensiva di tutti i DLC. Comunque sia per quanto riguarda l'online tra pochi giorni troverai sempre su Gameplay Cafè un mio editoriale approfondito su tutte le modalità online e il loro effettivo funzionamento.

  • Ritorno su MK dopo avere dilapidato un patrimonio in sala giochi sul primo capitolo. Le premesse per una scelta che possa pagare tanto in divertimento ci sono tutte. Nel frattempo, vado a prenotare un lettino tutto mio in sala gessi per i prossimi mesi. 😂

  • Finalmente son riuscito a leggermi la recensione.
    Sinceramente mi aspettavo l'esito...davvero l'ennesimo ottimo lavoro dei ragazzi di Boon.
    Vista la politica dei DLC, come di consueto attenderò la versione 'GOTY'.
    Spiace anche a me per la mancanza di alcuni kombattenti storici, ma non si può avere tutto

  • Platform e picchiaduro sono i generi che meno seguo e "gioco" nel poco tempo libero che posso permettermi. Tuttavia nella minuziosa recensione che hai scritto, sei riuscito ad interessarmi particolarmente. Con entusiasmo resto in attesa della parte legata al multiplayer del titolo. Alla prossima. 😉

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