Recensione

Operazione Burnt Horizon: La recensione dell’ultima espansione di R6S

Rainbow Six Siege è da poco entrato nel suo quarto anno di vita e si prepara ad introdurre le numerose novità annunciate durante lo scorso Six Invitational, dopo una piccola sosta in Australia per l’operazione Burnt Horizon. Andiamo a vedere se il team di Ubisoft è stato in grado di offrire una buona esperienza ai giocatori con la mappa Outback ed i due operatori locali.

Ad ogni nuovo annuncio capita sempre di assistere ad un maggior interesse verso gli operatori, rispetto alla nuova mappa e quindi si tende a considerarli inconsciamente quasi come più importanti. Vorrei sovvertire questa usanza parlando prima proprio di Outback, in quanto si tratta di una delle mappe più interessanti che sono state rilasciate negli ultimi tempi. La struttura generale è piuttosto semplice ed il complesso in cui si tiene lo scontro è diviso in tre grandi strutture interconnesse tra loro, con tre punti di inserzione esterni, uno per ogni blocco del complesso.

L’hotel, il ristorante e il garage sono tutti è tre distribuiti su due piani e ben connessi fra loro, oltre che facilmente navigabili grazie alle dimensioni non esagerate dell’intera struttura. A ciò si aggiunge la presenza di numerosi accessi dall’esterno per le varie zone, oltre che di un buon numero di rampe di scale, le quali garantiscono maggiori possibilità di approccio agli obbiettivi, sia per i difensori esterni che per gli attaccanti.

Per la prima volta da molto tempo mi sembrava di conoscere l’intera mappa a menadito già dopo poche partite giocate

Sul lato artistico il lavoro degli sviluppatori si è concentrato maggiormente su un approccio diverso rispetto al solito, ossia sulla codifica delle varie zone tramite i colori, ad esempio il blu contrassegna il garage, il verde è proprio della cucina, mentre il giallo è riservato all’hotel. Tutto questo, unito ai soliti elementi caratteristici, aiuta sia l’apprendimento della struttura delle varie zone, sia la comunicazione fra compagni di squadra. Per la prima volta da molto tempo mi sembrava di conoscere l’intera mappa a menadito già dopo poche partite ed ho constatato di essere in grado di comunicare ai miei compagni precisamente le varie posizioni senza dover andare a leggere in basso allo schermo.

Personalmente sono rimasto positivamente colpito in quanto, nonostante l’esperienza maturata, imparare i nomi delle diverse stanze di una nuova mappa è sempre difficile ed avere degli elementi che aiutano nel processo non può che far piacere. In particolar modo i nuovi giocatori possono sfruttare più facilmente i colori e gli elementi caratteristici della stanza, piuttosto che i nomi per comunicare, soprattutto visto che per loro l’apprendimento può risultare ancora più ostico rispetto ai veterani. Nonostante Outback sia una mappa più semplice a livello di struttura rispetto a Base di Hereford o meno ricca di dettagli ambientali rispetto a Fortezza, l’idea di renderla più immediata da affrontare per il pubblico è molto interessante e potrebbe essere una buona strada da seguire anche in futuro.

Per quanto riguarda gli operatori di questa stagione abbiamo due personaggi che durante la loro presentazione sembravano troppo potenti rispetto ai propri colleghi, ma che alla realtà dei fatti si sono dimostrati più bilanciati rispetto alle aspettative. Partiamo con l’attaccante Gridlock, la quale possiede un robusto arsenale di bocche da fuoco (in particolare la mitragliatrice M249 SAW con il nuovo mirino ottico è molto interessante) e che può lanciare dei barilotti contenenti dei pungiglioni, chiamati Trax. Il funzionamento di questo gadget è molto semplice, una volta lanciato il nucleo dei Trax, questo si espande generando degli esagoni dotati di aculei, fino a ricoprire un’area di media grandezza.

I pungiglioni hanno due effetti sugli attaccanti che vi camminano sopra. Il primo è quello di rallentare i movimenti e arrecare dieci punti di danno ogni secondo (circa) che si spende sopra la trappola, mentre l’altro è quello di produrre un discreto rumore metallico udibile dagli attaccanti. Sebbene il gadget di Gridlock non possa essere contrastato dagli ADS di Jager, basta anche un semplice proiettile per distruggerli, a costo di fare un po’ di rumore (individuando il nucleo e distruggendolo in tempo si può persino impedire l’attivazione completa del gadget).

Il difensore Mozzie, dal canto suo, presenta un gadget persino più interessante di quello di Gridlock. La balestra di Mozzie può sparare fino a tre Parassiti, direttamente sul bersaglio o piazzati come una trappola, per hackerare i droni degli attaccanti e poterli sfruttare a proprio vantaggio. I Parassiti rimangono sulla parete su cui sono stati posizionati fino a che non vengono distrutti o hackerano un drone (anche in questo caso si rompono), anche se Mozzie può recuperare quelli ancora integri e riposizionarli altrove.

L’enorme versatilità di questo gadget è bilanciata da alcune debolezze. La prima è allarme che compare sullo schermo dei droni che sono nelle prossimità di un Parassita, il quale permette agli attaccanti più attenti di evitare la trappola di Mozzie interamente. La seconda invece è che i droni hackerati sono illuminati diversamente rispetto a quelli normali, quindi gli attaccanti possono identificarli e distruggerli.

Come abbiamo avuto modo di vedere sia i pungiglioni Trax, sia i parassiti di Mozzie hanno un enorme potenziale, ma possono essere contrastati prontamente. I Trax richiedono un piazzamento strategico in modo che possano avere effetto di avvertimento o persino danneggiare un difensore, di fatto rendendoli più versatili, ma meno affidabili in tal senso dei pugni d’aria di Nomad. Un discorso simile si può fare per i droni rubati da Mozzie e le telecamere di Valkyrie, in quanto anche se più adattabili alle varie esigenze, non è detto che il difensore riesca a reperirne tre (se non a reperirne in toto) e ciò lo rende meno affidabile.

A causa dell’ arsenale e delle statistiche dei due operatori, Mozzie può risultare più appetibile rispetto a Gridlock, anche se consiglio di dare una chance a quello che ha da offrire questa attaccante.

In conclusione Burnt Horizon è un buon primo passo per il nuovo anno, anche senza novità eclatanti introdotte in gioco. I due operatori hanno dei gadget ben bilanciati, che li rendono divertenti da usare, ma non frustranti da avere contro. Tenendo conto anche dell’arsenale e delle statistiche dei due operatori, Mozzie può risultare più appetibile al grande pubblico rispetto a Gridlock, anche se consiglio di dare una chance anche alla robusta attaccante e a quello che ha da offrire. Outback è una mappa più semplice in quanto a struttura e direzione artistica rispetto al recente passato, ma le scelte di design operate nella progettazione, come la codifica delle varie zone tramite i colori, la rendono una mappa interessante da giocare e una buona direzione per il futuro.

INFO UTILI

Operazione Burnt Horizon è la prima del quarto anno di Rainbow Six Siege e presenta la nuova mappa Outback e i due operatori Gridlock (Attaccante) e Mozzie (Difensore). Oltre all'aggiunta dei nuovi contenuti sono presenti le consuete modifiche per il bilanciamento, rilasciate in parte ad inizio stagione ed in parte nel corso della stessa. Le modifiche maggiormente degne di nota sono la rimozione del mirino Acog dall'R4-C di Ash ed il rework della freccia asfissiante di Capitao.

Struttura
  • La mappa Outback è disponibile per tutti fin da subito, invece i due operatori sono acquistabili con valuta di gioco, oppure disponibili fin da subito per chi possiede il Season Pass.
Scheda Gioco
  • Nome gioco: Rainbow Six Siege
  • Data d uscita: 1 Dicembre 2015
  • Piattaforme: PC, PlayStation 4, Xbox One
  • Lingua doppiaggio: Italiano
  • Lingua testi: Italiano

Una nota dolente è come di consueto la presenza dei bug e la non eccezionale pulizia del contenuto rilasciato. Alcuni glitch nella mappa Outback ad inizio stagione (come una finestra non più presente, ma che di fatto poteva essere attraversata dall’esterno) e una serie di bug importanti che si stanno rivelando a fine stagione portano sempre una buona dose di frustrazione tra i giocatori. Per fortuna la roba di poco conto è stata pulita dalla mappa e gli elementi che generano i bug sono stati prontamente messi in quarantena in attesa della patch, ma comunque è sempre importante ricordare tali problematiche, perché possono inficiare l’esperienza dei giocatori e non poco.

Roberto D'Amore

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