I due capitoli di Patapon, usciti a un anno di distanza l’uno dall’altro a partire dal 2008, fanno parte di quei videogiochi che sono capaci di trascendere il concetto di tempo, risultando freschi, innovativi e divertenti oggi come allora. Proprio per questo motivo, non dovrebbe stupire che Sony abbia deciso di realizzare una Remastered del secondo titolo sviluppato da Pyramid e prodotto da Japan Studio.
Disponibile dal 30 gennaio 2020 in esclusiva per PlayStation 4, Patapon 2 Remastered cerca, quindi, di raggiungere una nuova fetta d’utenza e, allo stesso tempo, di permettere a coloro che non sono più in possesso di una PlayStation Portable o di una PlayStation Vita di guidare nuovamente il popolo dei Patapon verso la gloria.
Ma varrà ancora la pena, a più di dieci anni di distanza, di ballare ancora al ritmo di “PATA PATA PATA PON”? La risposta, ovviamente, nella nostra recensione di Patapon 2 Remastered!
La componente narrativa di Patapon 2, oggi come nel 2009, non rappresenta la principale attrazione del titolo Pyramid, ma riesce a fornire quella dose di contesto necessaria per comprendere le azioni dei piccoli adoratori della musica. I Patapon, infatti, sono una curiosa razza tribale legata al culto di Kami, divinità che guida da sempre le loro gesta a colpi di tamburo e altri strumenti musicali.
In questo secondo episodio, i Patapon hanno uno scopo ben preciso: raggiungere Fineterra, una sorta di Terra Promessa del loro popolo. Sin da subito, però, le cose non vanno come sperato e il gruppo vede la propria nave distrutta da un mostruoso Kraken e i propri compagni venire dispersi dalle correnti del mare. Alcuni di loro, però, riescono a raggiungere la terraferma e, grazie alla guida del giocatore (nel ruolo proprio del Dio Kami), dovranno trovare un modo per sopravvivere e riunirsi, nel tentativo di riuscire a raggiungere la loro meta tanto agognata.
Come già accennato poco fa, Patapon 2 non è un titolo fortemente incentrato sulla storia, ma ammettiamo di aver trovato lo sviluppo divertente, assurdo quanto basta e interessante tanto da non annoiarci per nemmeno un istante. Molto è dovuto all’innato carisma delle piccole creature, che grazie a un character design particolarmente riuscito non possono che conquistare sin da subito il cuore del giocatore, che si sentirà spinto dal bisogno di dover aiutare l’inizialmente ridotto gruppo di Patapon.
Ma a che tipologia di gioco appartiene l’opera prodotta da Japan Studio? Questa è una domanda più complessa di quanto si possa pensare, perché Patapon 2 nasce e si conferma come un titolo estremamente unico. A metà tra un Rhythm Game e uno strategico, in Patapon 2 saremo chiamati a premere delle particolari sequenze di tasti per dare degli ordini ai nostri fedeli mostriciattoli, che potranno quindi muoversi, attaccare o difendersi.
Le suddette sequenze di tasti, inoltre, andranno premute mantenendo il giusto ritmo, per evitare che la Catena Combo si spezzi e che i nostri piccoli alleati perdano i bonus guadagnati. Bonus che, man mano che si procede nell’avventura, diventano sempre più fondamentali per proseguire e per evitare di venire uccisi dai molti nemici che popolano la misteriosa isola.
A queste meccanica di gameplay che necessitano di ritmo, precisione e capacità di adattamento, si affianca una gestione delle truppe molto vicina a quella di uno strategico o a un gioco di ruolo, con tanto di equipaggiamenti da indossare e classi differenti di creature tra le quali scegliere. Creature che, di livello in livello, si dimostrano sempre più forti e ben caratterizzate, sino a guadagnare particolari abilità necessarie per la creazione di un esercito equilibrato. Prima d’intraprendere uno dei livelli di gioco, tutti molti brevi e pensati per essere giocati più volte in modalità portatile, sarà possibile accedere a una particolare area che farà da Hub di gioco, dalla quale poter gestire i propri Patapon e prepararli per la missione successiva.
A differenza delle scorse versioni, però, ci duole evidenziare l’assenza delle modalità multigiocatore, che all’epoca seppe divertirci e che ci dispiace non poter trovare in una versione migliorata anche all’interno di questa Remastered.
Il comparto artistico di Patapon 2 Remastered rimane quello impeccabile della sua versione del 2008, forte di un character design tanto semplice quanto riuscito sia per i piccoli Patapon, che per creature e ambienti che incontreremo nel corso della nostra avventura. Il forte contrasto tra il nero, utilizzato per gran parte delle figure in primo piano, e i colori di fondo riescono a trasmettere un effetto “tribale” non solo estremamente riuscito, ma anche perfettamente funzionale con lo stile di gioco.
Peccato, però, che la splendida grafica Full HD e 4K (ovviamente solo su PlayStation 4 Pro) non sia stata utilizzata anche per i filmati d’intermezzo, che ora come ora risultano presi di peso dalla qualità PSP. Una qualità che, purtroppo, non possiamo che definire “indecente”, con pixel sgranati e scene quasi illeggibili, in pieno contrasto con le scritte perfettamente nitide e in grado così di danneggiare le principali sequenze narrative del titolo Pyramid.
Inutile dire, invece, quanto il comparto sonoro sia ancora perfettamente integrato con il gameplay e appagante come in pochi altri titoli sul mercato. Siamo certi che, molto presto, vi troverete a cantare “PATA PATA PATA PON”, convinti di poter andare in FEVER al raggiungimento della combo massima.
Patapon 2 Remastered è una mediocre rimasterizzazione di un titolo favoloso, ma che, in ogni caso, ci auguriamo possa essere giocato da più persone possibile. Peccato per l’assenza della modalità multigiocatore e per la poca cura riposta nella trasposizione dei filmati d’intermezzo, che in questo modo rischia di danneggiare la narrazione per coloro che non hanno ancora avuto occasione di guidare i Patapon fino a Fineterra. Concludiamo con l’ennesimo plauso per il comparto audio che, a distanza di più di dieci anni, ha saputo emozionarci ancora una volta e catapultarci all’interno di un mondo assurdo al ritmo di tamburi tribali.
Abbiamo giocato a Patapon 2 Remastered su PlayStation 4 Pro, rimanendo piacevolmente stupiti per la grafica in 4K e particolarmente infastiditi per il mancato adattamento delle principali cut-scene di gioco.
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