Non è un caso che ottobre letto al contrario si legga “er botto”: ecco dunque che RIDE 4 arriva sul mercato facendo terra bruciata attorno ai precedenti capitoli e lasciandoci sbigottiti per il notevole passo in avanti compiuto dalla software house italiana, a dimostrazione di un miglioramento costante e inesorabile cui ormai ci stiamo iniziando ad abituarci (per fortuna).
L’ultimo capitolo propone diverse novità rispetto ai predecessori, portando la base contenutistica a un livello più soddisfacente, al netto di qualche difetto su determinati aspetti. I semafori si spengono, quanto ci sarà piaciuto RIDE 4?
Quel che deve essere ben chiaro fin dall’inizio è che RIDE 4 è un titolo simulativo, anzi, è probabilmente la miglior simulazione su due ruote attualmente sul mercato. Come al solito però, scegliere un approccio realistico comporta per forza di cose alcune conseguenze che tendono a scontentare chi si aspetta di compiere una scampagnata per raggiungere la prima posizione. La nostra ambizione a dominare senza sforzo viene immediatamente messa in piega alla prima curva, quando capiamo quanto la strada che ci separa dalla vittoria sia in salita. Quel che ci si trova davanti è un feeling da subito molto “pesante”, con ogni variazione di direzione che risente delle caratteristiche fisiche della moto, rendendo l’approccio alle curve da subito molto impegnativo e dove una singola chicane eseguita a dovere implica uno calcolo esatto di spostamento del peso e dosaggio del gas oltre alla semplice frenata. Il comportamento dei veicoli su due ruote tende ad essere radicalmente diverso da modello a modello, con un parco moto davvero vario, vi troverete a domare i cavalli ruggenti di una Ducati 1098 facendo fatica a mantenervi in piedi in curva, fino a districarvi tra i tornanti di Brands Hatch con un agile CB300.
Una volta superato lo scoglio iniziale però, vi si aprirà un mondo che porterà a migliorarvi giro dopo giro, arrivando a rimpiangere una periferica degna di nota che possa restituire un feedback superiore rispetto all’inadeguato pad per console, dato che il collo di bottiglia non è più rappresentato dal modello di guida, bensì dalla possibilità di poter sfogare ogni sollecitazione sul corpo del giocatore.
La riproduzione delle moto è la più riuscita della serie, con modelli realizzati in maniera certosina, un rispetto dei materiali di costruzione maniacale ed un’attenzione al dettaglio che come feticismo arriva seconda soltanto alla serie Gran Turismo (e non ha rivali su due ruote). Modelli di guida che possono essere anche leggermente alterati, utilizzando un’ampia gamma di personalizzazioni quali nuovi scarichi, nuovi cerchi in lega e persino nuove livree realizzabili tramite l’editor che ha permesso di toglierci qualche soddisfazione. Unica pecca riscontrata sui modelli è l’effettistica legata ai riflessi sulle carene, che in alcuni casi ha mostrato qualche incongruenza rispetto all’ambiente circostante, ma niente che possa inficiare sulla qualità visiva generale.
La quasi totalità dell’offerta ludica è relegata alla modalità Carriera, finalmente strutturata in modo coerente e che strizza l’occhio alla modalità Gran Turismo di Poliphony. Prima di cimentarvi nelle gare, il primo passo sarà quello di creare il vostro alter ego nell’editor del pilota, che permetterà non solo di personalizzare gli aspetti estetici, ma anche di scegliere alcune chicche come lo stile di guida o perfino con quante dita frenare e se usare la gamba verso l’esterno in stile “Valentino Rossi”. Il primo passo è quello di scegliere uno dei tre continenti proposti (tra Europa, Asia ed America) ed iniziare una serie di eventi che vi daranno l’accesso agli eventi avanzati. Ogni macro categoria di eventi prevede di superare prima le immancabili patenti, una serie di prove che prepareranno le vostre abilità in funzione degli eventi successivi.
Le prove da superare saranno tendenzialmente delle sfide quali gare di sorpassi e time attack che il più delle volte vi terranno impegnati per qualche ora prima di riuscire ad addomesticare a dovere la moto a disposizione sui vari circuiti. Superate le patenti sarà la volta degli eventi veri e propri, strutturati in gare singole o mini campionati a punti, in cui vincerete sia dei crediti di gioco validi per l’acquisto dei veicoli, che dei punti esperienza che serviranno a sbloccare l’accesso agli eventi successivi.
Una volta conclusa la sezione introduttiva relativa alle prove continentali, ecco che vi si aprirà il cuore pulsante della carriera con le due leghe principali, La World Superbikes Leauge e la Endurance League, due macro categorie di eventi che permetteranno di affinare la vostra abilità in pista, districandovi tra gli avversari in varie tipologie di gare, incluse quelle in notturna o sul bagnato, gradite aggiunte nel pacchetto. Nota di merito per le gare di durata, che con la gestione giorno/notte e pianificazione della strategia con annesso cambio gomme, rendono ogni gara più stimolante per la numerosità di variabili e imprevisti possibili, tali da non far calare mai l’attenzione del giocatore.
Dopo aver fatto il suo debutto sulla serie MotoGP, l’intelligenza artificiale nata in casa Milestone approda anche sulla serie in versione “stradale”, con risultati piuttosto discordanti. Gli svariati milioni di ore spesi per accrescere sempre più le traiettorie e gli stili di guida dei vari piloti reali si vedono eccome; spesso troverete avversari in pista che non perdono tempo nel tirare la staccata assieme a voi e non si tirano indietro davanti ad una spallata nelle tornate più strette. Oltre a fare da spina nel fianco al giocatore, in alcuni frangenti sembra davvero di assistere a battaglie tra avversari che non sembrano avere nulla di irreale: sorpassi, contro-sorpassi, errori grossolani e calcoli sbagliati di traiettorie fanno di A.N.N.A una piccola chicca che colma diversi aspetti dove altri titoli motoristici ancora faticano.
Se da una parte però il comportamento degli avversari riesce a rendere le gare sul filo dell’adrenalina, dall’altro va riscontrata una tendenza dell’intelligenza artificiale a non evitare quasi mai lo scontro, rendendosi poco reattiva anche quando non siamo in lotta per un sorpasso: ci siamo trovati troppo spesso scaraventati fuori pista a causa di numerosi incidenti provocati da piloti ancora troppo “sbadati”, e costretti a dover tenere attiva per forza di cose la modalità “rewind” che permette, alla pressione del tasto R1, di riavvolgere gli ultimi istanti di gara per poter rimediare a un errore (nostro o purtroppo dell’IA). Eventi che si manifestano più di frequente nei circuiti stretti come Brands Hatch o Imola, dove troppo spesso si assiste a rovinosi capitomboli.
Anche da un punto di vista tecnico, Ride 4 è una diretta evoluzione del cammino che Milestone sta intraprendendo. Il titolo si presenta degnamente anche su PS4 standard, anche se in alcuni frangenti più affollati (soprattutto con la pioggia) si rileva qualche tentennamento di fluidità. Il miglioramento rispetto ai precedenti capitoli però c’è e si vede, con i modelli principali realizzati in maniera certosina, a differenza del livello di dettaglio a bordo pista, ancora qualitativamente non all’altezza di moto e pilota. Interessante l’impatto visivo restituito con la pioggia, con l’acqua che si inserisce nelle insenature del tracciato in maniera convincente, suggerendo all’utente degli scatti da immortalare col photo mode.
Modalità fotografica che non può mancare, con tantissime scelte a disposizione per la gestione di inquadratura, elaborazione dell’immagine in movimento che permettono di scattare delle istantanee suggestive. Molto interessante anche il comparto audio, non ancora eccelso, ma che fa il suo lavoro soprattutto grazie alla gradita chicca del sound ravvicinato in telecamera soggettiva. Segnaliamo infine il gradito upgrade gratuito a PS5 per coloro che effettueranno l’acquisto su attuale generazione.
Abbiamo giocato RIDE 4 su PS4 standard, non rilevando particolari problemi di frame, al netto di qualche calo nei momenti più frenetici sul bagnato.
DurataIn definitiva RIDE 4 è la diretta conseguenza della passione e dell’impegno di Milestone nel voler migliorare sempre di più, rivolgendosi ad appassionati che vogliono raccogliere un’esperienza quanto più simulativa possibile e che non lasci niente al caso. Statene alla larga invece se cercate una gita al lago in moto o un’esperienza più arcade, nonostante gli aiuti presenti, RIDE 4 potrebbe risultare spietato. Al netto di qualche difetto qua e là, non possiamo far altro che consigliarlo a chiunque porti nel cuore uno spirito competitivo e la voglia di migliorarsi giro dopo giro, dipingendo l’asfalto a ogni derapata, sulla tela delle emozioni.
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Azz.. va preso assolutamente! Grande Anto <3
Per un ducatista come te, assolutamente! Grazie <3