Recensione

Smoke and Sacrifice

Smoke and Sacrifice è la storia di un legame materno spezzato in nome di un bene superiore, quello della collettività. La nostra protagonista Sachi è una giovane donna che lavora i campi del proprio villaggio, rimasto ormai l’ultimo posto sulla faccia della terra abitabile, dato che intorno c’è solo ghiaccio e desolazione. La sopravvivenza della comunità è legata alla luce dell’Albero del Sole, che gli abitanti del villaggio omaggiano con un Culto, una chiesa  che compie riti propiziatori per ingraziarsi l’arbusto e  continuare a vivere. Il rito principale consiste nel sacrificio dei primogeniti, che vengono immolati all’albero durante una cerimonia che coinvolge anche la nostra Sachi e suo figlio Leo.

Da questo momento inizia il nostro viaggio. Dopo aver partecipato alla cerimonia ed assistito alla perdita di Sachi la storia compie un balzo in avanti di ben sette anni, portandoci in quella che sembra una normale giornata di lavoro ma che ben presto si trasforma in un attacco dei Pugbears (giganteschi orsi con la faccia di carlini). Nel trambusto incontriamo il Tinker, un viaggiatore misterioso che ci dona uno strano medaglione e ci suggerisce di investigare nella chiesa per cercare tracce di Leo, luogo naturalmente off limits. Una volta entrata nella chiesa l’esistenza di Sachi cambierà radicalmente, portandola in un viaggio dai risvolti umani ed etici tutti da scoprire che cambierà per sempre la sua vita e quella del villaggio.

La chiesa altro non è che un tramite tra il mondo di superficie e quello sotterraneo, un mondo freddo, oscuro e violento nel quale Sachi dovrà adattarsi per ritrovare suo figlio. Qui il fumo è ovunque e avvilisce i polmoni di tutti gli abitanti, il cui aspetto è cambiato in maniera irriconoscibile  e che ora vengono chiamati Drear, portatori di un mistero che sconvolgerà la vita del mondo in superficie. Queste presenze che affollano le città ed il mondo di gioco sono poco più che automi, completamente privati della vitalità dal fumo, e sarà possibile interagirvi solo portando determinati oggetti che gli allevieranno il lavoro e li sottrarranno dalle punizioni dei controllori.

Non entrando troppo nei dettagli la condizione di perenne sfruttamento di questi esseri del sottosuolo induce ad una riflessione quasi metavideoludica che sembra richiamare alla lontana il pensiero marxista espresso ne ‘il Capitale’.

Il gioco segue un ciclo giorno/notte, meglio sintetizzabile in luce/fumo. Di giorno i pericoli sono limitati, sarà possibile girovagare per il mondo senza l’uso di alcuna lampada e senza preoccuparci degli smoked ghost, un nemico molto rapido e potente che girovaga per il mondo sotterraneo durante le ore notturne. L’alternanza dell’orario non varia solo l’alternanza dei nemici ma anche il drop di alcuni questi, cosa che può farvi perdere molto tempo e pazienza. Il passaggio delle ore è indicato da un orologio posto in alto a destra dello schermo, quando la lancetta arriva sulla parte scura veniamo avvisati dal suono di una sirena usata dagli abitanti per scandire le ore di lavoro. Durante le ore notturne Sachi dovrà portare con se una torcia o avere il medaglione sempre carico, troppa esposizione al fumo porta alla follia e ci troveremo a dover ricaricare il salvataggio.

Impossibile non notare le similitudini con Don’t Starve, uno dei survival più riusciti degli ultimi anni con cui Smoke and Sacrifice condivide in parte design e meccaniche, ma la marcia in più è il mondo di gioco pulsante, dotato di un suo ecosistema e di una certa convivenza tra le varie specie. Avanzando tra le paludi, i passi ghiacciati e le città salta subito all’occhio il comportamento dei mostri che agiscono a prescindere da noi. Perciò capiterà di notare la reciproca tolleranza tra gli Hoglings (una sorta di porcospini) ed i Polyp (polipi/meduse anfibi), ma anche una talpa dei ghiacci intento a divorare in un sol boccone delle lucciole (utilissime per creare torce), o persino vedere polyp invaghirsi l’uno dell’altro per poiamoreggiare (con tanto di nuvoletta a cuoricino e figlioletto appena nato).

L’importanza dell’ecosistema è marcata se si pensa alla natura survival del gioco: la flora è una fonte sia di frutti per creare pozioni curative che di radici da coltivare ed usare per piatti specifici, mentre la fauna fornisce la maggior parte dei materiali da utilizzare in cucina ed al banco da lavoro. Uccidendo mostri e piante mutanti acquisiremo una mole di pelle, ossa, cristalli, gomma, liquidi da usare per costruire utensili migliori, armi più forti e armature con determinati bonus, come quello di passare inosservati agli occhi di una particolare specie, o creare un paio di stivali che ci permetteranno di affrontare una zona nuova dal clima ostile. Altri modi di accumulare materiali sono le trappole, da piazzare con un’esca adeguata alla specie, e la mungitura, che si sbloccherà dopo aver costruito lo strumento adatto.

Come ogni survival che si rispetti saper bilanciare il proprio zaino è fondamentale e non bisogna sforare i 56 spazi di cui disponiamo, anche se sparsi in giro troveremo molti bauli dove depositare i materiali in eccesso o basterà semplicemente lasciarli a terra, dato che tutti gli oggetti rimangono dove depositati. Alcuni di questi hanno una scadenza, come i funghi, i semi ed alcuni piatti dopo essere stati cucinati, ma anche materiali utili al crafting di armi come cervelli e uova, dinamica che trasforma di fatto semplici missioni di recupero in vere e proprie corse contro il tempo, per cui buttate sempre un occhio all’indicatore.

Il mondo sotterraneo è buio e pieno di pericoli, ed è fondamentale prepararsi al meglio. Il combat system di Smoke and Sacrifice è divertente anche se impreciso, il pulsante designato per l’attacco se giocate con mouse e tastiera è F, ma volendo è possibile usare il tasto destro del mouse per indirizzare l’attacco indipendentemente dalla direzione del personaggio. Personalmente ho preferito il mouse e spesso e volentieri ho constatato che l’attacco andava a farsi benedire, ciccando clamorosamente il bersaglio e magari esponendo il fianco al nemico. Questo problema è figlio del game design di questa tipologia di giochi, quindi non è una colpa vera e propria.

Lo stile di combattimento varia in base all’arma che ha un moveset ed una velocità di attacco unici, e a seconda del tipo l’arma è più o meno efficace su un determinato nemico. Nelle prime ore di gioco si parte con un semplice bastone pungolato, arrivando poi a coltelli e lame varie, la prima balestra, e con lo sbloccare i diversi tipi di fucine si arriva alle armi da fuoco, le spade di cristallo e sul finale catalizzatori in grado di creare potenti onde d’urto.

Nè le armi nè le corazze hanno delle statistiche visibili, generalmente più tardi sblocchiamo la ricetta per costruirlo più è alto il livello. Sono disponibili set diversi per affrontare al meglio ogni clima, che sia protezione dal gelo, fuoco, elettricità e così via, quindi sbloccare le armature è necessario per proseguire nella prossima area di gioco.

Ogni oggetto può essere potenziato, ma soprattutto lo renderà più resistente al deterioramento. Se l’oggetto si usura completamente si romperà e non sarà più possibile ripararlo, per cui conviene sempre portare con voi qualche kit di riparazione.

C’è una grande varietà di nemici, taglie e danni: Api, cinghiali smisuratamente cresciuti, porcospini e uccelli, sentinelle volanti e fantasmi, ognuno ha una proprio stile di combattimento e arreca un diverso tipo di danno oltre quello fisico, che sia veleno, shock elettrico (e conseguente perdita di un oggetto dell’inventario), bruciatura o congelamento. Nelle zone più concitate arriveremo ad essere inseguiti anche da mandrie di nemici, il trucco sta nel non farsi prendere dal panico ed aggirarli, inizieranno a colpirsi a vicenda ed a scatenare una battle royal. A quel punto dovrete solo rimanere in vita ed uccidere il vincitore.

I combattimenti coi boss sono pochi ed abbastanza meccanici, ma offrono una bella variazione sul tema dato che presentano più fasi, tendendo ad essere scontri più dinamici rispetto al resto del gioco, ma non raggiungono livelli di difficoltà tali da rappresentare una vera sfida.

Le quest sono estremamente semplici e consistono nella creazione di determinati oggetti, da utilizzare o consegnare ai personaggi e l’attivare questa o quella sonda. In fin dei conti non c’è una grossa varietà nè è possibile compiere scelte che influenzano la trama. Il racconto non lascerà un vuoto in voi o vi farà gridare al miracolo, ma intrattiene bene anche se difficilmente succederà qualcosa che non abbiate già preventivato, mentre i personaggi che incontreremo nel corso dell’opera dispongono di una forte caratterizzazione artistica, i principali almeno, anche se dotati di quantitativo limitato di dialoghi e non approfondiscono quasi mai la lore del gioco.

Una volta giunti al termine della storia le attività che ci accompagnano fino all’end game non mancano e chi vorrà cercare tutte le ricette avrà da esplorare la mappa nella sua interezza e trovare le varie reliquie che conservano antichi segreti, oltre che completare un gran numero di sub quest. Per i completisti che hanno voglia di creare tutte le armi e le armature ci sarà pane per i loro denti.

 

INFO UTILI

Ho giocato Smoke And Sacrifice sul mio PC assemblato nel 2012 senza alcun problema. Ho riscontrato qualche piccolo bug che dovrebbe essere risolto al day one, ma nulla che ne comprometta l'esperienza.

Durata
  • Ho finito il gioco in 21 ore, tralasciando una parte delle quest secondarie. Se si vuole cercare di trovare tutte le ricette, aprire ogni baule, finire ogni sotto missione e creare ogni tipo di arma ed armatura il gioco può facilmente raggiungere le 30 ore.
Struttura
  • Il concept è molto simile a quello di Don't Starve, un survival estremo con personaggi 2D in un mondo 3D.
  • Il cuore del gioco è il crafting, che ci permette di affrontare i pericoli forgiando dalle più semplici lampade per sopravvivere al fumo della notte alle pozioni per la salute fino ad enormi spadoni e cannoni. I materiali sono reperibili uccidendo e mungendo (ebbene si) mostri, estraendo radici, colpendo alberi, cucinando e così via.
  • Il mondo è diviso in aree contigue, per passare dall'una all'altra c'è bisogno di un preciso tipo di abbigliamento per sopportare il freddo, il caldo, l'elettricità e le tossine.
  • Interazione con l'ecosistema molto ampia: si possono osservare due mostri copulare e generarne un terzo, potremmo fare noi stessi esperimenti per creare degli ibridi.
  • Il sistema di combattimento è di per se impreciso, ma è una problematica del genere. I comabttimenti coi boss sono pochi e non troppo difficili, ma ben caratterizzati.
Collezionabili e Extra
  • Sono presenti steli con graffiti, cartelli stradali occultati, macchine per la stampa e monitor di altre civiltà da cui interagendo con particolari oggetti possiamo acquisire nuove ricette per armi e pozioni.
  • Bauli di legno, di acciaio e casseforti steampunk da sbloccare con chiavi che troveremo distruggendo l'ambiente o uccidendo particolari nemici.
Scheda Gioco
  • Nome gioco: Smoke and Sacrifice
  • Data d uscita: 31 Maggio 2018
  • Piattaforme: Nintendo Switch, PC, PlayStation 4, Xbox One
  • Lingua doppiaggio: Non disponibile
  • Lingua testi: Inglese

Il gioco beneficia di uno stile artistico di ottima fattura che ne esalta l’atmosfera ed aiuta l’immedesimazione, i disegni fatti a mano da Tancred Dyke-Wells, il co-fondatore di Solar Sail assieme a Neil Millstone, sono piacevoli e si lasciano apprezzare. La colonna sonora invece non entusiasma altrettanto, ed è un peccato considerando l’assenza di dialoghi nel gioco.

Questo Smoke and Sacrifice è l’opera prima dello studio britannico, che ha sfornato in poco più di 18 mesi e con sole quattro persone (due designer oltre Tancred e Neil) un gioco di assoluto valore e che ha tutte le carte in regola per ritagliarsi un suo spazio nell’ambito dei giochi di ruolo survival, distaccandosi da Don’t Starve per un taglio più narrativo ed il setting più fantasioso e grottesco, tra le cui influenze c’è Dark Crystal, un po’ di steampunk e tanto altro. Il prezzo è di 25€ al lancio, non una richiesta esosa ed il gioco, se siete fan del genere, li vale tutti.

Giuseppe Pirozzi

Napoletano sui 25. Studente di lettere, giornalista pubblicista, racconto la Campania ma di professione faccio l'accumulatore seriale di libri, fumetti e videogiochi.

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