Recensione

SteamWorld Quest: The Hand of Gilgamech

Iniziare a parlare della nuova fatica di Image & Form Games senza però citare parte del loro passato sarebbe ingiusto.
Senza tenere conto di un paio di vecchi titoli per mobile e Nintendo DS (data al carbonio, 2011), la talentuosa software house svedese ha dato vita, nel lontano 2013, ad un vero e proprio mondo: lo SteamWorld, per la precisione.

Non solo polvere e vapore!

Iniziato con un sorprendente Digging-game, il mondo a vapore zeppo di robot senzienti ed arrugginiti ha fatto breccia nel cuore di pubblico e critica. Nonostante allo studio sarebbe bastato creare un sequel per mietere ulteriori consensi, spiazzarono tutti tirando fuori uno strategico a turni ambientato nello spazio, tenendo però come base lo stesso mondo (e lo stesso stile) dell’originale SteamWorld.
Passando dalle polverose e desertiche gallerie sotterranee del primo SteamWorld alle scorribande tra pirati spaziali meccanici, i ragazzi di Image & Form Games hanno lanciato un chiaro segnale del loro talento e della loro straordinaria versatilità.
Dopo l’esperimento (riuscitissimo) dello strategico spaziale noto come SteamWorld Heist (2015), si è ritornati a scavare con il diretto seguito del primo gioco della saga con Steanworld Dig 2 (2017).

Per non farsi mancare nulla, il nuovo gioco partorito da Image & Form è sì parte dell’universo condiviso di SteamWorld, ma non è uno strategico, non è un Digging-game, non è ambientato nel deserto e non è ambientato nello spazio. Bensì, è un gioco di ruolo a tema fantasy con combattimenti basati sulle carte.

Ingranaggi Ben Oliati

SteamWorld Quest narra le vicende di un manipolo di eroi atti, ovviamente, a salvare il mondo.
Nel raccontare la sua storia il gioco riesce ad utilizzare a proprio vantaggio il prendere in giro i vari cliché del genere. Con la scusa di utilizzarli in chiave ironica, si viene infarciti di momenti e personaggi più che rodati, ma la simpatia e l’accortezza della narrazione rendono tutto lo scorrere della storia un piacevole siparietto mai ridondante. Armilly e Copernica, le prime due protagoniste di cui faremo conoscenza, rappresentano il pieno archetipo dell’aspirante eroina e della maga con la testa sulle spalle. A completare la combriccola di eroi ci sono altri personaggi perfettamente stereotipati, ma al contempo piacevolmente originali.
Ad evidenziare il carattere di ogni personaggio, comprimario e non, ci viene incontro una direzione artistica davvero eccezionale. Tutto è disegnato in maniera intelligente e mosso da semplici animazioni in stile marionetta, con un character design cucito su misura per ogni personaggio, evidenziandone aspetti del carattere tramite forme, espressioni e colori.
La semplicità di base data da animazioni “povere” e un 2D con disegni in movimento, non deve però trarre in inganno. SteamWord Quest è un vero piacere per gli occhi. Nonostante le varie macrozone che si andranno ad esplorare non brillino per diversità scenica, sono comunque caratterizzati da bellissimi fondali disegnati a mano.

Una volta preso il controllo dei personaggi, si viene introdotti al sistema di combattimento. Sistema che andrà man mano a consolidarsi ed evolversi in base alle preferenze di gioco del giocatore. Una volta completato il gruppo, infatti, sarà possibile selezionare in ogni momento (fuori dalle battaglie, ovviamente) il trio di personaggi da utilizzare; utilissimo per ottimizzare l’esperienza ottenuta e affrontare in maniera più efficace possibile i vari nemici. Malgrado le prime ore ci si possa trovare in difficoltà ad affrontare i nemici più forti, una buona gestione del party, delle carte e con un minimo di tempo dedicato al livellamento, il gioco in modalità normale -ovvero Cavaliere- non offre un grado di sfida particolarmente impegnativo.

Livellare i personaggi però diventa ulteriormente utile qualora si voglia affrontare l’arena. Da circa metà gioco sarà infatti possibile accedere ad una speciale area dove combattere battaglie sempre più impegnative -e spesso con specifiche condizioni- per ottenere materiali, soldi, equipaggiamenti e premi vari via via sempre più succulenti.

Cala giù la Scala Reale

Come detto, SteamWorld Quest è un Gioco di Ruolo che basa i suoi combattimenti sull’utilizzo delle carte. Ogni personaggio ha infatti un mazzo a sé dedicato, con ogni carta che vanta caratteristiche e funzioni ben precise.
Armilly, l’eroina, ha un set di carte base dedicato principalmente all’attacco. Copernica, la maga, attacca con diversi elementi ed è utile per difendere il party con barriere e status vantaggiosi. Gli altri personaggi saranno dedicati ad alterazioni di stato, magie di recupero ed agli attacchi più beceri (rubare soldi ai nemici in combattimento è sempre un piacere).

INFO UTILI

Ho giocato a SteamWorld Quest: The Hand of Gilgamech su Switch, alternando la fruizione portatile a quella fissa. Giocarlo sulla TV è utile per godere al meglio le splendide illustrazioni e il design dei personaggi.

Durata
  • In una poco più di tredici ore si può completare l'avventura in modalità normale, ma e si vuole completare l'arena, la collezione delle carte, i loro potenziamenti (magari giocando una nuova partita in modalità New Game+) le ore raddoppiano facilmente.
Struttura
  • RPG in due dimensioni con combattimenti basati sulle carte.
Collezionabili e Extra
  • Tanti tesori sparsi per le mappe che contribuiscono al raggiungimento del 100%.
  • Possibilità di potenziare le carte con materiali specifici.
  • Possibilità di trovare e creare tutte le carte per completare ogni set per ogni personaggio.
Scheda Gioco

Nonostante la gestione del mazzo possa sembrare una complicazione inutile, gestire i diversi mazzi, potenziare le carte o forgiarne di nuove riesce ad essere talmente immediato che ne viene fuori un gioco nel gioco. Visto il limite di otto carte per mazzo, ci si dovrà ingegnare per ottimizzarli al meglio, anche perché alcune carte (la maggior parte, a dire il vero) richiedono un tot di “ingranaggi” per essere utilizzate. Ci si accaparra gli ingranaggi semplicemente giocando le carte durante i combattimenti, ogni carta giocata fa guadagnare un ingranaggino. Arrivati al numero desiderato e se capitano le carte giuste, si possono inanellare una serie di giocate devastanti.
Nonostante la meccanica a carte possa far pensare ad un gameplay lento, le giocate risultano velocissime e dinamiche, con gli avversari sempre pronti a mettere i bastoni tra gli ingranaggi e far saltare le combo paralizzando, ferendo, avvelenando parte della ciurma.

Cuore e Acciaio

I quattro atti della storia scorrono veloci, la voglia di creare mazzi sempre più performanti aumenta ad ogni capitolo e la rotazione dei personaggi da tenere nei combattimenti fa in modo di conoscere a menadito tutti i punti di forza e quelli di debolezza di ogni membro, imparando presto a capire quali personaggi si accostano di più al proprio modo di giocare.

Quasi non ci si crede che dopo due Digging-game ed uno strategico a turni, quelli di Image & Form siano riusciti a far centro pieno anche con un gioco di ruolo con una meccanica così particolare come quella delle carte. Il talento profuso in tutti i loro giochi si traduce in un mondo oramai più che vivo e caratteristico, unico e vibrante. Zeppo di stile e coerenza e che continua a macinare successi, indipendentemente dal genere di gioco che viva al suo interno.

Oscar

Videogiocatore a tutto campo da quando aveva un Amiga500 in casa. Senza curarsi della mancanza di tempo cronica, si dedica anche al disegno ed allo scrivere di videogiochi.

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