Cinque ragazzi che vagano per i fatiscenti corridoi di una nave fantasma, perseguitati da presenze che non riescono a vedere, ma dalle quali vengono costantemente tenuti sott’occhio. Un mistero vecchio di settant’anni che attira curiosi in cerca di avventura, destinati a fare una fine orribile per poi rimpolpare la ciurma di spettri dell’inquietante imbarcazione. Cinque vite intrecciate tra loro che vanno a formare un complesso arabesco di possibili finali, alcuni più morbidi come le onde del mare e altri duri come gli scogli sui quali s’infrange il mare.
Queste sono le premesse di The Dark Pictures Anthology: Man of Medan (da qui chiamato, per comodità, anche solo “Man of Medan”), primo capitolo della nuova serie di racconti videoludici a tema horror ad opera dei ragazzi inglesi di Supermassive Games, già autori di quel Until Dawn che divise la critica nel 2015. Le meccaniche e la struttura del gioco, infatti, poco si discostano dalle avventure di Hayden Panettiere e dei suoi amici, ma l’idea di poter mettere le mani su una serie antologica e la speranza di vivere qualche inquietante ora di gioco ci ha incuriositi a tal punto da prendere pinne e birra, per gettarci assieme a Julia, Alex, Brad, Conrad e Fliss a bordo della Duke of Milan. Per sapere se le nostre aspettative sono uscite sane e salve dalle acque oppure se sono annegate insieme a qualcuno dei nostri eroi non dovete far altro che continuare a leggere la nostra recensione di The Dark Pictures Anthology: Man of Medan!
Come già anticipato nel paragrafo di apertura, in Man of Medan interpreteremo cinque ragazzi che, in seguito a una serie di sfortunati eventi, si troveranno a dover sopravvivere all’interno di una spettrale nave fantasma, cercando non solo di trovare un modo per fuggire, ma anche di scoprire quale mistero si cela dietro le misteriose presenze che popolano l’imbarcazione. Inutile dirlo, ma la caratterizzazione psicologica dei cinque protagonisti rasenta quella tipica degli slasher movie, con comportamenti al limite dell’intelligenza umana e con dialoghi da B-movie anni Novanta. Questo, sia chiaro, può essere considerato come una particolare scelta stilistica, ma ammettiamo di non aver provato la benché minima empatia con nessuno dei personaggi disponibili, arrivando persino a odiarli in determinate situazioni. Come per Until Dawn, anche in Man of Medan i ragazzi di Supermassive Games hanno utilizzato attori già conosciuti per mettere in scena alcuni personaggi; tra questi spiccano senza dubbio Shawn Ashmore (Quantum Break, X-Men) nel ruolo di Conrad e Kareem Tristan Alleyne (iZombie, Altered Carbon, Jack Ryan) in quello di Alex. Segnaliamo, inoltre, la presenza del Curatore (interpretato da Pip Torrens), ovvero un incrocio tra lo psicologo di Until Dawn e il Guardiano della Tomba ne I racconti della Cripta. Si tratta, infatti, del personaggio che farà da collante non solo tra le scene di Men of Medan, ma anche tra questo e altri sette racconti che andranno a comporre la Dark Pictures Anthology.
Lo sviluppo della storia, invece, riesce a intrattenere per tutte le tre, quattro ore di durata, ma abbiamo notato una scrittura un po’ troppo semplicistica in alcuni passaggi, un colpo di scena troppo prevedibile e una regia che, a causa anche di alcuni tempi di caricamento, si permette alcuni cambi scena troppo lenti, che danneggiano il ritmo della storia (soprattutto nei momenti dove la telecamera rimane sui personaggi già inquadrati e non cambia ambientazione o punto di vista). Com’era lecito aspettarsi da un titolo appartenente a questa tipologia videoludica, in Man of Medan sono presenti molteplici finali differenti, che potranno essere raggiunti in base alle decisioni che andremo a prendere nel corso della storia. Decisioni che, per lo più, determineranno i personaggi che rimarranno in vita, quindi non pensate di trovarvi di fronte a qualcosa di stratificato come un Detroit: Become Human. Tutto sommato, nelle nostre due avventure (più qualche scena rifatta in modo strategico) abbiamo notato situazioni che effettivamente si risolvono in modo diverso, immergendo il giocatore all’interno della storia e trasmettendogli di avere effettivamente il controllo su ogni singola azione dei nostri protagonisti.
Saremo costretti, quindi, a spingere legnosi personaggi attraverso i corridoi, nel tentativo andare da un punto A a un punto B senza venire uccisi e, se possibile, trovando tutti gli elementi narrativi (i classici documenti da leggere) sparsi per la nave. Nel nostro tragitto dovremo affrontare diversi tipi di Quick Time Event (QTE), che vanno dalla rapida pressione di un tasto al bisogno di mantenere il ritmo del battito cardiaco in alcune situazioni più tese. Niente di innovativo, ma tutto perfettamente integrato nel canone di questa tipologia di gioco. Abbiamo trovato, però, i succitati movimenti dei cinque protagonisti davvero troppo rigidi e, spesso, eccessivamente fastidiosi, tanto da rendere difficile il reperimento dei collezionabili sparsi per le aree a causa di un posizionamento leggermente sfasato rispetto all’oggetto da raccogliere.
Mentre non si è impegnati a vagare per la nave, ci troveremo a parlare con altri personaggi e/o a dover prendere decisioni per salvare la nostra vita. Ognuna di queste nostre azioni, infatti, va a modificare il profilo psicologico del personaggio di turno e il suo rapporto con gli altri “eroi”, cosa che può modificare sostanzialmente i dialoghi e, in più di una situazioni, le scene che andremo a vivere. Le azioni più importanti, inoltre, andranno registrate all’interno della Bussola Morale, ovvero una sezione del menù che tiene traccia delle nostre scelte, per rendere esplicite le nostre vittorie o i nostri errori. Vagando per i corridoi della nave fantasma sarà possibile trovare anche una serie di misteriosi quadri che, una volta osservati, daranno accesso a rapidi flash forward, utili (ma non troppo) a comprendere possibili pericoli futuri. Inseriti con lo stesso scopo dei dipinti, sono presenti anche dei dialoghi tra il giocatore e il Curatore che, se decideremo di parlarci, potrà darci qualche anticipazione sulle scene che verranno. Noi sconsigliamo caldamente di utilizzare questa meccanica di gioco (basta rispondere all’uomo di non essere interessati ai suoi consigli), in quanto non solo rovina il brivido della scoperta, ma si rischia addirittura di subire pesanti spoiler sugli sviluppi di trama (con tanto di rivelazione del colpo di scena principale della storia).
Uno degli aspetti più importanti di Man of Medan, però, risiede nella sua componente multigiocatore, che permetterà di affrontare l’intera avventura insieme ai propri amici (da due a cinque) sul divano di casa oppure, per coloro che apprezzano di più vedere gli horror da soli, online. Se nel primo caso non bisogna far altro che passare il controller di giocatore in giocatore ogni qualvolta che cambierà il personaggio da utilizzare (cosa che rende il tutto divertente, ma fino a un certo punto), è proprio con la sua funzione online che ci siamo divertiti di più. Non sapere chi utilizza gli altri personaggi e, soprattutto, non sapere se ci lasceranno soli in una situazione di pericolo o meno riesce a replicare quella sensazione di fiducia/sfiducia che si crea nelle situazioni più tese anche nella vita reale. Questa modalità, infatti, ha saputo intrattenerci molto più rispetto alla sua controparte single player, motivo per cui consigliamo a tutti di giocare sin dalla prima sessione in modalità cooperativa online, per godere appieno delle idee messe in piedi da Supermassive Games.
Man of Medan è stato realizzato utilizzando l’Unreal Engine 4, quindi vanta una cura generale particolarmente elevata, con una speciale attenzione per le espressioni dei personaggi, che in più di una situazione ci sono sembrati davvero vivi. Bisogna però evidenziare che abbiamo notato più situazioni nelle quali le texture venivano caricate in ritardo, rovinando addirittura alcuni jump scare, con il classico “mostro che spunta fuori” privo di gran parte dei dettagli grafici. Altalenante il comparto audio, che presenta una colonna sonora d’impatto e dei rumori ambientali da incubo, ma che non trova nel doppiaggio italiano altrettanta dignità. Ci sono stati, infatti, svariati momenti dove l’emotività della scena è stata rovinata dalla recitazione precaria dei doppiatori che, sicuramente, saranno stati costretti a doppiare a schermo nero, vista anche la presenza di numerosi errori di sincronizzazione con il labiale.
The Dark Pictures Anthology: Man of Medan non è un titolo perfetto e, soprattutto a livello narrativo, non raggiunge la qualità del suo “predecessore” Until Dawn. I personaggi sono mere macchiette e difficilmente ci affezioneremo anche a solo uno di loro, ma ammettiamo di esserci comunque divertiti nel tentativo di portare tutti e cinque i nostri eroi in salvo. Il gameplay, salvo qualche incertezza sui movimenti, intrattiene e, se giocato in compagnia, risulta essere perfetto per una serata di brividi e spaventi davanti alla televisione. Ottimo il prezzo budget, che vi permette di portare a casa Man of Medan per poco meno di trenta euro, cifra ben diversa dalla precedente opera targata Supermassive Games. Insomma: se avete bisogno di un’avventura horror e non sapete da che parte voltarvi, guardate verso il mare, che c’è una nave pronta a salpare per voi!
Abbiamo completato due intere sessioni di Man of Medan, andando poi a ripetere determinate scene per sbloccare nuovi bivi e nuove possibilità narrative. Nonostante si tratti di un titolo pensato per il single player, consigliamo di affrontare l'intera avventure in cooperativa online, sfruttando al massimo le meccaniche ideate da Supermassive Games.
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Non sembra niente male !
Non è affatto "male", infatti! Speriamo che con i prossimi capitoli si possano sistemare quei problemi che non gli permettono di raggiungere l'eccellenza!
Personalmente amo questo genere di giochi, nonostante molti si lamentino dell'eccessiva passività a me continuano a piacere molto. Ho trovato Until Dawn uno dei titoli più riusciti di questa generazione e mi aspettavo tanto da SuperMassive con questo nuovo gioco. Sembra non aver deluso le aspettative e conto di recuperarlo il prima possibile. L'unica cosa che mi lascia un pò perplesso è l'uscita ad episodi che poi andrà a completare l'intera Antologia. Nonostante ogni capitolo sia autoconclusivo e abbia una storia a se, resto indeciso se acquistare i giochi singolarmente o aspettare una collezione completa (magari in edizione limitata).
Guarda, dipende sempre da quanto sei disposto a spendere. Vedo molto difficile che facciano poi una collection con tutti 8 gli episodi, senza contare che con il ritmo 2 all'anno i tempi potrebbero dilatarsi non poco. Un consiglio: recuperalo alla prima promozione così lo giochi in tempi brevi e senza spendere troppi soldi :)
Grazie del consiglio, Luca, non sapevo fossero addirittura 8 gli episodi. A questo punto, mi sa che lo recupero quanto prima dato che la voglia di giocare è tanta e, riflettendoci, non ho poi tutta questa gran voglia di aspettare.
Figurati, lo capisco! E si, al momento è previsto questo + altri sette episodi. Vorrei dirti di più, ma ho paura di potrebbe rovinare un elemento di Man of Medan! Casomai riscrivi quando lo hai terminato, così se ne parla! :D
Dopo aver giocato Until dawn non vedo l'ora di giocare Man of medan (appena potrò)