L’idea e la volontà di portare l’amatissimo Gioco dell’Anno 2015 su Nintendo Switch si è rivelata più interessante del previsto perché, nonostante buona parte del pubblico lo abbia già spolpato per centinaia e centinaia di ore, il fatto che un titolo così importante arrivi su console portatile rappresenta già di per sé una notizia.
Vi avevamo già accennato le nostre prime impressioni a seguito di una prova sul campo ma oggi, siamo qua per raccontarvi tutto di questo porting e per provare a rispondere alla domanda: vale la pena acquistare questa versione?
Creare una versione di The Witcher 3: Wild Hunt che fosse compatibile ed eseguibile su Nintendo Switch non dev’essere certo stata un’impresa facile e per arrivare a questo risultato, gli sviluppatori sono dovuti scendere a compromessi con quello che è l’hardware e la capacità di calcolo della console. Innanzitutto una bella sforbiciata è stata data al peso complessivo del gioco che, comprensivo di tutti i DLC pubblicati e delle due espansioni, si attesta attorno ai 32 gigabyte e che, parlando di risoluzione, conta 720p quando eseguito su TV e 540p in modalità portatile.
Risoluzione di 720p su TV e 540p in modalità portatile.
Insomma, numeri che presi così non possono non far storcere il naso a chi li legge ma che, nella realtà dei fatti, hanno in parte un altro sapore. Intendiamoci però e facciamolo in maniera preliminare: in generale e specialmente durante momenti più caotici o frenetici, il porting scopre il fianco a tutta una serie di imperfezioni grafiche, che passano da texture piatte e in bassa qualità a un sistema di illuminazione che smorza e non di poco il fascino del mondo fantastico sviluppato da CD Projekt RED. I panorami che prima si potevano apprezzare durante le lunghe cavalcate con la nostra Rutilia ora appaiono quasi fuori fuoco, spenti e sicuramente meno accattivanti.
Ma per fortuna, il fascino di un gioco mastodontico come questo non risiede soltanto in un ammasso di poligoni, luci e colori ma lo si ritrova anche nei filmati, nel racconto che viene portato avanti e negli intriganti personaggi che si avvicendano davanti ai nostri occhi nel corso dell’avventura. In questo, la magia del mondo di The Witcher 3 è rimasta pressoché intatta ed è possibile godersi tutte le scene al di fuori del gameplay con un livello di qualità sicuramente più alto e apprezzabile rispetto al giocato e comunque godibile in senso assoluto.
A questo punto potreste chiedervi: “ma allora, qual è il valore aggiunto di questa versione?”. Bravi, vi ringrazio per la domanda. In un mercato che propone versioni graficamente superiori, probabilmente meglio ottimizzate e a prezzi sicuramente inferiori, cosa dovrebbe spingere all’acquisto su Switch? L’unica risposta non può che essere la versatilità del gioco in portatile, la possibilità di approcciare e vivere l’avventura ovunque vogliate. Non è un caso dunque che il marketing di Nintendo, in questo e in altri casi di titoli terze parti che arrivano su Switch, costruisca una narrazione attorno a questa ‘unique selling proposition’ e provi a differenziarsi prevalentemente in questo senso. Il mio ruolo qua però è quello di provare a dare risposte e uno dei dubbi più persistenti che anche io avevo prima di approcciare il gioco riguarda la comodità, diciamo così, della fruizione in modalità portatile.
Per quanto ogni sbavatura di giudizio sia frutto della soggettività di ciascuno di noi, in questo caso più che mai serve sottolineare come non possa esistere una risposta univoca a questo dubbio. Giocare a The Witcher 3: Wild Hunt su Nintendo Switch è un’esperienza che potrebbe piacere oppure no, tutto sta probabilemente nelle vostre abitudini da giocatore. Se siete abituati a un livello di dettaglio molto alto e magari giocate su PC, probabilmente non sarete in grado di godervi il gioco perché verrete distratti in continuazione dai frutti di un effetto pop-up marcato, di texture slavate e tonalità di colore più cupe e sbiadite. Non nascondo che anche io, da sempre giocatore console, inizialmente mi sono trovato un po’ in difficoltà nel focalizzarmi sul sistema di gioco anziché sulle conseguenze grafiche di una corsa in sella al cavallo.
Per fortuna però, nel trovare un punto d’incontro tra le possibilità del gioco e quelle della console, gli sviluppatori hanno ponderato bene le loro scelte per far sì che l’esperienza dell’utente risultasse il più coerente e godibile possibile. Ciò si traduce sì in un calo della qualità grafica complessiva, come abbiamo già detto, ma anche in un buon grado di affidabilità dell’esperienza di gioco che appare comunque piuttosto fluida e non inciampa durante i combattimenti o i momenti più delicati e potenzialmente frustranti per l’utente. E in questo senso, risulta possibile godersi ogni momento dell’avventura con gioia e trasporto, perdendosi nell’esplorazione del mondo di gioco e lasciandosi andare, missione dopo missione, alla vita da strigo.
CD Projekt RED porta su Nintendo Switch la versione completa di The Witcher 3: Wild Hunt, comprensiva di tutti i DLC usciti e delle due espansioni ovvero Hearts of Stone e Blood & Wine.
DurataAl netto di caricamenti talvolta troppo lunghi, l’esperienza di gioco nel suo complesso dimostra di non essere invecchiata negli ultimi anni e di poter ancora stupire i giocatori, svelando un’avventura ricca di sorprese e dotata ancora oggi di grande fascino oppure facendo rivivere diverse emozioni a chi, come il sottoscritto, ha passato più di cento ore giocando su console al lancio del titolo nel 2015.
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