Recensione

Valfaris, la cimmeria fantascientifica

Roboante è l’aggettivo migliore per descrivere Valfaris, in quanto ogni suo aspetto fondante è all’insegna del Metal. Sia la giocabilità che la colonna sonora e l’ambientazione sono capaci di intendere questo genere musicale in modo perfettamente calzante.
Il protagonista sembra una reinterpretazione in chiave fantascientifica tra Conan il barbaro e una copertina di un album dei Manowar: Therion è possente, capellone, compiaciuto delle sue vittorie e dedito all’headbanging per celebrare l’impugnazione di ogni nuovo strumento di morte che trova sul suo cammino. Il pianeta Valfaris infatti è caduto nel caos dopo che il padre del protagonista, un despota interstellare, lo ha abbandonato, lasciandolo preda di molteplici minacce. La missione si articola lungo 8 livelli che mescolano sapientemente Star Wars e l’immaginario dell’epic metal, delineando un’identità più originale rispetto al consueto sci-fi.

Partendo da questi presupposti, la giocabilità non può che essere densa di azione, ad un ritmo però leggermente meno frenetico rispetto ai corri&spara alla Contra, avvicinandosi più agli action-platform come Turrican, i quali sono serviti entrambi come modello per la creazione di questo. Nel corso dei livelli bisognerà affrontare i nemici usando sia armi da fuoco, che armi bianche, scandendo l’avanzamento con sequenze platform ben progettate. L’insieme di questi elementi è quindi dosato, senza porre troppa enfasi su di uno specifico aspetto, ma dando il giusto spazio ad ogni compito, denotando attenzione per far sì che tutto risulti ugualmente importante. I colpi a distanza più forti consumano la barra secondaria, che può essere ricaricata distruggendo nemici con gli attacchi in mischia, evitando che il giocatore finisca per trascurare una delle due cose.

Le fasi platform sono costruite su di un level design ottimo, con una discreta varietà di situazioni da affrontare, aree segrete con bonus e oggetti aggiuntivi. La linearità di Valfaris non diventa mai un problema e anzi, lascia un discreto spazio alla rigiocabilità, non solo per scoprire qualche zona nuova, ma anche per provare ad usare una selezione di armi alternative, tutte caratterizzate nel loro utilizzo e abilità specifiche.

Gli sviluppatori hanno optato per un sistema di potenziamento particolare, che non permette di utilizzare a pieno tutto l’arsenale in una singola partita. In ogni livello sono presenti diversi idoli, i quali possono essere spesi per abilitare dei punti di rientro, oppure conservati per scambiarli con dei potenziamenti. Questo significa che le risorse si fanno estremamente limitate e concesse solo a chi voglia rinunciare a qualche checkpoint, per faticare di più ma aumentare la potenza delle proprie lame e bocche di fuoco. Di conseguenza al termine della prima partita sarà facile essersi concentrati su di una rosa ristretta di strumenti, dando modo di approfondire gli altri in quella successiva.

Il grado di difficoltà è tarato abbastanza verso l’alto, specialmente per via dei boss molto tenaci, ma in grado di offrire delle battaglie coinvolgenti. La longevità risulta sostenuta per un gioco di questo tipo, arrivando anche a cinque o sei ore qualora ci si cimenti in una prima partita con l’obiettivo di potenziare già qualche arma (e quindi incorrendo in qualche ripartenza, non potendo contare su tutti i checkpoint). Ovviamente le incursioni successive, o quelle più caute, possono durare anche meno, tuttavia in qualsiasi caso la durata media è pienamente soddisfacente.

La grafica presenta elementi bidimensionali con pixel però non sempre omogenei e personaggi talvolta animati molto efficacemente, talvolta composti in modo più grossolano. L’insieme è ben modellato, leggermente rozzo in alcune parti, ma ugualmente suggestivo, con buona quantità di dettagli. La direzione artistica aiuta anche, confezionando un mondo intriso sia di space opera fatta di laser, robot e astronavi, che di sword&sorcery con bronzo, ornamenti barocchi e necropoli magiche.
La colonna sonora ovviamente ha delle basi di chitarra e batteria profondamente metallare, ma non indulge troppo su di esse per non andare fuori tema rispetto l’ambientazione. A tratti infatti queste tracce resteranno rullanti, ma sotto pelle, cedendo per qualche momento il passo a sonorità più evocative, per accompagnare meglio l’aspetto fantasy del gioco con una compresenza perfettamente amalgamata dei due temi chiave.

INFO UTILI

Valfaris è titolo che presenta elementi action e platform 2D. E' adatto a chiunque ami i giochi densi di azione e con una sfida sostenuta, perfetto per chi apprezzi classici come Turrican, Contra o Metal Slug. E' sviluppato dagli autori di Slain: Back from Hell ed è disponibile in formato digitale per PC (Steam e GoG.com), Playstation 4, Xbox One e Switch. Una versione disco/cartuccia è disponibile per Playstation 4 e Switch tramite importazione.

Durata
  • Circa cinque ore abbondanti per la prima partita, dedicandosi a cercare qualche area segreta e potenziamento.
Scheda Gioco
  • Nome gioco: Valfaris
  • Data d uscita: 10 Ottobre 2019
  • Piattaforme: Nintendo Switch, PC, PlayStation 4, Xbox One
  • Lingua doppiaggio:
  • Lingua testi: Italiano, Inglese

 

 

Francesco Dovis

Complice una formazione professionale nel settore, decide di adottare l'approccio giornalistico anche nel trattare un argomento che oggi è diventato di costume al pari di musica o spettacoli. Da sempre videogiocatore multipiattaforma, in virtù di questo definisce la sua esperienza in materia "caleidoscopica".

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