Recensione

Wolfenstein II: The New Colossus

C’erano una volta gli sparatutto in un’epoca lontana lontana, dove loot box, microtransazioni e salute autorigenerante erano impensabili come l’ananas sulla pizza. A sorreggere l’imponente struttura del genere in questione, troviamo i fieri e marmorei Doom e Wolfenstein. Attualmente nelle sapienti mani di Bethesda, le due iconiche saghe rappresentano per il giocatore nostalgico il tentativo più valido e prepotente per contrastare l’egemonia degli shooter moderni, dai quali esso non si sente chiaramente rappresentato. Dopo l’ignorante e riuscitissima mattanza di demoni proposta da Doom nel 2015, il testimone è passato agli sviluppatori svedesi di MachineGames proprio sul calare dello scorso anno. Abbiamo avuto quindi modo di proseguire lungo il cammino distruttivo di B.J. Blazkowicz contro le fila del nuovo Reich in Wolfenstein II: The New Colossus, seguito diretto di The New Order (2014).

Non lasciatevi trarre in inganno dall’aspetto violento e frenetico: quello di “Terror Billy” è un viaggio che lascia grande spazio anche alla narrazione. La nostra avventura riprende esattamente da dove era stata interrotta, con un protagonista in fin di vita e immerso nel minestrone delle proprie frattaglie. Tolto un cattivone di mezzo se ne crea un altro: ecco che fa il proprio debutto Frau Engel. Senza voler in alcun modo esagerare, la gerarca nazista è uno dei migliori antagonisti proposti negli ultimi tempi. Sadica, calcolatrice, sfregiata e con un pessimo taglio di capelli, il nuovo capo dell’esercito nazista sembra essere stato partorito direttamente dall’immaginario tarantiniano. Portati in salvo a bordo del sommergibile Martello di Eva, sarà nostro compito respingere le forze germaniche dal suolo americano, da una parte raso al suolo, dall’altra assoggettato allo spietato regime. Lottando contro una condizione fisica precaria, un passato tormentato e un futuro incerto, metteremo insieme un’improvvisata squadra di resistenza, composta da alcuni degli individui più bizzarri mai incontrati (Horton, Wyatt e Max Hass su tutti).
La trama brillantemente raccontata, con dialoghi e siparietti volti all’esagerazione, indaga non solo sulle vicende personali del protagonista ma permette al giocatore di osservare come l’essere umano riesca – in svariati casi – a dimostrarsi impassibile dinanzi al male, a banalizzarlo, piegandosi servile a un destino che solo in pochi cercano di cambiare. Il comparto narrativo di altissimo livello si unisce sapiente a quello che rende Wolfenstein II un vero e proprio gioiello, vale a dire lo stile di gioco. Frenetico, incalzante, esplosivo e adrenalinico sono solo alcuni degli aggettivi con i quali si potrebbe descrivere il gameplay di The New Colossus. Non abbiamo alcuna difficoltà quindi a definire il prodotto di MachineGames come uno dei migliori sparatutto oggi disponibili sul mercato.


Wolfenstein II esalta entrambi i volti
dell’identità umana: la bestia e il pensatore
trovano soddisfazione in un gioco
violento, maturo e divertente


Esattamente come in Doom, una volta impugnate le armi potremo muoverci a velocità supersonica per fare strage dei nostri nemici. Oltre alle normali pistole, mitragliatrici e canne mozze, altri stravaganti strumenti di morte si aggiungeranno al nostro arsenale raggi laser, esplosivo al diesel e cannoni in grado di aprire piccoli buchi neri. Nel caso una sola bocca da fuoco non fosse sufficiente, Billy potrà utilizzarne fino a due contemporaneamente, scatenando una vera e propria ondata di distruzione sul suo percorso. Il feedback di ogni sparo è credibile e restituisce perfettamente l’idea dell’impatto di un proiettile contro le corazze nemiche. Tramite l’installazione di kit potenziamento si possono espandere caricatori, silenziare i colpi e migliorare la stabilità dei nostri gioiellini. Ereditate dal sempre amato Doom, tornano le abilità passive, sviluppabili tramite il completamento di determinate azioni.
Nonostante il focus principale del gioco preveda l’affrontare i nazisti a volto scoperto, The New Colossus suggerisce in alcune sezioni un approccio stealth per eliminare i comandanti sul campo ed evitare che essi diano l’allarme. La longevità si attesta intorno alle quindici ore, una durata più che buona se si considera il genere d’appartenenza. Includendo la spasmodica ricerca dei duecentosedici collezionabili, la vostra avventura potrà durare anche il doppio. Tra questi citiamo in particolar modo le Carte Stella: mettendo da parte tali ninnoli potrete sbloccare la posizione precisa di ogni Oberkommandant sul territorio americano, per fare quindi piazza pulita anche dopo la conclusione della campagna principale. Proprio i collezionabili sono forse uno dei punti dolenti dell’intera produzione MachineGames: eccezion fatta per le Carte Stella, registrazioni e documenti (utili per comprendere al meglio i retroscena), non riceverete alcuna ricompensa in particolare per i vostri sforzi e credeteci, saranno tutt’altro che contenuti.

Complessivamente The New Colossus si è rivelato come un’esperienza impegnativa, punitiva anche alle difficoltà medie. Non crediate che fare mattanza dei nazisti sia quindi una passeggiata: il più delle volte il giocatore sarà portato a ragionare, prepararsi in anticipo, a saper utilizzare al meglio ogni arma e accessorio in suo possesso. La difficoltà “Mein Leben” prevede inoltre la morte permanente, un’inclusione che non ci sentiamo di condividere visto già l’estremo livello di sfida e la quantità spropositata di proiettili vaganti (nel caso vogliate procedere in tal senso, fatelo a vostro rischio e pericolo).

INFO UTILI

Il gioco è stato portato a termine dopo circa quindici ore, spingendo al limite le capacità di una PlayStation 4 standard. Oltre ad aver completato la trama principale, ci siamo divertiti a ritornare sui nostri passi per fare piazza pulita definitivamente dei comandanti rimasti. È consigliabile affrontare il titolo ad una difficoltà media per godere pienamente sia della trama che dell'azione. I collezionabili potranno portarvi via parecchio tempo, senza però ricompensare degnamente i vostri sforzi sovraumani.

Durata
  • Dalle 15 alle 30 ore (difficoltà media, collezionabili inclusi)
Struttura
  • Sette livelli di difficoltà, di cui l’ultimo sbloccabile dopo il completamento
  • Backtracking consentito dopo la visione del finale
  • Doppiaggio e sottotitoli completamente in Italiano
Collezionabili e Extra
  • Carte Stella
  • Registrazioni audio
  • Giocattoli di Max
  • Oro
  • Documenti (non calcolati per il consiguimento del trofeo)
  • Bozzetti
Scheda Gioco
  • Nome gioco: Wolfenstein II: The New Colossus
  • Data d uscita: 27 Ottobre 2017
  • Piattaforme: Nintendo Switch, PC, PlayStation 4, Xbox One
  • Lingua doppiaggio: Italiano
  • Lingua testi: Italiano

Le aree di gioco sono state progettate magistralmente, lasciando al giocatore la possibilità di scelta tra un avanzamento lineare e uno più “intelligente”, sfruttando condotti dell’aria, potenziamenti e scorciatoie. Anche la varietà di situazioni e scenari si è rivelata soddisfacente durante la nostra marcia all’inferno: partendo dalla sezione in carrozzina di Blazko, passando per le strade a festa di Roswell fino alla gita su Venere, ogni ambientazione è stata realizzata spremendo al massimo la creatività del team di sviluppo. Dopo l’orgiastica violenza audiovisiva messa in scena da Doom, Wolfenstein II non avrebbe potuto essere da meno. Torna a comporre la colonna sonora di un titolo Bethesda il talentuoso Mick Gordon, del quale il tocco è percepibile durante ogni sparatoria. Le musiche industrial metal rendono giustizia ad un prodotto che fa dell’azione frenetica e sanguinolenta uno dei suoi cavalli di battaglia. A livello tecnico, The New Colossus eccelle anche grazie al sapiente aiuto da parte di id Software e del suo motore grafico id Tech 6 (simpaticamente ribattezzato id Tech 666), il quale riesce ad esaltare non solo l’azione con 60 FPS – con sporadiche oscillazioni – e una risoluzione di 1080p ma anche i dettagli più piccoli. Pozze d’acqua, fuoco, scintille ed effetti di luce riescono a sbalordire anche l’osservatore più esigente, il quale farà fatica a credere di aver inserito il gioco in una console versione standard.

Wolfenstein II: The New Colossus è quindi un acquisto pressoché fondamentale per ogni amante degli sparatutto in giocatore singolo, nonché esempio di come una trama narrata con personalità possa ben sposarsi con uno stile di gioco unico, divertente ed esaltante. Grazie al supporto di studi di sviluppo come MachineGames, id Software e Arkane Studios, Bethesda può contare dalla sua parte alcuni dei team più talentuosi del panorama videoludico moderno. In un’era in cui si tende sempre più a considerare il medium videoludico come un “servizio”, fa sempre bene ricordarsi di come prodotti del genere riescano a regalare ore di sano divertimento. Nel caso ve lo stiate chiedendo sin dall’inizio della nostra recensione: sì, lui compare.

Farow

Un tempo avevo voglia di alzare il mondo. Ora al massimo alzo il volume alla TV.

View Comments

  • Blazkowicz per me è il numero uno.
    Un personaggio coi "cosidetti" grandi cosi nel mondo dei videogiochi.
    W Blazkowicz nonostante i soliti difetti della serie,l'importante è che ci sia lui.

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