Recensione

Yoshi’s Crafted World

Dopo aver scaldato il cuore di tutti gli amanti del punto croce con Yoshi’s Woolly World su Wii U (poi anche su 3DS), il tenero dinosauro di Nintendo torna, sempre in veste stoffosa, su Switch con una nuova avventura che ricorda i pomeriggi del dopo scuola; pieni di carta, pastelli, colla vinilica e forbici dalla punta arrotondata.
Yoshi’s Crafted World è il perfetto esempio di come in Nintendo vedano le cose in maniera opposta al resto del mondo. Tutti quanti si affannano a produrre giochi violenti, pieni di zombie, con trame mature e super difficili? Loro fanno uscire un nuovo Yoshi: un gioco con un dinosauro verde fatto di stoffa e riempito di lana che profuma di fragola. Ed è per questo motivo che Yoshi è riuscito a far breccia e scaldare anche i cuori più cupi. Anche questa volta.

Hug To The Hills

L’incipit è dei più classici: Bowser Junior e lo stregone Kamek vogliono rubare un antico manufatto chiamato “il Sole dei Desideri”, posto sulla cima della collina degli Yoshi. Il rocambolesco furto però rompe lo scintillante manufatto, disperdendone le gemme, prima incastonate in esso, per tutto il mondo.
Una veloce assemblea Yoshiosa ci fa decidere con quale colore di Yoshi vogliamo iniziare l’avventura e quanti Yoshi dovranno partire. Scegliendo due Yoshi è possibile partire immediatamente in modalità multigiocatore. Entrambe le opzioni sono modificabili a piacimento, sia il cambiare colore, sia l’affrontare qualsiasi livello con un compagno.
Con soli tre tasti si riesce a far eseguire a Yoshi tutto il suo repertorio di mosse. Una volta preso il pad in mano, sarà impossibile non trovarsi a proprio agio con i comandi. Con il tasto B si allunga la lingua per ingoiare i nemici e trasformarli in uovo, con X si lanciano le suddette uova e con A si salta. Non vi servirà altro per perdervi nei meravigliosi lavoretti da esposizione scolastica che sono i livelli. Per semplificare ulteriormente il gameplay è stata anche tolta la meccanica di spingere in giù la levetta analogica per racchiudere in un uovo il malcapitato nemico appena fagocitato. Quindi il passaggio da punto a punto del livello ed il raggiungimento del traguardo diventano una piacevolissima passeggiata all’insegna della scoperta, del saltello e del lancio dell’uovo.
Come rendere dunque questa passeggiata tra la carta, le lattine e le bottigliette addobbate piacevole e non troppo ripetitiva? Semplice, facendo evolvere il level design mondo dopo mondo e trovando un piccolo escamotage che, di fatto, raddoppia la vita di ogni scenario affrontato.

 

Raimbow in the Park

Gli obbiettivi dei livelli sono quelli classici di ogni gioco Yoshi-centrico: arrivare alla fine del livello e collezionare quanti più fiorellini possibile. Ogni livello ne ha un numero specifico. Ci sono quelli canonici da trovare cercando in ogni angolo dello stage ed attivando i vari minigiochi a tempo e quelli come bonus di condizione di completamento, ovvero completare il livello con la vita al massimo, raccogliendo tutte le monete rosse ed un certo numero di monete classiche. Se la semplicità di base è una chiara caratteristica del gioco, voler completare al 100% ogni livello saprà dare qualche grattacapo in più. Nulla di eccezionalmente difficile, sia chiaro.
Ci sono tuttavia due caratteristiche che contribuiscono al rigiocare ogni scenario.
La prima, quella più particolare, è proprio la possibilità di ripercorre l’intero stage al contrario cercando i tre Poochi (i cagnolini tenerissimi) nascosti in esso. Questa caratteristica propone di fatto una visuale rovesciata, sarete quindi con lo sguardo dalla parte opposta del diorama-livello appena finito. Questo rovescio di inquadratura fa scoprire tutti i segreti della realizzazione del diorama, vedendo pezzi di scotch attaccati alle nuvole, tubi di carta non colorati, scatole di cereali coperte solo da un lato dalla carta pesta e tutte le caratteristiche nascoste alla vista da tonnellate di colla vinilica. Non avrà impatto sul gameplay, ma è davvero una chicca assai piacevole.
L’altra caratteristica è anch’essa volta al far ripercorrere più volte ogni livello. La famiglia Bricolo, di fatto i custodi di ogni porzione di mondo, daranno incarichi aggiuntivi per ogni livello affrontato, come trovare un tot numero di pecorelle, di pesci, di fiori e così via. Completare queste missioni ci garantirà fiori extra.
L’aggiunta di queste due modalità permette a Yoshi’s Crafted World di arrivare comodo alle dodici ore di gioco per essere completato.

 

Runnin’ With the Dino’s

Giocare con un amico è sicuramente uno dei modi migliori per godersi l’esperienza. Quel po’ di caos in più riesce a rendere l’atmosfera già super rilassante, ancora più piacevole e scanzonata.
Tra le altre cose da fare tra un livello e l’altro spicca il collezionare armature per Yoshi. In particolari distributori di caramelle (uno diverso per ogni mondo) sarà infatti possibile spendere le monete collezionate giocando per vincere, in maniera casuale, i diversi tipi di vestiti pensati per l’occasione. Dai tappi ai cartoni di fiammiferi, ogni armatura ha un diverso livello di rarità, che coincide con una maggior tenuta agli urti. Esattamente, utilizzando questi potenziamenti si darà maggior protezione a Yoshi, azzerando ulteriormente il livello di sfida. Piacevolissime da vedere, ma sconsigliate da usare.

INFO UTILI

Ho giocato Yoshi's Crafted World su Nintendo Switch alternandomi in egual misura tra la modalità portatile e quella TV, non disdegnando alcune gustose partite in multigiocatore.

Durata
  • Giocarlo di volata porta via una manciata di ore, per completarlo al 100% si arriva comodi ad una trentina di ore abbondanti.
Struttura
  • Si parte dal punto A e si arriva al punto B giocando, saltando ed ingoiando i nemici.
  • Si può anche partire dal punto B per arrivare al punto A, giocando il livello alla rovescia per trovare i Poochi nascosti.
Collezionabili e Extra
  • Ci sono un discreto numero di costumi da sbloccare con la moneta di gioco e con gli Amiibo.
  • Finire tutto potrebbe o non potrebbe portare a scoprire cose nuove (...potrebbe!).

Master of Puppy

Per quanto il level design cresca esponenzialmente da mondo a mondo, è altresì vero che la realizzazione tecnica non sia delle più brillanti viste su Switch. Sarà l’inesperienza dei team Nintendo con l’Unreal Engine, usato per la prima volta proprio per questo Yoshi, ma ci si poteva aspettare di più. Almeno in termini di pulizia generale. Ed è un gran peccato, perché una miglior realizzazione tecnica avrebbe portato alla giusta esaltazione la meravigliosità celata in ogni scenario. Lattine, etichette, pezzi di cartone, diversi materiali che convivono assieme e che danno vita ad un mondo tanto piacevole quanto geniale. Certo, non è la prima volta che della carta viene usata per creare dei livelli in un videogioco, basti pensare ad un Paper Mario qualsiasi o ad un ancor più specifico Tearaway, ma l’idea del diorama e le tonnellate di cartone digitale usate per dare vita a questo Yoshi sono comunque da applausi.
Stesso discorso per il sonoro. Per quanto si riprenda lo stile ed i temi classici della saga, i nuovi arrangiamenti non riescono a far breccia e ad essere canticchiati giorno e notte come accadeva in altri giochi dedicati al verde sauro di Nintendo. Accompagnano egregiamente l’avventura, ma esauriscono in questo il loro scopo senza particolare appeal. Se poi odiate i temi dolci e ripetuti, beh. Potrebbe essere un problema.

Children in the Brave

Come sentir partire Lemon Tree dei Fools Garden mentre si ascolta una playlist di Death Metal, Yoshi’s Crafted World irrompe in un mercato attualmente dominato da violenza e giochi particolarmente impegnativi e ostici. Quasi come a farci tirare un sospiro di sollievo. A farci capire che la vita non è solo canottiere nere, distorsioni di chitarra e pipistrelli mangiati su di un palco, ma anche tenerezza, amore e forbici dalla punta arrotondata.
Il motivo principale per giocare con Yoshi’s Crafted World è quello di “ritagliarsi” un momento di relax dopo una giornata di lavoro o di scuola. Da godersi col figlio, con la moglie o per passare semplicemente un po’ di tempo col sorriso stampato in faccia, senza impegnarsi particolarmente.
Ancora meglio è sfruttare la tenerezza di Yoshi come pausa rilassante tra un gioco impegnativo e l’altro, tra una morte a Sekiro e l’altra!

Oscar

Videogiocatore a tutto campo da quando aveva un Amiga500 in casa. Senza curarsi della mancanza di tempo cronica, si dedica anche al disegno ed allo scrivere di videogiochi.

View Comments

  • bella recensione, spero che le critiche al lato tecnico si riferiscano alla modalità tv ( cosa che utilizzo raramente su switch preferendo di gran lunga la sua declinazione portatile ) anche perché  dalla demo provata non mi dava questa idea, magari sono stato ingannato dallo splendido stile artistico. Yoshi e kirby sono due splendide mosche bianche in questo panorama videoludico ( più yoshi che kirby ma solo per la qualità del titolo in sé ) magari da intervallare ad un god of war, rdr2 o un sekiro cosi da apprezzare il videogioco in una forma differente.

  • Grazie mille!

    Esatto, questo Yoshi da il suo meglio proprio se fruito come "stacco" da titoli più cupi, difficili od impegnativi! Una botta di relax notevole.

    Sul lato tecnico sì, il problema è più evidente sulla TV, ma purtroppo rimane anche in portatile (solo che si nota un filino meno).

    • Personalmente non rientra (solo per un pelo) nei must have della console, ma se sei un fan del sauro è sicuramente imperdibile!

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