È tempo di andare in pensione per PlayStation 3. Dopo più di un decennio, la prima console in alta definizione del colosso giapponese non sarà più prodotta e disponibile all’acquisto. Quale miglior modo allora, dopo aver parlato della storia e dei retroscena dietro all’ideazione e alla realizzazione di PlayStation 3, se non fare una classifica di quali sono le migliori esclusive della console?
Disponibile anche su PlayStation 4, Persona 5 è un JRPG/simulatore di vita, sviluppato da Atlus. Al pari dei suoi predecessori (Shin Megami Tensei: Persona 3 e Shin Megami Tensei: Persona 4) si focalizza sui conflitti interiori di un gruppo di studenti liceali. Questi ragazzi vivono il tradizionale tran tran di uno studente giapponese, lezioni da seguire, attività post scolastiche, lavoretti part-time. Ma c’è molto di più, hanno la capacità di vivere intense avventure usando i loro particolari poteri per penetrare nei cuori della gente. Consapevoli che la stragrande maggioranza di noi indossa delle maschere per proteggere il proprio Io, i nostri particolarissimi eroi, confrontandosi con il loro Io junghiano, cercheranno di cambiare il mondo in modo tale che si adatti alla loro percezione di Ladri Fantasma e conseguentemente strappando via le maschere che la società ci costringe a indossare. Atlus ha svolto un lavoro superbo per quanto riguarda il gameplay e le meccaniche di combattimento. Divertenti e mai ripetitivi, in quanto spingono i giocatori a sperimentare un approccio diverso, tenendo conto delle peculiarità dei personaggi secondari.
Altro gioco di ruolo. Pubblicato inizialmente su Nintendo DS è stato trasposto su PlayStation 3 nel novembre del 2011 in Giappone e soltanto due anni più tardi è arrivato nel Vecchio Continente. Il gioco, sviluppato da Level-5 e Studio Ghibli, narra le gesta di un ragazzo di nome Oliver che decide di partire per un lungo viaggio in un mondo parallelo per diventare un mago e riportare in vita la madre scomparsa. Nel corso della sua particolare avventura Oliver farà amicizia con le creature che vivono nell’universo parallelo. Potrà curarle e nutrirle fino a quando, ottenuta la loro fiducia, queste lo aiuteranno a sconfiggere i nemici che incontrerà lungo il suo cammino. Si basa sul tipico sistema dei giochi di ruolo in cui il giocatore e i suoi alleati combattono a turni contro i nemici. È un titolo unico nel suo genere sia dal punto di vista stilistico e sia per quanto riguarda la narrativa e le meccaniche di gioco.
Dopo una lunga pausa, durata ben quattro anni, Sucker Punch Productions torna sulla scena con InFAMOUS. Annunciato all’E3 2007, è arrivato sugli scaffali nel mese di maggio 2009. Il gioco è a tutti gli effetti un free-roaming. Il protagonista, Cole, è un fattorino appassionato di parkour, che si ritroverà suo malgrado coinvolto in una sconvolgente e devastante esplosione che porterà la città nel caos. Risvegliatosi in ospedale, si rende conto di aver acquisito dei particolari poteri elettrici che userà per riportare la pace in città ormai dominata dall’anarchia più totale. La città di Empire City è liberamente esplorabile, permettendoci di decidere quando intraprendere missioni della campagna principale o quando dedicarci a quelle secondarie o di raccolta dei collezionabili.
Successore spirituale di King’s Field, Demon’s Souls è un action/RPG fantasy, sviluppato da FromSoftware e SCE Japan Studio e pubblicato in esclusiva su PlayStation 3 nel 2009 in Giappone e nel 2010 in Europa. È un gioco particolare, non adatto a tutti per via delle sue meccaniche di combattimento spigolose e non particolarmente semplici da assimilare. È forse il capitolo della serie più sottovalutato, pur avendo avuto un ottimo successo di pubblico. Ambientato nel regno immaginario di Boletaria, reso ricco e prosperoso dal Re Allant XII che incanalò il potere delle anime, ben presto tutto cambiò. Una misteriosa nebbia maledetta, che genera demoni che si nutrono delle anime dei mortali, ricopre l’intero regno isolandolo dal resto del mondo. Nessuno riusciva ad attraversarla, finché Vallarfax delle Zanne Gemelle, ci riuscì rendendo noto all’estero la triste situazione del regno. Il gameplay si basa su un sistema di creazione del personaggio ed enfatizza la raccolta di tesori attraverso una serie di combattimenti davvero impegnativi. Fino a qualche mese fa, prima della sua chiusura definitiva, era presente un unico sistema multiplayer online attraverso cui i giocatori potevano lasciare messaggi e avvertimenti utili nei vari mondi di gioco agli altri giocatori, oltre a potersi unire ai giocatori nel loro mondo per assisterli e/o ucciderli.
Oggi le produzioni indipendenti sono diventate la normalità. Ai “tempi” di PlayStation 3 lo erano un po’ meno. Fra queste però, una in particolar modo è riuscita a far breccia nei cuori dei giocatori, stiamo parlando di Journey. Pubblicato su PlayStation Network nel 2012, in Journey, il giocatore controlla una figura incappucciata, in cammino in un vasto deserto arido e silenzioso, verso una montagna che si scorge in lontananza. Durante il nostro viaggio possiamo incontrare altri giocatori e due giocatori possono salutarsi e aiutarsi a vicenda, ma non possono comunicare né attraverso il parlato né attraverso il testo e non possono neanche vedere i nomi degli altri fino a quando non si arriverà ai crediti di gioco. L’unica forma di comunicazione è data da un rintocco musicale che influenza il mondo di gioco e permette ai giocatori di progredire attraverso i livelli. Gli sviluppatori hanno cercato di evocare un senso di piccolezza e meraviglia, e di creare al contempo una connessione emotiva tra loro e i giocatori anonimi che si incontrano lungo la strada. La musica, composta da Austin Wintory, risponde dinamicamente alle azioni del giocatore, costruendo un tema singolo che va a rappresentare l’arco emotivo del gioco e la sua particolare storia.
Siamo a metà classifica, tutto diventa ancora più complicato. Eccoci a parlare di God of War III. L’ hack and slash di Santa Monica Studio è stato pubblicato su PlayStation 3 nel marzo del 2010. Cronologicamente è il sesto capitolo della serie e riprende esattamente da dove si era concluso il secondo. Il gameplay e le meccaniche sono simili a quelle dei precedenti giochi, ma con alcune piccole variazioni. Le magie sono legate direttamente alle armi: ciò significa che ogni arma ha una propria precisa magia, che potrà essere utilizzata solo quando l’arma corrispondente è equipaggiata. Inoltre, quando Kratos si appresta a eseguire le combo, è possibile cambiare rapidamente arma per eseguire attacchi diversi. Le barre, presenti nella parte superiore sinistra dello schermo sono passate da due a tre. Abbiamo ancora la barra dell’energia e della magia, ma in aggiunta troviamo quella degli oggetti. Il gioco è stato acclamato all’unanimità dalla critica specializzata, in particolar modo per la sua grafica e per il protagonista, Kratos, considerato fra i protagonisti più impressionanti dell’industria videoludica.
La scelta è stata difficile. Heavy Rain meritava sicuramente il podio, ma abbiamo dovuto per forza di cose fare una scelta. La quarta posizione è comunque un piazzamento di grande rispetto e importanza. Dopo The Nomad Soul e Fahrenheit, Quantic Dream si ripresenta sulla scena con Heavy Rain. Inizialmente doveva essere multipiattaforma ma Sony, avendo ricoperto il ruolo di editore, riuscì ad ottenere l’esclusività del gioco su PlayStation 3. Pubblicato nel febbraio del 2010, è un titolo non convenzionale, fatto di scelte morali, struggenti e dolorose che modificano radicalmente il prosieguo della trama di gioco nonché di fatto il finale (ci sono ben diciassette epiloghi diversi). Il giocatore può controllare quattro differenti personaggi, ognuno con vissuto differente. A seconda delle nostre scelte, ognuno dei personaggi può avere un particolare destino (potendo addirittura morire prematuramente) e/o incontrarsi e interagire durante le vicende di gioco. Il gameplay si basa sui quick time event, che prevedono sostanzialmente che il giocatore prema una combinazione di tasti a schermo quando è necessario.
Fra i giochi che hanno sicuramente dato un’impennata alle vendite di PlayStation 3, troviamo Metal Gear Solid 4. L’ultima “vera” fatica di Hideo Kojima. Seguito diretto di Sons of Liberty, narra di un mondo ormai gestito interamente da un sistema informatico chiamato Sons of the Patriots. Tutti i soldati hanno in corpo delle nanomacchine che li gestiscono sotto i più disparati aspetti. Protagonista è ancora una volta Solid Snake, invecchiato rapidamente ma ancora capace di dare filo da torcere a chiunque. La sua missione è quella di trovare Revolver Ocelot, che dopo aver subito il trapianto del braccio di Liquid Snake è ormai succube della sua personalità deviata. Il titolo non è soltanto un seguito ma è anche un chiaro omaggio al primo capitolo della serie. Fra personaggi noti, easter egg, citazioni, musiche e ambientazioni evocative. Inoltre, era presente una componente multiplayer online, che vedeva i giocatori sfidarsi fra di loro in tante location diverse. È stato dichiarato miglior gioco dell’anno 2008.
Uncharted è una di quelle serie che ti rimangono impresse. Ogni capitolo della fortunata saga targata Naughty Dog ci ha lasciato qualcosa in particolare. A nostro giudizio però il secondo capitolo ha quel qualcosa in più e per tale motivo conquista il secondo gradino del podio. Nathan Drake e la sua caccia al tesoro ci portano alla scoperta di un mistero, ovvero a Marco Polo e al suo viaggio di ritorno dalla Cina del 1292 interamente documentato nei suoi appunti e diari. Il gameplay non si discosta molto da quello del primo Uncharted. In particolar modo, ad aver fatto la differenza, è stata la capacità di Naughty Dog di conoscere meglio l’intricato sistema alla base di PlayStation 3. Mentre Uncharted sfruttava soltanto il 30% delle potenzialità offerte dalla macchina, il Covo dei Ladri ne sfrutta quasi la totalità. Ciò ha permesso di aggiungere alcune nuove meccaniche, ad esempio, Nathan può prendere di soppiatto i nemici e stordirli senza quindi dover ricorrere necessariamente alle armi, e inoltre dal punto di vista grafico e stilistico è sicuramente uno dei titoli più belli che si siano mai visti su PlayStation 3. È inoltre presenta la componente multigiocatore online che prevede tutta una serie di match diversi e che dovrebbe essere ancora attiva.
Siamo arrivati in cima. The Last of Us è a nostro giudizio la migliore esclusiva PlayStation 3. Un gioco profondo e unico nel suo genere. Pubblicato nel mese di giugno 2013, è disponibile anche su PlayStation 4 in versione rimasterizzata. La terra è stata completamente stravolta da una misteriosa infezione dovuta ad una tipologia di fungo parassita che ha ucciso e/o trasformato la quasi totalità della popolazione mondiale in mostri assetati di sangue e privi di coscienza. Fra i protagonisti troviamo Joel, padre ormai distrutto dalla perdita della figlia durante l’inizio dell’evacuazione. Trova però il modo di andare avanti e dopo vent’anni dagli eventi narrati nel prologo, incontra una bambina, Ellie. Il legame fra i due è sin da subito particolare e crescerà sempre di più con il passare degli eventi rendendo quasi di contorno l’immane disastro dovuto al contagio. Grafica eccezionale, grazie al superbo lavoro svolto da Naughty Dog sulla motion capture, ambientazioni dettagliate, protagonisti convincenti, trama di altissimo livello. Bè, pensiamo bastino per decretare The Last of Us come migliore esclusiva PlayStation 3.
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I primi 5 in classifica giocati e apprezzati tantissimo, mentre l'altra metà mi manca a parte Journey che ho solo provato.