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Un tuffo nel passato: Pizza Syndicate, il gestionale per i veri pizzaioli!

Il retrogaming, oggi più che mai, sta vivendo uno dei momenti più positivi della sua storia. Rivivere esperienze di dieci, venti o anche più anni fa sta diventando ormai più di una semplice moda. Tra i tanti generi che forse oggi meriterebbero un po’ di spazio in più troviamo i gestionali, un tempo molto gettonati mentre oggi troppo riservati ad una nicchia di giocatori perlopiù appassionati da sempre.

Facendo un salto indietro di qualche anno notiamo che dì fatto esisteva un gestionale praticamente per tutti: una tendenza che si è poi sviluppata sempre di più negli ultimi anni, a volte con risultati quantomeno discutibili. Continuando a rivolgere il nostro sguardo indietro possiamo notare anche un approccio molto diverso, che si traduceva sia in prodotti seri e realistici che in titoli più leggeri, ottimi per un po’ di puro e scanzonato divertimento. Pizza Syndicate è l’esempio perfetto di quest’ultima categoria: un videogioco manageriale dove si vestono i panni di un aspirante tycoon della ristorazione con l’obiettivo di farsi strada, in maniera più o meno legale, nelle grandi città del mondo. Il gioco, sviluppato dall’ormai defunta Software 2000 e distribuito da Activision Value, non è certo passato alla storia e oggi cercheremo di riflettere sul perché, ripercorrendo la sua storia a partire dalla sua uscita.

Siamo nel novembre del 2000, l’anno di The Sims, Majora’s Mask e Diablo 2 insomma, e una software house tedesca già nota al pubblico per titoli di tale fattura pubblica Pizza Syndicate, proponendolo al pubblico a prezzo budget per invogliarne l’acquisto. Chi vi scrive, per capirci, l’ha scoperto acquistandolo come inserto editoriale al prezzo di 15.000 lire

Conosciuto oltreoceano con il nome di Fast Food Tycoon, il gioco parte con la scelta di un nome e di un logo per la catena che andremo ad avviare, per poi procedere con la creazione del personaggio. Lo scopo come detto è quello di fare meglio dei nostri avversari e di raggiungere uno o più dei determinati obiettivi legati allo scenario: fatturare una determinata cifra, rimanere l’unica catena in vita costringendo tutti gli altri alla chiusura, acquistare un determinato numero di locali e via dicendo.

In ultimo dovremo scegliere da che città iniziare la nostra avventura: ovviamente non potevano mancare le nostre Roma, Pisa e Venezia, per poi finalmente passare all’azione. Si inizia con una filiale e da subito è possibile notare il gran numero di opzioni che il gioco mette a nostra disposizione. Dalla gestione di piccoli particolari come gli arredi della nostra pizzeria fino al personale e alla pianificazione di una campagna pubblicitaria. E’ possibile persino modificare a nostro piacimento il menù, creando pizze con i nomi e gli ingredienti più improbabili…

Sulle nostre pizze potremo mettere praticamente qualunque ingrediente… Davvero!

Oltre all’aspetto economico è nostro compito tenere d’occhio anche la concorrenza e qui possiamo decidere da noi che approccio adottare: essere avversari degni e leali, o scorretti? Quest’ultimo aspetto merita una menzione particolare. Già perché nel corso della nostra avventura potremo decidere di ricorrere all’aiuto della criminalità organizzata, che in cambio di determinati favori ci darà una mano nella nostra scalata al successo. Come? Beh, non mancherà ad esempio qualche sano sabotaggio ai nostri rivali, che potrebbero casualmente ritrovarsi la cucina invasa dagli insetti proprio nel giorno di un’improvvisa ispezione sanitaria. Tutto ovviamente ha un prezzo, e qualora venissimo scoperti dalla polizia i media non tarderanno a distruggere la nostra immagine. Possiamo qui collegarci ad un’altra “via alternativa” proposta da Pizza Syndicate, ovvero corrompere giornali, emittenti e radio per metterci sotto una buona luce, spazzando via la temuta concorrenza.

Dopo aver elencato tutti i lati positivi del gioco analizzato, dobbiamo però procedere parlando del perché il titolo in questione non abbia avuto troppa fortuna. In questo caso facciamo un passo indietro, riconoscendo che Pizza Syndicate nasce comunque come un prodotto rivolto ad una determinata fetta di pubblico, e che dunque nessuno si aspettava certo di vederlo catalogato come un capolavoro senza tempo. Resta però un dato di fatto: il gioco è stato ed è ancora oggi un’esperienza genuinamente divertente, capace di divertire alla luce della sua spensierata complessità. Nonostante fosse un prodotto per pochi, ci sentiamo quindi di affermare che sì, avrebbe meritato un po’ di successo in più.

Anche coloro che non sono particolarmente avvezzi al genere possono infatti godere di qualche ora di sano divertimento: tra infornate di ottima pizza e un po’ di corruzione qua e là, il gioco scorre infatti in maniera molto piacevole e risulta un passatempo che merita in ogni caso di essere riscoperto. Sia chiaro: non è tutto rose e fiori, in quanto il gioco paga a tutti gli effetti proprio il suo carattere eccessivamente scanzonato mentre, a guardare titoli simili risalenti a quel periodo, le alternative erano di caratura assolutamente superiore. Resta il fatto che, se siete amanti del genere in questione o volete approcciarvi a questo tipo di gioco ma senza cercare nulla di troppo complesso, Pizza Syndicate è il titolo che fa per voi.

Michele Pintaudi

Studente di Comunicazione alla Statale di Milano. Amante di musica, cinema e, in generale, dell'arte. Mi piace vivere nuove esperienze, provare sempre cose nuove e magari scriverci qualcosa.

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  • Mamma mia quanto era bello questo gioco, ed era anche particolarmente difficile. Bellissima la parte criminale per dare quel tocco diverso e non stancare...un mezzo capolavoro se non tutto!

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