Per ricordare dieci giochi che sono usciti per PlayStation 2 ho deciso di adottare un criterio di valutazione prettamente personale. Piuttosto che citare dieci giochi che, in assoluto e per tutti, debbano essere quelli migliori o più rappresentativi per questa console, ho pensato che fosse meglio ricordare dieci titoli che per me hanno dato lustro alla secondogenita di casa Sony, per svariati motivi. Prima di lasciarvi a questa lista di giochi vi invito ad immaginare la vostra personale lista e, se volete, scrivetela nei commenti (e se vi viene voglia di rigiocarli, vi auguro di poterlo fare, tramite la vostra console ancora funzionante o anche tramite una remaster).
E’ il gioco che ha venduto il maggior numero di copie per PlayStation 2 e che ha fatto la storia dell’industria. Grand Theft Auto: San Andreas era il frutto proibito di milioni di ragazzini che, non essendo abbastanza grandi per i contenuti del titolo, dovevano giocarlo di nascosto dai genitori, magari avendolo ricevuto in prestito da un amico o un cugino più grande. Nella sostanza stiamo parlando di un action in terza persona, con struttura open world, ambientato nello stato fittizio di San Andreas. Lo stato è diviso in tre grandi città, ossia Los Santos, Los Fierro e Las Venturas, attraverso cui il giocatore potrà spostarsi liberamente. Al di fuori delle missioni il giocatore potrà esplorare liberamente e migliorare il proprio personaggio affinché le sue relazioni con gli altri personaggi siano più facili da gestire. Oltre ad una base da sparatutto abbiamo anche degli elementi di combattimento corpo a corpo e la possibilità di guidare un vasto numero di veicoli per esplorare l’area di gioco e completare gli obiettivi. La trama della campagna in single player segue le vicende di Carl “CJ” Johnson che ritorna nella sua casa di Los Santos dopo l’omicidio della madre. CJ al suo ritorno trova una situazione disastrosa e spetterà a lui rimettere insieme la sua gang del passato, risolvere i problemi di famigliari ed amici, mentre si scontrerà con poliziotti corrotti e gang rivali, tutto questo mentre cercherà di scoprire la verità sull’assassinio della madre.
Nato come episodio della saga di Resident Evil, fu presto chiaro agli sviluppatori che, data la struttura che stava prendendo il titolo, doveva essere un gioco a parte, senza legame col survival horror Capcom. Così nacque Devil May Cry uno degli action in terza persona più influenti della storia, sia grazie al suo gameplay innovativo che alla forte personalità del suo protagonista. Nel gioco vestiamo i panni di Dante, un eccentrico cacciatore di demoni dai capelli argentei mentre falcia copiose quantità di mostri con grandi spadoni e altre armi improbabili. Durante una notte buia, una misteriosa donna bionda, di nome Trish, si presenta alla porta dell’agenzia di Dante, la Devil May Cry e lo attacca. Dopo che Dante riesce a superare indenne lo scontro, Trish gli comunica che si trattava di un test e che lei vuole il suo aiuto per sconfiggere il re dei demoni Mundus che si sta risvegliando sull’isola Mallet. Dante decide di intraprendere la missione e si imbarca per l’isola, con l’intento di chiudere i conti con Mundus. Dal punto di vista del gameplay abbiamo un titolo con una base hack and slash molto fluida che da molta enfasi alle combo. Mentre sconfiggiamo i vari avversari che ci si presentano davanti, è anche importante eseguire delle combo sempre più complesse. Alla fine dello scontro riceveremo un voto in base alla nostra prestazione, ottenendo dei bonus in base al voto ricevuto. Questa meccanica ha spinto molti giocatori a ripetere molte volte il titolo in cerca di voti perfetti in ogni sezione (compito non proprio facile data la complessità di base del titolo).
Dopo aver sviluppato i primi quattro capitoli della saga di Crash Bandicoot sulla prima PlayStation, Naughty Dog si è spostata su un’altra saga, con nuovi eroi e un nuovo stile di gioco. Così nasce la saga di Jak and Daxter. Dopo un buon primo capitolo, in cui già si intravedeva una solida struttura platform, con il sequel la saga ha subito una rivoluzione ed è riuscita a fare il salto di qualità che le serviva. In Jak 2, vestiamo appunto i panni di un ragazzo di nome Jak, accompagnato da un logorroico animaletto arancione di nome Daxter, il quale un tempo era anche egli umano, ma dopo un incidente, all’inizio del primo capitolo, ha subito tale trasformazione. In seguito all’utilizzo di un misterioso artefatto antico, i due si ritrovano in una città futuristica, lontani da casa e separati dai loro amici Samus e Keira. Al loro arrivo, le guardie cittadine arrestano Jak, mentre Daxter riesce a scappare, promettendo all’amico di salvarlo. Solo due anni dopo Daxter riesce nel suo intento, ma nel frattempo il signore della città, il barone Praxis, ha fatto esperimenti con l’eco oscuro su Jak, con l’intento di trasformarlo in arma per la sua guerra con le terribili Teste di Metallo. Jak è cambiato a causa degli esperimenti e con l’aiuto di Daxter brama vendetta verso il barone Praxis, oltre a ritrovare i suoi amici. Dietro queste premesse narrative vi è un platform con elementi di sparatutto in terza persona in un ambiente semi open world. La città di Heaven City e le sue varie aree principali e secondarie sono esplorabili a piedi ed in larga parte tramite veicoli volanti ed offrono molte missioni che aiutano Jak e Daxter a proseguire nella loro avventura. All’inizio è possibile affrontare i nemici solo tramite l’utilizzo di pugni e calci rotanti, o invocando i poteri dell’eco oscuro, ma col tempo si otterranno anche alcune bocche da fuoco, ognuna diversa dall’altra, per affrontare anche degli scontri a distanza.
Ancora un seguito di una saga che ha fatto la storia di PlayStation 2. Sly 2 segue le vicende del ladro procione Sly Cooper, ultimo di una lunga stirpe di ladri che, dopo essersi ritrovato orfano a causa di un rivale della sua famiglia, ha dovuto imparare a diventare un esperto ladro come lo erano i suoi antenati. Insieme ai suoi amici, l’ippopotamo Murray (il braccio) e la tartaruga Bentley (la mente), Sly ha affrontato il famigerato Quintetto Diabolico, recuperato il Thievius Raccoonus (un manuale con tutte le tecniche di furto della famiglia Cooper, passato di generazione in generazione) e sconfitto Clockwerk, capo del quintetto e assassino dei suoi genitori insieme ai suoi complici. Tempo dopo questo suo successo Sly è deciso a recuperare le parti metalliche che componevano il corpo robotico di Clockwerk ed impedire che possano tornare a far del male, ma l’intromissione della misteriosa banda Claww cambia i suoi piani. Sly dovrà scoprire insieme a Bentley e Murray i piani della banda Claww e recuperare da loro le parti rubate per impedire che vengano usate per scopi malvagi. Sly 2 è di base un action con elementi stealth. Vestiremo i panni di Sly, Bentley e Murray, ognuno con il proprio stile di combattimento e con le proprie abilità (acquistabili alla base operativa e poi equipaggiabili). Ognuno ha le proprie missioni da svolgere per gettare le basi per eseguire il colpo finale contro il boss di turno, in modo da rubargli le parti di Clockwerk in suo possesso. Sly è molto atletico e mediamente adatto allo scontro diretto, predilige uno stile più stealth, con un approccio silenzioso alle spalle dei nemici, per eseguire colpi letali da dietro. Bentley è il meno adatto dei tre allo scontro diretto, anche se mediamente atletico, e predilige uno stile in cui prima narcotizza i nemici uno alla volta e poi li fa saltare in aria con le sue bombe. Murray è il più adatto allo scontro diretto anche se il meno atletico dei tre e adotta uno stile basato sullo stordimento dei nemici, per poi raccoglierli e usarli come proiettili, o semplicemente li prende a pugni finché non cedono.
Ambientato qualche tempo dopo il primo capitolo, ora Ratchet e Clank si sono ritirati a vita privata dopo essere diventati eroi e aver salvato la galassia dal malvagio Drek. Il capo della Megacorp (grossa multinazionale di una galassia vicina) convoca Ratchet e Clank per affidare a Ratchet una missione top secret per il recupero di un un prototipo rubato alcuni giorni prima dai laboratori Megacorp. Toccherà al giovane Lombax portare a termine la missione ed impedire che la galassia venga messa in pericolo. Ratchet & Clank 2 è di base uno sparatutto in terza persona molto frenetico, con degli elementi platform. Ratchet avrà a disposizione numerose armi e gadget dai più disparati effetti per far fuori tutti i nemici che gli si pareranno davanti. In ogni scontro bisogna scegliere l’arma più adatta alla situazione per sfruttare al meglio tutto il potere distruttivo di cui si dispone. A differenza del primo capitolo ogni arma è dotata di una seconda forma, con simili funzioni, ma con potenza di fuoco migliorata e sarà possibile sbloccare tale forma una volta uccisi abbastanza nemici con la suddetta arma.
Primo capitolo della fantasia finale di Square ad approdare su PlayStation 2 ed uno dei più amati dai fan della saga. In Final Fantasy X guidiamo Tidus, un giovane giocatore molto talentuoso di Blitzball (una sorta di football sottomarino) della città di Zanarkand. Durante una partita di Tidus con la sua squadra la sua terra viene attaccata da un mostro gigantesco che lascia morte e distruzione tutto intorno a lui. Insieme al suo amico Auron, che sembra conoscere il mostro (Auron lo chiama “Sin”) riesce a sfuggire all’attacco, ma viene misteriosamente trasportato in una terra lontana di cui lui non sa niente. Tidus dovrà intraprendere un viaggio in questa misteriosa terra di nome Spira, fatta di magia, antichi rituali e costumi così distanti dai suoi e scoprire come tornare alla sua Zanarkand. Il gioco è un RPG a turni in cui controlliamo un party di tre personaggi (più altre riserve, che potranno essere scambiate durante la battaglia con i membri attivi). Ogni volta che un personaggio sale di livello ottiene un punto per avanzare nella propria mappa dei potenziamenti (chiamata sferografia) e acquisire così o un nuovo potenziamento di statistica o una nuova abilità da usare. Anche se all’inizio ogni personaggio ha la propria strada tracciata all’interno della sferografia, essa è uguale per tutti e quindi con il passare dei livelli è possibile apprendere anche abilità che prima erano appannaggio solo di un particolare membro del party.
Sviluppato dal team Ico, Shadow of the Colossus è diventato presto un vero e proprio classico per gli appassionati, grazie ad un gameplay solido, una lore affascinante e a delle atmosfere molto suggestive. La storia di Shadow of the Colossus è abbastanza semplice nel suo complesso. Vestiamo i panni di un misterioso ragazzo, conosciuto come Wander che, intento a salvare la sua amata Mono ormai dipartita, si incammina verso una landa proibita insieme al cavallo Argo con l’intento di strapparla alla morte. Una leggenda narra che uccidendo i sedici1 colossi che abitano quella landa è possibile riportare in vita i morti e Wander è deciso a verificare a tutti i costi se quella leggenda è vera, pur di salvare Mono. Il gioco è un action in cui gli unici nemici che affronteremo sono i colossi del titolo e dovremmo dirigerci da ognuno di loro in groppa al fidato Argo. Ogni colosso è dotato di mosse, attacchi e punti deboli unici e dovremo capire di volta in volta quali sono. Scoperto dove attaccare, bisogna scalarli e raggiungere i suddetti punti deboli e colpirli, operazione non facile visto che i colossi si ribelleranno e cercheranno di fermarci in ogni modo.
Il terzo capitolo della saga, oltre ad essere un prequel degli eventi narrati nei primi due capitoli (e dei capitoli Metal Gear, prima che diventassero “Solid”), è considerato come il punto più alto raggiunto dalla saga e il vero e proprio capolavoro della produzione di Hideo Kojima. Ambientato durante la crisi missilistica a Cuba nel 1962, vestiamo i panni di Naked Snake con l’obiettivo di infiltrarsi in una base sovietica, soccorrere un ingegnere missilistico di nome Sokolov (che vuole scappare negli Stati Uniti) ed uccidere il suo ex mentore, The Boss e la sua squadra dei Cobra che sono passati dalla parte dell’URSS, tradendo gli USA. Il gameplay riprende lo stile fortemente improntato allo stealth dei precedenti capitoli, aggiungendo però anche degli elementi di sopravvivenza. Avremo la possibilità di nasconderci nell’ambiente tramite l’utilizzo di varie mimetiche, ottenibili durante il gioco, inoltre saranno presenti anche delle meccaniche di cura delle ferite e di gestione della fame di Snake, tramite risorse che dovremo recuperare durante l’infiltrazione o cacciare nella giungla.
Nato dalla folle idea del celebre character designer di Square, Tetsuya Nomura, di unire i personaggi di Final Fantasy a quelli Disney, Kingdom Hearts è diventato una saga di enorme successo, con diversi titoli all’attivo che si sono divisi nel corso di sedici anni di storie. Nel gioco vestiamo i panni di Sora, un giovane intento a lasciare l’isola insieme agli amici di sempre Riku e Kairi, convinto che fuori da quell’isola ci siano migliaia di mondi da esplorare. Il piano dei tre giovani viene però rovinato la notte prima della partenza, quando l’isola viene invasa da mostri fatti d’ombra che attaccano Sora e lo separano dai suoi amici. Sora sarà costretto a difendersi con una misteriosa spada a forma di chiave, chiamata Keyblade, che gli si presenta di fronte nel momento del bisogno. Durante lo scontro però Sora sarà trasportato via dall’isola e in un diverso mondo. Qui dovrà allearsi con il mago Paperino e il capo delle guardie Pippo per fermare la minaccia delle creature d’ombra (chiamate Heartless), trovare i suoi amici ed il re Topolino, anche egli scomparso. Dal punto di vista del gameplay abbiamo un action RPG molto frenetico, dove dovremmo affrontare i nemici eseguendo combo con il nostro fidato Keyblade e sfruttare le magie a nostra disposizione. In nostro aiuto ci saranno Paperino e Pippo, oltre a vari eroi Disney, che ci forniranno supporto in ogni scontro anche se non possiamo controllarli direttamente. Essendo un RPG bisogna anche preoccuparsi di far crescere i propri personaggi, che ad ogni livello ottenuto avranno delle migliorie nelle statistiche oltre che alcune abilità nuove.
La storia segue il guerriero degli dei Kratos, che riceve l’incarico da parte di Atena di uccidere il dio della guerra Ares. Egli vuole distruggere la città Atene, spinto dall’odio verso la dea. Kratos accetta la missione anche per vendicarsi di Ares, il qualche anche se era stato il suo mentore lo aveva poi tradito facendogli uccidere con l’inganno la moglie e la figlia. Il gameplay riprende la formula action molto fluida che era stata di Devil May Cry e la arricchisce con quick time event ed altri elementi, volti a rendere ogni scontro memorabile. Kratos ha a disposizione come arma principale le sue lame del caos, oltre che alcune armi secondarie, sbloccabili nel corso dell’avventura, con cui eseguire combo brutali. Gli scontri con i boss sono uno dei fiori all’occhiello del titolo, infatti sono i punti che maggiormente sono rimasti nel cuore dei giocatori, anche grazie alla loro solida struttura di gioco, oltre che all’epicità ed alla magnitudine degli scontri stessi.
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Inizio con due premesse. La prima è che ho vissuto PS2 in un'età infante che non mi ha portato ad approcciami a titoli "importanti" come alcuni di quelli citati nell'articolo, la seconda è che tutti i titoli che andrò ad elencare mi hanno portato allo stato di miopia attuale, e non lo dico negativamente, ho adorato passare tutto quel tempo giocandoci, sopratutto perché spesso le sessioni di gioco era condivise con mio fratello. Dunque, ecco qua l'elenco, non la classifica, dei dieci giochi che ho più spolpato nell'era PS2 più un extra finale: Kingdom Hearts (2002), Ratchet & Clank (2002), The Getaway (2002), FIFA Street (2005), Prince of Persia: The Two Thrones (2005), Canis Canem Edit (2006), Dragon Ball Z: Budokai Tenkaichi 2 (2006), The Godfather (2006), WWE SmackDown vs. Raw 2007 (2006), Need for Speed: Undercover (2008) e per finire Grand Theft Auto: San Andreas (2004) come extra, che considero tale perché purtroppo non l'ho mai finito ma non l'ho neanche mai posseduto, infatti lo giocavo sempre a casa di amici con un'approccio super scazzo dove non facevamo altro che utilizzare trucchi fino allo sfinimento.