Nel corso della propria “maturazione videoludica”, è praticamente impossibile non affezionarsi a determinati game designer. Vuoi per le tematiche trattate, vuoi per il loro stile inconfondibile, tutti noi abbiamo avuto un creativo che ci ha spinti oltre la sempre fruizione del videogame, spingendoci ad andare più a fondo ed a legarci ad un determinato linguaggio, quasi da un punto di vista affettivo. Tim Schafer rientra sicuramente in quella ristretta schiera di game designer che hanno letteralmente plasmato il medium che tutti amiamo, regalandoci dei titoli di valore assoluto. Uno dei titoli più celebri, nonché uno degli ultimi realizzati da Schafer, è Brutal Legend, un videogioco che rappresenta il mix o, per meglio dire, il tributo meglio riuscito al genere musicale più vicino al gaming: l’heavy metal.
Come abbiamo anticipato poco fa, l’heavy metal è da sempre il genere musicale che, più di tutti gli altri, è vicino al mondo dei videogiochi. La sua aggressività, i suoi suoni duri e compatti e, soprattutto, la sua inconfondibile estetica, hanno sempre gettato un ponte tra due mondi a prima vista inconciliabili, ma solo all’apparenza. Videogiochi e metal rappresentano un connubio oramai consolidato: basti pensare al fatto che George Fisher, il corpulento frontman dei Cannibal Corpse, sia un assiduo giocatore di World of Warcraft (fazione Orda, ovviamente), o che, dal versante opposto, sempre più videogame stiano utilizzando brani metal nelle loro colonne sonore (si pensi alla stessa apparizione degli Avenged Sevenfold in Call of Duty: Black Ops II). A questo punto, la domanda sorge spontanea: perché realizzare un vero e proprio “tributo in pixel” all’heavy metal?
Ebbene, Brutal Legend è proprio questo: un’ “ode al metallo“, ricolma di tutti i suoi cliché, dei suoi volti più noti e, ovviamente, delle sue sonorità. Immaginate di essere un roadie di una band e, di punto in bianco, ritrovarvi catapultati in un mondo governato dalle leggi del metal, in cui la vostra arma principale è una chitarra, i personaggi principali con cui interagire sono Lemmy Kilmister, Ozzy Osbourne, Rob Halford e Lita Ford, e dove le vostre avventure saranno sempre accompagnate da riff distorti al punto giusto. Bene, Brutal Legend è questo e molto altro ancora.
Soffermandoci sulla colonna sonora del gioco, possiamo dividerla in due grandi tronconi: da una parte troviamo i brani composti da Peter McConnell (già all’opera sulle musiche di Grim Fandango e Psychonauts), e dall’altra troviamo ben 107 classici del metal, sbloccabili come dei veri e propri oggetti collezionabili.
In Brutal Legend, Peter McConnell si toglie gli abiti eleganti del compositore “classico” per indossare chiodo, pantaloni di pelle e borchie di ordinanza: il risultato di quanto ora detto sono venti brani intrisi di “metallo pesante”, e capaci di spaziare tra tutte le sue mille sfumature. Se, ad esempio, “The Chosen Roadie” ricorda i riff pachidermici dei Black Sabbath, con la successiva “11 O’Clock is a Direction” si schiaccia il pedale sull’acceleratore, avvicinandoci a sonorità più heavy metal, che strizzano l’occhio ai Motorhead ed ai primi dischi degli Iron Maiden. “Spirit of Bladehenge” rappresenta il classico intermezzo acustico, che ci conduce dritti a “Ruins“, che strizza l’occhio a band del calibro di Manowar e Mercyful Fate. “Betrayed”, invece, rallenta decisamente i ritmi, regalandoci atmosfere cupe ed epiche al tempo stesso, che accompagnano la OST fino alla sua conclusione.
Accanto a questi brani, come detto in precedenza, potranno essere sbloccati anche tantissimi altri brani: oltre cento classici del metal, ascoltabili nelle fasi di free roaming nell’impianto stereo della nostra vettura. Provate ad immaginare di scorrazzare per la mappa di gioco a ritmo dei vostri “metal anthem” preferiti, magari cantandoli e facendo un po’ di headbanging a ritmo di doppia cassa: probabilmente non siete andati molto lontani dalla realtà. Da Am I Evil dei Diamond Head a Back at the Funny Farm dei Motorhead, da Blackout degli Scorpions a Children of the Grave dei Black Sabbath, passando per Hall of the Mountain King dei Savatage, fino ad arrivare a Her Ghost in the Fog dei Cradle of Filth, Murmaider dei Dethlock e No Love Lost dei Carcass.
Come avrete avuto modo di constatare, ce n’è veramente per tutti i gusti, ed è praticamente impossibile non trovare, tra gli oltre cento pezzi collezionabili, una colonna sonora più azzeccata di questa.
In base a quanto finora scritto, il gioco di Tim Schafer non può essere categorizzato come qualsiasi altro action game, ma rappresenta un’esperienza a se stante: un vero e proprio viaggio all’interno di uno dei generi musicali più amati e caratteristici di sempre, avvalendosi di pixel e poligoni per ricreare tutti i cliché cari ai metalhead di tutto il mondo. Proprio per questa ragione, se avete desiderato vedere su schermo le creature demoniache presenti nei testi di King Diamond, se desiderate ascendere alla gloria epica di cui sono intrisi i brani dei Manowar, o se desiderate sfrecciare nella mappa di gioco, con l’ugola al vetriolo di Rob Halford che intona gli acuti di “Painkiller”, non potete non giocare a Brutal Legend. Ma fate attenzione: potreste scoprire l’ amore videoludico della vostra vita.
Peter McConnell e autori vari,
Piattaforme Streaming MusicaDi seguito la colonna sonora completa, nella descrizione del video Youtube c’è il nome di ciascuna traccia con il link diretto per ascoltarla. Se desiderate approfondire un altro videogame ad alto contenuto metal, vi consigliamo di leggere il nostro approfondimento sulla colonna sonora di Doom.
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