Colonna Sonora

I cinque brani più significativi di Death Stranding

Death Stranding è un’opera totalizzante, capace di catturare il giocatore sin dai primi vagiti di una narrazione pregna di significati e messaggi lanciati dall’autore. Ogni sezione, ogni viaggio è carico di un’atmosfera che il buon Sam Porter Bridges carica in spalla e porta a spasso in un mondo straordinario, dove la natura e la morte hanno ripreso in mano il destino dell’umanità.
Una grande porzione del “pacchetto” è racchiusa nella colonna sonora, sempre sontuosa e d’impatto, con brani che sin da subito entrano nel cuore per non uscirne più, Death Stranding deve così tanto alle tenui voci che lo accompagnano, da essere una di quelle poche esperienze in cui la comparsa di un brano è come il canto di una sirena che ti persuade al compimento della tua missione, senza tranello, solo godimento puro.
I brani che ho selezionato per riassumere le emozioni scaturite dall’opera sono il frutto di una preferenza personale, derivata dalla mia percezione generale dell’esperienza. Pur cercando di limitare gli spoiler al minimo, parlare di alcuni eventi relativi alla trama principale sarà doveroso. Evitate di continuare se siete sensibili agli spoiler, altrimenti godetevi pure i brani proposti.

Don’t Be So Serious – Low Roar

Il primo brano, forse il più emblematico, è quello che fa da apertura all’opera di Kojima Productions. Il momento in cui “Death Stranding” appare sullo schermo ci ha fatto scoprire in prima persona di essere affetti da allergia chirale (coff coff), con una carica emotiva che esplode alla presentazione della cronopioggia, attraverso la straordinaria sequenza in cui Sam si trova a fuggire a bordo della sua moto seguito da uno stormo di corvi che venendo a contatto con le gocce non riesce a sfuggire ad un destino spietato. Oltre ad essere un momento davvero di alto spessore per messa in scena e drammaticità, l’apertura del videogioco prende il volo proprio grazie ad un brano che siamo sicuri verrà ricordato con grande affetto negli anni a venire.

BB’s Theme – Ludvig Forssell feat. Jenny Plant

Uno come Ludvig Forssell non avrebbe bisogno di presentazioni dopo il notevole lavoro svolto in Metal Gear Solid V, ma con “BB’s Theme” i battimenti armonici descritti dal compositore raggiungono vette qualitative incredibili, proponendo un brano capace di far breccia nei cuori più aridi e instaurare un primo collegamento con BB, uno “strumento” che vi accompagnerà per tutta la durata dell’avventura e del quale dovrete prendervi cura proprio per nascondervi dalle Creature Arenate. Il brano fu lanciato a qualche settimana dall’uscita del gioco, in occasione del trailer di lancio: già da allora analizzando il testo (cantato spesso da Clifford) intuimmo quanto le intenzioni dei concetti si legassero alla perfezione in un susseguirsi di epicità ed intimità, come un tramonto, come un’Apocalisse.

Asylum for a feeling – Silent Poets

Il famoso brano dei Silent Poets fa capolino all’interno del discusso trailer del 2018, filmato che verrà ricordato dai più per la rivelazione del gameplay da “simulatore Bartolini” (simpatia portami via) ma che in realtà non va preso sottogamba: in puro stile Kojima, il brano nasconde al suo interno delle interessanti metafore riprese all’interno del gioco, come l’ossessiva sensazione di straniamento nei confronti di un’umanità ormai relegata ai margini della catena evolutiva, costretta a barcamenarsi tra agenti atmosferici catastrofici, crateri giganteschi e Creature Arenate. Il brano è composto da un semplice accompagnamento chitarristico che fa da contraltare alla voce della cantante, per poi sfociare ad una seconda sezione del brano in cui si trasforma in una ballata andante. Asylum For a Feeling viene riproposta anche durante una specifica missione della storia principale, ad amplificare notevolmente una sezione in cui lo stesso Sam inizia a desiderare un periodo di riposo.

I’ll keep coming – Low Roar

 

“I’ll Keep Coming” è una delle canzoni della tracklist a cui sono più affezionato. La trama melodica tessuta all’interno del suo spartito è legata a doppio filo (o cordone?) con Hideo Kojima date tutte le vicissitudini accadute post Konami in cui nonostante tutto il game designer sembra dire “non vi preoccupate, la mia avventura non finisce lì!”, ed al videogioco stesso, in quanto le cadenze altamente stranianti del ritmo e della distorsione acustica vanno di pari passo con il peculiare universo del gioco, che non trova quasi mai un punto di contatto con la realtà così come la conosciamo.

Frédéric Chopin – Marcia Funebre

L’ultimo brano che reputo più rappresentativo all’interno del gioco è “Marcia Funebre” di Chopin. La morte, come ben saprete, è uno dei motivi più preponderanti del gioco ed il fatto che sia affrontata sotto tanti punti di vista è una caratteristica di narrazione tipica di Kojima, molto puntiglioso nel voler ricreare in chiave pseudo-scientifica delle spiegazioni a volte anche edulcorando un po’ troppo i concetti. Ebbene, approdando all’abitazione di Heartman, uno dei personaggi più riusciti del gioco, vivrete un’esperienza che vi trasporterà direttamente all’altro mondo. Nel periodo in cui lo scienziato ritorna sulla spiaggia passerete intensissimi momenti accompagnati da uno dei brani più profondi della produzione di Chopin, perché, direte voi? Beh, se ascoltate il brano nella sua totalità, potrete notare che seppur si tratti di una marcia funebre, il compositore tenta di elevare la parte centrale della melodia ad un livello ultraterreno (magari chissà, una spiaggia?) aggiungendo una grande dose di romanticismo che si sposa in maniera quasi distorta con la morte: il connubio di amore e morte risiede proprio nel personaggio di Heartman, che per sessanta volte al giorno si fa morire per tentare di raggiungere la sua famiglia.

 

Siete d’accordo con me o preferite altri brani della sconfinata selezione? Fatecelo sapere nei commenti!

Antonio Stephan's Di Stefano

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