Quando ti chiami Hideo Kojima hai un bel po’ di responsabilità sulle spalle. Metal Gear Solid 3 fu un tripudio di critica e pubblico e le attenzioni dei videogiocatori sparsi per il globo per il suo sequel, arrivato ben quattro anni dopo, diventarono spasmodiche. Il 12 giugno 2008 Metal Gear Solid 4 arriva nei negozi di tutto il mondo mettendo nelle mani dei consumatori uno dei prodotti più controversi della storia videoludica, un omaggio ai fan storici della serie che si coadiuva ad una grande voglia del game designer di non lasciare nessun buco di trama attraverso un quantitativo spropositato di cutscene. David, spegni quella dannata sigaretta e raccontami ancora una volta di come la guerra è cambiata..
La poesia ha inizio con queste parole. Le parole di un ormai stanco (per diversi motivi) Solid Snake pesano quanto il rancore nei confronti di Liquid ed hanno bisogno di essere accompagnate da quello che più di un “motivo” musicale è un vero e proprio concetto su cui l’intera saga si basa: l’esaltazione dell’amore alla vita attraverso un dolore straziante, una contrapposizione marcata al concetto di guerra totale espresso dal conflitto nucleare ricorrente nei vari capitoli della saga. Il testo del brano scritto dallo stesso Hideo Kojima, l’arrangiamento composto dal Maestro Nobuko Toda e l’orchestra diretta da David Matthews riescono perfettamente nell’intendo di catapultare il giocatore in poche battute in un’atmosfera totalmente diversa da tutte le realtà di guerriglia mai proposte, i lamenti dei mercenari uccisi si mescolano con le armonie strazianti di Jackie Presti che vengono cadenzate dai colpi di arma da fuoco. Il “concetto” musicale viene espanso infine con un silenzio rotto da un intenso arpeggio di chitarra, che continua assieme alla cantante la descrizione di un momento catartico: l’arrivo dei Gekko.
Questo tema musicale, inserito nell’interfaccia iniziale del gioco, si incastona nell’essenza del nuovo “vecchio Snake”. Poche note, ma che bastano a raccontare i movimenti ormai stanchi di un eroe leggendario che soltanto una nuova “nanosuit” può rendere più agile. La parte successiva del brano è un susseguirsi di momenti di tensione e calma apparente, a voler rimarcare la natura sempre combattuta di un personaggio vittima del sistema che lo circonda e persino del suo stesso padre, che più tardi gli rivelerà ogni segreto del progetto “Les enfants terribles” da un punto di vista diverso.
Col quarto capitolo della serie, Metal Gear Solid vede la riproposizione di un personaggio amato ed odiato dai fan storici. Raiden, colui che ai tempi di MGS 2 era un bambino soldato guidato dai Patriots come una marionetta, adesso diventa un ninja capace di abbattere da solo interi squadroni di mercenari e gekko e persino di tener testa all’immortale Vamp, che ne apprezza la straordinaria caparbietà nel combattimento. Il tema che accompagna Raiden è un pacato susseguirsi di battute che descrivono i movimenti silenziosi e solenni di un uomo che ha finalmente colto la sua definizione più convincente, raggiungendo l’apogeo verso la fine del quinto capitolo quando definendosi “lightning, the rain transformed”, sancisce la rottura definitiva col Raiden del passato portandosi con se il (phantom pain!) dolore che viene rappresentato su schermo con la perdita degli arti del suo corpo artificiale, che gli fa ritrovare la presenza della famiglia che fino ad allora molto problematico.
Nella Metal Gear saga c’è un pò di spazio anche per una composizione italiana. “Here’s to you”, scritta da Ennio Morricone e cantata da Joan Baez, è una delle poche canzoni non commissionate direttamente da Hideo Kojima. Questa canzone narra l’esecuzione degli italiani Sacco e Vanzetti in terra americana a causa della loro visione ritenuta dagli USA “troppo anarchica”. Amore per l’anarchia che viene descritto molto bene nel testo da cui ne traiamo un estratto:
“Here’s to you, Nicola and Bart
Rest forever here in our hearts
The last and final moment is yours
That agony is your triumph.”
In Metal Gear Solid 4 il simbolo dell’anarchia è rappresentato da Outer Heaven, sogno rincorso fortemente da Big Boss, che ha però dovuto vedere i suoi sogni letteralmente spegnersi difronte alla natura umana dedita alla guerra ed alla sua incapacità di controllo. Capacità di controllo che invece era la caratteristica principale di Major Zero…
La comparsa di Big Boss rappresenta uno dei momenti più toccanti ed allo stesso tempo chiarificatori dell’intera saga. “Father and Son” è la solenne composizione che possiamo ascoltare nel momento in cui il “guerriero leggendario” interrompe il suicidio del figlio che lui stesso ha sempre considerato il peggiore della sua progenie. In un susseguirsi di elementi chiarificatori per la trama, uno dei passaggi più toccanti è la rivelazione del concetto di zero, in questo momento infatti, l’autore chiude la cordata principale della serie con un aforisma che descrive alla perfezione una’epoca di caos quasi scampata in contrapposizione alla figura di Major Zero:”Riportare tutto a uno non risolve niente, finché zero rimane, uno diventerà cento in poco tempo. Il suo peccato era anche il nostro e per questo motivo mi accingo a fare tornare Zero al nulla”.
Uno dei più grandi colpi al cuore per la saga è rappresentato senza dubbio dal ritorno a Shadow Moses nel corso dell’avventura. Il ritorno di Solid Snake dove tutto ebbe inizio (o meglio, proseguì) viene abbracciato dalla famosissima ed iconografica “The best is yet to come” che dopo anni di onorata carriera, riesce ancora oggi a farci venire la pelle d’oca.
La musica che chiude il giocato è il combattimento contro Liquid Snake o Liquid Ocelot (dipende da che punto di vista lo si guardi), una musica che rende onore all’epicità di un soldato che ha lottato con ogni mezzo a sua disposizione, pur di raggiungere un fratello che più che un nemico è soltanto un altra faccia della stessa medaglia e dico un’altra perché la medaglia dovrebbe essere da sette facce. Di seguito una seconda versione estesa per il venticinquesimo anniversario della saga.
La saga di Metal Gear Solid ha la fortuna di avere un autore perfezionista in ogni aspetto della sua creazione, cosa che irrimediabilmente si ripercuote anche sulla colonna sonora che a suo modo è stata oggetto di sperimentazioni sonore mai banali assolutamente riuscite, come lo è stata la serie dagli albori ai giorni nostri.
Vi lascio infine alla soundtrack completa, una sequela di brani che vi entreranno nel cuore, se già non lo avessero preso a pugni a suo tempo.
Non esistono vie digitali ufficiali da cui ascoltare la colonna sonora purtroppo, ma speriamo che possiate apprezzare comunque la descrizione dei momenti catartici del quarto capitolo della serie attraverso le sue composizioni più caratteristiche, in tal caso fateci sapere qual è il vostro brano preferito e alla prossima!
Se state cercando un po' di sollievo dallo stress quotidiano e volete immergervi in mondi…
Ho sempre visto la pizza come mezzo di aggregazione e condivisione, oltre il piacere estremo…
Sono passati tre anni e mezzo dall'uscita della grandiosa Parte II di The Last of…
Le festività natalizie sono il momento perfetto per scartare regali e rilassarsi con una sessione…
Kojima Productions ha confermato che l'adattamento cinematografico live-action del gioco Death Stranding dello studio è…
The Game Awards 2023 ha svelato una lista di vincitori molto interessante, con Alan Wake…