Colonna Sonora

Red Dead Redemption e il mio richiamo della montagna

È un giorno come un altro, ma il caldo inusuale di questo periodo si fa sentire e la voglia di uscire cresce in modo esponenziale. Come un vero e proprio richiamo verso la natura, sento l’esigenza di andare da qualche parte, ma fa comunque freddo e gli animali selvatici non scherzano qui. Nulla però batte questo spirito e al posto di usare le mie gambe, decido di salire nell’auto, prendere qualcosa (un taccuino) e di partire per una giornata on the road. Non è molto, ma è il corpo a richiedere questo viaggio. Fosse per me, viaggerei sempre, ma bisogna pur lavorare.

Sono solo e i pensieri viaggiano ininterrottamente, macinando pensieri come le mie ruote macinano i chilometri. Nel frattempo decido di accendere il computer di bordo (fastidiosissimo per la luce sempre accesa, ma necessario delle volte) e parte il primo dei tanti brani messi all’interno di una delle tante playlist.

“The many miles we walked; The many things we learned”

Red Dead Redemption, un titolo che parla da solo e che fa parlare da solo. Ammetto che una delle cose che amo di più del primo e del secondo capitolo è la colonna sonora. La potenza evocativa che diffondono i brani è pari solamente al mio desiderio di avventurarmi da qualsiasi parte di questo splendido mondo. Nel frattempo sono già fuori dalla città e inizio una tortuosa salita verso la montagna che mi porterà sull’altro versante. Talvolta incontro altre auto e moto, ma non ci si saluta, non è come quando si viaggia a piedi. Qui regna l’intimità dei pensieri, cullati dal mio silenzio e dal rumore del motore.

“Your heart is warm; And the seams are torn, and they’ve; Given you a reason to fight.”

Ogni brano delle due colonne sonore ha al suo interno quella nota magica che rimanda al concetto della libertà, del viaggio, della lotta. La salita ha raggiunto finalmente il suo picco e bisogna procedere su una strada tortuosa, ma nello stereo risuona “El Club de los Cuerpos”, che mi da la carica giusta da immaginarmi come un antico esploratore, ma sull’auto al posto del cavallo. In lontananza alcuni monti conquistano la mia improvvisa attenzione. Le cime bianche si mostrano minacciose anche alla luce del sole e vengo pervaso da un irrefrenabile desiderio di andarci. Non so il motivo di questo desiderio, ma devo assecondarlo e andare verso il una strada che non avevo mai percorso.

“The day is done, time has come; You battled hard, the war is won; You did your worst, you tried your best”

Trascorro del tempo guidando tra le vallate, i paesaggi mozzafiato nonostante la mancanza del verde e i ruscelli, che mi accompagnano per alcuni tratti. La strada diventa sempre più impervia e sale un po’ di preoccupazione visto che non sto guidando un solido fuoristrada. Proseguo comunque perché non posso fare altrimenti, il mio spirito non me lo permette. “Mountain Banjo” inizia a risuonare con il primo miglioramento e l’arrivo in un paesino sperduto anche da Dio, ma gremito di persone, turisti. Proseguo, sapendo di essere sulla giusta strada, intraprendendo una nuova salita strapiena di tornanti e con la neve che inizia a fare capolino ai bordi della carreggiata. L’arrivo è vicino, la temperatura è in calo fuori dall’abitacolo e non resta che aprire il finestrino per godere di questa brezza gelida.

“Now I know; The only compass that I need; Oh, is the one; That leads back to you”

Finalmente sono arrivato quasi in cima. Non posso proseguire di più con l’auto e non ne ho molta voglia. Ho raggiunto il freddo, la neve e quella sensazione di avventura che dorme sempre nell’animo mio e talvolta si risveglia potente. Non è calma ora e pretende un viaggio a piedi, lungo, estenuante e libero. Lo avrà. Guardo in basso e vedo una vallata tranquilla, con poche case, qualche hotel e la città minuscola in lontananza. Riposo un po’, cammino, respiro e mi godo la natura, ma poi mi rimetto in auto e torno a casa. Il camino è già acceso e la mia birra attende solo di riscaldarmi l’animo.

Nel caso ve lo stesse chiedendo, non è una storia inventata. È una mia semplice giornata che, grazie a una colonna sonora, è diventata ancora più evocativa e bella.

“And you’ve given them all you can give
And luck won’t save them tonight
They’ve given you a reason to fight”

 

Rostislav Kovalskiy

Da sempre appassionato di fumetti, libri e ovviamente videogiochi. Ricercatore di trame scritte bene e di città fatte bene al livello architettonico.

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