Prima di lanciarci in qualsivoglia discorso, per l’amor del cielo, premi play. Non ci limiteremo a ricordare i grandi componimenti che hanno reso immortale Silent Hill 2 ma cercheremo di carpirne la genialità a partire dall’intreccio indissolubile fra trama e musiche, analizzandone le mostruosità concrete e psicologiche che generano orrore e poesia in una narrazione per melodie.
La colonna sonora di Silent Hill 2 è altamente autoesplicativa, incanala in se un forte potere suggestivo che rende chiari (o ancora più nebbiosi, a seconda dell’intento) sentimenti e frustrazioni di James Sunderland e dei tanti dannati che affollano le sponde del lago Toluca calando sin dalla prima nota il giocatore nei meandri della cittadina statunitense sussurrandogli storie di pentimento e redenzione.
La playlist qui di seguito contiene l’intera colonna sonora comprensiva di ben trenta tracce dalla durata totale di 1:13:00 che affolleranno la vostra mente di inquietudine e malinconia, il suo ascolto durante la lettura di questo articolo non solo è necessario, ma dovuto. Buona lettura, e tenete conto che ci saranno pesanti spoiler e si tratterà di storie a dir poco scabrose.
Uscito nel 2001 il secondogenito di casa Konami è ricordato come uno dei migliori survival horror di tutti i tempi, a ragione. Lodato per le atmosfere claustrofobiche ed una trama dai risvolti psicologici ben al di sopra degli standard ancora oggi, Silent Hill 2 è un capolavoro non perchè eccella in un unico comparto ma perché il Team Silent è riuscito ad incastrare tutte le sue componenti alla perfezione. Ogni cosa dalle strade alle mostruosità, dal benché minimo suono alla più struggente traccia della colonna sonora ha un tema comune, una discriminante che pone tutte le cose sullo stesso piano facendole apparire come legate da un’alchimia spontanea: James Sunderland.
Per poter apprezzare a pieno le musiche del gioco bisogna necessariamente capire chi è e perché è a Silent Hill. Il ventinovenne James Sunderland vive a South Ashford, paese del Maine a mezza giornata di macchina dalla collina silente, con sua moglie Mary Shephard. I due si sono conosciuti ad una festa finendo per innamorarsi anche grazie alla (scarsa) bravura al piano di Mary che era solita suonare per James, già pazzo di lei, in un idillio amoroso destinato purtroppo a durare quanto un battito di ciglia.
Il fato avverso fa sì che questa giovane coppia nel pieno della vita venga risucchiata improvvisamente in un vortice di dolore e frustrazione. Mary è presto ridotta a letto da una malattia terminale che ne deforma i lineamenti e la rende aggressiva, l’impotente James subisce straziato la situazione finendo per perdere l’animo gentile che la moglie tanto amava di lui. Dopo aver cercato vanamente una cura nei tre anni successivi alla diagnosi, James finisce per diventare un alcolizzato andandola a trovare sempre più di rado sopraffatto da ogni lato dal dolore e dalla mancata gratificazione sessuale (tema centrale dell’opera) che impedisce alla coppia di avere il figlio tanto desiderato. Divenuta la situazione insostenibile James prende la decisione più dura della sua vita e si reca all’ospedale per porre fine alle sofferenze della moglie, soffocandola.
Quello che sembra l’epilogo è in realtà l’inizio, perché pochi giorni dopo l’omicidio James riceve una lettera proprio da Mary che lo invita a raggiungerla al Lakeview Hotel di Silent Hill, l’ultimo posto in cui i due sono stati davvero felici. Convinto che la moglie sia morta per la malattia tre anni prima, James decide comunque di raggiungerla in uno slancio di auto-flagellazione e desiderio di espiazione che lo porterà ad affrontare le terribili macchinazioni della città. L’opera si apre col protagonista nel bagno di una stazione di servizio alle porte di Silent Hill, accompagnato dalle note di “2 – White Noiz“, intento nel cercare di capire se sia tutto un sogno.
Disturbante, malinconica, ansiogena. Questi tre aggettivi descrivono al meglio l’impronta che Akira Yamaoka ha trasmesso alla colonna sonora del gioco. Il maestro di Niigata, storico compositore della serie e feticista della chitarra elettrica, forte dell’influsso di Angelo Badalamenti (compositore di molte opere di David Lynch tra cui Twin Peaks, Velluto Blu) e del cantante dei Nine Inch Nails Trent Reznor ha elaborato un campionario di tracce audio e suoni ambientali che fossero il più uniche possibile, fatto da suoni metallici, spigolosi, qualcosa che il videogiocatore non potesse trovare familiare così da aumentare il senso di disagio sentendo l’assenza di punti di riferimento, concetto chiarissimo nella traccia “7 – Ashes and Ghost” . Il parallelo con l’album “The Downward Spiral” dei nine inch nails (uscito nel 1994 e ritenuto l’opera maxima della band) è fortissimo sia per lo stile industriale adottato sia da Yamaoka che Reznor, sia per le tematiche.
Nel Making Of di Silent Hill 2 Yamaoka fa un parallelo con l’altro survival horror per eccellenza, Resident Evil. L’obiettivo non era ricreare il campionario ormai già classico fatto di venti ululanti e grida zombesche ma portare il terrore su un altro livello, sorprendere il giocatore ed insinuarsi sotto la pelle.
Cruciale in questa operazione è l’uso del silenzio, della rottura del momento di climax e della perenne attesa. Molti dei brani sono lontani da quello che ci aspetteremmo, assomigliano a musica d’ambiente atta a trasmettere un senso di malinconia e disorientamento, per lo più coincidenti con le parti in cui James è al sicuro. Il flusso della musica è spesso irregolare, sembra suggerire una somiglianza con lo scorrere dei pensieri che imperversano la nostra mente intervallati da rapidi sussulti che donano improvvisa velocità alla scena per poi passare altrettanto bruscamente a suggestioni di ansie, impellenza e pericoli.
Tra le tracce più concitate e lugubri “11 – The Darkness That Lurks In Our Mind” rimanda ai gemiti di un qualcosa nell’oscurità pronta ad assalirci (la troviamo per la prima volta al Brookheaven Hospital versione alternativa, non a caso) che si alterna a rumori meccanici, quasi da fabbrica, come una pressa che ripetutamente schiaccia qualcosa.
La concitazione aumenta improvvisamente quando questo suono diventa schizofrenico provocando nel giocatore un senso di allarme e pericolo che spesso rimane disatteso, è questa la regola della tensione orchestrata da Yamaoka. Il più delle volte quando la musica incalza non c’è un reale pericolo mentre quando le note si fermano, magari improvvisamente, ecco che l’allerta si ripresenta ancora più forte per il terrore di incombere in un mortale spavento.
Il titolo della traccia si riferisce esplicitamente alla psiche profondamente malata di James ed a ciò che partorisce. Aberrazioni quali i Lying Figure non sono impiastri di carne e lamenti casuali ma la realizzazione dell’inconscio di James, rappresentanti forse l’incubo peggiore del giovane ashfordiano cioè la condizione di degenza di Mary. La figura disegnata da Masahiro Ito rappresenta un ammasso vagamente antropomorfo quasi fuso in una camicia di forza di carne umana, è irriconoscibile e costretta da questa morsa che simboleggia l’Io di James, ridotto a questa continua frustrazione a causa della degenerazione della moglie.
Sessualità ed eutanasia sono i perni sui quali la trama si innesta e sono la realizzazione concreta di gran parte delle creature che incontriamo durante l’avventura, non solo derivanti da James. L’Abstract Daddy è la manifestazione del dolore di Angela Orosco, una delle comparse che come il protagonista ha subito il richiamo della città a causa degli orrori del suo trascorso, nella fattispecie questo mostro informe riproduce vagamente la scena di due figure congiunte macabramente su di una superficie, probabilmente un letto, simbolo degli stupri che Angela ha subito in passato dal padre e dal fratello. La stanza della boss fight è lugubremente tappezzata con quella che sembra pelle sulle cui pareti ci sono dei buchi dai quali ripetutamente escono e rientrano dei pistoni, questa abominevole stanza dal fetido odore è una rappresentazione molto forte degli abusi subiti da Angela.
La prima volta che la incontriamo è nel cimitero di Silent Hill, quando le dolci ma nostalgiche note di “3 – Forest” ci introducono al suo personaggio intento a vagare tra le tombe. Anche lei come James sembra aver dimenticato il suo passato, gli abusi dei familiari e persino il disprezzo della madre che chiama mama in uno slancio infantile. Se il padre ed il fratello sono stati atroci nei suoi confronti, non si può dire altrimenti della madre, che conscia delle violenze subite dalla figlia non solo le ripete continuamente che merita quel trattamento ma decide anche di abbandonarla scappando di casa. Questo almeno è il quadro emerso dal romanzo ufficiale pubblicato da Konami e scritto da Sadamu Yamashita che approfondisce diverse vicende trattate nel gioco.
La triste vicenda di Angela è scandita dal duo “6 – Promise”/ “27 – Theme of Laura – Reprise”, le cui note del pianoforte echeggiano prima quando incontriamo la diciannovenne nei Blue Creek apartments dove stesa in terra con un coltello da cucina medita il suicidio, ed infine sulle scale avvolte dalle fiamme del Lakeview Hotel. Unendo i puntini ed aiutandoci con il romanzo ricomponiamo per intero la vicenda, capendo perché la giovane decida di assecondare le sue manie suicide e lanciarsi tra le fiamme. Dopo l’abbandono della madre Angela iniziò a lavorare come cameriera per la miseria di 600$ al mese entrando in un cortocircuito mentale dal quale non è riuscita più a riprendersi.
Stressata, molestata a casa e sul lavoro, esausta, i primi sintomi della malattia mentale iniziano ad emergere costringendola a scappare di casa dopo il diploma, salvo esservi riportata dal padre con la forza. A causa della prospettiva di essere ancora vittima degli abusi la giovane accoltella il padre ed il fratello ricomparendo a Silent Hill per affrontare i demoni che la tormentano. Nella musica che la descrive non c’è cattiveria o rabbia ma un senso di ansia e profonda tristezza che culmina nella sua ultima apparizione, quando sulla rampa di scale del Lakeview Hotel “che bruciano come l’inferno” si stupisce che anche James riesca a vedere quelle fiamme che da sempre la circondano e che simboleggiano il suo dolore e la sua malattia. Mentre la figura di Angela scompare definitivamente nel fuoco notiamo sulle pareti delle orribili cornici contenenti quelli che sembrano dei cadaveri gravemente mutilati nella zona genitale di un uomo di mezza età e di un ragazzo, con ogni probabilità il padre ed il fratello di Angela.
Per approfondire ulteriormente la vicenda di Angela, c’è la cara vecchia Wiki.
Angela non è la sola ad avere una storia di abusi nel suo passato. Un personaggio altrettanto tragico quanto caratterialmente opposto è Eddie Dombrowski, biondino di ventitré anni con qualche chilo di troppo la cui adolescenza è stata segnata dal peggior mostro che un ragazzino debba affrontare: il bullismo. Preso in giro per il suo aspetto fisico, il background di Eddie è purtroppo simile a quello di molti giovani insultati e martoriati sia verbalmente che fisicamente a causa del sadismo di tanti ragazzini.
A causa di questi ripetuti traumi Ed finisce per odiare se stesso ed il suo corpo nonostante non sia particolarmente grasso, sviluppando una patologia mentale chiamata “dismorfofobia“, cioè la fobia derivante da una visione distorta del suo aspetto fisico.
Il primo incontro con Eddie è ai Wood Side Apartments e quando James è abbastanza vicino alla stanza dov’è rintanato sentiamo quelli che normalmente sembrerebbero dei conati di vomito, se non fosse che trovandoci a Silent Hill la mente fa voli pindarici e ci aspettiamo qualche mostruosità pronta a divorarci. In realtà ci troviamo proprio davanti ad una persona, vera, china sulla tazza del water intenta a svuotarsi le budella. Sin dal primo incontro il gioco pone l’accento sul fattore gastrico, inteso come rapporto di Eddie col suo corpo e di conseguenza col cibo (se non fosse per le entità mostruose potremmo pensare ad un caso di bulimia) e tra un conato e l’altro partono le note di “05 – Ordinary Vanity“, dolci e vagamente inquietanti, il cui titolo fa riferimento proprio alla sua vanità lesa e che lo ha portato al collasso.
Eddie è in quello stato a causa di un cadavere ritrovato nel frigorifero (chi mai penserebbe a mangiare in un posto come Silent Hill?) della stanza attigua, giurando di non essere stato lui a ridurlo così. Non sarà l’ultima volta che lo troveremo in compagnia di cadaveri, sin dal primo momento è evidente come si senta inseguito da una colpa, un tormento le cui radici sono nel passato.
“Don’t bother. I understand. You’ve been laughing at me all along, haven’t you? Ever since we first met! I’ll kill you, James!”
Dopo aver passato l’infanzia e l’adolescenza a sfuggire ai bulli l’incubo che sembrava finito al termine del college continua a causa di un suo coetaneo, una star del football, che proprio non voleva saperne di lasciarlo in pace. Dopo una vita di vessazioni la fragile mente di Eddie è arrivata al capolinea perdendo completamente il senno, portandolo ad ammazzare il cane del bullo (in Silent Hill: Homecoming uno degli obbiettivi è “L’Eredità di Eddie”, e si ottiene dopo aver ucciso un mostro dalle fattezze canine, il Feral) ed a sparare nelle gambe del ragazzo con la pistola del padre, rendendolo storpio. In fuga dalla polizia, Eddie raggiunge Silent Hill confessando a James di aver sentito la città chiamarlo.
Il primo dialogo tra James ed Eddie chiarisce che la Silent Hill dei due è diversa, entrambi sono perseguitati dai propri tormenti che quindi assumono forme personali. Ecco perchè quando James chiede se abbia visto il mostro con la piramide rossa Eddie gli risponde che non sa di cosa diavolo stia parlando, nonostante anche lui abbia visto delle cose. Parliamo di due persone che non hanno alcun problema a vagare per una città infestata, ma che non riescono a stare più di due minuti in una stessa stanza a parlare. Che siano esigenze di gameplay, eccessivo disgusto di James nello stare nella stessa stanza di un uomo che vomita o segno che la loro psiche è ormai irrimediabilmente compromessa non è dato saperlo.
Successivamente ritroviamo Eddie al Pete Bowl-O-Rama mentre in sottofondo suona “10 – Alone In The Town” che paradossalmente caratterizza una delle parti più affollate di tutto il gioco. Ancora intento a mangiare una pizza trovata chissà dove, prima dell’arrivo di James lo troviamo a discutere con la piccola Laura, di cui parleremo tra un attimo, che lo tormenta per il suo fisico finchè non compare James.
Prima della conclusione della sua storyline lo incontreremo nella caffetteria della prigione sotterranea di Toluca (è un mistero come ci sia finito, dato che James per arrivarci si è tuffato in un buco nel pavimento della Historical Society) in compagnia di altri due cadaveri, ad un passo dalla follia.
La spirale discendente di Eddie termina con l’attacco a James, che dopo essere scappato dal labirinto si ritrova nell’ Otherworld di Eddie che assume le sembianze di una cella frigorifera in cui orribili tubi e ventole pompano aria gelida, con carcasse di carne vagamente umana appese al soffitto come in un mattatoio. In compagnia di altri due cadaveri, armato e delirante, la crisi del giovane è subito chiara e sfocia in una revolverata verso James, mancato per un soffio.
Accusato di aver riso alle sue spalle, di essere “come tutti loro”, Eddie ammette che si è divertito ad uccidere il cane, provando una gran soddisfazione sentendo le urla del bullo che sovrastavano quelle dell’animale trasformandosi consciamente da vittima a carnefice. Non si fermerà più e James è costretto ad imbracciare il fucile per salvare la pelle, uccidendo quella che è l’unica vittima umana del gioco segnando un altro step decisivo nel processo di auto consapevolezza del protagonista, preso dal rimorso come per Mary.
La figura di Eddie si incrocia con quella della giovane Laura, impertinente ragazzina che girovaga per le strade di Silent Hill come nulla fosse. Nel video iniziale la vediamo dare un calcetto proprio ad Eddie intento a consultare una mappa, suggerendo che i due ad un certo punto si siano incontrati ed abbiano deciso di proseguire insieme il viaggio verso la città. Questo strano quadretto lo ritroveremo ancora al già citato Pete Bowl-O-Rama mentre gli da del “ciccione senza palle”, scomparendo non appena James entra nella stanza.
C’è molto da dire sulla piccola Laura, personaggio estremamente legato a Mary e che serba un forte rancore nei confronti di James. A dispetto di quanto si possa pensare la prima traccia della colonna sonora di Silent Hill 2 “1 – Theme of Laura” non è legata a questo personaggio in particolare ma è il tema principale del gioco, talmente bella da essere stata usata anche nel primo film della saga col nome di “Silent Hell”. Composta da Yamaoka in due giorni è una commistione di note tristi e ritmo veloce ed esprime il carattere malinconico del gioco, ne è stata fatta una seconda versione che abbiamo già visto nel segmento finale di Angela “27 – Theme of Laura (Reprise)” che musicalmente è completamente diversa.
Orfana di entrambi i genitori e ricoverata all’ospedale San Jerome di Ashfield la piccola stringe un forte legame con un’altra paziente, Mary Shepherd, che idealizza come una madre. D’altro canto anche Mary provava un forte desiderio materno rimasto insoddisfatto a causa della sua malattia, per cui il rapporto tra le due divenne molto affiatato. Sotto le cure della stessa infermiera, Rachel, Mary le parlava dei momenti più belli della sua vita passati col marito James a Silent Hill. Questo un anno prima delle vicende del gioco, quando già James non la visitava più assiduamente, il che porta Laura a credere che lui non la ami e perciò lo odia.
Laura si reca a Silent Hill perché non capisce il senso della lettera che Mary le lascia dopo essere morta, in cui le diceva “Mia cara Laura, ho lasciato questa lettera a Rachel da darti dopo che me ne sarò andata. Sono molto lontana ora. In un posto tranquillo e stupendo […]“. Per Laura il posto tranquillo è Silent Hill, di cui le aveva tanto parlato.
My dearest Laura, I’m leaving this letter to Rachel to give to you after I’m gone. I’m far away now. In a quiet, beautiful place. Please forgive me for not saying goodbye before I left. Be well, Laura. Don’t be too hard on the sisters. And Laura, about James… I know you hate him because you think he isn’t nice to me, but please give him a chance. It’s true he may be a little surly sometimes, and he doesn’t laugh much. But underneath he’s really a sweet person. Laura… I love you like my very own daughter. If things had worked out differently, I was hoping to adopt you. Happy 8th birthday, Laura.
Laura è a Silent Hill non per averne sentito il richiamo ma per cercare Mary, nel suo passato non ci sono colpe che la tormentano quindi la città le appare come una “normale” città fantasma senza mostri di sorta. Il team ha dichiarato che il suo nome deriva dal libro di Richard D’Ambrosio “No Language But a Cry” che parla di una bambina alla ricerca della felicità per superare i traumi di un abuso, chissà che non sia la stessa sorte capitata a Laura.
Il suo carattere testardo e insolente la pone in contrasto con James sin dal primo incontro ai Wood Side Apartment, dove per dispetto calcia le chiavi delle scale antincendio complicandogli non poco la vita. Dopo la vediamo fare l’equilibrista su un muro coperto di graffiti dove gli rivela di aver conosciuto Mary e che la sta cercando, ma quando James cerca di indagare lei scompare ancora.
Dopo la parentesi al Bowl-O-Rama con Eddie la ritroviamo in una stanza del primo piano dell’inquietantissimo Brookheaven Hospital a giocare con delle bambole di pezza, dopo una discussione accesa e qualche apparente chiarimento (con 13 – The Day of Night, a fare da sfondo) i due si dirigono verso l’esterno ma con la scusa di una lettera di Mary dimenticata in un cassetto Laura rinchiude James in una stanza con i Flesh Lips, costringendolo ad affrontare il primo combattimento con un boss del gioco con le percussioni metalliche di 14 – Block Mind nelle orecchie. I Flesh Lips sono delle creature abominevoli attaccate al soffitto che richiamano ancora una volta un paziente allettato, che presentano nella zona che normalmente sarebbe del basso ventre una sorta di labbra femminili che simboleggiano la violenza verbale di Mary nei confronti del marito.
Infine dopo aver giocato al gatto col topo i due si ritrovano al Lakeview Hotel quando Laura quasi provoca un infarto a James (ed ai giocatori) suonando una nota del piano squarciando il silenzio più profondo, i due finalmente riescono a chiarirsi sulle note di uno dei brani più belli che sentirete nella vostra vita 22 – Laura Plays the Piano con James particolarmente addolcito dal ricordo del pianoforte suonato da Laura, che gli riporta alla mente quando anni prima lo faceva Mary. Una reminescenza quasi di proustiana memoria a tal punto che le madeleine gli fanno un baffo.
Siamo all’apice di Silent Hill 2, il giocatore apprende con James che qualcosa non torna e che il climax finale è dietro l’angolo. Laura ci lascia leggere la lettera di Mary rubata dall’armadietto dell’infermiera Rachel e dimostra così di non essere una bugiarda e di averla davvero conosciuta, fondamentale il passaggio in cui Mary le fa gli auguri per il suo ottavo compleanno perchè permette a James di realizzare cosa stia accadendo veramente. Laura ha compiuto gli anni una settimana prima del loro incontro, come avrebbe potuto scriverlo Mary se fosse morta tre anni prima? Qui cade la maschera che James ha portato finora, capisce che Mary non può essere morta da così tanto tempo, capisce che non è lei ad avergli scritto di recarsi lì.
L’epifania si conclude con la visione della videocassetta dimenticata nella stanza 312 che anni prima li aveva ospitati, “l’ultimo momento felice” vissuto da entrambi. James inserisce la cassetta nel lettore e inizia a ricordare una verità incalzata dalla struggente 24 – True. La prima parte delle riprese sono i bei momenti trascorsi insieme a Silent Hill, la loro fantastica vacanza che si conclude con una Mary che mostra i primi segni della malattia mentre la seconda parte mostra le immagini confuse e sfocate dell’omicidio. James ora sa chi è e cosa ha fatto, sa perchè è a Silent Hill, sa cosa deve fare.
Laura lo trova ancora attonito nella stanza d’albergo, riluttante nell’accettare la verità che James le racconta senza mezzi termini. Incredula, arrabbiata ed abbandonata ancora una volta la bambina lascia in silenzio la stanza per non ricomparire più. In uno dei sei finali, Leave, forse quello più dolce e umano, James e Laura lasciano insieme la città scomparendo nella nebbia diventando una famiglia, proprio come Mary avrebbe voluto. La musica di questo finale è 28 – Overdose Delusion.
Dopo aver conosciuto tutti i personaggi “esterni”, possiamo affrontare il finale. Siamo giunti all’ultimo tassello di un puzzle che ci restituisce il quadro completo del subconscio di James e di come le sue paure, desideri e necessità si manifestino concretamente a Silent Hill. Due figure in particolare sono la cristallina realizzazione delle pulsioni più forti del protagonista e si intrecciano innumerevoli volte nel corso dell’avventura essendo legate al concetto del “doppio”. La prima di queste è Maria.
“I don’t look like a ghost, do I? See, feel how warm I am!” – “It doesn’t matter who I am. I’m here for you, James. See? I’m real”
La bella e seducente Maria è identica a Mary in tutto e per tutto, fatta eccezione per il colore biondo dei capelli, il suo abbigliamento sfacciato e seducente ed il tatuaggio di una farfalla sull’addome, motivo ricorrente in Silent Hill 2 che nella cultura giapponese incarna femminilità ed amore, oltre che metamorfosi. Maria esprime il desiderio di James di ritrovare la moglie in una nuova e più sessualmente appagante veste, è un parto della malata magia di Silent Hill e serve a far ripercorrere al protagonista più e più volte la scena della sua morte, oltre a cercare di riempire il vuoto lasciato da Mary. Maria è effettivamente un’entità partorita dalla mente di James, nello scenario che fa da prologo a Silent Hill 2 “Born From a Wish” in cui la impersoniamo già il titolo rende esplicito la natura onirica di Maria, perchè nata dal desiderio di James.
Basti pensare che lui non le si presenta mai ma lei già conosce il suo nome, ed a testimonianza di questo suo essere un doppione di Mary ci sono i vari flashback legati ad elementi del vissuto della donna come il ricordo noto solo a Mary che alla piccola Laura piacciono gli orsacchiotti di peluches. Maria non viene vista da nessun altro personaggio che non sia James, più volte Laura è dubbiosa quando le parla di lei e ciò è suggerito anche dal fatto che quando James incontra Laura ed Eddie al Pete Bowl-O-Rama lei sceglie di aspettarlo nel vicolo.
Del suo passato ovviamente non sappiamo nulla, in Born From a Wish la vediamo rinvenire nel club Heaven’s Night accompagnata dall’omonima 9 – Heaven’s Night la cui melodia rimanda in qualche modo ad uno stato sognante. Probabilmente è “nata” nel momento in cui James ha accettato il richiamo della città incarnandosi in una spogliarellista (in Silent Hill 3 Heather trova un poster con un riferimento alla ballerina Lady Maria). Senza di lui perde il suo carattere forte e medita il suicidio, scartandolo per codardia e dando così inizio al prologo.
Prima di incontrare James e ricollegarsi col gioco principale Maria vaga per Silent Hill cercando di aiutare Eric Baldwin a compiere un rituale di rinascita. Eric è un’entità con cui interagisce da dietro una porta chiusa e che probabilmente è un fantasma morto suicida anni prima. Suggestivo l’easter egg relativo ad Hemingway che lo riguarda, lo scenario si conclude con la traccia 23 – Terror In The Depths Of The Fog e 18 – Love Psalm dopo i titoli di coda.
La sua prima apparizione è al molo di Rosewater Park, sulle note di 8 – Null Moon, determinata sin dal principio a convincere James di essere reale. Il suo carattere estroverso e disinibito è palese sin dal primo incontro e le diverse allusioni sessuali mettono James a disagio, ma da subito i due fanno coppia dimostrando un affiatamento che va oltre il semplice essere due reietti in una città di mostri. Per buona parte del gioco il nostro compito sarà quello di difenderla dalle minacce che infestano la città, nonostante sia destinata a morire più volte per far rivivere a James lo strazio della perdita.
Mentre James parla con Eddie nel bowling, Maria vede Laura sgattaiolare fuori dalla struttura ed allontanarsi nella nebbia. Con James decide di seguirla fino al Brookhaven Hospital per paura che possa accaderle qualcosa, una volta lì inizia ad accusare un forte malessere preferendo riposarsi in una delle stanze mentre James prosegue la ricerca. Di lì a poco James sarà catapultato nell’Otherworld e non ritroverà più Maria finchè non scenderà nei sotterranei dell’ospedale, assistendo alla sua prima morte per mano di Pyramid Head che la trafigge con una lancia (una delle metafore sessuali più antiche, sin dalla letteratura occitana) mentre James cerca di farla entrare nell’ascensore. Questa terribile sequenza culmina con 15 – Magdalene.
Questo brano prende il nome di Maddalena, che può essere un rimando a Maria Maddalena la discepola di Gesù liberata da Cristo da sette demoni così come Maria cioè Mary viene liberata da Pyramid Head/James dal suo dolore, o ancora può essere intesa come rimando alla madeleine di Proust che ricordano al protagonista la morte e la sofferenza di Mary, in questo caso.
Più tardi mentre esplora il labirinto James incontra di nuovo Maria in perfetta salute, rinchiusa dietro a delle sbarre. Comprensibilmente confuso ed incredulo, Maria nega l’avvenimento e turba James prima comportandosi come Mary ed alludendo alla cassetta del Lakeview Hotel, poi ritornata in se lo ammalia promettendogli una ricompensa se l’avesse liberata – qui parte uno dei pezzi d’autore che hanno reso leggendaria la colonna sonora di Silent Hill 2 16 – Fermata in Mistic Air. Dopo aver completato il labirinto James torna a salvarla ma la trova distesa sul letto della cella percossa a morte ed immersa nel suo stesso sangue, ancora una volta è costretto a ripetere l’esperienza della sua morte.
Quando ancora una volta la crediamo morta ecco che ritorna nell’Otherworld del Lakeview Hotel, preda dei due Pyramid Head che l’hanno imprigionata in una struttura metallica che richiama lo scheletro di un letto, a testa in giù, in attesa dell’ennesima esecuzione. Quando le due mostruosità infilzano a morte Maria per le seconda volta sotto gli occhi di James, in lui si compie la realizzazione del suo viaggio a Silent Hill e del perchè quelle mostruosità lo perseguitano.
La figura di Pyramid Head è a tutti gli effetti il doppio di James, ed oltre il suo desiderio di punizione rappresenta soprattutto la sua frustrazione sessuale. Questa pulsione è spiattellata al giocatore in tutta la sua potenza nella scena dello stupro della stanza 307 dei Wood Side Apartment, in cui aggredisce due Mannequins, mostri dall’aspetto femminile composti su entrambi i lati da parti di gambe di manichino, aggressione che poco dopo sarà ripetuta anche su un Laying Figure. In Silent Hill c’è un costante equilibrio tra i colori verde e rosso, colori complementari, dove James rappresenta il verde (i suoi occhi e la giacca) mentre Pyramid Head è il rosso.
I was weak. That’s why I needed you… needed someone to punish me for my sins… but that’s all over now… I know the truth. Now it’s time to end this.
Pyramid Head è l’incarnazione del suo senso di colpa. E’ egli stesso che si tortura per il gesto orribile che ha commesso, che ha cercato di rimuovere ma non ha voluto, inconsciamente. E’ lì per fargli rivivere ancora ed ancora come un eterno ritorno dell’uguale la colpa ed il dolore della morte di Mary, finchè non capisce. Il combattimento con i due giustizieri (accompagnata da 25 – Betrayal) termina col loro suicidio, perché il loro compito è finito e James non ha più bisogno di loro.
In base all’atteggiamento nei confronti di Maria durante il gioco otterremo un finale, in ben tre su quattro dei principali affronteremo Maria come boss finale. In “Leave”, “In Water” e “Rebirth” la troveremo conciata come Mary in un disperato tentativo di far restare James al suo fianco, ed una volta respinta si trasformerà in una grottesca raffigurazione degli ultimi momenti di Mary imprigionata in quella gabbia rettangolare simile al Flesh Lip. Tra i suoi attacchi c’è un tentacolo che cerca di strangolare James, una sorta di vendetta figurata per averla uccisa soffocandola.
Del finale “Leave” abbiamo già parlato con Laura, mentre “In Water” è probabilmente quello più canonico e giusto dei principali. Dopo aver sconfitto Maria James ottiene un’ultima chance di parlare con la defunta moglie in cui le confessa di averla uccisa non solo perché non voleva soffrisse più, ma anche perché in fondo la odiava per averle rubato la vita. Mary lo congeda dicendogli che ha sofferto abbastanza e gli consegna la sua lettera d’addio, mentre con un ultimo rantolio si abbandona alla morte. Per James questo è l’ultimo atto della sua espiazione che si conclude col suicidio lanciandosi nel lago Toluca con la sua auto, non potendo più vivere senza di lei. Questo finale è accompagnato dalle decise note della chitarra elettrica di Yamaoka 12 – Angel Thanatos (la morte dell’angelo).
Il finale “Rebirth” riprende il rito di Eric Baldwin in Born From a Wish. Dopo aver dato il colpo di grazia a Maria, James trasporta il suo cadavere alla chiesa della rinascita al centro del lago Toluca, dove si rivolge agli antichi Dei per riportare in vita la moglie. Non ci è dato conoscere l’esito del rituale, ma è molto particolare la colonna sonora di questo finale 21 – The Reverse Will. Questa traccia è particolarmente inquietante perchè è l’unica cantata, ma le sue parole si possono sentire solo riproducendo il brano al contrario e sono cantate dalla doppiatrice di Laura, col testo tratto da una ninna nanna del 18° secolo.
Now I lay me down to sleep
I pray The Lord my soul to keep
If I should die before I wake
I pray The Lord my soul to take
Nell’ultimo dei finali principali, “Maria“, lo scontro finale sarà contro Mary che non perdona a James l’averla uccisa costringendolo ad ucciderla ancora. Il finale lo vede solo sul molo di Rosewater Park per poi essere raggiunto da Maria nuovamente risorta. Quando lei gli chiede se ha ucciso nuovamente Mary lui risponde che quella non era lei, sottintendendo fosse una allucinazione. Sulle note di 30 – Promise i due lasciano Silent Hill insieme, ma appena prima dei credits si sente Maria tossire, presagendo abbia la stessa malattia di Mary e che quello sia un eterno circolo per far soffrire James in eterno, costretto a rivivere quello strazio.
Termina qui il nostro viaggio musicato tra le incredibili storie di Silent Hill 2, sperando che il “viaggio” sia stato di vostro gradimento.
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Bellissimo, bellissimo articolo! un gioco veramente come pochi! E che paura XD
Troppe smancerie, così arrossisco :') comunque SH2 merita approfondimenti di questo genere, è una perla troppo preziosa per essere lasciata lì nel dimenticatoio!
Giuseppe, altro articolo splendido!
Giulia ti ringrazio immensamente, è fantastico ricevere apprezzamenti da chi ne capisce!
Gioco finito almeno sei volte!!!
Ed ogni volta è come la prima..
Complimenti per l'articolo!
Gioco stupendo, e idem le musiche.
Gentilissimo :)
Un remake non sarebbe male.....
Se Konami fosse una software house seria.. ah se Silent Hill fosse un brand Capcom
Quanti ricordi...
Complimenti articolo stupendo!
leggendo lo stesso, mi è sembrato di aver giocato nuovamente Silent Hill 2.
Grande 👏🏼
Grazie a te per le belle parole, quando ami un gioco così tanto le parole ti scorrono come un fiume in piena :)
Wow...
Finalmente un articolo bello, interessante e scritto come si deve su un gioco che secondo me è un capolavoro assoluto. Da quando è uscito ci rigioco almeno una volta all'anno, e ogni volta rimango stupito di quello che ha fatto il Team Silent anche considerando che si tratta di un gioco del 2001. Incredibile che a distanza di tutti questi anni SH2 rimanga per me ancora il miglior gioco esistente di questo genere.
Complimenti all'autore comunque!
Troppo gentile! Il merito è tutto del gioco, magnifico sotto qualsiasi punto di vista, un'ispirazione per tutti i videogiocatori