Editoriale

Il rinvio di Starfield: 5 domande a Microsoft

Era già un po’ nell’aria, i rumor nelle ultime settimane erano diventati incessanti e si attendeva solo l’ufficialità. Pochi giorni fa Microsoft (più precisamente Bethesda), ha ufficializzato con un comunicato stampa piuttosto sintetico il rinvio non solo di Starfield ma anche di Redfall. Nelle poche righe diramate dalla casa di Redmond le solite “scuse”: entrambi i giochi hanno bisogno di più tempo per garantire lo standard qualitativo che è tanto caro a Bethesda.

Lungi da noi sindacare su tali buoni propositi, cogliamo l’occasione per fare 5 domande a Microsoft (che non avranno ovviamente mai una risposta). E con l’occasione inauguriamo anche una nuova e polemica rubrica dal titolo J’accuse (a proposito di polemica, se non ne cogliete il riferimento, vi consiglio di passare un po’ meno tempo sui videogiochi e un po’ più sui libri).

1 – Dove sono le scuse di Todd Howard?

Il volto più rappresentativo di Bethesda, colui che gestisce IP storiche come Elder Scrolls e Fallout, era apparso durante l’E3 2021 sul palco Microsoft annunciando, con un primo teaser trailer, la data d’uscita della prima nuova IP dopo anni. Nel corso dei mesi, pur senza svelare praticamente nulla del gioco, il buon Todd ha cominciato a dirci quanto fosse straordinario e ambizioso il nuovo titolo e, udite udite, che la data di Starfield era scritta con l’inchiostro e non con la matita. Sembrava allora tutto pronto affinché potessimo vedere il gioco in azione allo showcase di giugno per poi prepararci alla sua uscita a fine anno.

“La data di Starfield è scritta con l’inchiostro e non con la matita”. Ed è subito meme

E invece no. Con un secco comunicato stampa il tutto è stato rinviato al 2023. Forse Todd dovrebbe prendere spunto da Nintendo e dalla gestione del rinvio del sequel di The Legend of Zelda. Un video di un minuto e mezzo in cui il producer si scusa più volte per il rinvio e ci dà appuntamento al 2023. Nel precedente annuncio, Aonuma dichiarò che l’obiettivo era quello di far uscire il gioco in quel periodio senza fare promesse scolpite sulla pietra.

Come si fa’ a non credere a questo simpatico faccione?

2 – Perché buttare Arkane studios nel calderone?

Se arriviamo a comprendere, senza giustificare, l’annuncio prematuro della data di Starfield, fatichiamo a capire la gestione del nuovo gioco degli Arkane. Può avere senso creare aspettative attorno a un prodotto come Starfield, considerata la risonanza che hanno i giochi dei Bethesda Studios, ma fatichiamo a fare lo stesso ragionamento su un titolo degli Arkane. Tengo a precisare che il sottoscritto adora follemente i loro titoli ma, indubbiamente, non si possono definire certo dei successi commerciali. Lo studio francese ha collezionato un flop dopo l’altro, tanto che, prima dell’acquisizione di Microsoft, si parlava addirittura di uno studio a rischio chiusura. Gettare nel calderone degli annunci “frettolosi” uno studio del genere è francamente poco responsabile e incomprensibile. Magari Phil Spencer in persona saprà spiegarcelo.

Forse il più grande flop commerciale di Arkane, a fronte di una qualità eccelsa.

3 – Davvero ci prepariamo a un 2023 senza esclusive?

Abbiamo sentito per anni il discorso secondo il quale i nuovi studios Microsoft avrebbero avuto bisogno di anni per iniziare a produrre a pieno regime (discorsi in parte sensati), ma pensare a un anno intero senza esclusive è francamente assurdo. Microsoft è, ad oggi, senza neanche contare l’acquisizione di Activison – che non è ancora definita -, il produttore con più studi first party in termini numerici. Le uscite annuali non si programmano dall’oggi al domani e non riusciamo bene a capire per quale motivo Phil Spencer abbia affidato il peso di un intero 2022 a due giochi dal periodo di uscita così incerto.

Il 2022 di Microsoft rischia clamorosamente di restare senza esclusive

Ciliegina sulla torta, i due giochi in questione non sono certo stati creati sotto l’ala di Microsoft visto che il loro sviluppo era cominciato ben prima dell’acquisizione. Un’assenza di calendarizzazione e di uscite a scaglioni è francamente ingiustificata al secondo anno di vita della console next gen.

4 – La vicenda Cyberpunk non ha insegnato nulla?

La domanda è in questo caso un po’ provocatoria, ma neanche troppo. Non sto paragonando il caso Cyberpunk a quello di Starfield, ma si cominciano a intravedere alcuni elementi in comune. Secondo il noto giornalista di Bloomberg, Jason Schreier, molti degli sviluppatori di Starfield erano preoccupati che si potesse ripetere una situazione simile a quella di Cyberpunk con una data di uscita definita da molti irrealistica. Si credeva che la vicenda Cyberpunk avesse un pochino frenato questo tipo di situazioni ma, stando alle parole di Schreier, non sembra cambiato poi molto. Aggiungiamoci uno stile comunicativo sul rinvio abbastanza simile (per fortuna si è evitato uno sfondo giallo) e il parallelismo è presto fatto.

5 – Perché annunciare il tutto a poche settimane dallo showcase?

Sull’ultima domanda ci soffermiamo un po’ di più per cercare di analizzare la situazione in casa Microsoft, e più in particolare in casa Bethesda. Manca ormai circa un mese allo showcase della casa di Redmond e non capiamo perché il rinvio non sia stato annunciato a margine di una bella sezione di gameplay. Visto e considerato che l’uscita è prevista, per entrambi i titoli, nella prima metà del 2023, ci aspettiamo che i due giochi siano presenti all’interno della conferenza in maniera anche corposa.

Cattiva comunicazione o nuovo rinvio? Difficile dirlo prima dello showcase

Se sarà così, difficile capire il motivo per il quale l’annuncio del rinvio sia avvenuto senza fornire ai videogiocatori un qualcosa per dire “ok, aspettiamo, ma sembra davvero valerne la pena”. In questo caso sarebbe un banale errore di comunicazione (nulla di così nuovo in casa Microsoft). L’ipotesi peggiore è che però il gioco non venga mostrato durante lo showcase. In quel caso bisognerebbe riconsiderare un po’ tutto perché difficilmente potremmo davvero vedere Starfield nella prima metà del 2023.

Microsoft sarà tenuta a rispondere in maniera forte allo showcase di giugno, magari con qualche sorpresina per fine anno.

Una semplice battuta di arresto?

Queste 5 domande erano forse un po’ troppo provocatorie e forse anche poco riconoscenti del gran lavoro che Phil Spencer ha svolto per risollevare il marchio Xbox. Dall’annuncio del Gamepass in poi il CEO dei Microsoft Game Studios ne ha sbagliate ben poche. È però tempo di raccogliere i frutti di tale lavoro. Speriamo allora che lo showcase di giugno sia l’occasione per far vedere a tutti che si è trattato di una piccola battuta di arresto.

Stefano Cherubini

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  • Ottimo articolo. Ci spero davvero tanto in Starfield, purtroppo mi sembra che Microsoft ci stia andando davvero troppo leggera con i team acquisiti. Capisco il voler ingraziarsi team vari e pubblico con una politica più aperta che garantisca libertà creativa e rispetto dei tempi di sviluppo, però ora hanno bisogno di concretizzare. Hanno tantissimi progetti in sviluppo e sono sicuro che si celino almeno un paio di capolavori dietro questi work in progress (almeno statisticamente). Dovrebbero solo iniziare a stilare una tabella di release più ferrea. Ci sono stati troppi rinvii, progetti incerti e situazioni strane (ad esempio con l'esodo del personale da The Initiative).

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