Editoriale

Il videogioco in streaming secondo la community di Gameplay Café

All’inizio dell’estate, freschi ancora degli annunci dell’E3 con Microsoft xCloud e Google Stadia a farla da padrona, vi avevamo chiesto di partecipare a un primo sondaggio per raccontare il vostro punto di vista circa questo nuovo modo di giocare. Avete risposto in tantissimi e oggi, siamo qua per rivelare che cosa pensa la community italiana del videogioco in streaming!

Chi ha risposto al sondaggio?

Prima di raccontare che cosa pensa la maggioranza di voi, è necessario contestualizzare seppur un minimo chi ha risposto al nostro sondaggio. In particolare, un dato fondamentale da tenere presente è l’età dei votanti. Il 37% dei votati appartiene alla fascia dei 28-34 anni, seguito a ruota da utenti tra i 23 e i 27 anni d’età e i 35 e i 44 anni d’età. A rappresentare la nuova generazione di videogiocatori c’è soltanto l’8%, che è ha di fatto un’età compresa tra i 18 e i 22 anni.

Il pubblico adulto è più scettico verso le novità tecnologiche?

Un secondo quesito molto importante che abbiamo voluto porre, per inquadrare al meglio il tipo di pubblico che avrebbe risposto alla nostra indagine, riguarda chiaramente le preferenze in termini di PC e console. Questa volta il risultato è stato decisamente più netto e gli utenti, rispecchiando in un certo senso i numeri del mercato, hanno incoronato PlayStation 4 come la piattaforma più sfruttata (ci gioca l’88%), seguita da Nintendo Switch al 51% e dal PC al 48%. Distanziati in maniera piuttosto netta Smartphone e tablet che addirittura superano, seppur di poco, Xbox One.

Prima di passare agli altri quesiti più specifici, per comprendere il tipo di pubblico a cui ci siamo rivolti, abbiamo chiesto con quanta frequenza vengono acquistati nuovi titoli e, verosimilmente, quanto tempo si dedica al videogioco: prendendo in esame lo scorso anno, è risultato che quasi il 50% dei votanti ha acquistato circa uno/due giochi al mese, il 42% ne ha presi meno di uno al mese e circa il 10% ne ha comprati più di tre/quattro al mese.

Abbonamenti e servizi

Il votante medio è dunque una persona sopra i 25 anni che utilizza prevalentemente PlayStation 4 affiancata, al più, a Nintendo Switch o a un PC e che acquista circa uno o due giochi ogni mese. Ma per quanto riguarda i servizi in abbonamento, come si approccia all’offerta attuale?

Chiaramente, il dato che esce dal sondaggio rispecchia anche la distribuzione delle piattaforme nella nostra community pertanto in testa troviamo PlayStation Plus con oltre il 60% dei voti, seguito da Nintendo Switch Online al 31%. Si attesta invece attorno al 20% la combinazione di Game Pass su PC e Xbox. Un dato interessante riguarda PlayStation Now fermo al 7%, una cifra decisamente bassa che non intimorisce ancora la concorrenza di Microsoft.

L’attaccamento dei giocatori alla copia fisica è ancora molto forte.

Passando dai servizi ai singoli giochi, abbiamo poi chiesto delucidazioni circa la preferenza d’acquisto di un videogioco e il risultato è stato, a dire il vero, abbastanza sorprendente. Viene fuori che quasi un votante su due preferisce sempre la copia fisica, dimostrando ancora una volta un forte attaccamento all’oggetto in sé, indipendentemente se si tratti di una edizione da collezione o una versione standard. Poco più di un terzo del pubblico invece guarda al proprio portafogli e dichiara di non avere preferenze di sorta tra digitale e fisico, a patto che si risparmi qualcosa sull’acquisto. La restante fetta di pubblico si divide quasi equamente tra l’acquisto del fisico in caso di edizioni limitate o da collezione e l’11% che preferisce in assoluto la comodità della copia digitale.

Guardando al futuro

Se c’è un dato che emerge dalle risposte date al quesito circa i nuovi servizi di streaming come Microsoft xCloud, Google Stadia e PlayStation Now è quello di una forte indecisione e confusione nel pubblico, causata da annunci fumosi e un contesto sia tecnico che tecnologico ancora incerto. Nella community serpeggia grande scetticismo e infatti il 41% degli utenti si è detto interessato ma ancora indeciso se fare o meno un abbonamento.

Tanto marketing e poca chiarezza!

A sorpresa poi, il 34% del nostro pubblico ha sottoscritto, nero su bianco, di NON essere interessato al servizio, chiudendo più o meno definitivamente la porta alle prossime novità tecnologiche in arrivo tra pochi mesi. Decisamente più possibilista il 14% dell’utenza che dichiara l’intenzione di abbonarsi nel prossimo futuro. Nel ‘partito’ del caos finisce anche il restate 11% che ancora non sa o non ha deciso che cosa fare e preferisce evidentemente attendere qualche nuova informazione o, più verosimilmente, i primi pareri di pubblico e stampa specializzata.

Per indagare le cause e i motivi di questa prevedibile diffidenza – anche se, in vero, non così diffusa – abbiamo lasciato aperto un campo per le risposte libere così da comprendere più a fondo le motivazioni dietro tali risposte. Analizzando le risposte libere e i profili dei rispondenti, emerge una distribuzione piuttosto omogenea dello scetticismo tra le età degli utenti e non, come ci saremmo aspettati, una concentrazione maggiore nella fascia più ‘anziana’ del pubblico. I motivi principali riguardano la qualità grafica dello streaming, il costo combinato di abbonamento e giochi e la pessima copertura internet del nostro Paese.

Qualcuno ha parlato di ‘divario digitale’?

Infatti, oltre a un più comprensibile discorso di spesa e di ‘non possesso’ del gioco, c’è anche il fattore prettamente tecnologico a spaventare gli utenti.

In particolare, ecco qua alcune delle risposte che ci avete scritto:

Prima di lasciarvi infine, chiudiamo con un altro messaggio dei vostri proveniente dal sondaggio che, a nostro modo di vedere, sintetizza piuttosto bene questo clima di scetticismo che serpeggia e avvolge ancora oggi il cosiddetto “futuro del gaming”:

“Speravo molto che Stadia potesse essere un’innovazione anche nel modello, ossia free con pubblicità o anche qualcosa di mai visto. Così com’è adesso, ai miei occhi, è solo una copia, per altro sbiadita, di ciò che il mercato già offre […] In generale preferisco comunque pagare il gioco, e preferisco il fisico non per un attaccamento alla copertina ma perchè solo così sono l’effettivo proprietario del prodotto. Quanti servizi, nel corso degli anni, han chiuso i battenti? Chi mi garantisce che un domani Sony, Microsoft, e compagnia cantante, non faranno la stessa fine? Pensiamo ad un Silent Hills, oggi, solo giocabile in DD con connessione ai server, o in streaming… magari tra dieci anni scomparirà nel nulla cosmico […] C’è chi dice che oggi sia già così, è già necessario appoggiarsi a una infrastruttura online, per via delle D1 patch. Vero, verissimo. Tanto quanto è vero che le D1 patch sono una pratica abusata, perché un conto è sistemare X problemi in extremis, un altro è usare lo strumento in maniera sistematica […] Se la copia digitale fosse trasferibile su un HDD esterno per poi usufruirne offline (tralascio il discorso pirateria, non è compito mio ideare sistemi atti a contrastarla), allora le cose cambierebbero. E poi c’è il discorso dei costi: non riesco ad accettare che una copia digitale costi quanto – e spesso pure più – di una fisica. E non riesco ad accettare il non poterla rivendere”.

Tommaso Stio

Domatore di leoni da tastiera.

View Comments

  • Che Xbox sia dietro agli smartphone e che i servizi Xbox siano dietro a Nintendo è veramente imbarazzante.
    Microsoft, ottimo lavoro complimenti!

  • Sinceramente, parlando di Stadia, non mi convince il modello di business. Non convincerai mai un giocatore hardcore a giocare in streaming un gioco che paga come la copia fisica (al netto di una qualità dellìespereinza in ogni caso più bassa). Per provare a scardinare il mercato avrei puntato su un un servizio omnicomprensivo con una bella platea di giochi; così com'è rischia di attirare pubblico interessato magari ad un singolo gioco che non vuole spendere sull'hardware ma ha interesse a quel singolo titolo.

  • penso che buona parte dello scetticismo è dato dalle comunicazioni confusionarie date nei vari stadia connect e xproject addirittura non si sa nulla, sarà interessante sapere fra tot tempo(6 mesi/1 anno) rifare il sondaggio e vedere se i futuri stadia connect/conferenze con xproject potranno ribaltare(borghese docet?) il risultato.

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